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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 21/10/2010, 09:59 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Pirra

Pirra è una figura della mitologia greca.

Era figlia di Epimeteo e di Pandora, e moglie di Deucalione.

Quando Zeus decise di porre fine all'età dell'oro con il grande diluvio, Deucalione e Pirra furono gli unici sopravvissuti, grazie all'arca che Prometeo, padre di Deucalione, aveva suggerito al figlio di costruire. Si arenarono sul Monte Parnaso, l'unico luogo risparmiato dall'inondazione.

Dopo il diluvio, Deucalione chiese all'oracolo di Temi come ripopolare la terra. Gli fu detto di lanciare le ossa di sua madre dietro le sue spalle. Deucalione e Pirra capirono che la madre era Gea, la madre di tutti i viventi, e che le ossa erano le pietre. Lanciarono perciò sassi alle loro spalle, che presto iniziarono a cambiare forma. La loro massa aumentava, e cominciava ad emergere una forma umana. Le parti tenere ed umide divennero pelle e carne, le venature della roccia divennero vasi sanguigni, e le parti più dure divennero ossa. I sassi lanciati da Pirra divennero donne, quelli tirati da Deucalione uomini.

Deucalione e Pirra ebbero due figli, di nome Elleno e Anfizione, ed una figlia di nome Protogenia.

Pirra era anche il nome usato da Achille mentre si nascondeva sotto false spoglie femminili.

Pirro

Figlio di Achille e di Deidamia. Quando Achille venne nascosto dalla madre Teti nell'isola di Sciro presso la corte di re Licomede, per sottrarlo al suo destino, l'eroe, che in abiti femminili viveva negli appartamenti delle donne, ebbe rapporti amorosi con la principessina Deidamia, figlia del re, che lo rese padre di un figlio. Il bambino fu chiamato Pirro ("rosso di pelo") per via dei capelli rossi o forse perché Achille alla corte di Licomede veniva chiamato Pirra. Dopo la morte del padre, l'indovino Eleno predisse che la città di Troia non sarebbe mai caduta se, tra le altre condizioni, Pirro, figlio di Achille, non avesse combattuto con i Greci. Odisseo e Fenice andarono a prendere Pirro a Sciro, e Fenice gli diede il nome di Neottolemo ("giovane guerriero") per la sua giovane età, mentre Odisseo gli donò le armi di Achille.

Pisandro e Ippoloco

Pisandro e Ippoloco sono due personaggi dell'Iliade, citati nell'undicesimo libro del poema.

Pisandro e Ippoloco erano due giovani fratelli troiani, appartenenti a una stirpe importante: il padre Antimaco era tra i consiglieri di Priamo, e quando Elena venne rapita da Paride egli fu tra coloro che si opposero a una soluzione pacifica tra Achei e Troiani.

La morte

Pisandro e Ippoloco parteciparono alla guerra di Troia con la benedizione del loro padre Antimaco il quale, all'assemblea in cui erano presenti Ulisse e Menelao, aveva convinto il troiano Paride, rapitore della spartana Elena moglie del re greco Menelao, di non restituirla ma anzi di lasciare che la guerra scoppiata avesse pure il suo effetto convinto com'era che la vittoria fosse sempre dalla parte dei Troiani, a suo giudizio più forti e protetti dagli dei rispetto ai Greci. Pisandro e Ippoloco combatterono insieme sopra un carro fin dall'inizio del conflitto senza mai esporsi al pericolo; ma al decimo anno in una battaglia i due giovani furono assaliti da Agamennone che si rivolse per primo a Pisandro deciso a colpirlo. Dopo che i due fratelli ebbero rivelato al re la loro natura vile egli, infuriato per l'infausto ricordo del nefasto consigliere Antimaco, colpì Pisandro al petto di lancia facendolo cadere morto al suolo, poi afferrò Ippoloco che era saltato giù dal carro nel tentativo di fuggire e gli tagliò entrambe le braccia con la spada ed infine la testa che fece volare come una trottola girevole lanciata dalle mani di un bambino.

Pisenore

Pisenore, è citato nell'Iliade per essere stato il padre del guerriero troiano Clito.

Clito fu ucciso da Teucro nell'azione bellica descritta nel libro XV dell'Iliade, relativo al Contrattacco dalle navi, ai versi 445 e seguenti.

Pitone

Serpente mostruoso figlio di Gea, la madre Terra. Era un serpente di sesso femminile che proteggeva l'oracolo all'inizio affidato a Gea, poi a Temi e a Febe. La dea Era, quando seppe della nuova infedeltà di Zeus, incaricò Pitone di seguire Latona tutt'attorno al mondo, e decretò che essa non avrebbe potuto partorire in alcun luogo dove brillasse il sole. Poseidone, pregato da Zeus, accolse Latona e la nascose nell'isola di Ortigia, che era allora coperta dal mare, e qui ella partorì Apollo, sotto una volta formata di onde, al riparo dal sole, secondo la volontà di Era. Tre giorni dopo la sua nascita, Apollo uccise Pitone con una delle sue infallibili frecce, dinanzi al sacro crepaccio presso l'oracolo della Madre Terra a Delfi; ne rinchiuse le ceneri in un sarcofago e istituì, in suo onore i Giochi Pitici. Apollo si impossessò dell'oracolo, da cui prese il nome di Apollo Pizio. In memoria dell'antico protettore dell'oracolo, il sacerdote di Apollo a Delfi continuò ad essere una donna e venne sempre chiamata Pizia.

Pitteo

Nella mitologia greca Pitteo era uno dei figli di Pelope e padre di Etra. Fu uno dei re di Trezene. Era un uomo molto saggio e per questo fu in grado di comprendere le parole della profezia che Egeo aveva ricevuto dall'oracolo di Delfi, quando nessun altro vi era prima riuscito. Egeo rimase presso la sua corte e amò la figlia di Pitteo, Etra, dalla quale ne ebbe un figlio: Teseo. Pitteo educò personalmente il nipote, che rimase col nonno fino all'età di 16 anni.

Pizia

O Pitonessa, sacerdotessa di Apollo Pitio (così detto per aver ucciso il serpente Pitone), sedeva nel tempio di Delfi sopra un tripode posto all'ingresso di una grotta sacra (adyton), donde emanavano vapori dalle proprietà estatiche. Inebriata da queste esalazioni, la Pizia pronunciava nel delirio parole sconnesse che i sacerdoti raccoglievano come responsi del dio, cercando di interpretarli. In principio (quando i responsi li davano una volta all'anno) ve n'era una sola, poi tre; tenute alla verginità perpetua esse erano scelte fra le abitatrici di Delfi, con preferenza alle povere ma oneste.
Gli oracoli di Delfi e quello di Dodona furono tra i più celebri.

Pleiadi

Figlie di Atlante e della ninfa oceanina Pleione. Erano in numero di sette e si chiamavano: Alcione, Merope, Celeno, Elettra, Sterope, Taigete e Maia; la più bella era Maia, che unitasi a Zeus, generò Ermete; la meno splendente, Merope, per la vergogna d'essere la sola fra le sorelle ad avere amato un mortale.
Secondo il mito, esse vennero tramutate nella costellazione omonima, che sorge con l'inizio del periodo favorevole alla navigazione e tramonta quando cominciano le tempeste. Secondo una tradizione, esse subirono questa metamorfosi essendosi uccise per il dolore di aver perduto le sorelle Iadi; secondo un'altra, mentre stavano per cadere nelle mani del gigante Orione che le inseguiva per le campagne della Beozia, Zeus le tramutò in colombe e poi in astri, insieme con l'inseguitore e il suo cane. Le Pleiadi non erano vergini, infatti tre di loro si giacquero con Zeus: Maia che fu madre di Ermete, Elettra che gli diede Dardano e Iasione, e Taigete che gli diede Lacedemone; due si unirono in amore con Poseidone, prima Celeno che generò Lico e poi Alcione che generò Irieo, Iperenore ed Aretusa; una si giacque con Ares, che generò Enomao; la settima, Merope, sposò il mortale Sisifo, re di di Corinto, dal quale ebbe un figlio, Glauco. Di tutte le Pleiadi, Merope, la sola ad avere sposato un mortale, è la stella che, nella costellazione, brilla di uno splendore minore di quello degli astri che rappresentano le sue sorelle.
In latino esse erano dette Vergiliae, con riferimento forse alla primavera. Pleiadi erano pure dette le sacerdotesse del tempio di Zeus a Dodona.

Plessippo


Plessippo, è un personaggio della mitologia greca, fratello di Altea, ucciso insieme ad un altro fratello dal nipote Meleagro dopo che gli contestò l'assegnazione delle spoglie del cinghiale calidonio ad Atalanta.

Pleurone

Nella mitologia greca, Pleurone era il nome di uno dei figli di Etolo e di Pronoe, la figlia di Forbo.

Era il fratello di Calidone fu sposo della figlia di Doro, Santippe da cui ebbe numerosi figli: un maschio Agenore e 3 femmine, Sterope, Laofonte e Stratonice.

Per la sua discendenza era considerato nell'intera Laconia, infatti da lui discenderanno i Dioscuri.

Plistene

Nella mitologia greca, Plistene era il nome di diverse figure del mito.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Plistene figlio di Tieste detto anche Plistene II
* Plistene figlio di Atreo
* Plistene figlio di Menelao ed Elena, figlio che in seguito preferì ad Ermione, portandoselo con se nei suoi viaggi.
* Plistene figlio di Pelope e Ippodamia

Plistene figlio di Atreo


Tale Plistene figlio di Atreo divenne poi secondo alcune fonti padre di Agamennone, Menelao e Anassibia, mentre Omero indica Atreo stesso come padre dei tre.

Sua madre invece era Cleola, prima moglie di Atreo.

La morte

Creola era morta dando alla luce Plistene, nato malato per colpa di Artemide, Venne in seguito ucciso dai sicari che lo stesso Atreo aveva mandato per uccidere un altro Plistene, quello avuto da Erope, sua seconda moglie, da Tieste il suo amante precedente.

Atreo però non demorse nella sua ricerca di vendetta, alla fine trovò lui stesso quel Plistene II insieme a Tantalo II, li uccise, li tagliò a pezzi, e li porse come pietanza a Tieste che prima mangiò di gran lena e poi vomitò maledicendo Atreo.

Pluto (mitologia)

Pluto, spesso confuso e identificato con il fratello di Zeus Plutone (divinità degli inferi corrispondente ad Ade), è una figura della mitologia greco-romana, dio della ricchezza. Da esso deriva anche la parola plutomania ovvero la bramosia della ricchezza o dell'oro. Era figlio di Demetra e Iasione, nipote di Dardano fondatore di Troia. Gli antichi lo rappresentavano: obeso per l'intrinseca abbondanza; bendato per l'imparzialità e la casualità nel distribuire le ricchezze; zoppicante per la lentezza dell'accumulo; alato per la rapidità del dispendio.
Pluto, illustrazione di Gustave Doré.

Divina commedia


Nella Divina Commedia, Dante lo pone come guardiano del IV cerchio dell'Inferno (Canto VII), in cui vengono puniti avari e prodighi. La sua descrizione è molto vaga (non si sa nemmeno se il poeta si confondesse con Plutone), ma gli fa recitare uno dei versi più famosi dell'intero poema: "Pape Satàn, pape Satàn aleppe".

Plutone

Figlio di Crono e di Rea, fratello di Zeus e di Poseidone e quindi uno dei tre padroni che si divisero il comando dell'Universo dopo la vittoria sui Titani. Mentre Zeus otteneva il Cielo e Poseidone il Mare, Plutone diveniva signore del mondo infernale e chiamato perciò Ade. Il nome Ade significa l'"Invisibile" e veniva usato il meno possibile, poiché era considerato poco augurale. Si usavano invece eufemismi come Plouton, Plutone (il "Ricco"), alludendo alla ricchezza della terra, sia della terra coltivata, sia delle miniere ch'essa cela. Plutone è spesso rappresentato mentre tiene un corno dell'abbondanza, simbolo di quella ricchezza. In Omero va famoso per i cavalli del suo cocchio, sul quale trasporta le anime dal mondo nell'Erebo. Come dio delle profondità e degli abissi, lo si considerava benefico, perché dalle profondità della terra proviene la ricchezza, e talora veniva identificato con Pluto.
Tuttavia non fu mai una divinità popolare presso i Greci: intorno a lui si formò, relativamente tardi, un solo mito, ed è quello del rapimento di Persefone; scarsamente diffuso era il suo culto e scarsissime le rappresentazioni artistiche. Plutone è conosciuto dai Romani col nome di Dite (da dives = ricco).

Podalirio

Podalirio è un personaggio della mitologia greca, figlio di Asclepio ed Epione. Celebre medico imparò le sue arti guaritrici dal padre e dal maestro Chirone. Era tra i pretendenti di Elena. Giunse al porto di Aulide insieme al fratello Macaone, portando con sé 30 navi.
« E poi le genti di Tricca, quelli di Itome rocciosa, di Ecalia, la città di Eurito: li guidano i due figli di Asclepio, Podalirio e Macaone, medici illustri. Schierano trenta navi ricurve. »

Liberò gli Achei da una violenta epidemia sotto le mura di Troia. Insieme al fratello curò l'ulcera di Filottete, portato via dal suo isolamento nell'isola di Lesbo. Macaone veniva considerato un chirurgo, Podalirio un medico generico. Vendicò la morte del fratello uccidendo l'amazzone che l'aveva trafitto (secondo un'altra tradizione fu Euripilo, figlio di Telefo, ad ucciderlo. Quest'ultimo venne poi ucciso a sua volta da Neottolemo. Dopo la guerra si stabilì a Sirno, in Caria, perché un oracolo gli aveva predetto di stabilirsi in un paese dove il cielo cade sulla terra. Sirno ha montagne così alte che sembra sostengano il cielo. Qui sposò Sirna, la figlia del re.

Podarce

Nella mitologia greca, Podarce era il nome di diversi personaggi di cui si racconta nel mito.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Podarce, figlio di Ificlo;
* Podarce, figlio di Laomedonte.

Podarce figlio di Ificlo

Quando Paride, uno dei principi di Troia, prese con sé Elena moglie di Menelao, scoppiò una guerra fra la Grecia e i Troiani. Fra i tanti eroi che risposero all’appello del fratello di Agamennone Podarce era fra questi. Fratello di Protesilao, venne a Troia con quaranta navi, dove dimostrò coraggio e forza in battaglia.

Nei combattimenti presso Troia, si distinse soprattutto durante la battaglia contro le Amazzoni. Colpì mortalmente l'amazzone Clonia, con la sua lancia, ma Pentesilea, regina delle Amazzoni, per vendicarsi, lo uccise con un colpo di giavellotto.

Podarce figlio di Laomedonte

Secondo tale versione Eracle uccide tutti i suoi fratelli lasciando in vita soltanto Podarce, poi lo mette in vendita come schiavo e viene comprato da Esione. Da allora Podarce cambia nome diventando Priamo, colui che sarà re di troia.

Pode

Nella mitologia greca, Pode era il nome di un giovane guerriero troiano. La sua vicenda è narrata nel libro XVII dell' Iliade di Omero.

Quando Paride, figlio di Priamo re di Troia, prese con se Elena moglie di Menelao, scoppiò una guerra fra la Grecia e i troiani. Pode era un giovane abitante della città di Troia, che si ritrovò coinvolto nelle battaglie. Figlio di Ezione, era ricco e nobile, non solo di nascita ma anche di carattere. Egli era infatti fratello di Andromaca e dunque cognato di Ettore, che lo stimava molto ed era suo compagno quando si trattava di banchettare allegramente.

La morte

Il giovane fu ucciso in combattimento da Menelao, che poi trascinò via il cadavere suscitando l'ira e il dolore di Ettore.

Polibo 1

Re di Corinto, allevò Edipo bambino trovato da un pastore corinzio sul monte Citerone. Un'altra versione del mito racconta che Peribea, moglie di Polibo, raccolse Edipo sulla spiaggia e lo portò al palazzo, dove il re, essendo senza prole, fu ben lieto di adottarlo come suo figlio. Durante l'infanzia e l'adolescenza, Edipo visse alla corte di Polibo, del quale pensava di essere figlio. Divenuto adulto, si recò un giorno a Delfi a interrogare l'oracolo che gli rispose che avrebbe ucciso suo padre e sposato sua madre. Spaventato, e credendo veramente di essere figlio di Polibo, decise di esiliarsi volontariamente. Anni dopo, la regina Peribea scrisse a Giocasta, madre e moglie di Edipo, che l'improvvisa morte di re Polibo l'autorizzava a rivelare in quali condizioni era stato adottato Edipo. Giocasta allora si impiccò per la vergogna e per il dolore, mentre Edipo si accecò con uno spillo tolto dalle vesti della madre.

Polibo 2

Re di Sicione, figlio di Ermete e di Ctonofile. Ereditò il trono del nonno; ebbe una figlia, Lisimaca, o Lisianassa, che andò sposa a Talao, re di Argo, da cui ebbe vari figli, fra cui Adrasto e Pronace. Dopo un lungo regno, non avendo figli maschi, gli succedette sul trono il nipote Adrasto, che si era rifugiato alla sua corte.

Polemone

Nella mitologia greca, Polemone era il nome di uno dei re dei Cari.

Ebbe un figlio Nasso che conquistò un'isola e le diede il proprio nome.

Policaone

Nella mitologia greca, Policaone era il nome di diversi personaggi di cui si raccontano le gesta.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Policaone, figlio di Bute, marito di Evacme la figlia di Illo e Iole
* Policaone, figlio di Lelego

Policaone figlio di Lelego

Fu il primo re della Laconia, ebbe come moglie Messene, figlia di Triopa. Si racconta che ai tempi in cui i due regnavano venne a farli visita Caucone figlio di Celeno, che lavorava alacramente alla diffusione del culto delle divinità Demetra e Persefone. Si racconta che Pausania stesso non riuscì a scoprire quanti figli avesse avuto Policaone, ma che seppe con certezza che la sua dinastia si estinse entro 5 generazioni.

Polidamante

Nella mitologia greca, Polidamante è il nome di tre differenti personaggi mitologici.

Il nome di Polidamante si riferisce a tre personaggi, entrambi legati al contesto della Troade.

* Polidamante, valoroso guerriero, figlio del troiano Pantoo, combatté nella guerra di Troia e si distinse come soldato ma soprattutto come consigliere.
* Polidamante, figlio di Priamo e di Ecuba, in una versione poco conosciuta.
* Polidamante, figlio di Antenore e di Teano.

Polidamante, figlio di Pantoo

Polidamante, figlio di Pantoo, consigliere e sacerdote di Apollo a Troia, era un troiano, amico di Ettore. Aveva un figlio, Leocrito, il quale partecipò con lui alla guerra benché ancora adolescente, venendo ucciso da Ulisse.

Polidette

Nella mitologia greca, Polidette, figlio di Magnes e di una naiade, fu il sovrano dell'isola di Serifo.

Quando Perseo e la madre Danae giunsero sull'isola furono trovati da un pescatore, Ditti, fratello di Polidette, che li accolse.

Il re si innamorò della bellissima Danae, che però non voleva sposarlo. Allora Polidette pensò di eliminare Perseo e per farlo disse di aspirare alle nozze con Ippodamia per il bene del regno e chiese a tutti di regalargli un cavallo.

Perseo, che non possedeva nulla, affermò che se il re non avesse più insidiato sua madre Danae, gli avrebbe procurato qualunque cosa avesse chiesto. Polidette fu molto lieto in cuor suo pensando che questo fosse il mezzo per liberarsi di lui. Espresse pertanto l'estroso desiderio di avere come dono di nozze la testa di Medusa, una delle tre Gorgoni.

Dopo che Perseo riuscì a conquistare la testa della Gorgone, tornò sull'isola e presso un tempio, trovò la madre Danae nascosta insieme a Ditti. Polidette infatti, non avendo nessuna intenzione di sposare Ippodamia, non aveva smesso di insidiare la madre dell'eroe. Perseo allora fu preso da un'ira incontenibile, e dopo aver nascosto Andromeda, si avviò alla reggia di Polidette: giunto al palazzo e portando il dono di nozze, Perseo tirò fuori dalla sacca magica la testa di Medusa e pietrificò tutti. Dopodiché consegnò al padre adottivo Ditti il potere sull'isola di Serifo.

Nel dodicesimo libro dell'Iliade di Omero Polidamante trova il modo corretto di attraversare il largo e pericoloso fossato che faceva parte della difesa al porto acheo. In seguito interpreta il segno inviato da Zeus - un'aquila vola con un serpente tra gli artigli, ma questo le si ritorce contro e la morde - come un presagio funesto e consiglia Ettore di non continuare l'assedio. Nel poema, Polidamante si dimostra un illustre guerriero uccidendo numerosi greci come Protoenore, duce dei Beoti, Mecisteo e Oto del Cillene; nel libro XVII riesce a trafiggere il capitano Peneleo, trapassandogli la spalla con la lancia, anche se il colpo, tuttavia, non si rivela mortale.

Nel diciottesimo libro, dopo la morte di Patroclo, Ettore, nonostante l'avverso consiglio di Polidamante, impegna le truppe troiane nella battaglia presso le navi. Omero non riferisce la morte di Polidamante, la quale venne raccontata successivamente da autori posteriori, quali Ditti Cretese IV, 7. L'eroe venne infatti ucciso da Aiace Telamonio, con un colpo di lancia che gli trapassò l'inguine.

Polido

Nella mitologia greca Polido era un celebre indovino, figlio di Cerano, padre di Manto.

Minosse re di Creta lo consultò per sapere cosa fosse avvenuto al figlio Glauco che da alcuni giorni era scomparso; ed avendo scoperto che il bambino era morto soffocato in una botte di miele, Minosse lo rinchiuse, col figlio morto, in un giardino, dicendogli che l'avrebbe liberato solo quando avesse risuscitato il ragazzo. Polido operò con un'erba, con la quale aveva visto un serpente risuscitare un altro serpente.

Ebbe due figli, Euchenore e Clito, che presero parte alla guerra di Troia, nonostante le tetre predizioni che il padre rivolgeva al primo di questi.

Edited by demon quaid - 31/12/2014, 18:50
 
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