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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 22/6/2010, 11:17 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Androgeo

Androgeo è una figura della mitologia greca, figlio di Minosse re di Creta e di Pasifae.

Sul personaggio Androgeo e sulla sua morte prematura si hanno due versioni. In una si racconta delle sue doti atletiche e in virtù delle quali prese parte ai giochi atletici promossi da Egeo, padre di Teseo. Avendo dato prova di notevoli capacità vincendo ogni gara, Egeo, geloso e timoroso per la vicinanza di Androgeo con i figli di Pallante (fratello di Egeo stesso), che cercava di detronizzarlo, lo fece ammazzare sulla via di Tebe.

In un'altra versione Androgeo venne ucciso da giovani Ateniesi durante i giochi ginnici per la sua evidente supremazia atletica. Minosse, tuttavia, poco dopo vendicherà l'uccisione del figlio, sconfiggendo gli Ateniesi e obbligandoli ad un tributo annuo di sette giovani e sette giovanette da sacrificare dandoli in pasto al Minotauro.

Ne parla Virgilio nel VI libro dell'Eneide; Enea osserva le incisioni di Dedalo sul portone del tempio dedicato ad Apollo, presso i segreti recessi della Sibilla cumana, e vede sui battenti la morte di Androgeo.

Andromaca (mitologia)

Andromaca è un personaggio della mitologia greca, figlia di Eezìone, re di Tebe Ipoplacia (Cilicia).

Andromaca fu rapita e portata a Troia per dare un erede ad Ettore che sposò. Ebbero un figlio, chiamato Astianatte o Scamandrio (nome che deriva dal fiume Scamandro che attraversa la città di Troia). Secondo altre leggende, Andromaca generò al marito altri due figli, Laodamante e Ossinio. Subito dopo il suo arrivo a Troia un'incursione contro gli alleati d'Ilio le sterminò il padre Ezìone e i sette fratelli.

La figura di Andromaca compare per la prima volta nell'Iliade, mentre scongiura il marito Ettore di non andare sul campo di battaglia per battersi con Achille e di rifugiarsi dietro le mura ascoltando l'amore che sente per la famiglia e non quello per la sua gloria, ma egli riesce a farla desistere dai suoi intenti, ricordandole il suo ruolo di sposa e di madre, e di non intervenire in faccende riguardanti la guerra, perché lui, Ettore, in veste di discendente al trono, è costretto a combattere.

Dopo la morte di Ettore per mano di Achille, gli Achei invasero la città e l'amato figlio Astianatte le fu strappato da Neottolemo, figlio di Achille, che secondo consiglio di Ulisse, lo gettò dalle mura della città, perché non voleva che la stirpe di Priamo avesse alcuna discendenza.

Quando Troia fu rasa al suolo, gli Achei si spartirono le donne della casa reale: Andromaca divenne così schiava del re dell'Epiro che ne fece la sua concubina. Da questa unione nasceranno tre bambini. Andromaca non dimenticò mai l'amore che provava per Ettore, e questo generò nei suoi mariti una grande gelosia. Dopo l'abbandono da parte di Neottolemo, la donna sposò il troiano Eleno, figlio di Priamo e suo cognato, a cui diede un figlio, chiamato Cestrino.

La figura di Andromaca, una delle più commoventi della mitologia greca, rappresenta la donna nei suoi aspetti più tragici. Moglie ideale, vedova fedele, madre affranta racchiude cioè l'impotenza e la sofferenza di qualsiasi vedova che deve affrontare, con forza, una vita senza il marito amato, ucciso dall'insaziabile sete di gloria, schiava degli Achei che le avevano ucciso anche il figlio. Questo è quanto appunto deriva dai versi omerici. Nell'Eneide virgiliana Andromaca soffrì l'ira di Ermione, finché troverà pace sposando in terze nozze Eleno, fratello di Ettore, ritornando così in quella famiglia dalla quale le vicende di una rovinosa guerra l'avevano allontanata con violenza.

Nella tragedia di Jean Racine Andromaca, il mito di Andromaca ritrova la sua etica e il suo lirismo.

Andromaco (mitologia)

Nella mitologia greca, Andromaco è il nome di un combattente di schieramento acheo al tempo della guerra di Troia, cui partecipò al seguito di Idomeneo. È menzionato da Quinto Smirneo nel libro XI della Posthomerica, tardivo poema epico che racconta le vicende belliche posteriori all'Iliade di Omero.

Andromaco era un guerriero oriundo di Cnosso, prestigioso sito dell'isola di Creta e sede degli appartamenti reali del monarca Idomeneo, nipote di Minosse. Si arruolò obbligatoriamente nell'esercito di quest'ultimo quando il re cretese promise di unire le sue forze a quelle del re Agamennone allo scopo di vendicare il rapimento di Elena, moglie di Menelao.

Morte

Andromaco perse la vita negli scontri finali che si tennero sotto le mura di Troia. Combattendo dall'alto del suo cocchio, trainato da splendidi destrieri, assistette dapprima alla morte del compagno Bremone ad opera di Enea; colpito a sua volta alla tempia dalla spada dell'eroe, Andromaco rotolò morto dal carro, imbizzarrendo i cavalli che corsero lungo il campo di battaglia schiacciando i morti sotto gli zoccoli. I servi di Enea riuscirono però a recuperarli e li condussero in patria come trofeo di guerra.

Andromeda (mitologia)

Andromeda è una figura della mitologia greca, figlia di Cefeo e di Cassiopea, sovrani di Etiopia (un territorio in realtà situato tra la Palestina e il Mar Rosso, ben lontano quindi dall'attuale stato dell'Etiopia).

Le disgrazie di Andromeda cominciarono il giorno in cui sua madre sostenne di essere più bella persino delle Nereidi, un gruppo di ninfe marine particolarmente seducenti. Le Nereidi, offese, decisero che la vanità di Cassiopea aveva decisamente superato i limiti e chiesero a Poseidone, il dio del mare, di darle una lezione. Per punizione, Poseidone mandò un mostro terribile (alcuni dicono anche un'inondazione) a razziare le coste del territorio del re Cefeo. Sbigottito per le devastazioni, con i sudditi che reclamavano una sua reazione, l'assediato Cefeo si rivolse all'Oracolo di Ammone per trovare una via d'uscita. Gli fu detto che per quietare il mostro doveva sacrificare la sua figlia vergine: Andromeda.

Ecco che allora l'innocente Andromeda fu incatenata a una costa rocciosa per espiare le colpe della madre, che dalla riva guardava in preda al rimorso. Secondo la leggenda questo evento si verificò sulle coste del Mediterraneo, a Joppa (Giaffa), la moderna Tel Aviv. Mentre Andromeda se ne stava incatenata alla rupe battuta dalle onde, pallida di terrore e in lacrime per la fine imminente, l'eroe Perseo, fresco dell'impresa della decapitazione di Medusa la Gorgone, capitò da quelle parti. Il suo cuore fu rapito alla vista di quella fragile bellezza in preda all'angoscia.

Il poeta latino Ovidio nel suo libro Metamorphoses ci dice che Perseo in un primo momento scambiò Andromeda per una statua di marmo. Ma il vento che le scompigliava i capelli e le calde lacrime che le scorrevano sulle guance gli rivelarono la sua natura umana. Perseo le chiese come si chiamava e perché era incatenata lì. Andromeda, completamente diversa dalla sua vanitosa madre, in un primo momento, per timidezza, neanche gli rispose; anche se l'attendeva una morte orribile fra le fauci bavose del mostro, avrebbe preferito, per modestia, nascondere il viso tra le mani se non le avesse avute incatenate a quella roccia.

Perseo continuò a interrogarla. Alla fine, per timore che il suo silenzio potesse essere interpretato come ammissione di colpevolezza, gli raccontò la sua storia, che interruppe improvvisamente, lanciando un urlo di terrore alla vista del mostro che, avanzando fra le onde, muoveva verso di lei. Un attimo di pausa, per chiedere ai genitori di Andromeda di concedergli la mano della fanciulla, e Perseo si lanciò contro il mostro, lo uccise con la sua spada, liberò l'estasiata Andromeda fra gli applausi degli astanti e la fece sua sposa. Più tardi Andromeda gli diede sei figli, compreso Perses, progenitore dei Persiani, e Gorgofone, madre di Tindaro, re di Sparta.

Androne

Nella mitologia greca, Androne era il nome del figlio di Anio e Dorippa o Driope.

Androne, fratello delle Vignaiole, le tre ragazze che ebbero come dono da Dioniso il poter creare olio, vino e grano all'infinito, fu discepolo di Apollo per quanto riguarda l’arte mantica, tecnica, si racconta, nota anche a suo padre. Divenne successivamente re di Andro.

Quando le sue sorelle furono rapite da Odisseo, le donne fuggirono trovando nel regno del fratello un rifugio sicuro.

Andropompo

Nella mitologia greca, Andropompo era il nome di uno dei figli di Boro.

Era un re della Messenia, alla sua morte scese al trono suo figlio Melanto che fu poi scacciato dai discendenti di Eracle, alcuni autori confondono padre e figlio.

Anfiarao

Anfiarao o Anfirao è un personaggio della mitologia greca, figlio di Oicle (secondo un'altra versione, di Apollo) e di Ipermnestra.

Anfiarao aveva avuto in dono da Apollo la preveggenza e diventò l'indovino della città di Argo, dove aveva sposato Erifile (sorella del re Adrasto). Da ella ebbe due figli, Anfiloco e Alcmeone. Grazie alle sue doti, Anfiarao previde il fallimento della spedizione dei Sette contro Tebe e rifiutò di accompagnarli. La presenza di Anfiarao era però necessaria, perché serviva un'ultima persona fidata che presidiasse la settima porta di Tebe.

Anfiarao si nascose in un luogo noto solo a sua moglie, ma essa si fece corrompere da Polinice, che le promise la collana dell'eterna giovinezza, appartenuta ad Armonia se avesse rivelato il nascondiglio.

Anfiarao fu costretto a partire, ma prima di iniziare il fatale viaggio chiese a suo figlio Alcmeone di vendicare la propria morte e di uccidere la madre.

Una volta a Tebe, Anfiarao ebbe l'incarico di attaccare la porta di Omoloide, ma fu sconfitto e le sue truppe disperse. Anfiarao fu costretto alla fuga e solo l'intervento di Zeus impedì che venisse ucciso dai soldati tebani. Il dio decise di farlo precipitare in una fossa aperta con uno dei suoi fulmini, e fece sì che quel luogo diventasse sacro, con un oracolo. Anfiarao cadde nelle viscere della terra e precipitò direttamente nell'Oltretomba al cospetto di Minosse, che se lo vide arrivare con l'armatura e il carro da guerra.

La sua storia è raccontata da vari poeti, la versione più celebre è forse quella nella Tebaide di Stazio.

La città di Oropos gli dedicò un santuario (Amphiareion), che ospitava il cosiddetto oracolo di Anfiarao, il quale dal V al I secolo a.C. ebbe in Grecia notevole importanza.

Anficlo

Nella mitologia greca, Anficlo è il nome di guerriero troiano che Omero menziona nel libro XVI dell'Iliade, senza tuttavia fornire altre informazioni sul suo conto. La sua morte è accuratamente descritta dal poeta con dovizia di particolari cruenti.

In quanto troiano (non ci è dato sapere se altrimenti si fosse trattato di un alleato dell'Asia Minore, come sarebbe ipotizzabile), Anficlo partecipò al conflitto, schierandosi nel partito antiacheo e offrendosi per la difesa della patria al costo della vita.

Morte

Nella mischia che seguì all'arrivo di Patroclo in battaglia, Anficlo tentò di trafiggere con la sua arma Mege, sovrano di Dulichio; mentre il troiano gli si avventava contro, Mege, attento, prevenne il suo attacco e reagì conficcandogli la lancia nella coscia, nel punto in cui è più grande il muscolo umano. La punta dell'asta stracciò muscoli e tendini, sicché Anficlo, abbandonato agonizzante sul suolo, morì dissanguato dopo pochi minuti e la sua ombra scivolò nell'Ade.

Anfidamante (mitologia)

Nella mitologia greca, Anfidamante è il nome di diverse figure, protagoniste di vari miti.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Anfidamante, uno dei figli di Busiride.
* Anfidamante, eroe greco che partecipò alla guerra di Troia, il figlio di lui entrò in disputa con Patroclo.
* Anfidamante, eroe che partecipò al viaggio degli argonauti.
* Anfidamante, uno dei guerrieri nascosti nel Cavallo di Troia.

Anfidamante figlio di Busiride

Anfidamante è famoso per essere il padre di Clizia la futura moglie di Tantalo, Naupiadama, madre di Augia e Clitonimo, fu ucciso da Eracle insieme a suo padre, quando cercarono di sacrificare l’eroe.

Anfidamante l’argonauta

Anfidamante, eroe di Tegea, secondo autori minori fratello di Licurgo e secondo altri il figlio di lui, padre di Melanione (altro argonauta) e Antimache, partecipò secondo alcune versioni del mito alla spedizione di Giasone per il recupero del vello d'oro.

Anfiloco

Nella mitologia greca, Anfiloco era il nome di diversi personaggi di cui si raccontano le vicende nei miti.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Anfiloco, il figlio di Anfirao
* Anfiloco, figlio di Alcmeone

Anfiloco figlio di Anfirao

Anfiloco di madre Erifile, fu uno degli attivi epigoni, nella spedizione contro Tebe. Fu anche uno dei partecipanti alla famosa guerra di Troia, scelto come fiero combattente su cui credevano i greci, fino a farlo rinchiudere nel cavallo di legno, opera di Ulisse.

L’ eroe è anche ricordato per la sua abilità di veggente, a pari del padre, fu ucciso da Apollo.

Anfiloco figlio di Alcmeone


Anfiloco spesso confuso con il primo, per molti aspetti, era uno dei fratelli di Mopso e di Tisifone (per parte di madre, chiamata Manto). Dopo aver partecipato alla guerra di Troia con suo fratello fondò la città di Mallo in Cilicia, e il rispettivo famoso oracolo. Quando si trattò di dividere il potere fra i due iniziò una lotta talmente cruenta che finì con la morte di entrambi.

Tale Mopso, non era lo stesso che partecipò alle vicende degli argonauti.

Anfimaco

Nella mitologia greca, Anfimaco era il nome di diverse figure, a cui sono correlate storie raccontate nel mito.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Anfimaco, figlio del re Elettrione, fratello di Alcmena;
* Anfimaco, un eroe cario;
* Anfimaco, figlio di Cteato, un eroe greco.

Anfimaco, figlio di Cteato



Anfimaco era figlio di Cteato e Teronice, figlia a sua volte di Dessameno. Suo padre era uno dei Molionidi, i fratelli gemelli figli di Attore (l'altro era Eurito), che si opposero ad Eracle e da lui vennero crudelmente uccisi in un'imboscata. Rimasto orfano di padre, allo stesso modo del cugino Talpio, figlio di Eurito, Anfimaco venne allevato probabilmente dalla madre, fino a quando non fu abbastanza grande per salire al trono. Aspirò alla mano della giovane Elena, figlia di Zeus, la quale andò tuttavia in moglie a Menelao.

Nella guerra di Troia

Anfimaco partecipò con Talpio alla guerra di Troia conducendo un contingente di guerrieri dell'Elide. Oltre a lui e Talpio, vennero scelti altri due comandanti, Diore, figlio di Amarinceo, e Polisseno, figlio di Agastene. Omero ricorda che egli portò con sé una flotta di dieci navi, come conferma anche Igino, mentre lo Pseudo-Apollodoro parla addirittura di quaranta navi.

Anfimaco non svolge un ruolo determinante nell'Iliade, anche se viene pur descritto come un uomo forte e valoroso; la sua morte viene raccontata nel poema stesso e appare come una delle più dure e dolorose per gli Achei. Mentre avanzava verso l'esercito nemico, infatti, egli venne preso di mira da Ettore, il quale gli scagliò contro la sua lancia, che lo trafisse in pieno petto.

Nella guerra di Troia ritroviamo gli ultimi due Anfimaco, entrambi esperti combattenti ma in schieramenti diversi. Alla fine il primo venne ucciso da Achille, il secondo, uno dei pretendenti di Elena a capo di tutti gli Epei, da Ettore.

Anfimedonte

Nella mitologia greca, Anfimedonte era il nome di uno dei proci, i pretendenti al trono di Itaca che aspiravano a sposare Penelope moglie fedele di Ulisse, chiamato anche Odisseo.

Anfimedonte, figlio di Melaneo, voleva regnare su Itaca sposando Penelope, che Ulisse aveva lasciata sola ad attenderlo per molti anni. Dapprima infatti l'eroe, pur controvoglia, aveva partecipato alla guerra di Troia e vi aveva trascorso ben dieci anni, e successivamente il suo viaggio di ritorno era stato costellato da tali e tante peripezie che gli ci erano voluti altri dieci anni prima di riuscire a ritornare in patria. Al suo ritorno Ulisse si presentò alla reggia travestito da mendicante e con l'astuzia e l'aiuto del fido servo Eumeo e del figlio Telemaco riuscì a sopraffare ed uccidere Anfimedonte e gli altri proci.

Nel Libro XXIV dell' Odissea la vendetta di Ulisse e la strage dei proci vengono narrate proprio dall'anima di Anfimedonte alle ombre di Agamennone e di Achille mentre Ares conduce nell'Ade le anime dei proci.

Anfinome

Nella mitologia greca, Anfinome era il nome di diversi personaggi del mito

Sotto tale nome ritroviamo:

* Anfinome, altro nome di Polimela madre di Giasone
* Anfinome, figlia di Pelia
* Anfinome, una delle Nereidi, Omero nell'Iliade

Anfinome, figlia di Pelia

Pelia padre di Anfinome aveva catturato Esone e sua moglie Polimela chiedendo poi al figlio di loro due Giasone di riuscire a recuperare il vello d’oro come condizione per liberarli. In realtà il re non aspettò tanto ed uccise subito i suoi famigliari. Medea, sposa di Giasone, vendicò da sola il torto subito riuscendo a convincere Anfinome e le sorelle a fare a pezzi il proprio padre, sicure di compiere un rito che gli serviva per diventare giovane di nuovo.

Anfinomo

Nella mitologia greca, Anfinomo era, nelle avventure di Odisseo, uno dei Proci che pretendeva la mano di Penelope.

Anfinomo di Dulichio era fra i vari pretendenti della moglie di Odisseo, Penelope, ed era uno dei più insistenti.

Omero nei suoi versi non lascia mai presupporre un qualche tradimento da parte di Penelope, anche se nel canto XVIII, versi 281-283, sembra che lei voglia usare le proprie arti seduttorie per riuscire ad avere in cambio dei doni da parte dei proci, preferendo fra tutti Anfinomo.
 
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