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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 26/6/2010, 15:17 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Archeptolemo

Nella mitologia greca, Archeptolemo era il nome di uno dei figli di Ifito.

Quando Paride figlio di Priamo re di Troia prese con se Elena moglie di Menelao, scoppiò una guerra fra la Grecia e i troiani, Archeptolemo, troiano anche lui, fu costretto a parteciparvi. Egli durante una delle tante battaglie aiutò Ettore contro Diomede quando questi gli uccise il cocchiere Eniopeo, lasciando il carro dell'eroe troiano senza guida. In quell'occasione Archeptolemo intervenne con dei cavalli e fece salire il figlio di Priamo su uno di loro e lo mise al comando di esso prima che il nemico potesse approfittare. Da quel momento divenne il nuovo cocchiere di Ettore, ma la sua carriera non durò molto in quanto fu poi ucciso incidentalmente da una delle frecce lanciate da Teucro, guerriero greco che mirava al petto del figlio di Priamo.

Archia (mitologia)

Nella mitologia greca, Archia era il nome del mitico fondatore di Siracusa.

Archia, discendente di Eracle, si innamorò di Atteone figlio di Melisso e lo voleva rapire, ma al momento propizio ci fu un caos che portò alla morte del giovine e di suo padre. La peste quasi per punire tale misfatto scoppiò obbligando Archia, seguendo un oracolo ad andarsene e fondare una nuova città.

Secondo un'altra versione l’oracolo gli chiese di scegliere cosa avrebbe voluto per la nuova città che avrebbe fondato, se ricchezza o salute, Archia scelse la ricchezza, infatti Siracusa è famosa per la sua ricchezza.

Archia era anche uno dei tanti nomi del parente di Eneo, Eunomo, ucciso da Eracle senza volerlo.

Discendenza
Archia ebbe due figli, Ortigia e Siracusa.

Archiloco (mitologia)

Nella mitologia greca, Archiloco era il nome di uno dei figli di Nestore re di Pilo.

Archiloco, bravo e fiero guerriero, amava tanto suo padre che durante la guerra di Troia, dove fu coinvolto assieme a Nestore, diede la sua vita per salvare quella del genitore.

Archippe

Nella mitologia greca, Archippe era il nome di una delle figlie di Pelope, figlio di Tantalo e di Ippodamia, figlia di Enomao.

Archippe, uno dei tanti figli di Pelope, la cui discendenza fu piena di eroi, fu la madre di Alcione e di Euristeo, famoso per essere il creatore delle fatiche che Eracle dovette affrontare.

Ardalo


Nella mitologia greca, Ardalo era il nome di uno dei figli di Efesto e di Aglaia

Efesto, dio delle invenzioni e marito di Afrodite la dea della bellezza si innamorò di Aglaia e da lei ebbe un figlio Ardalo. Codesto Ardalo crebbe diventando grazie alle influenze del divino genitore un abilissimo scultore, costruì un santuario a Trezene dove poi Pitteo insegnerà l’arte oratoria.

Areilico

Nella mitologia greca, Areilico era il nome di diversi personaggi legati ognuno al mito della guerra di Troia.

Durante la guerra combattuta fra i due regni di Grecia e di Troia ritroviamo il nome di Areilico:

* Areilico, figlio di Menezio combatté valorosamente contro Patroclo quando questi fu inviato da Achille durante l’incendio delle navi. Nella lotta furibonda perse la vita.
* Areilico, padre di Protoenore che morì in guerra.

Areio

Nella mitologia greca, Areio secondo una delle versioni del mito era uno dei partecipanti alla spedizione dedita al recupero del vello d'oro.

Areio rientra nell’annovero posto da Apollonio Rodio, di coloro che spinti dall’entusiasmo di Era, la moglie di Zeus, risposero all’appello degli araldi mandanti in tutta la Grecia per il recupero dell’oggetto sacro. Fu dunque uno degli argonauti, ubbidì silente al loro comandante Giasone e non si distinse nel viaggio per impresa o altro.

Areitoo

Nella mitologia greca, Areitoo era il nome di uno dei guerrieri greci più abili nell’uso della mazza, arma nota in tali tempi, e di un giovane guerriero trace.

Areitoo di Grecia


Secondo i racconti, all'epoca della guerra di Troia, celebre fu la sua sfida contro Licurgo, re dei Pelasgi. L’avversario ben sapendo dell’abilità di Areitoo decise di spingerlo fino in una valle tanto stretta che non poteva utilizzare la sua arma, diventando facile vittima del re.

La mazza poi fu donata dal vincitore a Ereutalione, eroe di Ftia ucciso in seguito da Nestore.

Areitoo di Tracia


Nel libro XX dell' Iliade, Omero narra la morte di Areitoo e del suo signore, il giovane condottiero trace Rigmo, venuto dalla Tracia in soccorso di Troia assediata dai Greci. Areitoo faceva da scudiero e auriga a Rigmo. I due si trovavano sul carro quando vennero assaliti da Achille, che centrò Rigmo con una lancia, facendolo precipitare a terra, privo di vita. Areitoo allora frustò i cavalli per portarsi in salvo, ma Achille lo colpì a morte alla schiena con un'altra lancia, scaraventandolo giù dal carro.

Arene

Nella mitologia greca, Arene era il nome della moglie di Afareo

Arene oltre ad essere la moglie di Afareo re di Messene, era anche la sorellastra di costui, tali matrimoni a quell’epoca non apparivano innaturali e neanche insoliti. Da questa unione nacquero due figli, i gemelli Idas e Linceo dalla famosa vista acuta. I due quando crebbero diventarono abilissimi guerrieri, famosi per le loro continue dispute contro i Dioscuri, che alla fine vedranno entrambi cadere per mano del nemico.

Arene ebbe anche una relazione con Posidone il dio dei mari, e quindi Ida avrebbe discendenze divine.

Areo

Nella mitologia greca, Areo era il nome di uno dei figli di Briante .

Areo era il fratello di Taleo e di Leodoco

Secondo Apollonio Rodio, quando Giasone dovette partire per la conquista del vello d’oro, incarico affidatogli da Pelia quale impresa per riscattare la propria famiglia, Areo fu uno degli eroi che insieme ai fratelli rispose all’appello. Durante il viaggio degli argonauti, questo il nome del gruppo di eroi, non si distinse in maniera particolare.

Areo regnò Preto come ricompensa del re per aver salvato dalla follia le figlie del re.

Ares

Figlio di Zeus e di Era, benché alcuni dicono che Ares e la sua gemella Eris furono concepiti da Era quend'essa toccò un certo fiore. Il tracio Ares ama il fragore della battaglia e sua sorella Eris suscita sempre nuove guerre spargendo voci malvagie e alimentando le gelosie. Ares, come pure Eris, non favorisce questa o quella città, ma combatte ora a fianco degli uni ora a fianco degli altri, così come l'umore gli suggerisce, godendo al vedere carneficine di guerrieri e saccheggi di città. Tutti gli altri immortali, da Zeus ed Era in giù, lo odiano, salvo Eris e Afrodite, che nutre per lui una insana passione, e l'avido Ade, sempre pronto ad accogliere le ombre dei validi e valorosi giovani periti in battaglia.
Ares ostenta un grande disprezzo per la legge e non si è mai presentato in tribunale come accusatore; fu costretto tuttavia a presentarsi come accusato, quando gli dèi gli attribuirono l'omicidio volontario di Alirrozio, figlio di Poseidone. Ares sostenne di essere stato costretto a uccidere Alirrozio che voleva violentare sua figlia Alcippe, ch'egli aveva avuto da Aglauro della famiglia di Cecrope. Secondo il racconto di Pausania, Alirrozio prima di venire ucciso era già riuscito a violentare Alcippe. Poiché non vi erano testimoni dell'incidente, salvo Ares stesso e Alcippe, che naturalmente confermò la versione di suo padre, la corte assolse il dio. Quella fu la prima sentenza pronunciata in un processo per omicidio; la collina su cui si svolse il processo fu chiamata Areopago e ancora porta tale nome.
Ares non era sposato ma ebbe numerose avventure amorose. Così ebbe con Pirene tre figli: Cicno, Diomede di Tracia, le cui giumente divoravano carne umana, e Licaone. Gli si attribuisce anche talvolta la paternità di Meleagro e quella di Driante, che parteciparono alla caccia del cinghiale calidonio. Ma l'avventura più famosa fu quella con Afrodite, sposa di Efesto, che gli partorì Armonia e i gemelli Fobo ("la paura") e Deimo ("il terrore"). La relazione tra Ares e Afrodite fu bruscamente interrotta; Omero nell'Odissea fa raccontare a Demodoco come Elio, il sole, spiasse gli amanti e poi avvertisse Efesto di cosa facessero alle sue spalle. Questi allora forgiò una rete di bronzo, sottile come un velo ma solidissima, e la assicurò in gran segreto ai lati del suo letto; poi dichiarò che avrebbe lasciato l'Olimpo per andare a visitare il popolo di Lemno a lui devoto. Appena Efesto fu partito, Afrodite mandò a chiamare Ares, che si precipitò al palazzo. I due si coricarono nel talamo di Efesto, ma all'alba si trovarono prigionieri della rete, completamente nudi e senza possibilità di scampo. Efesto, ritornato dal suo viaggio, li colse sul fatto e invitò tutti gli dèi a far da testimoni al suo disonore. Le dee per un delicato senso di pudore rimasero a casa, mentre gli dèi accorsero sghignazzando. Annunciò poi che non avrebbe liberato la moglie finché non gli fosse stata restituita la preziosa dote che aveva dovuto pagare a Zeus, padre adottivo della sposa. Zeus era così disgustato che rifiutò di restituire la dote. Poseidone propose allora che Ares, per riavere la libertà, pagasse il valore equivalente alla dote, e qualora non dovesse mantenere la promessa, si dichiarava pronto a pagare il debito in vece sua. Inutile dire che Ares non mantenne la promessa, e alla fine Efesto rinunciò al risarcimento, perché era pazzamente innamorato di Afrodite e non aveva intenzione di divorziare da lei. Così Ares fu rimesso in libertà e ritornò in Tracia, mentre Afrodite andò a Pafo, dove recuperò la propria verginità bagnandosi nel mare.
Soltanto le battaglie e le carneficine rendevano Ares felice: si aggirava per il campo di battaglia accompagnato dai suoi figli gemelli, Fobo e Deimo, e da Enio, la dea della guerra, per stimolare lo spirito guerriero dei combattenti. Ares tuttavia non è sempre stato vittorioso. Atena, assai più abile di lui, l'ha due volte sconfitto in battaglia; e un giorno i giganteschi figli di Aloeo, Oto ed Efialte, lo sopraffecero e lo rinchiusero per tredici mesi in una giara di bronzo che nascosero nella casa della loro matrigna Eribea. Ares sarebbe morto se Ermete non fosse stato informato della vicenda da Eribea, e se non l'avesse costretta a farlo uscire dalla giara. In un'altra occasione Eracle lo costrinse a rifugiarsi impaurito sull'Olimpo.
Durante la guerra di Troia, Ares combattè al fianco dei Troiani, ma ebbe una parte ignominiosa. Aiutato da Atena, Diomede lo ferì gravemente. Ares andò a lamentarsi da Zeus. Più tardi tentò di partecipare ancora alla battaglia nonostante Zeus gliel'avesse proibito; ma Atena insultandolo glielo impedì. Durante la discussione, Ares aggredì la dea lanciandole contro il suo magico scudo (l'egida) il suo giavellotto: Atena non fu ferita, anzi stordì Ares colpendolo con una pietra. Tramortì anche con un pugno Afrodite che tentava di metterlo in sdalvo.
Quando Eracle sulla via per Delfi fu sfidato da Cicno, il figlio di Ares e di Pelopia (da non confondere con l'altro Cicno, avuto con Pirene), il dio stesso prese parte al combattimento. Ma l'eroe, con l'appoggio di Atena, uccise il brigante Cicno e ferì Ares alla coscia e gli avrebbe inferto un altro colpo se Zeus non avesse separato i due contendenti con una folgore. Allorché Eracle mise a sacco e a fuoco la città di Pilo, corse in aiuto di Atena che era impegnata contro Ares, e con la lancia in pugno, al terzo assalto trapassò lo scudo di Ares, stendendo il dio al suolo; infine, con un colpo potente vibrato alla coscia, affondò il ferro nella carne di Ares. Ares dolorante si rifugiò sull'Olimpo dove Apollo versò unguenti sulla ferita che si rimarginò in un'ora; tosto Ares si gettò di nuovo nella mischia, finché una freccia di Eracle non lo colpì alla spalla.
Il culto di Ares era originario della Tracia; si diffuse pure in Grecia, con centro principale a Tebe, dove Ares passava per essere l'antenato dei discendenti di Cadmo. Qui, infatti, possedeva una fonte, chiamata "la sorgente d'Ares" (ora detta fonte Castalia), custodita da un serpente di cui era considerato il padre. Cadmo, quando giunse nel punto dove ora sorge la città di Tebe, avvertì i compagni che bisognava sacrificare ad Atena, e li incaricò di attingere acqua lustrale proprio alla fonte di Ares; ma non sapeva che la sorgente era custodita da un serpente. Il rettile uccise quasi tutti gli uomini di Cadmo, che accorse e gli schiacciò il capo con una pietra. Ares chiese vendetta per l'uccisione del serpente e Cadmo per sentenza divina dovette divenire suo schiavo per otto anni. A espiazione avvenuta, Cadmo sposò Armonia, figlia di Ares e di Afrodite.
Ares ad Atene aveva consacrato soltanto l'Areopago che era il tribunale supremo. Gli animali a lui sacri erano il cane e l'avvoltoio e i suoi attributi la fiaccola e la lancia.




Arestore

Nella mitologia greca Arestore o secondo alcuni Arestoride, era il padre di Argo Panoptes (Argo dai cento occhi).

Arestore a seconda delle varie tradizioni risulta essere padre o fratello di Argo, non il fondatore della città ma del guardiano di Io, che secondo una tradizione minore fu il figlio a chiamarsi per tale discendenza con l’epiteto di Arestoride.

Discendenza

Secondo Igino da Niobe e Zeus nacque Argo il fondatore della città, da Argo e Evadne nacque Perante, da lei e Calliroe nacquero Arestore e Argo.

Aretaone


Aretaone è una figura mitologica dell'Iliade; fu un guerriero troiano.

Aretaone fu ucciso da Teucro in un'azione bellica descritta nel libro VI dell'Iliade relativo all'incontro di Ettore e Andromaca.

Arete (Alcinoo)

Arete è una donna della mitologia greca sposa di Alcinoo, re dei Feaci, legata ad una vicenda narrata da Omero nel libro V dell'Odissea e riguardante uno dei naufragi di Ulisse. In terra dei Feaci Ulisse trova ospitalità e ottiene, grazie all'intermediazione di Arete verso il marito, i mezzi per riprendere il suo viaggio di ritorno a Itaca.

Secondo Esiodo Arete sarebbe una sorella di Alcinoo.

Arete (mitologia)

Nella mitologia greca, Arete era il nome del figlio di Nestore ed Euridice.

Nestore fu uno dei guerrieri più famosi di Troia e durante la guerra che scoppiò a causa del rapimento della bella Elena suo figlio Arete si affiancò a lui.

Areto

Nella mitologia greca, Areto era il nome di uno dei valenti eroi che si unirono a Priamo nella guerra di Troia.

Paride, principe di Troia, rimase come stregato dalla bellezza di Elena, la moglie di Menelao, uno dei tanti re della Grecia. Il figlio di Priamo fu ospite del re e lui rapì la donna. Il marito per l’ingratitudine ricevuta chiese aiuto al fratello Agamennone e dichiarò guerra al popolo di Troia. Areto insieme al suo amico Cromio furono guerrieri che si unirono alle schiere troiane. In una delle battaglie si scontrò con Automedonte sperando di rubargli i cavalli dopo averlo ucciso, ma Areto non riuscì a schivare la veloce lancia scagliata dal nemico, preferì difendersi con il debole scudo che l’arma oltrepassò senza fatica e ferì mortalmente l’alleato troiano. Cromio dovette abbandonare il suo compagno nel campo di battaglia e ritirarsi.

Edited by demon quaid - 8/12/2014, 15:04
 
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