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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 1/7/2010, 13:48 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Atteone

Atteone o Ateone (Actaeon) è una figura della mitologia greca, figlio di Aristeo e di Autonoe, allevato dal centauro Chirone, che gli insegnò l'arte della caccia.

Secondo il mito, nel corso di una battuta di caccia, Atteone provocò l'ira di Artemide, quando la sorprese mentre faceva il bagno insieme alle sue compagne. La dea, per impedire al cacciatore di proferir parola intorno a quello che aveva visto, trasformò il giovane in un cervo spruzzandogli dell'acqua sul viso. Atteone si accorse della sua trasformazione solo quando scappando giunse ad una fonte, dove poté specchiarsi nell'acqua. Intanto il cacciatore venne raggiunto dalla muta dei suoi 50 cani, resi furiosi da Artemide, che, non riconoscendolo, sbranarono il loro vecchio padrone. I cani, una volta divorato Atteone, si misero alla ricerca del loro padrone per tutta la foresta, riempiendola di dolorosi lamenti. Più tardi giunsero nella caverna di Chirone il quale donò loro un'immagine del loro padrone per attenuare il loro dolore.

Alcune versioni raccontano che a far impazzire i cani sarebbe stato l'intervento di Lyssa.

Secondo un'altra versione, la punizione provenne da Zeus, perché aveva cercato di insidiare Semele.

Attide

Nella mitologia greca, Attide era il nome di una delle figlie di Cranao

Cranao, uno dei re di Atena nei tempi antichissimi, all’epoca di quando il mondo intero fu sommerso dal diluvio di Deucalione, ebbe tre figlie, una di esse si chiamò Attide. Da tale donna avrebbe preso il nome la regione dell’Attica.

Le sue sorelle si chiamavano Cranae e Cranecme.
Interpretazione e realtà storica [modifica]

Attide significa “dea della costa scoscesa”. Dubbi sulla sua divinità vengono anche da Marziale che chiamò Procne e Filomela una volta trasformate in uccelli con il nome di Attide.

Attis

Attis è il paredro di Cibele, il servitore eunuco che guida il carro della dea.

Il centro principale del suo culto era Pessinunte, nella Frigia, da cui attraverso la Lidia passò approssimativamente nel VII secolo a.C. nelle colonie greche dell'Asia Minore e successivamente nel continente, da cui fu esportato a Roma nel 204 a.C.

Secondo la tradizione frigia, conservata in Pausania ed in Arnobio, il demone bisessuale Agdistis sarebbe nato dallo sperma di Zeus caduto sulla pietra, mentre il dio cercava di accoppiarsi con la Grande Madre sul monte Agdos.

Gli dei dell'Olimpo spaventati dalla forza e dalla ferocia dell'essere lo evirarono: dalle gocce del sangue fuoriuscito dalla ferita nacque un albero di mandorlo (o di melograno).
La figlia del fiume Sakarya(Sangarios), Nana, colse un frutto dall'albero e rimase incinta.
Tempo dopo nacque il figlio che venne chiamato Attis, in quanto fu allattato da una capra (in frigio attagos), dopo essere stato cacciato sulle montagne per ordine di Sakarya.

Attis crebbe e fu mandato a Pessinunte per sposare la figlia del re. Durante la celebrazione del matrimonio, Agdistis, innamorato del giovane, fece impazzire Attis, che si recise i genitali sotto un pino. Cibele, madre degli dei, ottenne che il corpo del giovane rimanesse incorrotto.

Culto nella Roma antica


In epoca imperiale il ruolo di Attis, la cui morte e resurrezione simboleggiava il ciclo vegetativo della primavera, si accentuò gradualmente, dando al culto una connotazione misterica e soteriologica.

Ad Attis erano dedicate un ciclo di festività che si tenevano tra il 15 e il 28 marzo, che celebravano la morte e la rinascita del dio. Tra queste vi erano il Sanguem e l'Hilaria. Tracce di questi culti, che presero il nome di Attideia, sono presenti anche in colonie greco-romane (per esempio quella di Egnazia in Puglia).

Attore (mitologia)

Attore è un personaggio della mitologia greca, figlio di Mirmidone, oppure di Forba o di Elio.

Attore fu il re di Fere, ebbe dalla sposa Egina un figlio di nome Menezio, argonauta e nonno di Patroclo.

Auge (mitologia)

Nella mitologia greca, Auge era il nome di uno dei figli di Aleo re di Tegea e di Neera. Gli altri figli si chiamarono Cefeo, Licurgo e Afidamante.

Auge era una sacerdotessa di Atena per volere del padre a cui l’ oracolo di Delfi, dove si trovava di passaggio durante un viaggio, gli aveva predetto infauste notizie se lei avesse avuto un figlio. Eracle si innamorò di lei e fece ubriacare la donna abusando in seguito di lei. La donna anche se non per colpa sua rinnegò quindi i giuramenti di fede fatti alla dea, e generò un figlio da Eracle, chiamato Telefo. In seguito l’eroe dovette riprendere le sue avventure e Auge fuggendo dalle ire della dea e del paresi reco a Tetra. Qui ritrovò suo figlio scomparso tempo addietro e andò in sposa a Teutrante.

Augia

Augia è un personaggio della mitologia greca. Era il re dell'Elide, nel Peloponneso; alcuni autori lo indicano come figlio di Elio.

Augia aveva ricevuto dal padre Elio moltissimo bestiame. Grazie all'origine divina, gli armenti erano immuni dalle malattie, pertanto crescevano indefinitamente. Augia non puliva mai le stalle e le scuderie, tanto che il letame che continuava ad accumularsi creava seri problemi nei dintorni; allo stesso tempo il cielo era oscurato dagli sciami di mosche attirate dalla sporcizia. La sesta impresa delle fatiche di Eracle consistette nella pulizia delle stalle in un solo giorno, su ordine di Euristeo. Eracle propose al re Augia che avrebbe ripulito lo sterco dalle sue enormi stalle prima del calar del sole. In cambio gli chiese un decimo di tutto il suo bestiame. Il re incredulo accettò la scommessa e i due giurarono sul loro accordo. Allora Eracle aprì due brecce nei muri delle stalle, e deviò il corso dei vicini fiumi Alfeo e Peneo e le acque impetuose invasero le enormi stalle e i cortili spazzando via lo sterco fino alle valli del pascolo. Così Eracle compì la sua sesta Fatica ripulendo l'intera terra dell'Elide senza nemmeno sporcarsi.
Allora Eracle chiese al re Augia la ricompensa promessa, ma questi rifiutò sostenendo di essere stato da lui ingannato: non Eracle bensì i fiumi avevano ripulito dallo sterco il suo regno. Eracle chiese che la controversia fosse sottoposta a giudizio che però fu a suo svantaggio e venne scacciato dall'Elide. Infine Euristeo non considerò valida la fatica poiché Eracle ne avrebbe ricevuto un compenso.
Secondo un'altra versione, la lite che seguì alla mancata ricompensa per il lavoro svolto portò alla guerra: Eracle vinse e Augia fu ucciso.

Aulide

Nella mitologia greca, Aulide era il nome di diversi riferimenti mitologici:

Sotto tale nome ritroviamo:

* Aulide, una città dell'antica Grecia, situata in Beozia, dove secondo il mito gli eroi achei si radunarono per salpare alla volta della guerra di Troia. Il suo nome moderno è Avlida.

* Aulide, una delle tre figlie del re di Tebe Ogige, sorella di Alalcomenea e Telsinia, note come Prassidiche.

Aura (mitologia)

Aura (o Aula), figlia di Peribea, è una ninfa della mitologia greca. Il nome deriva dalle sue movenze, veloci come il vento.

Secondo il mito viveva nei boschi dedicandosi unicamente al combattimento con cinghiali e leoni, restia e avversa alle tentazioni amorose. Orgogliosa della sua verginità arrivò a trasformare un giovane in un cervo solo perché questi aveva osato guardarla.

Su di lei si abbatté, tramite Nemesi, la collera di Artemide. La dea era adirata con Aura per un commento fattole sul suo corpo durante un bagno nelle cascate del Sangario. Nemesi fece in modo che l’attenzione di Dioniso si posasse sulla ninfa.

Per possederla il dio fu costretto a trasformare l’acqua della fonte nella quale Aura beveva in vino. Dopo aver bevuto Aura si stese all’ombra di un albero addormentandosi. Dioniso allora si avvicinò, allontanò la faretra e l’arco e, dopo averle legato mani e piedi, la violentò. Terminato si allontanò da lei dopo averle sciolto gli arti e rimesso la faretra al suo posto.

Aura si risvegliò, vide le sue nudità e, grazie ad un sogno avuto in precedenza nel quale vedeva Eros offrire una leonessa a Afrodite e Adone, mentre lei stava in mezzo ai due, capì. Si sentì allora invadere da una furia tremenda, scese a valle travolgendo e uccidendo chiunque le si ponesse davanti, fino a quando il suo passo si fece più pesante sotto il peso della gravidanza. Allora le apparve Artemide sorridente, ironica, a rivelarle il nome del padre.

Nacquero due gemelli, verso i quali la ninfa avvertiva un forte odio. Li offrì ai venti del cielo affinché li portassero via; provò a farli mangiare da una leonessa mettendoli in una tana. Ma in questa entrò una pantera che li accudì allattandoli, mentre due serpenti all’entrata facevano da guardia.

Allora ne prese uno in braccio lo lanciò in aria e una volta ricaduto a terra si gettò su di lui come a sbranarlo. Artemide, atterrita da tanta violenza, si precipitò a salvare l’altro gemello, Iacco, e lo portò via consegnandolo a Dioniso.

Infine Aura, ancora in preda ad una furia cieca, si suicidò gettandosi nelle acque del Sangario.

Ausia

Nella mitologia greca, Ausia era il nome di una delle ninfe dell’antichità.

Ausia fu l’amata sposa di Proteo, figlio di Oceano e di Teti, la nereide. Dall'essere capace di cambiare forma a suo piacimento ebbe una figlia, chiamata Mera, dalla quale deriva il nome del fiume omonimo.

Ausone

Nella mitologia greca, Ausone o Ausonio era il nome di uno dei figli di Ulisse .

Figlio del mitico eroe protagonista dell’Odissea, chiamato anche Odisseo che ebbe secondo i diversi miti o dalla maga Circe o dalla principessa Calipso.

Ausone in seguito ebbe un figlio chiamato Liparo.

Aussesia

Nella mitologia greca, Aussesia è la protagonista di una drammatica vicenda consumatasi a Trezene.

Stando ad una vicenda raccontata da Pausania, Aussesia e la coeatenea Damia erano due fanciulle cretesi giunte a Trezene al tempo in cui la città era oppressa da un tumulto. Trovatesi per caso nel mezzo di una rissa, vennero barbaramente lapidate dalla folla. Gli abitanti di Trezene, compresa l'innocenza delle giovani e la gravità del loro delitto, tributarono a queste ultime un culto riparatore e celebrarono una festa in loro memoria. Lo storico Erodoto ha proposto l'identificazione di Aussesia e Damia nelle divinità Demetra e Persefone.

Austro


Nella mitologia greca, Austro (o Noto od Ostro) era il nome di uno dei figli di Eos e di Astreo , ed era uno dei quattro venti, quello del sud.

Austro portava con se caldo e pioggia, viveva nel profondo sud e possedeva un fiato talmente ardente che con esso bruciava intere città e vascelli.

Austro veniva rappresentato come un anziano eternamente pregno d’acqua, altissimo con il viso che arrivava fin sopra le nubi.

Autoleone

Nella mitologia greca, Autoleone (o Autoleonte) era il nome di uno dei famosi guerrieri che si distinse nella guerra di Troia.

Autoleone condottiero di Crotone. Di lui si racconta un episodio nell'Iliade. Durante la guerra contro i locresi aveva invaso la zona che in vita apparteneva ad Aiace d'Oileo, e rimase dal suo spettro ferito.

Per riuscire a guarire Autoleone cercò riuscendoci di placare la rabbia del morto, dovendo offrire un sacrificio nell'isola di Leuce, grazie al consiglio di un oracolo che aveva ricevuto.

Autolico


Autolico è un personaggio della mitologia greca.

Nel mito, Autolico, fratello gemello di Filammone è figlio del dio Ermes e di Chione figlia di Dedalione, figlia di Eosforo. Era il padre di Anticlea, che aveva sposato Laerte. Ulisse erediterà la sua proverbiale astuzia proprio da questi antenati. Autolico ereditò dal padre Ermes, il dio dei ladri, il dono di riuscire a rubare a chiunque senza mai venire scoperto. Soltanto Sisifo, figlio di Eolo, non il dio dei venti, era considerato superiore a lui nell'arte dell'inganno, tanto da irritare lo stesso Zeus che lo condannò ad una dura fatica.

Altre imprese


Autolico è citato nell'Iliade (libro X) per aver rubato l'elmo di cuoio di Amintore, che fu poi dato al nipote Ulisse. Nell'Odissea (libro XIX) cura Ulisse ferito alla coscia durante la caccia al cinghiale. Viene annoverato anche fra i partecipanti della spedizione intrapresa dagli argonauti.

Autolita


Nella mitologia greca, Autolita era il nome di una delle mogli di Metaponto.

Metaponto ebbe diverse mogli, la prima fu Teano, la seconda Arne e la terza Autolita. Da tale unione nacquero i gemelli Eolo (non il dio dei venti) e Beoto.

Automedonte

Automedonte, figlio di Dioreo (Iliade, XVII), era il cocchiere di Achille durante la guerra di Troia. Si occupava dei cavalli immortali Balio e Xanto. Il suo nome è diventato sinonimo di cocchiere o vetturino.

Automedonte viene citato soprattutto nel brano de "I cavalli di Achille" quando Zeus si rivolge ai cavalli che erano fermi come una stele funeraria.

Automedusa

Nella mitologia greca, Automedusa era la prima moglie di Ificle.

Alcatoo, figlio di Ippodamia, ebbe da diverse compagne innumerevoli figli e figlie, tra cui Automedusa.

Dall'unione di Ificle, fratello di Eracle, e Automedusa, nacque Iolao, che diventò, in seguito, amico e cocchiere di Eracle. La storia dell'amore tra Ificle e Automedusa è testimoniata da molte attendibili fonti. Tra queste apporta una variante molto interessante Platone che nel "Simposio" narra di come Automedusa si fosse perdutamente innamorata di Ificle, malgrado questi fosse molto più grande di lei, per i grandi occhi cerulei. Platone definisce l'amore tra i due "Sublime incanto di anime amanti".

Autonoe
(Cadmo)

Autonoe è un personaggio della mitologia greca, figlia di Cadmo e di Armonia. Fu moglie di Aristeo, da cui ebbe un figlio, Atteone.

Secondo il mito, durante una crisi estatica, Autonoe uccise Penteo, con Agave e Ino, poiché lo credeva una belva feroce.

Autonoo


Nella mitologia greca, Autonoo era il nome di uno dei combattenti greci che si distinse nella guerra di Troia.

Quando Paride, uno dei tanti figli di Priamo re di Troia portò via con se Elena sposa di Menelao dalla Grecia dove viveva, scoppiò una guerra fra i due popoli. Fra i tanti eroi che risposero all’appello del fratello di Agamennone c’era Autonoo, un fiero combattente greco. Ettore per consiglio degli dei doveva aspettare nel corso di una battaglia che Agamennone si ritirasse momentaneamente dal combattimento quando questo accadde il massacratore iniziò la sua battaglia e uccise molti nemici fra cui Autonoo, che cadde morto nella polvere.

Auxesia

Nella mitologia greca, Auxesia era il nome di una divinità dedita alla fertilità, alla crescita.

Il suo nome dervia dal greco áuxo, ovvero crescere

Si tratta di una divinità venerata a Epidauro con Damia, si racconta anche della festa chiamata Lithobolia (festa del lancio delle pietre.
I due nomi della divinità vengono anche considerati degli appellativi sia di Demetra, che di Bona e di Persefone.

Aventino (mitologia)

Nella mitologia greca, Aventino era il nome di uno dei figli di Eracle e di Rea

Aventino, uno dei tanti figli che Eracle ebbe, diventò re degli albani. Si unì successivamente a Turno nella guerra contro Enea.

Axto


Axto è un personaggio minore del mito di Minosse e del Minotauro.

Mentre Pasifae si trovava nella vacca di bronzo costruita per lei da Dedalo perché potesse unirsi al toro-Zeus, fu vista da un contadino che lavorava nei campi, Axto.

Costui venne catturato e portato al cospetto del re, il quale lo fece torturare per tre giorni, fino a quando Axto rivelò ciò che aveva visto.






 
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