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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 3/7/2010, 12:51 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Belo

Belo è un personaggio della mitologia greca, figlio di Poseidone e Libia. Egli fu re dell'Egitto, padre di Egitto e Danao, e (solitamente) fratello gemello di Agenore.

Secondo Apollodoro (o meglio Pseudo-Apollodoro) Egitto e Danao erano fratelli gemelli e la loro madre era Anchinoe, figlia del dio-fiume Nilo.[1] Apollodoro sostiene che fu Euripide ad affermare che Belo ebbe altri due figli di nome Fineo e Cefeo. Belo regnò in Egitto, mentre Agenore regnò su Sidone e Tiro, in Fenicia. Egitto regnò sull'Arabia e poi assoggettò il territorio dei Melanpodi, e lo chiamò Egitto dal proprio nome, mentre Danao regnò sulla Libia.

Quando Belo morì i due figli Danao ed Egitto scatenarono una guerra per la successione al trono. Danao con le sue cinquanta figlie abbandonò l'Egitto per approdare nel Peloponneso dove fondò il regno di Argo.

Un altro Belo era re di Tiro, padre di Pigmalione, Barca, Didone ed Anna. Era figlio di Fenice e di conseguenza discendente di Giove. È nota la sua impresa di conquista dell'isola di Cipro dove fondò un regno.

Belone (mitologia)

Nella mitologia greca, Belone era il nome di un inventore secondo quando racconta Igino nelle sue Fabulae.

Belone scoprì l’uso dell’ago e lo diffuse nel mondo, tanto che come afferma sempre nel passo lo stesso termine “ago” deriva in greco dal suo nome.

Bentesicima

Nella mitologia greca, Bentesicima era il nome di uno dei figli di Posidone e di Anfitrite

Posidone, il dio dei mari, ebbe in un'altra relazione un figlio di nome Eumolpo da una donna figlia di Borea. La ragazza timorosa della possibile furia del padre gettò nelle acque il frutto della sua passione e il dio, guidando il flusso delle acque a suo piacimento, fece in modo che il pargolo giunse a Bentesicima che lo allevò benché in realtà fosse suo fratellastro dandogli una volta cresciuto una delle sue figlie in moglie, anche se non fu molto grato del gesto.

Bentesicima, regnante nell’antica Etiopia, aveva due fratelli Tritone e Roda.

Bentesicima era soltanto uno degli aspetti di Anfitrite, la più pericolosa.

Beoto

Beoto è un personaggio della mitologia greca e fratello di Eolo re dei venti, re eponimo della Beozia.

Come accade per altre personalità della mitologia greca, definire l'ascendenza di Beoto è difficile. Secondo la tradizione più diffusa Posidone e Melanippe-Arne, la figlia di Eolo il capostipite degli Eoli, ebbero due gemelli, Beoto ed Eolo. Pausania lo dice figlio di Itono, l'uomo-salice, re di Itone nella Ftiotide e Igino gli dà come madre tale Antiope, che prima di questo autore era personaggio sconosciuto, ed Elleno per fratello.

I gemelli furono allevati da un mandriano, tale Ippote, poiché Posidone non volle far sapere a Eolo di essere suo genero.

Nel frattempo Metaponto, re di Icaria, aveva minacciato di ripudiare sua moglie Teano, poiché era sterile. Teano allora si fece dare da Ippote i due gemelli, fingendo che fossero suoi. Metaponto ci credette. Sennonché nacquero a Teano davvero altri due gemelli, che però furono i meno amati da Metaponto. Teano, gelosa, tentò di uccidere Beoto ed Eolo con del veleno; ma questi, una volta accortisi, lo diedero da bere ai fratellastri.
Teano si trafisse il petto al vedere i suoi pargoli uccisi dallo stesso seno che li allattava.

Eolo e Beoto si rifugiarono dapprima da Ippote, ma poi, quando Metaponto seppe da Posidone com'erano andate veramente le cose, sposò Melanippe e adottò i due gemelli.

Dopo un periodo felice, Metaponto decise di ripudiare Melanippe e sposare tale Autolita, che i gemelli uccisero rosi dalla vergogna. Dovettero quindi scappare. Beoto tornò da suo nonno Eolo che gli affidò la parte meridionale del proprio regno, la Beozia, dove sorsero i Beoti.

Beroe


Nella mitologia greca, Beroe era il nome di diverse figure di cui si raccontano all’epoca grazie ai vari mitografi.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Beroe, nutrice di Semele, una ninfa;
* Beroe, il nome di una delle nereidi;
* Beroe, uno dei tanti nomi di Amimona;
* Beroe, moglie di Dorico;
* Beroe, fondatrice di Berea, in Tracia, ed è figlia di Afrodite e di Adone.

Beroe nutrice di Semele


Zeus un giorno decise di sedurre Semele, la cui nutrice era Beroe. Il padre degli dei decise di trasformarsi proprio in Beroe per potersi avvicinare senza destare sospetti.

Anche sua moglie Era si trasformò in Beroe e chiese a Seleno di far rivelare la sua vera forma al primo finto Beroe.

Beroe moglie di Dorico


Beroe era un donna anziana che viveva a Troia. Iride, una delle tante dee, decisa a non voler far ritornare in patria Enea la sfruttò per bruciare completamente grazie all’aiuto delle donne del luogo, la sua flotta.

Bia (mitologia)

Bia nella mitologia greca è la personificazione della potenza e della violenza.

Figlia di Stige, una delle Oceanine, e del Titano Pallante, è la sorella di Cratos (la potenza), di Zelos (l'ardore) e di Nike (la vittoria).

Con i fratelli si alleò con Zeus nella lotta contro i Titani. Viene citata insieme a Cratos da Eschilo nel Prometeo incatenato, dove viene incaricata di incatenare Prometeo ad una rupe. È la guardia del corpo del padre degli dei.

Biante (mitologia)

Nella mitologia greca, Biante (mitologia) era il nome di uno dei figli di Amitaone e di Idomene , figlia di Fere.

Biante aveva un fratello con cui lavorava sempre insieme, Melampo, con il quale un giorno decise di rubare la mandria di Filaco. Tale mandria gli serviva per sposare Pero la figlia di Neleo, senza la quale non avrebbe mai acconsentito alle nozze. Biante infatti si era innamorato della ragazza, e grazie al fratello riuscì a sposarla ancora vergine.

In seguito Biante aiuto Melampo, in un'altra impresa a catturare e a far rinsanire un gruppo di ragazze che erano impazzite, alla fine visto la morte di Pero, Biante trovò nuova moglie in una delle ragazze che guarì, Ifianassa.

Biante di Priene fu anche il nome di uno dei sette savi dell’epoca greca. Viveva all’epoca in cui Aliatte era il re della Lidia e anche quando gli successe suo figlio Creso. Si presume fosse vissuto intorno al VI sec. AC.

Biblide (mitologia)

Nella mitologia greca, Biblide era il nome di uno dei figli di Mileto e di Ciane.

Biblide una volta cresciuta provò un'attrazione innaturale per suo fratello Cauno, non riuscendo a resistere ai suoi sentimenti si confessò e cercò di prendere con la forza il parente che rifiutava il suo amore. Cauno fuggì inseguito dalla sorella, scappò per mari e per monti. Biblide lo inseguì in tanti paesi fra cui la Lidia, ma alla fine cadde esausta in lacrime per non aver ricevuto l’amore sperato. Gli dei ebbero pietà della donna e la trasformarono in una fonte.

Nella fontana greco-romana che sorge a Gallipoli appare su una facciata in un bassorilievo una scena che riguarda Biblide.

Bisalte

Nella mitologia greca, Bisalte era il nome di uno dei figli di Elio e di Gea.

Bisalte era un re a seconda dei vari miti della Macedonia o della Tracia, ebbe una figlia di nome Teofane. Dall’unione di quest’ultima da Posidone, entrambi durante il concepimento in forma animale, nacque l’ariete dal vello d'oro, obiettivo in seguito di Giasone e gli Argonauti.

Bitone

Bitone e Cleobi, due giovani argivi, erano i figli di Cidippe, sacerdotessa di Era.
Cidippe aveva mandato i buoi al pascolo ed essi, poiché erano morti, non erano tornati in tempo per il momento in cui bisognava iniziare la processione che conduceva al tempio di Giunone sull'Acropoli. Se la processione non fosse avvenuta nel momento esatto, la sacerdotessa sarebbe stata messa a morte. Bitone e Cleobi, indossati i finimenti, si sottoposero al giogo in luogo dei buoi e condussero la madre Cidippe e gli arredi sacri sul carro sino al tempio, per una distanza di circa cinque miglia. Commossa per tanta devozione filiale, Cidippe invocò la dea affinché conceddesse ai due giovani il dono migliore che concedere si possa ai mortali. Quando furono celebrati i riti, Bitone e Cleobi si addormentarono nel tempio, per non svegliarsi mai più.
Da questo, Cidippe capì che per noi poveri mortali nulla è meglio della morte, e perciò si suicidò.

Bizante

Nella mitologia greca, Bizante o Bisante era il nome di uno dei figli di Posidone, ed è considerato il mitico fondatore di Bisanzio.

Posidone, il dio dei mari, figlio di Zeus, ebbe tanti figli durante la sua esistenza, uno di essi fu l’eroe greco Bizante. Egli si pose a capo di varie spedizioni finché riuscì, dopo quella di Megaresi, a fondare una colonia che presto si allargò fino a creare Bisanzio
Interpretazione e realtà storica [modifica]

I mitografi moderni sono riusciti a datare l’evento che pose l’inizio della fondazione di Bisanzio, ponendolo intorno alla metà del secolo VII AC.

Bize (Mitologia)

Nella mitologia greca, Bize era il nome di uno delle figlie di Erasino .

Erasino, una delle divinità minori dell’antica Grecia, un dio fluviale ebbe una figlia tale Bize, che una volta cresciuta fu ben felice di ospitare in casa sua, che si trovava ad Argo, Britomarte, una ninfa che stava fuggendo dall’ amore di Minosse re di Creta. La donna dopo quella sosta riprese la sua tragica fuga ringraziando Bize.

Bona dea

E' una divinità romana poco conosciuta, che veniva identificata con Fauna. Con Fauno costituiva una delle più antiche coppie della mitologia indigena del Lazio; al tempo stesso proteggeva la pastorizia e i boschi e prediceva l'avvenire. Dal suo culto erano esclusi gli uomini, mentre a quello di Fauno non potevano partecipare le donne.
Secondo una versione suo padre, Fauno, voleva unirsi incestuosamente a lei e per ottenere lo scopo la fece ubriacare. Ciononostante si rifiutò di unirsi al padre che la fece flagellare con verghe di mirto. Allora, per realizzare il suo desiderio, il padre si trasformò in serpente e riuscì a unirsi a lei. Per questo motivo il vino e il mirto sono esclusi, quanto meno col loro vero nome, dal suo culto.
Un'altra versione fa di Bona Dea la moglie di Fauno, una moglie abile in tutte le arti domestiche e molto pudica, al punto da non uscire dalla propria camera e da non vedere altro uomo che suo marito. Un giorno, trovò una brocca di vino, la bevve e si ubriacò. Suo marito la castigò a tal punto con verghe di mirto ch'ella ne morì. Preso dai rimorsi, egli le tributò onori divini. A Roma, Bona Dea aveva il santuario sotto l'Aventino, e qui, in un bosco sacro, le donne e le ragazze celebravano ogni anno misteri "della Bona Dea", dai quali erano esclusi gli uomini. Si racconta che Ercole abbia un giorno domandato invano del vino ad alcune donne che trovò intente nella celebrazione dei misteri della "buona dea". Per quel rifiuto proibì a sua volta alle donne di assistere ai propri riti al Grande Altare che aveva eretto a Roma.

Borea

Nella mitologia greca Borea è la personificazione del Vento del nord, figlio del titano Astreo e di Eos, dea dell'aurora, e fratello di Noto, Apeliote e Zefiro.

Viene raffigurato come un uomo barbuto alato, con due volti e con la chioma fluente.

Borea si innamorò di Orizia, figlia del re Eretteo e la rapì. Da lei ebbe Calaide e Zete, che parteciparono alla spedizione degli Argonauti alla ricerca del vello d'oro, e Cleopatra.

In ricordo del presunto aiuto dato da Borea nella Battaglia di Capo Artemisio agli Ateniesi per sconfiggere la flotta persiana, furono istituite le Boreasmi, feste in suo onore.

Nella mitologia romana equivale ad Aquilone.

Boreadi

I due figli gemelli, Calaide e Zete, di Borea e di Orizia, figlia d'Oretteo re di Atene. I due giovani erano alati: secondo alcuni, le ali erano attaccate ai talloni, secondo altri uscivano dai fianchi, come negli uccelli. Calaide era "colui che soffia dolcemente", e Zete "colui che soffia forte".
Parteciparono alla spedizione degli Argonauti, e svolsero una funzione importante quando la nave Argo approdò a Salmidesso nella Tracia orientale, dove regnava il veggente Fineo, figlio di Agenore. Qui Giasone chiese a Fineo come avrebbe potuto impossessarsi del Vello d'Oro, e il re rispose: "Prima liberami dalle Arpie!". Questi demoni alati, infatti, lo tormentavano in tutte le maniere, sottraendogli il cibo o sporcandolo man mano ch'egli tentava di mangiare. Calaide e Zete, dunque, si levarono con la spada in mano e inseguirono le Arpie nell'aria facendole fuggire lontano, al di là del mare. Alcuni dicono che essi raggiunsero le Arpie alle isole Strofadi, ma risparmiarono le loro vite quando Iride, messaggera di Era, intervenne e promise che le Arpie sarebbero ritornate alla loro caverna del Ditte in Creta e mai più avrebbero molestato Fineo.
Un'altra variante della leggenda vuole che quando gli Argonauti passarono dalla corte di Fineo, i Boreadi punirono Fineo, il quale aveva ucciso i figli avuti dalla loro sorella Cleopatra. Anche sulla loro morte le tradiizioni sono discordi: secondo alcuni, non poterono affrontare le Arpie, e morirono sulla via del ritorno; ma per lo più si racconta che parteciparono a tutta la spedizione degli Argonauti, e si trovarono presenti ai giochi funebri dati in onore di Pelia. Qui ottennero il premio nella corsa. Ma, ben presto, furono uccisi da Eracle, che non perdonava loro d'aver consigliato agli Argonauti di abbandonarlo in Misia, allorché si era attardato nella ricerca d'Ila. Mentre tornavano dai funerali di Pelia, l'eroe li scoprì, nell'isola di Teno, e li uccise. Innalzò loro due stele che vibravano ogni volta che il Vento del nord soffiava sull'isola.


Boro
(mitologia)

Nella mitologia greca, Boro era il nome di diversi personaggi legati ognuno al mito della guerra di Troia.

Durante la guerra combattuta fra i due regni di Grecia e di Troia ritroviamo sotto tale nome:

* Boro, abitante della Meonia e padre del guerriero Festo che in battaglia venne ucciso da Idomeneo;
* Boro, figlio di Periere e marito di Polidora la donna che dal dio Spercheo ebbe Menestio.

Nella mitologia greca spesso apparivano casi di padri putativi dove in realtà i figli nascondevano origine divine e quindi spesso tradimenti. Menestio era dunque il nipote di Achille.

Edited by demon quaid - 8/12/2014, 15:44
 
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