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Le leggi contro gli Ebrei

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view post Posted on 5/4/2011, 15:58     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Le leggi contro gli ebrei


Le prime leggi contro gli ebrei risalgono all’aprile del 1933, quando furono esclusi dalle funzioni pubbliche, dall’esercito, dalla magistratura.

Attraverso le successive leggi di Norimberga (13 e 15 settembre 1935), gli ebrei poterono essere definiti in base all’appartenenza alla religione ebraica oppure ad una stirpe differente da quella tedesca. L’obiettivo di queste leggi era quello di proteggere la “razza tedesca” e di dare compattezza alla comunità di popolo in vista di una possibile guerra.

La prima delle due leggi di Norimberga, “per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi”, poneva un primo importante principio di separazione giuridica tra ebrei e ariani. Iniziò a verificarsi l’espulsione degli ebrei dall’amministrazione pubblica (perché gli ebrei non potevano più avvicinarsi alla bandiera tedesca) ed entrò in vigore il divieto del matrimonio tra tedeschi ed ebrei. La cosa importante è che gli ebrei non avevano alcun diritto, né civile né politico e non potevano abitare in territorio tedesco. Da ciò scaturì la spinta all’emigrazione.

Pochi giorni dopo, con la legge sulla Cittadinanza, si arrivò alla distinzione tra suddito e cittadino. La definizione di “categorie” è essenziale per una persecuzione futura. Lo scopo della distinzione tra cittadino e suddito è di espropriare il suddito di tutti i diritti fondamentali.

Il cittadino era un suddito di sangue tedesco o imparentato con un tedesco. Solamente costui esercitava i diritti civili.

Il suddito era colui che veniva soltanto protetto dallo stato tedesco.

Tra il 1935 e il 1939 furono varate altre leggi antisemite, come quella del 1936 che vietava l’esercizio della professione medica a dottori ebrei e definiva un numero massimo di studenti ebrei nelle scuole e nelle università, oppure quella del 1938 che escludeva gli ebrei dalle attività economiche (la cosiddetta “arianizzazione economica”) e li spingeva ad emigrare, o ancora quella 1939 che vietava agli ebrei di circolare nelle ore notturne.

Nella notte tra l’otto e il nove novembre 1938 vennero saccheggiati negozi e incendiate le sinagoghe come conseguenza dell’assassinio di un diplomatico tedesco a Parigi da parte di un ebreo tedesco. Questa vicenda prese il nome di “notte dei cristalli”. La colpa cadde sugli ebrei, i quali dovettero pagare un’alta multa. Dopo breve tempo si iniziò ad ”incoraggiare” l’emigrazione degli ebrei e vennero emanate leggi antisemite ancora più aggressive.

I tedeschi pensarono che questi leggi e poi la conseguente emigrazione ebraica fossero necessarie per sottolineare l’indifferenza e l’ipocrisia delle potenze occidentali. Nell’insieme, non opposero alcuna resistenza significativa alla discriminazione dei loro concittadini ebrei.

Era evidente che con queste leggi la “razza ariana” voleva evidenziare la propria superiorità in tutti in campi. Alla base di queste leggi, psicologicamente parlando, c’è la paura di perdere la propria identità e il proprio potere. Ciò lo si può dedurre dal fatto che Hitler, appena salito al potere, non volle eliminare gli ebrei, bensì i partiti opposti al suo. Tuttavia iniziò fin da subito ad usare la violenza, chiudendo gli oppositori in lager come quello di Dachau. L’emanazione di leggi antisemite, quindi, non fu altro che un modo per razionalizzare e istituzionalizzare il razzismo.
 
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