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La caccia selvaggia

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view post Posted on 29/12/2008, 11:37     +1   -1
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Il diavolo è sicuramente donna.

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Il mito della caccia selvaggia consiste nell'avvistamento di un corteo notturno di esseri sovrannaturali e mitologici che attraversano il cielo in una furiosa battuta di caccia, con tanto di cavalli, segugi e via dicendo.

Fra i protagonisti della battuta di caccia nelle varie culture si possono citare Odino (Scandinavia), Re Artù (Britannia), Carlo Magno (Francia), Nuada (Irlanda), Arawn (Galles), re Waldemar (Danimarca), l'exercito antiguo (Spagna), e Wotan con il suo Wutendes heer ("esercito furioso") in Germania. Si possono raggruppare le varianti secondo quattro classi, a seconda che il corteo soprannaturale sia composto da: soli animali (la maggioranza dei casi); anime dannate; esseri mostruosi o dalle origini comunque ultraterrene; un corteo guidato da un capogruppo, in genere legato alle forze ctonie (in genere, quindi, il Diavolo).

Essere testimoni della caccia selvaggia viene considerato presagio di catastrofi e sciagure; i mortali che si trovano sul cammino del corteo sono in genere destinati a essere uccisi (rapiti e portati nel Regno dei Morti).

Origini

È un'immagine mitica del folklore europeo. Originaria di Germania e Britannia, si è diffusa in molte altre regioni europee, dalla Scandinavia alla zona delle Alpi.

Nelle varie tradizioni popolari quest'immagine viene inserita in diversi racconti e leggende; ma la radice originaria della credenza della Caccia Selvaggia affonda nella mitologia nordica: il dio Wotan (cioè Odino) nelle notti del Sacro Periodo (cioè quello che comprende i dodici giorni successivi al solstizio d'inverno, a cavallo di Sleipnir Dalle Otto Zampe, mostruoso cavallo nero, guida il corteo delle anime dei soldati morti in battaglia, in una vorticosa ridda attorno alla Terra.

Motivazioni

La credenza è chiaramente una mitizzazione dell'ancestrale paura del buio, del terrore di restare soli all'aperto di notte, al di fuori delle protezioni offerte dal gruppo sociale degli altri uomini civili; ma essa è talmente radicata nella cultura popolare e tocca corde evidentemente così sensibili e istintive nelle persone che si è diffusa per tutta l'Europa, portata dai vari popoli che attraverso conquiste ed occupazioni hanno fuso i propri racconti con quelli delle popolazioni autoctone.

In Italia

Teodorico il Grande.In Italia, soprattutto nell'area alpina, la caccia selvaggia viene associata a lontane luci, scalpitio di zoccoli, abbaiare di cani, urla demoniache, e un forte sibilare del vento. Il protagonista della caccia in questa zona si chiama Beatrik, e viene associato alla figura di Teodorico il Grande. La leggenda col tempo è stata inquadrata in una cornice cristiana che ne ha modificato i suoi connotati soprattutto nell'esito finale, utilizzandola a fini di ammonimento; in questa variante, l'intervento di un religioso riesce ad allontanare il corteo infernale.

Nel Medioevo ad esempio troviamo una testimonianza d'eccezione per l'Italia in Dante (Inferno,13.109-124) che ci dimostra come la leggenda fosse patrimonio comune europeo; ma possiamo ricordare anche il più tardo Torquato Tasso che vi accenna nella Gerusalemme Liberata, 13.21. Nella cultura popolare si racconta della Caccia Selvatica soprattutto nelle zone montane: lungo tutto l'arco alpino e in certi casi anche lungo la catena appenninica, con varianti. La diffusione prevalentemente settentrionale della leggenda però suggerisce il sostrato eminentemente celtico del mito, cui probabilmente si rifà la stessa tradizione nordica.

Edited by demon quaid - 26/6/2016, 14:28
 
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