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Il libro di Kells

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Talos Munera
view post Posted on 25/7/2011, 20:12 by: Talos Munera     +1   -1
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Il libro di Kells

BookKells



l Libro di Kells (Book of Kells in inglese), conosciuto anche come Grande Evangeliario di san Colombano, è un manoscritto miniato, realizzato da monaci irlandesi intorno all'800 nell'ambito dell'arte insulare. Per l'eccellenza tecnica della sua realizzazione e la sua bellezza,questo esempio dell'arte irlandese è considerato da molti studiosi una delle più importanti opere d'arte dell'epoca.Contiene la traduzione latina dei quattro Vangeli, accompagnata da note introduttive ed esplicative, il tutto corredato da numerose illustrazioni e miniature riccamente colorate. Attualmente è in mostra permanente alla biblioteca del Trinity College di Dublino, dove porta la segnatura MS 58.

Il libro di Kells è uno dei più illustri rappresentanti di un gruppo di manoscritti prodotti, dalla fine del VI secolo all'inizio del IX secolo, nei monasteri irlandesi, scozzesi, dell'Inghilterra settentrionale e nei monasteri del continente fondati da iberno-scozzesi o anglosassoni. Questi manoscritti includono:

Il Cathach di san Columba,
L' Orosio Ambrosiano,
Il Libro di Durrow,
I Vangeli di Durham,
I Vangeli di Echternach,
I Vangeli di Lindisfarne,
I Vangeli di Lichfield,
L' Evangeliario di San Gallo,
Il Libro di Armagh.

Questi, assieme ad altri non menzionati, mostrano grandi somiglianze nello stile artistico, nella scrittura e nella tradizione testuale, consentendo agli studiosi di raggrupparli in una medesima famiglia. Lo stile decorativo pienamente sviluppato colloca il libro di Kells alla conclusione della serie, tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo. Esso segue molte delle tradizioni stilistiche ed iconografiche dei manoscritti precedenti, come ad esempio la forma delle lettere decorate nelle pagine incipitarie dei Vangeli, che è sorprendentemente regolare nei vangeli insulari. Si confronti, per esempio, la pagina d'esordio del vangelo di Matteo nei Vangeli di Lindisfarne e nel libro di Kells.

Il libro di Kells prende nome dalla località di Kells, situata nella contea di Meath, in Irlanda. L'abbazia di Kells, dove il libro fu conservato per buona parte del Medioevo, fu fondata all'inizio del IX secolo, all'epoca delle invasioni vichinghe, da monaci originari dell'Abbazia di Iona, una delle isole Ebridi, situate al largo della costa occidentale della Scozia. Iona era la sede di una delle comunità monastiche più importanti della regione, tanto che San Columba, il grande evangelizzatore della Scozia, ne aveva fatto il suo principale centro missionario nel VI secolo. Quando la moltiplicazione delle incursioni vichinghe finì per rendere l'isola di Iona troppo pericolosa, la maggior parte dei monaci si trasferì a Kells, che divenne il nuovo centro delle comunità fondate da Columba.

La determinazione esatta di luogo e data della realizzazione del manoscritto è stata oggetto di dispute considerevoli. Secondo la tradizione il libro sarebbe stato redatto all'epoca di San Columba, forse da lui in persona. Studi paleografici hanno tuttavia dimostrato la falsità di questa ipotesi, dal momento che lo stile calligrafico impiegato nel libro di Kells non si è sviluppato che molto tempo dopo la morte di Columba. Gli studi paleografici datano infatti l'opera attorno all'800, circa due secoli dopo la morte di San Columba (avvenuta nel 597).

Si possono contare almeno cinque teorie differenti sull'origine geografica del manoscritto. In primo luogo il libro potrebbe essere stato scritto a Iona e quindi trasferito in fretta a Kells, cosa che spiegherebbe per quale motivo non sia mai stato terminato. Stando ad una seconda ipotesi il libro sarebbe stato redatto interamente a Iona, mentre altri studiosi avanzano la proposta che il manoscritto sia stato compiuto nello scriptorium di Kells. Una quarta ipotesi situa la creazione dell'opera nel nord dell'Inghilterra, forse a Lindisfarne: sarebbe stata poi portata a Iona e quindi a Kells. Il libro di Kells, infine, potrebbe essere stato realizzato in un non meglio determinato monastero scozzese, sebbene non ci siano prove a supporto di questa ipotesi, soprattutto a causa dell'assenza di manoscritti sopravvissuti provenienti dalla Pittavia. Anche se il problema non è ancora stato risolto in maniera soddisfacente, la seconda teoria sulla redazione del libro è quella che gode del più ampio consenso. Al di là di queste incertezze è sicuro che il libro di Kells fu realizzato da monaci appartenenti a una delle comunità di San Columba che mantenevano una stretta relazione con il monastero di Iona, se non di Iona stessa.

Dovunque sia stato redatto, gli storici sono tuttavia certi della sua presenza a Kells a partire dal XII secolo, o forse dall'inizio dell'XI secolo. L'abbazia di Kells, dove l'opera sarebbe stata custodita, fu però razziata e saccheggiata dai Vichinghi più volte nel X secolo; non si sa quindi come il libro si sia potuto salvare a tali scorribande. Un passo degli Annali dell'Ulster per l'anno 1006 riferisce che "il grande Evangeliario di Columcille, principale reliquia del mondo occidentale", fu rubato in piena notte da una sagrestia della grande chiesa di pietra di Cenannas (Kells) "a causa della sua preziosa rilegatura". Il manoscritto fu ritrovato qualche mese più tardi "sotto un mucchio di terra", privato della sua rilegatura in oro e pietre preziose. Se si ritiene, come si fa in genere, che il manoscritto di cui si parla sia il libro di Kells, si tratta della prima data in cui si può localizzare con certezza l'opera a Kells e lo strappo violento della rilegatura potrebbe inoltre spiegare la perdita di qualche foglio dell'inizio e della fine dell'opera.

Nel XII secolo alcuni documenti relativi alle terre possedute dall'abbazia di Kells furono ricopiati su alcune delle pagine bianche del libro, fatto che fornisce una nuova conferma della presenza dell'opera nella struttura monastica. A causa della rarità della pergamena, la ricopiatura di documenti all'interno di libri anche di grande valore era una pratica diffusa nel Medioevo.
Il folio 27r contiene i simboli dei quattro evangelisti.

Uno scrittore del XII secolo, Giraldus Cambrensis, descrive in un passaggio della sua Topographia Hibernica un grande evangeliario che aveva ammirato a Kildare, vicino a Kells (presumibilmente nel monastero di Glendalough). Si suppone che la descrizione si riferisca proprio al libro di Kells:
« Questo libro contiene l'armonia dei quattro Evangelisti come ricercata da Girolamo di Stridone, con quasi ad ogni pagina illustrazioni diverse, che si distinguono per la varietà dei colori. Qui potresti vedere il volto della maestà, divinamente disegnato, qui i simboli mistici degli Evangelisti, ciascuno con le ali, ora sei, ora quattro, ora due; qui l'aquila, là il bue, qui l'uomo e là il leone, e altre forme quasi infinite. Guardali superficialmente con uno sguardo ordinario, e potresti pensare che sono cancellature e non lavoro curato. La più raffinata abilità ti circonda, e non la noteresti. Guardalo con più attenzione e penetreresti nel cuore stesso dell'arte, discernendo delle complessità così delicate e sottili, così piene di nodi e di legami, con dei colori così freschi e viventi, che crederesti si tratti dell'opera di un angelo, e non di un uomo »

Dal momento che Gerardo asserisce di aver visto questo libro a Kildare, si potrebbe pensare che si tratti di un'altra opera di uguale qualità ma oggi perduta, o, con più verosimiglianza, Gerardo potrebbe aver confuso il luogo. L'abbazia di Kells fu sciolta a seguito delle riforme ecclesiastiche del XII secolo e la chiesa abbaziale fu allora trasformata in chiesa parrocchiale, ma conservò l'opera.

Il manoscritto rimase a Kells fino al 1654, anno in cui la cavalleria di Oliver Cromwell fu acquartierata nella città e il governatore mandò il libro a Dublino perché fosse al sicuro. Henry Jones, futuro vescovo di Meath, presentò il manoscritto al Trinity College nel 1661, dove è risieduto sempre, salvo brevi periodi di esposizione temporanea altrove, dal XVII secolo. L'opera fu esposta al pubblico nella Old Library dal XIX secolo. Nel XVI secolo un certo Gerard Plunkett da Dublino aggiunse ai margini delle pagine in numeri romani i numeri dei capitoli dei Vangeli, mentre nel 1621 il vescovo di Meath James Ussher numerò le pagine. Nel 1849 la regina Vittoria e il Principe Alberto di Sassonia ebbero l'onore di firmare il libro; in realtà avevano firmato un risguardo moderno erroneamente ritenuto una delle pagine originali.

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CITAZIONE
Nel livello amatoriale "The book of Kells - Episode 1 : Eastern sanctuary" Lara Croft è alla ricerca del libro

Nel corso dei secoli il libro è stato rilegato più volte. Durante una rilegatura del XVIII secolo, le pagine vennero notevolmente accorciate e piccole parti di alcune illustrazioni andarono perdute. Il libro fu rilegato anche nel 1895, ma tale rilegatura si ruppe in fretta e già alla fine degli anni venti alcuni fogli che si erano staccati erano conservati a parte. Nel 1953 l'opera fu rilegata in quattro volumi e le pagine che si erano ondulate con il tempo furono con cautela ridistese. Nel 2000, il volume contenente il Vangelo di Marco fu inviato a Canberra, in Australia, per una esposizione sui manoscritti miniati: si trattava solo della quarta volta che il libro di Kells era inviato all'estero per una mostra. Sfortunatamente, il volume ha risentito di alcuni "danni minori alla pigmentazione", durante il viaggio, forse a causa delle vibrazioni dell'aereo nel corso del viaggio.




Fonte: Rosso Pompeiano forum
 
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