Un Mondo Accanto

Ancora Dinosauri, divisi per periodi in cui sono vissuti.

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view post Posted on 1/6/2012, 18:30     +1   -1
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Dimorphodon





Il dimorfodonte (gen. Dimorphodon) era uno pterosauro vissuto dagli inizi del Giurassico inferiore (circa 200 milioni di anni fa) fino alla fine del Giurassico medio (circa 160 milioni di anni fa), i cui resti sono stati rinvenuti in Inghilterra e in Messico.

Una "pulcinella" del Mesozoico?



Considerato per lungo tempo il primo pterosauro ben noto, il dimorfodonte possedeva un aspetto abbastanza insolito: il cranio era relativamente grande ma leggero, questo per la presenza di ampie finestre antiorbitali che avevano la funzione di alleggerirlo. I denti e le mascelle di Dimorphodon suggeriscono che potesse chiudere la bocca in modo veloce, ma che non avesse un morso potente, e ciò sarebbe compatibile con una dieta insettivora o basata comunque su piccoli animali. Per la conformazione del suo cranio, alto e relativamente convesso, il dimorfodonte è stato spesso raffigurato come una versione mesozoica dell'attuale pulcinella di mare (Fratercula arctica). Il nome "Dimorphodon" è dovuto al fatto che questo pterosauro presentava due differenti tipi di dentatura (il nome significa “denti di due forme”).

Recentemente l'accostamento alla pulcinella di mare è stato rimesso in discussione, così come la dieta ittivora. Infatti l'anatomia dell'animale ha alcune particolarità: gli artigli sono più grandi di quelli della maggior parte dei ranforicoidi suoi contemporanei, con vari adattamenti che permettevano di sfruttarli per arrampicarsi, velocemente e con presa sicura, su alberi e legno; le ali erano piuttosto corte rispetto alle dimensioni del corpo, le zampe al contrario risultavano lunghe ed agili, utili ad un'andatura quadrupede agile e veloce (come ipotizzato da Kevin Padian, David Unwin e Sarah Sangster; mentre la dentatura (e l'articolazione a scatto veloce della bocca) è decisamente adatta per un insettivoro, soprattutto per un animale che preda gli insetti del sottobosco, uniti a invertebrati e piccoli-piccolissimi invertebrati. Infine Dimorphodont è stato traovato sia in giacimenti costieri che dell'entro terra. Questi elementi fanno supporre che quest'animale trascorresse molto del suo tempo nel sottobosco o sui rami deli alberi, usando il volo per spostarsi più rapidamente e per sfuggire ai predatori e che non fosse un ittivoro.

Rispetto alle forme successive, le caratteristiche "primitive" di questa specie includono un’apertura alare ridotta in proporzione alle dimensioni del corpo del corpo. Il dimorfodonte era comunque un tipico pterosauro ranforincoide, sebbene molto basale e forse derivato da un lignaggio fantasma del triassico medio, dotato di una lunga coda forse munita di una sorta di “timone” per manovrare meglio nell’ambiente aereo. La lunghezza dell’intero animale doveva essere di circa un metro, mentre l’apertura alare poteva raggiungere il metro e quaranta.

Zampe primitive



Le zampe posteriori del dimorfodonte erano ancora piuttosto robuste in confronto a quelle degli pterosauri successivi. Questa caratteristica ha convinto alcuni paleontologi che questo animale fosse capace di una corsa bipede, e non fosse eccessivamente impacciato dalle ampie ali. Nuovi studi compiuti su un esemplare più recente, rinvenuto in Messico, hanno portato a pensare che le zampe posteriori, molto primitive, permettessero una locomozione di tipo essenzialmente quadrupede. Alcune impronte fossili (icniti) sembrerebbero convalidare questa ipotesi.

Fossili



Il primo fossile di dimorfodonte venne scoperto dalla famosa raccoglitrice di fossili Mary Anning nel 1828 presso la scogliera di Lyme Regis, nel Dorset. La classificazione scientifica, invece, si deve a sir Richard Owen, che lo descrisse nel 1859 con il nome di Dimorphodon macronyx. L’esemplare messicano, rinvenuto nel Tamaulipas, è stato classificato in una specie a parte, Dimorphodon weintraubi.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:20
 
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Eustreptospondylus oxoniensis





L'eustreptospondilo (Eustreptospondylus oxoniensis), come il suo simile Piatnitzkysaurus, era un dinosauro carnivoro vissuto nel Giurassico medio.

Uno scheletro ben conservato



I resti di questo dinosauro sono stati rinvenuti in Inghilterra, e a tutt'oggi rappresentano lo scheletro meglio conservato di grande dinosauro carnivoro del Giurassico inglese. Lo stesso Megalosaurus, famoso per essere stato il primo dinosauro descritto scientificamente, è noto per resti poco più che frammentari. L'eustreptospondilo, invece, è conosciuto per uno scheletro pressoché completo a cui mancano solo le estremità degli arti anteriori e parte del cranio.

Il predatore delle isole



Rispetto al suo "cugino" più famoso, questo dinosauro era di costituzione più leggera e di dimensioni minori: raggiungeva i 6 metri di lunghezza, i 2,4 di altezza e pesava probabilmente 500-600kg. Nonostante ciò, era comunque un carnivoro dalla mole rispettabile, che scorrazzava per i boschi e le pianure dell'Europa del Giurassico medio: a quel tempo, il Vecchio Continente era costituito da una serie di isole sparse (a causa della tettonica a zolle che a quel tempo sollevò il fondo marino e allagò le terre emerse più basse). L'eustreptospondilo possedeva un cranio robusto, una coda rigida e allungata, due zampe posteriori robuste e armate di artigli e due anteriori corte. Nella serie della BBC nuota da un'isola all'altra.

Un incubo tassonomico



Nel 1832, Hermann von Meyer descrisse i resti, molto parziali, di un animale che chiamò Streptospondylus altdorfensis, proveniente dal Giurassico medio della Francia. Dieci anni dopo, toccò a sir Richard Owen descrivere un'altra specie del genere, basata su una sola vertebra rinvenuta in Inghilterra, che denominò Streptospondylus cuvieri. Questo resto, trovato nei pressi di Oxford, andò perduto. Più di un secolo dopo, Walker descrisse uno scheletro completo trovato tempo prima, che denominò Eustreptospondylus oxoniensis per distinguerlo dai resti incompleti scoperti dai colleghi dell' '800. In precedenza, lo scheletro era stato attribuito al genere Megalosaurus e poi alla specie Streptospondylus cuvieri.

L'incubo tassonomico non era finito: dopo ulteriori confusioni riguardanti l'attribuzione o meno al genere Streptospondylus, nel 2000 Rauhut riscontrò che le differenze tra Eustreptospondylus e un genere di megalosauride poco noto, Magnosaurus, erano minime, e nel 2003 propose una sinonimia con quest'ultimo genere. In questo modo, il nome corretto della specie dovrebbe essere Magnosaurus oxoniensis. Altri paleontologi tuttavia non sono d'accordo e i due generi sono ancora ritenuti essere distinti.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:20
 
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Shunosaurus lii





Lo shunosauro (Shunosaurus lii) era un dinosauro erbivoro vissuto nel Giurassico medio in Cina.
Indice

Una mazza caudale contro i predatori



A prima vista, l'aspetto di questo animale era abbastanza classico: collo lungo, corpo voluminoso, zampe colonnari e coda sottile. Insomma, lo shunosauro possedeva il classico aspetto dei sauropodi, i grandi erbivori dominatori del Giurassico. Proprio la coda, però, era fornita di una caratteristica decisamente inusuale per questo gruppo di dinosauri: una vera e propria mazza ossea. Questa struttura era probabilmente utilizzata per difendersi dai predatori dell'epoca, come Gasosaurus o Xuanhanosaurus, ed era ulteriormente armata di corti spuntoni. All'epoca della scoperta di Shunosaurus, avvenuta nel 1983, strutture simili erano note solo negli anchilosauri, ma di certo non ci si aspettava di trovarle in sauropodi del Giurassico medio. Successivamente, una "mazza caudale" sembra essere stata rinvenuta associata anche a resti di Omeisaurus, un altro sauropode che viveva negli stessi luoghi e nella stessa epoca, ma questo ritrovamento è stato messo in discussione da vari scienziati, poiché sembra che questa struttura sia effettivamente appartenuta a uno Shunosaurus.

Sauropode primitivo



Lo shunosauro era un sauropode di dimensioni medio-piccole (circa 10 metri di lunghezza) e dalla costituzione non molto pesante. Molto probabilmente, per proteggersi dai predatori, viveva in branchi e si spostava per le pianure cinesi del Giurassico alla costante ricerca di cibo. Le caratteristiche primitive di questo sauropode includono il cranio, particolarmente antiquato e affine per certi versi a quello dei prosauropodi: corto e alto, era munito di forti denti a spatola. Il collo non era particolarmente lungo.

Parentele



La classificazione di questo sauropode primitivo è piuttosto difficoltosa: all'inizio si pensava fosse strettamente imparentato con Cetiosaurus del Giurassico europeo e fu posto nella famiglia - calderone dei cetiosauridi, successivamente venne avvicinato ai camarasauridi. Negli anni '90 si riscontrarono delle affinità con molti altri sauropodi cinesi molto antiquati, che probabilmente formavano un solo gruppo, gli omeisauridi, in cui venne incluso anche Shunosaurus. Attualmente, lo shunosauro è considerato un eusauropode basale il cui più stretto parente potrebbe essere l'australiano Rhoetosaurus, e alcuni pensano che, effettivamente, lo shunosauro sia da considerare un cetiosauride.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:21
 
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Kentrosaurus





Il kentrosauro (Kentrosaurus aethiopicus) era un erbivoro quadrupede appartenente agli stegosauridi, i cosiddetti "dinosauri a placche". Il suo nome significa "lucertola con spuntoni". Piuttosto comune nei terreni del Giurassico superiore della Tanzania (Africa orientale), questo dinosauro è noto per il suo aspetto particolarmente "spinoso" e per essere parente dello Stegosauro.

Una piccola testa



La testa del Kentrosauro era molto piccola e di forma piatta e allungata; il muso terminava con un becco corneo privo di denti, molto utile per strappare le fronde o per schiacciare piccoli semi dal guscio legnoso. Il cervello non era più grande di una noce, alloggiato in una cavità lunga almeno 6 cm. Nonostante ciò, il Kentrosauro si era saputo adattare bene al suo ambiente.
Placche e spine

Uno degli aspetti più curiosi del Kentrosauro è rappresentato dalle placche e dagli spuntoni del collo, del dorso e della coda. Dal collo fino alla sommità della schiena questo dinosauro presentava una doppia fila di placche ossee a forma di foglia e ricoperte di pelle, forse percorse da una fitta rete di capillari. Secondo i paleontologi, le placche vascolarizzate avevano lo scopo di regolare la temperatura, come nello Stegosauro. Dalla metà del dorso le placche erano sostituite da spine ossee che arrivano anche a 60 cm di lunghezza: esse terminavano sulla coda con una coppia di spuntoni lunghi circa un metro. A queste difese si aggiungeva una coppia di spine che fuoriuscivano dal bacino.

Tendini potenti



Come in tutti gli Stegosauri, la muscolatura del Kentrosauro era particolarmente sviluppata tra la base della coda e il femore. Era inoltre potenziata da un sistema di tendini, raccolti in fasci, che permettevano di mantenere la coda sollevata. in caso di pericolo l'animale voltava le spalle all'assilitore, agitando la coda con le sue temibili spine come arma di difesa. Pur non essendo un animale di grande cervello, il Kentrosauro doveva essere dotato di una certa agilità e adattabilità. Ciò è testimoniato dalla diffusione di questi dinosauri, confermato anche dal gran numero di reperti.

Una popolazione numerosa



Grazie al gran numero di reperti ritrovati, si è ipotizzato che lo Kentrosauro fosse un erbivoro corazzato vissuto in africa circa 150 milioni di anni fa. Dopo l'accoppiamento le femmine deponevano uova di forma ovale lunghe forse una ventina di centimetri in un nido costituito da terriccio e vegetali che marcendo avrebbero tenuto al caldo le uova, come in una incubatrice naturale. I giovani e i cuccioli erano probabilmente protetti dalla madre fino al raggiungimento dell'indipendenza alimentare. Non è inverosimile immaginare che i giovani si affrontassero per gioco in finti duelli che permettevano di irrobustire la muscolatura e imparare le diverse tecniche di difesa. Branchi numerosi potevano essere molto utili nella difesa degli individui più deboli, anche se pare che il Kentrosauro non avesse troppi nemici: persino i terribili Allosauri che abitavano l'emisfero meridionale del Giurassico temevano le difese del Kentrosauro.

Uno stegosauro molto spinoso


Molti resti fossili di Kentrosaurus sono stati rinvenuti sulla collina di Tendaguru, accanto a scheletri di altri dinosauri quali Dicraeosaurus e Giraffatitan. Il kentrosauro era un dinosauro di medie dimensioni (circa 5 metri di lunghezza) con un'armatura costituita da una serie di placche che correvano dal collo fino a tutto il dorso. Il suo peso da adulto poteva raggiungere le 2 tonnellate; la sua altezza era di circa 2 metri. Sulla coda, invece, era presente una serie di lunghi aculei che sporgevano all'infuori. Altre due grosse spine con tutta probabilità si trovavano sulle scapole. È nota anche una possibile specie nordamericana di questo animale, K. longispinus.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:21
 
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Ophtalmosaurus





Ophtalmosaurus (che significa "occhio di lucertola" in greco) è stato un ittiosauro del medio-tardo giurassico (165-145.000.000 di anni fa), così chiamato per i suoi occhi estremamente grandi. Aveva un corpo lungo circa 4 metri a forma di delfino. Le specie più note sono la Ophtalmosaurus icenicus e la Ophtalmosaurus discus. Importanti reperti fossili di questo genere sono stati ritrovati in Europa, Nord America e Argentina.[1]


Occhi grandi e muso sdentato



I membri di questo genere erano caratterizzati da un corpo simile a quello dei tonni, compatto e idrodinamico; le pinne dorsali e caudali erano molto sviluppate in altezza, come si evince dalla curvatura delle vertebre caudali, mentre le zampe, trasformate in strumenti simili a pagaie, erano piuttosto corte e arrotondate, al contrario di quelle di altri ittiosauri. Le caratteristiche che rendevano unico l'oftalmosauro, però, risiedevano nel cranio: lungo e sottile come quello dei suoi parenti, era però sostanzialmente privo di denti e dotato di orbite gigantesche; in rapporto alle dimensioni, l'oftalmosauro (il cui nome significa "rettile occhio") aveva gli occhi più grandi di qualsiasi altro vertebrato. Probabilmente l'oftalmosauro dava la caccia a piccoli pesci dopo lunghi inseguimenti; le prede venivano inghiottite intere.

Specie



Di questo ittiosauro si conoscono varie specie, diffuse soprattutto nel Giurassico: tra le più note, O. icenicus dell'Inghilterra e O. discus degli USA, a volte classificata in un genere a parte (Baptanodon). Nel Cretaceo il genere diviene molto raro e scompare dopo pochi milioni di anni. Tra le ultime specie note da ricordare O. cantabrigiensis, sempre dell'Inghilterra.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:22
 
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Seismosaurus hallorum





Sebbene fosse quasi identico al suo parente Diplodocus, il Seismosaurus (rettile terremoto) era molto più lungo. Le sue ossa furono scoperte nel 1979 nel Nuovo Messico, ma solo sei anni dopo si capì che appartenevano a una nuova specie di sauropode. È vissuto circa 120 milioni di anni fa, nel Cretaceo inferiore, nel Nuovo Messico (USA)

Il "dinosauro scuotiterra"



Lo scopritore Gillete che per primo descrisse il Seismosaurus stimò che potesse raggiungere 54 metri di lunghezza (paragonabile con la lunghezza stimata, altrettanto enorme, dell'Amphicoelias fragillimus) e pesare 140 tonnellate, ma successive stime ne hanno diminuito tale misura, comunque pare che potesse superare le 110 tonnellate di peso; alcune stime più prudenti e recenti sono di circa 33 metri di lunghezza e 30-50 fino a 80 tonnellate di peso ma non si può escludere che potesse raggiungere dimensioni maggiori, come sopra indicato, tenendo conto dell'età e la naturale variabilità intraspecifica. Viste le enormi dimensioni si decise di chiamarlo "rettile terremoto" poiché di sicuro quando camminava tutto tremava. Il seismosauro aveva un corpo tozzo a forma di barile, una testa piccola posta in cima a un lungo collo e una coda incredibilmente lunga. Con la sua lunga coda questo enorme dinosauro poteva spazzare via qualsiasi predatore. La sua colonna vertebrale era robusta e flessibile e dei forti tendini, simili ai cavi d'acciaio dei ponti, dovevano aiutare i muscoli a sorreggere l'intero scheletro. Quando fu scoperto lo scheletro di questo dinosauro, vennero trovate tutto attorno oltre 200 pietre levigate. Erano dei gastroliti che il seismosauro aveva nello stomaco per facilitare la digestione.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:23
 
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CRETACEO



Acrocanthosaurus atokensis





Acrocanthosaurus ("lucertola dall'alta colonna vertebrale") è un genere di dinosauri teropodi diffuso nell'attuale Nordamerica durante i periodi dell'Aptiano e del primo Albiano agli inizi del Cretaceo. Come molti generi di dinosauri, Acrocanthosaurus contiene un'unica specie, A. Atokensis. I suoi resti fossili sono stati ritrovati principalmente negli stati dell'Oklahoma e del Texas, sebbene le zanne attribuite all'Acrocanthosaurus siano state rinvenute nella parte orientale del Maryland.

Acrocanthosaurus era predatore bipede. Come suggerisce il nome, è soprattutto noto per l'altezza della sua spina dorsale, che molto probabilmente manteneva una sporgenza muscolosa oltre la schiena, il collo ed i fianchi dell'animale. Acrocanthosaurus era uno dei teropodi più grandi, era infatti lungo circa 12 metri e pesava più di 6 tonnellate. Alcune grandi impronte rinvenute in Texas potrebbero essere state lasciate dall'Acrocanthosaurus, nonostante non ci sia una corrispondenza diretta con la forma ossea. Recenti scoperte hanno portato alla luce più dettagli circa la sua anatomia, permettendo tramite studi specializzati di rilevare la forma del suo cervello e la funzione degli arti. Comunque è ancora aperto un dibattito a proposito dei suoi rapporti evoluzionari, poiché mentre alcuni scienziati lo classificano come allosauro, altri ritengono sia un carcarodontosauride. Acrocanthosaurus, come già detto, era il più imponente teropode del proprio ecosistema e probabilmente un super-predatore che probabilmente si cibava soprattutto di sauropodi ed ornitopodi.

Descrizione




Malgrado fosse leggermente più piccolo di alcuni rettili come il Giganotosaurus, Acrocanthosaurus è stato uno dei maggiori teropodi mai esistiti. L'individuo maggiore da noi conosciuto misurava infatti 12 metri di lunghezza dalla testa alla punta della coda e pesava secondo le stime circa 6,2 tonnellate. Il suo cranio era singolarmente lungo 1,3 metri . Esso, come in molti altri allosauridi, era lungo, basso e stretto. La sua finestra antiorbitale (ovvero l'apertura davanti all'orbita dell'occhio) era abbastanza larga, più di un quarto della larghezza del cranio e di due terzi della sua altezza. La superficie esterna della mascella e la superficie superiore dell'osso nasale non erano grandi come quelle del Giganotosaurus o del Carcharodontosaurus. Creste basse sporgevano dalle ossa nasali, ricoprendo ogni lato della mascella fino alla narice posteriore all'occhio, dove continuavano in corrispondenza delle ossa lacrimali. Questo è un aspetto che accomuna tutti gli allosauridi. Diversamente da Allosaurus, Acrocanthosaurus non aveva una cresta prominanete sull'osso lacrimale davanti all'occhio. Le ossa lacrimali e postorbitali si incontravano invece a formare un ispessimento della fronte oltre l'occhio, come già visto nei carcarotontosauridi ed i non imparentati abelisauri. Diciannove denti curvi e serrati ricoprivano ogni parte della mascella , ma non si hanno dati certi sulla struttura della mandibola. I denti di Acrocanthosaurus erano più grandi di quelli di Carcharodontosauruse non presentavano la struttura rugosa che caratterizzava i carcharodontosauri. La dentatura era saldata al bordo della fronte e come in Gigantosaurus presentava una spessa sporgenza orizzontale sulla superficie esterna dell'osso sovrangolare della mandibola, sotto l'articolazione con il cranio.
Rappresentazione artistica di Acrocanthosaurus atokensis.

Il particolare più rilevante di Acrocanthosaurus è la disposizione dei processi ossei, situati sulle vertebre del collo, sulla schiena, i fianchi e la punta della coda, che era alta circa 2,5 volte l'altezza delle vertebre da cui nasceva. Anche altri dinosauri avevano grandi vertebre sulla schiena, a volte molto più larghe di quelle di Acrocanthosaurus. Per esempio Spinosaurus aveva processi ossei alti circa 2 metri, circa dodici volte più alti del corpo delle proprie vertebre. Piuttosto che sostenere una pelle "leggera" come già visto in Spinosaurus, le vertebre inferiori di Acrocanthosaurus possedevano articolazioni per muscoli poderosi come quelli del moderno bisonte, che andavano probabilmente a costituire un'alta, spessa cresta sulla sua schiena. La funzione dei processi spinosi resta sconosciuta, anche se potrebbero essere state utilizzate per la comunicazione dell'animale, come deposito di lipidi o per il controllo della temperatura corporea. Tutte le sue vertebre cervicali e dorsali presentavano prominenti depressioni sui fianchi, mentre le vertebre caudali ne formavano altre più piccole. Queste caratteristiche sono più vicine ai Carcarodontosauridi che ad Allosaurus. A prescindere dalle vertebre, Acrocanthosaurus possedeva un tipico scheletro allosauride. Acrocanthosaurus era bipede, con una lunga e pesante coda che controbilanciava la testa ed il resto del corpo, mantenendo il proprio centro di gravità oltre i fianchi. I suoi arti erano relativamente più corti e robusti di quelli di Allosaurus ma erano comunque simili: ogni zampa possedeva tre artigli. Diversamente da alcuni dinosauri veloci, il suo femore era più lungo della tibia e dei metatarsi il che suggerische che Acrocanthosaurus non fosse un corridore veloce[6]. Come si può immaginare, le ossa posteriori della gamba di Acrocanthosaurus erano proporzionalmente più robuste delle corrispondenti di Allosaurus. I suoi piedi avevano quattro artigli ciascuno e, sebbene questa sia una caratteristica tipica dei teropodi, il primo era più piccolo rispetto ai restanti e non era a contatto con il suolo.

Classificazione e sistematica



Acrocanthosaurus è classificato nella superfamiglia Allosauroidea all'interno dell'infraordine Tetanurae. Questa superfamiglia è caratterizzata da creste pari sulle ossa nasali e lacrimali sulla parte superiore della bocca e da grandi processi ossei sulle vertebre cervicali, tra le altre caratteristiche. Acrocanthosaurus fu originariamente piazzato nella famiglia Allosauridae insieme ad Allosaurus, ipotesi supportata da molti studi recenti[1]. Altri scienziati lo classificano come membro della relativa famiglia Carcharodontosauridae. All'epoca della sua scoperta, Acrocanthosaurus e molti altri grandi teropodi erano classificati in base a pochi ritrovamenti frammentari, fondamentali per la classificazione altamente incerta di questo genere. J. Willis Stovall e Wann Langston Jr. lo assegnarono per primo alle "Antrodemidae," equivalente di Allosauridae, ma nel 1956 fu trasferito alla sottocategoria dei Megalosauri da Alfred Sherwood Romer. I lunghi prolungamenti delle sue vertebre suggerirono ad altri esperti un legame con Spinosaurus Quest'idea di Acrocanthosaurus come spinosauride rimase invariata negli anni'80,[ e fu diffusa nei libri semi-professionali sui dinosauri dell'epoca. Quando nel 1988 alcune vertebre molto simili a quelle di Acrocanthosaurus(risalenti all'inizio del Cretaceo) furono rinvenute in Inghilterra, Gregory S. Paul le catalogò come appartenenti ad una seconda specie del genere, A. Altispinax. Quest'ultimo era un teropode altrimento noto conosciuto solo per la dentatura, così l'insufficienza di analogie portò diversi tassonomi a considerare Altispinax sinonimo di Acrocanthosaurus. Queste vertebre furono più tardi ricondotte al nuovo genere Becklespinax, distinto sia da Acrocanthosaurus che da Altispinax. Se Acrocanthosaurus fosse stato un allosauride, avrebbe dovuto essere maggiormente connesso a generi del Giurassico come Allosaurus e Saurophaganax. Queste analisi cladistiche che lo collegarono ai Carcarodontosauridi lo classificano di solito in una posizione di base vicina al Carcharodontosaurus africano e al Giganotosaurus del Sud America cedente. Ciò suggerisce che la famiglia sia nata in Europa e si sia dispersa nei continenti meridionali (all'epoca uniti nel supercontinente Gondwana). Se Acrocanthosaurus era un Carcarodontosauride, ciò significa che la famiglia si sia dispersa anche nel Nordamerica È noto che i Carcarodontosauri vissero nella prima parte del medio Cretaceo.
Scoperta e denominazione
Ricostruzione dello scheletro di Acrocanthosaurus (NCSM 14345) al Museo di Scienze Naturali del North Carolina.

Acrocanthosaurus è così chiamato per l'altezza della sua spina dorsale, dal greco ακρα/akra ('alto'), ακανθα/akantha ('spina' o 'colonna') e σαυρος/sauros ('lucertola'). Fino ad ora esiste un'unica specie (A. atokensis), che prende nome dalla Contea di Atoka in Oklahoma, dove furono rinvenuti i reperti originali. Il nome fu coniato nel 1950 dai paleontologi statunitensi J. Willis Stovall e Wann Langston Jr. Langston aveva proposto il nome "Acracanthus atokaensis" per il genere e la specie nella sua tesi di laurea mai pubblicata del 1947, ma il nome fu mutato in Acrocanthosaurus atokensis per motivi formali.

L'olotipo ed il paratipo (OMNH 10146 ed OMNH 10147), entrambi descritti nel 1950, consistono in due scheletri parziali ed un frammento di cranio ritrovati nella Antlers Formation in Oklahoma. Due reperti molto più completi vennero descritti negli anni'90. Il primo (SMU 74646) è uno scheletro parziale, mancante di parte del cranio, recuperato dalla Twin Mountains Formation in Texas ed attualmente custodito nella collezione del Fort Worth Museum of Science and History. Uno scheletro ulteriormente completo (NCSM 14345, soprannominato 'Fran') fu trovato nella Antlers Formation dell'Oklahoma da collezionsti privati, preparati dal Black Hills Institute in South Dakota, ed è attualmente ospitato nel North Carolina Museum of Natural Sciences a Raleigh. Il reperto è l'integerrimo ed include un cranio completo ed alcuni arti. I frammenti ossei di OMNH 10147 sono all'incirca della stessa taglia di quelli di NCSM 14345, quindi appartneenti ad un animale della stessa taglia, mentre l'olotipo ed SMU 74646 sono molto più piccoli.

Acrocanthosaurus avrebbe potuto essere identificato già sulla base dei reperti parziali rinvenuti in Oklahoma and Texas. Un dente scoperto a sud dell'Arizona è stato riconosciuto come dello stesso genere, e sono state trovate corrispondenze con le impronte dentarie dei sauropodi rinvenuti nella stessa area. Molti denti trovati nella Arundel Formation del Maryland sono stati descritti come quasi identici a quelli di Acrocanthosaurus e potrebbero rappresentare una variante orientale del genere. Anche molti altri denti e teschi da varie formazioni geologiche ad ovest degli Stati Uniti sono stati ricondotti ad Acrocanthosaurus, ma molti di questi sono stati identificati in maniera errata.

Paleobiologia


Funzione degli arti anteriori

Come quelli della maggior parte degli altri teropodi non volatili, gli arti anteriori di Acrocanthosaurus non toccavano il suolo e non erano utilizzati per la locomozione; invece svolgevano una funzione predatoria. La scoperta di un arto completo (NCSM 14345) ha permesso le prime analisi riguardo alla funzione e al grado di movimento degli arti di Acrocanthosaurus. Gli studi riguardarono le superfici ossee che avrebbero dovuto essere articolate con altre ossa per determinare quanto lontano si sarebbero potute muovere le giunture senza una dislocazione. Molte articolazioni non combaciavano perfettamente con la forma delle ossa, il che indica la presenza di cartilagine al loro interno, come visto negli archeosauri. Tra gli altri esiti, lo studio suggerì che, in posizione di quiete, gli arti anteriori dovevano essere sostenuti dalle spalle, con l'omero volto leggermente verso l'interno, il gomito piegato, e gli artigli rivolti al centro.

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Amargasauro






Lunghezza: fino a 10 metri

Peso: fino a 9 tonnelate

Tipologia: Erbivoro

Alimentazione: Vegetazione del Cretaceo

Periodo: Cretaceo Inferiore, 115 milioni di anni fa

Luogo: Sud America, in particolare l' Argentina

L a caratteristica principale dell' Amargasauro, era la doppia fila di pinne ossee, che probabilmente sostenevano una vela di pelle percorsa da capillari, che probabilmente avevano come funzione di scambio termico. La testa, non molto grande, come tutti i Sauropodi, aveva una bocca con tipici denti da erbivoro, adatti a strappare e masticare la vegetazione del Cretaceo. Il collo, corto, aveva come particolarità, una curvatura delle vertebre orientate verso il basso, che costringera l' Amargasauro a tenere la testa molto vicina al suolo. Il corpo, che era la parte più ingombrante dell'animale, era percorco dalle spine dorsali, che cominciavano dal collo per terminare nella coda allungata.

Gli arti anteriori, erano potenti e in grado di sostenere il peso dell' animale. Quelli posteriori, anch' essi muscolosi e massicci, erano leggermente più lunghi di quelli anteriori. Entrambi gli arti terminavano con cinque unghioni. Il primo ritrovamento, risale ai primi del 1980, ma vennero classificati solo nel 1991 dal paleontologo argentino Josè Fernando Bonaparte. In Argentina, sono stati ritrovati molti dinosauri, tra cui, anche l' Amargasauro, ma il dinosauro più grande è stato l' Argentinosauro, con i suoi 45 metri di lunghezza e quasi 100 tonnellate di peso.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:24
 
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Baryonyx walkeri





Il barionice (Baryonyx walkeri) era un dinosauro carnivoro vissuto nel Cretaceo inferiore (circa 120 milioni di anni fa) i cui resti fossili sono stati ritrovati in Inghilterra meridionale.
Indice

La scoperta



Nel 1983 William Walker, un cercatore di fossili dilettante, fece una scoperta sensazionale. Sepolto in una cava del Surrey, in Inghilterra, trovò i frammenti di un enorme artiglio ricurvo, grosso come il piede di un uomo. Quando gli esperti del British Museum si recarono sul posto e cominciarono a studiare il giacimento, scoprirono uno scheletro di dinosauro lungo 8,5 mt. fino a quel momento sconosciuto, che tre anni dopo fu descritto come Baryonyx walkeri in onore di Walker. Il nome del genere significa "pesante artiglio". La scoperta segnò un rinvigorimento dell'interesse per i ricchi giacimenti inglesi del Cretaceo inferiore, e tutt'oggi è considerata una delle più importanti avvenute in Europa nel '900.

Una testa da coccodrillo



Immaginando un coccodrillo alto come un orso polare in piedi e lungo come un autobus, si può avere l'idea di come dovesse apparire il barionice. Dinosauro carnivoro, il barionice aveva una testa lunga e piatta con una piccola protuberanza sulla cima. Il cranio era completamente diverso da quello degli altri teropodi carnosauri. Il muso era lungo e basso, con uno strano profilo da coccodrillo. I denti acuminati erano presenti in misura doppia rispetto agli altri dinosauri carnivori.

Finora sono state rinvenute le ossa di solo metà scheletro di questo carnivoro, probabilmente appartenenti ad un esemplare subadulto, tuttavia i paleontologi hanno ricostruito i pezzi mancanti e li hanno montati assieme a quelli trovati. Il risultato è lo scheletro di un essere davvero particolare. Sono state trovate pochissime ossa della coda del barionice, ma gli scienziati sono riusciti a ricostruirla basandosi sulla forma della colonna vertebrale. Come molti altri dinosauri carnivori, anche questo dinosauro aveva una coda affusolata con cui si bilanciava quando correva sulle zampe posteriori. Il collo era lungo e muscoloso, ma le vertebre implicano una strana conformazione, assente in altri dinosauri carnivori, e forse il collo non poteva essere piegato a "S".

Il grande artiglio



Il barionice aveva le braccia più lunghe della maggioranza dei dinosauri carnivori. Il grande artiglio ricurvo era posto sul primo dito delle zampe anteriori, e doveva essere un'arma formidabile. Pur essendo stata ipotizzata una postura quadrupede, la conformazione degli arti anteriori smentisce questa ipotesi. Le lunghe mascelle del Baryonyx erano dotate di denti acuminati. Quelli più grossi erano posti nella parte anteriore della bocca, mentre posteriormente c’erano dei denti più piccoli. Il Baryonyx li usava probabilmente per "impalare" la preda prima di inghiottirla.

Un dinosauro pescatore?



Gli scienziati hanno trovato una testimonianza che il Baryonyx si nutrisse di pesce. Alcune scaglie di un pesce fossile, il Lepidotes, sono state infatti trovate vicino alla sua gabbia toracica, insieme ad alcuni resti di ornitomimosauro. Questo significa che l'ultimo pranzo di questo dinosauro fu costituito anche da pesce. Il Baryonyx aveva diversi modi per catturare il pesce. Il grosso artiglio della mano poteva essere un ottimo "amo" da pesca. Forse il dinosauro aspettava pazientemente in mezzo all'acqua bassa, pronto a scattare. Quando un pesce gli nuotava vicino subito lo infilzava, un po' come fanno i grizzly attuali in Nordamerica.

Un'altra ipotesi sul suo modo di nutrirsi riguardava il muso da coccodrillo. Il suo profilo sembra costruito apposta per trattenere il pesce, ma potrebbe anche essere stato utile per cibarsi di animali morti, inoltrandosi nelle viscere delle carcasse. In questo senso, il barionice potrebbe essere stato anche uno "spazzino", analogo agli attuali sciacalli e iene.

Distribuzione e parentele



Oltre al ritrovamento inglese, è stato rinvenuto un teschio parziale di barionice anche in Spagna, probabilmente appartenente alla medesima specie. In Niger sono stati rinvenuti resti frammentari (principalmente un altro grande artiglio e una parte di mascella) di un esemplare che potrebbe essere appartenuto allo stesso genere della forma inglese. Evidentemente il barionice doveva essere un animale abbastanza diffuso. Nel 1999, Paul Sereno descrisse un altro animale simile, proveniente anch'esso dal Niger, e lo chiamò Suchomimus tenerensis. Le dimensioni di questo animale raggiungevano i 13 metri contro i 10 del Baryonyx, ma l'aspetto doveva essere molto simile; per questo motivo, molti paleontologi ritengono che Suchomimus e Baryonyx siano congenerici. Altri resti frammentari, rappresentati da un pezzo di artiglio, provengono dall'Australia. I parenti più stretti del barionice vanno ricercati tra gli spinosauri (Spinosauridae), grandi teropodi forniti di vela dorsale, come lo Spinosauro.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:25
 
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Carcharodontosaurus saharicus





Questo dinosauro visse tra 115 e 95 milioni di anni fa, nel Cretacico inferiore, in un'area che copriva quasi totalmente il Nordafrica. All'epoca questa parte dell'Africa non era occupata dal deserto del Sahara come ai nostri giorni, ma da enormi piane alluvionali e paludose simili a quelle del Nord America e dell'Asia Centrale dello stesso periodo. Secondo le recenti classificazioni, i Carcharodontosauridae (tra cui Carcharodontosaurus saharicus, Giganotosaurus carolinii e, forse, Acrocanthosaurus atokensis) sono un cosiddetto "gruppo monofiletico", e hanno antenati in comune sia con gli Allosauridi che con i Teropodi aviani.

Un gigante agile e veloce


Secondo le ricostruzioni più probabili, basate sull'anatomia di altri Allosauri, il Carcharodontosaurus (rettile dai denti di squalo) fu uno dei più grandi predatori che abbiano mai calcato il suolo terrestre: pesava probabilmente fino a 8 tonnellate. Aveva la corporatura snella propria dei Carnosauri, con la coda lunga ed il collo moderatamente lungo e forte; le zampe posteriori possenti erano tipiche dei Teropodi, così come le zampe anteriori sviluppate, con mani a tre dita dotate di artigli enormi; e soprattutto un cranio dotato di denti lunghi anche 12 centimetri. Il cranio ritrovato da Paul Sereno misura un metro e sessantatré centimetri di lunghezza.

In sintesi, questo animale raggiungeva gli 11 metri di lunghezza, 3.3 m di altezza alla spalla (per la sottospecie saharicus); quasi 13 metri di lunghezza, 3.8 m di altezza alla spalla per quanto riguarda la sottospecie iguidensis.

Nonostante le dimensioni, questo predatore doveva essere alquanto svelto ed agile, e soprattutto straordinariamente potente. Era probabilmente capace di prodursi in scatti che potevano proiettare il suo enorme peso ad una velocità di 30 o 40 chilometri all'ora, per poi piombare addosso alla sua preda con una forza di impatto devastante. il Carcarodontosauro avvinghiava la sua preda grazie alle potenti zampe anteriori e vi si ancorava, mentre ne dilaniava le carni grazie a decine di denti taglienti.
Superpredatore del Nordafrica


È probabile che questo grande Carnosauro si sia evoluto per dare la caccia ai sauropodi che, nel Cretaceo Inferiore, ancora prosperavano in quella parte del mondo. Tra le sue prede c'erano forse i Rebbachisaurus (R. garasbae, Lavocat 1954), sauropodi da 20 metri di lunghezza ritrovati nelle stesse zone del Carcarodontosauro; di sicuro la sua dieta includeva Ornitopodi come Ouranosaurus. Forse, un suo feroce coetaneo del tempo, il Sarchosuchus, lottava spesso col dinosauro per la stessa preda. Il carcarodontosauro era quindi un superpredatore temibile ed efficace e molti paleontologi, in seguito ai ritrovamenti di Paul Sereno del ‘95, hanno annunciato trionfalmente di aver trovato il più grande e potente predatore della storia del pianeta Terra. Probabilmente quest'affermazione è stata lanciata allo sbaraglio con eccessiva fretta, perché la realtà è un po' diversa: è vero che il carcarodontosauro era enorme, però le sue dimensioni in realtà non erano particolarmente superiori a quelle di altri grandi theropodi, come Tyrannosaurus rex, Giganotosaurus carolinii ed altri , ma semplicemente comparabili, e probabilmente inferiori al contemporaneo Spinosaurus aegyptiacus. Di certo possiamo dire, però, che il carcarodontosauro fu uno dei più grandi Carnosauri mai rinvenuti.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:25
 
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Deinonychus antirrhopus





Il Deinonico (Deinonychus antirrhopus) era un dinosauro carnivoro di medie dimensioni (lungo 3 m e alto 1.5 m) caratteristico del Cretaceo inferiore nordamericano (Montana).
Indice


Dinosauri a sangue caldo?



Questo animale riveste una fondamentale importanza nella ricerca scientifica, in quanto la sua scoperta, avvenuta negli anni sessanta per opera di John Ostrom, ha contribuito in maniera determinante alla formulazione della teoria dei dinosauri a sangue caldo. Zampe lunghe, coda rigida a controbilanciare il peso del corpo, denti acuminati e, soprattutto, formidabili artigli sulle zampe posteriori: queste le principali caratteristiche che fanno di Deinonychus uno dei predatori principali e più letali della sua epoca.

Ostrom interpretò l'anatomia del D. antirrhopus come quella di un animale agile, scattante, attivo. Tutte caratteristiche che si ritengono molto rare nei rettili, ma diffuse tra uccelli e mammiferi. Le zampe di Deinonychus per vari aspetti ricordano quelle dello struzzo, un animale molto veloce e buon corridore. Tutte queste caratteristiche lasciavano intendere che questo animale fosse endotermo, come i mammiferi e soprattutto gli uccelli (fu proprio Ostrom a rilanciare l'ipotesi che i dinosauri siano strettamente imparentati con gli uccelli), perché un animale così piccolo non avrebbe potuto mantenere a lungo il calore accumulato.

La scoperta di Dromeosauri con penne e piume ha confermato questa ipotesi, visto che una struttura d'isolamento termico così complessa sarebbe stata inutile per un animale a sangue freddo.

Un predatore che cacciava in gruppo?




L'arma principale di questo predone si trovava sul secondo dito della zampa posteriore, ovvero un gigantesco artiglio ricurvo (da cui il nome che letteralmente significa: artiglio terribile). Questo "falcetto" era tenuto normalmente sollevato dal terreno, ma quando il Deinonychus si avventava su una preda, un tendine provvedeva a proiettarlo in avanti, imprimendogli una forza tale da squarciare la carne della vittima. Secondo un'interpretazione nata negli anni '70-'80 del XX secolo, questo animale era solito cacciare in gruppi. In ben due siti si sono rinvenute le ossa di un gruppo di questi predoni intorno allo scheletro di un erbivoro molto più grande di loro, l'ornitopode Tenontosaurus. Vi è una certa probabilità che i carnivori avevano accerchiato il grosso animale, questo si era difeso e, prima di soccombere, aveva ucciso alcuni dei suoi assalitori.

Nel primo caso 4 Deinonychus sarebbero morti per predare un Tenontosaurus, nel secondo 18 scheletri di Tenontosaurus sono stati rinvenuti con più denti di più Deinonychus e una carcassa di un esemplare.

Nel mondo attuale è molto improbabile che un predatore venga ucciso da una preda, ma è rarissimo il caso che una singola preda uccida ben 4 predatori. Inoltre gli scheletri dei Deinonychus morti sono prevalentemente sub adulti, mostrano segni nelle ossa ipotizzabili come derivanti da predazione e in uno di questi è stato rinvenuto un artiglio di un quinto Deinonichus. Analizzando meglio il sito si è formulata l'ipotesi che una decina di Deinonichus, adulti e sub adulti, si sia accalcato attorno alla carcassa di un Tenontosaurus, magari in un periodo di relativa carestia, e abbia lottato per i resti. Gli esemplari più giovani e deboli sarebbero morti, in un momento di frenesia alimentare (che è un fenomeno ben conosciuto per squali, coccodrilli, varani, condor, rapaci, corvidi e raramente anche in canidi).

Nel secondo caso invece si ritiene che il gruppo di Tenontosaurus fosse già morto all'arrivo dei predatori, e probabilmente già in avanzato stato di decomposizione (o almeno, dal grado di conservazione degli scheletri non si può escludere questa ipotesi). I predatori sopraggiunti si sarebbero accalcati attorno alle carcasse ancora mangiabili, un giovane Deinonychus sarebbe stato aggredito da altri predatori (a giudicare dai denti presumibilmente membri della sua stessa specie), ucciso perché probabilmente rivale degli altri e mangiato. In definitiva i reperti fossili non sembrano confermare o escludere un'ipotesi di caccia di gruppo per il Deinonychus (e per i suoi parenti) ma lasciano supporre che questa specie avesse una spiccata tendenza a lottare per il cibo, e che più esemplari condividessero lo stesso territorio. Alcune specie di predatori viventi del resto stabiliscono delle gerarchie in maniera violenta, e uccidono chi le viola, soprattutto in situazioni di stress ambientale.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:26
 
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Giganotosaurus carolinii





Il giganotosauro (Giganotosaurus carolinii) era un dinosauro carnivoro del tardo Cretaceo, vissuto circa 104 milioni di anni fa in Argentina, nel Sudamerica; è spesso considerato il più grande carnivoro terrestre mai esistito[senza fonte], ma recentemente[quando?] questo "record" è stato smentito[senza fonte] riconsiderando le dimensioni dello Spinosaurus aegyptiacus. È possibile inoltre, che alcuni grandi theropodi potessero raggiungere le stesse dimensioni di Giganotosaurus, come Tyrannosaurus rex e Charcharodontosaurus iguidensis. Dal momento che il giganotosauro sembra così simile ai predatori dell'Africa e dell'India i paleontologi si chiesero, alla luce di questa nuova scoperta, se questi continenti fossero ancora uniti nella prima parte del Cretaceo.

Caratteristiche



ll primo esemplare ritrovato, l'olotipo della specie, aveva una lunghezza stimata compresa tra i 12.2 ed i 13 metri (dei quali 180 cm spettavano forse al solo cranio), poco meno di 4 metri al garrese e più per esmplari più grandi, per un peso tra le 6 e le 13,3 tonnellate. Venne rinvenuto un dentale di un grosso esempalre, le stime per l'intero cranio sono di 1,95 metri di lunghezza (contro il cranio di T-rex che misurava 1,55 m). Le dimensioni totali stimate sono di circa 14 metri di lunghezza ed 8 tonnellate, di peso di questo esemplare. Rispetto al Tyrannosaurus rex, Giganotosaurus carolinii, nonostante le dimensioni superiori del cranio, ha una scatola cranica molto più piccola. Il cervello del Giganotosaurus aveva appena le dimensioni di una banana, una regione olfattiva ben sviluppata indica che potesse avere un buon senso dell'olfatto.
Ricostruzione di un cranio di giganotosauro, sono ben visibili le fenestrature del cranio, che riducendo la massa ossea ne alleggerivano il peso

Nelle vicinanze del sito di ritrovamento originale sono stati scoperti fossili di Argentinosauri, suggerendo l'ipotesi che il carnivoro avesse predato questi giganteschi erbivori, probabilmente gli esemplari più giovani.

Dello scheletro dell'olotipo (MUCPv-Ch1), sono stati recuperati frammenti parziali del cranio, delle ossa del bacino, di quelle femorali, e una parte della colonna vertebrale.

G. carolinii deve il suo nome a Ruben Carolini, un cacciatore di fossili dilettante che ne scoprì le ossa nei depositi della Rio Limay Formation in Patagonia, nel 1993. Il nome del genere "Giganotosaurus" deriva dal greco gigas ("gigante"), notos ("vento del sud") e sauros ("lucertola"). Entrambi i nomi furono pubblicati da Rodolfo Coria e Leonardo Salgado nella rivista Nature nel 1995. I fossili originali si trovano al Carmen Funes Museum di Neuquen, Argentina, benché riproduzioni siano comuni.
Disquisizioni su cranio e dimensioni

Contrariamente a quanto si pensa, non esiste alcun cranio completo ed articolato di Giganotosaurus, né di teropodi affini. I crani completi ed articolati che circolano in rete, o sono esposti nei musei, sono ricostruzioni ipotetiche a partire da resti frammentari.

Ad oggi non sappiamo se le stime di Calvo & Coria (2002) siano esatte, ed alcuni paleontologi sostengono che il cranio è stato ricostruito con un’eccessiva inclinazione caudale dell’osso quadrato, ed in tale maniera sia eccessivamente allungato, creando una finestra infratemporale di ampiezza anomala. È sicuro, in base ai resti ritrovati, che il cranio di Giganotosaurus sia superiore al metro, ma non è possibile stabilire al momento una misura certa. Quindi, di conseguenza, le relative dimensioni dell'intero animale non sono basate su riscontri effettivi, bensì su ipotesi derivate dagli scarsi resti rinvenuti. È comunque constatabile che Giganotosaurus fosse un teropode gigante, ma dalle misure effettive del tutto incerte

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:27
 
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Hypsilophodon foxii





L'ipsilofodonte (Hypsilophodon foxii) era un piccolo dinosauro erbivoro (lungo da 1,4 a 2,3 m) appartenente alla famiglia degli Ipsilofodontidi. Il suo nome significa "denti dal bordo alto".

Un ornitopode primitivo



Questo ornitopode del Cretaceo inferiore degli Stati Uniti, dell'Inghilterra meridionale e della penisola iberica era un animale particolarmente primitivo, soprattutto in relazione all'epoca nella quale visse. Lungo non più di 1,7 metri, dotato di lunghe zampe posteriori adatte alla corsa e di un cranio con grandi occhi, l'ipsilofodonte sembra richiamare per certi aspetti i primitivi ornitischi (fabrosauridi ed eterodontosauridi) del Giurassico inferiore, che vissero circa 70 milioni di anni prima.

Un dinosauro arboricolo?



Fino agli anni '60 del secolo scorso, l'ipsilofodonte era ritenuto essere un dinosauro arboricolo. La lunga coda, le piccole dimensioni e le "mani" pentadattile (ossia dotate di cinque dita) facevano supporre un habitat arboreo per questo dinosauro. Ricerche più recenti, però, hanno dimostrato che le zampe anteriori non erano prensili, così come non lo erano quelle posteriori e la coda. In definitiva, Hypsilophodon viveva sul terreno, sfuggendo ai predatori del Weald (la grande pianura cretacea del Nord Europa) grazie alla sua abilità nella corsa. È possibile che il dorso di questo animale fosse rivestito di una leggera corazza dermica.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:27
 
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Ouranosaurus nigeriensis





L'ouranosauro (Ouranosaurus nigeriensis) era un dinosauro piuttosto conosciuto, soprattutto per la sua "vela dorsale" che lo differenzia dalla maggior parte degli altri dinosauri simili. L'ouranosauro, vissuto verso la fine del Cretacico inferiore nella regione attualmente occupata dal deserto del Niger, era un ornitischio ornitopode appartenente agli iguanodonti.

L' Ouranosaurus nigeriensis è stato scoperto nel 1965 durante una spedizione capitanata da Giancarlo Ligabue e Philippe Taquet, ed è stato descritto da quest'ultimo nel 1976. Un calco di questo prezioso scheletro di dinosauro, completo ed in ottimo stato di conservazione è oggi esposto, insieme a numerosi altri reperti ritrovati durante la spedizione, al Museo Civico di Storia Naturale di Venezia.
Il nome del genere deriva dalla parola araba "ourane" (coraggioso, valoroso) che i Tuareg davano ai varani della sabbia. Il nome della specie fa riferimento al paese in cui è avvenuto il ritrovamento.
L'olotipo, MNHN GDF 300, fu trovato negli strati della formazione Elrhaz datati tra il tardo Aptiano e il primo Albiano, cioè risalenti a un periodo compreso tra 112 e 110 milioni di anni fa. Si tratta di uno scheletro quasi completo, con cranio, oggi esposto a Niamey, la capitale del Niger. Altri ritrovamenti comprendono il reperto GDF 381 (un secondo scheletro trovato nel 1972), il reperto GDF 301 (un coracoide) e il GDF 302 (un femore).

Caratteristiche



La particolarità che salta subito all'occhio, vedendo lo scheletro di questo animale, riguarda le spine neurali: estremamente allungate, queste spine raggiungevano, nella regione del dorso, un'altezza di 70 centimetri, e conferivano allo scheletro dell'ouranosauro un profilo simile a quello del bisonte americano. Si è ipotizzata, quindi, la presenza di una sorta di gobba sul dorso dell'animale, anche se è più probabile che ci fosse una specie di "vela" retta da queste strutture. La vela diminuiva in altezza lungo la coda, e probabilmente veniva utilizzata in qualità di scambiatore di calore, o forse come display intraspecifico. Altri dinosauri vissuti più o meno in quel periodo e nei medesimi luoghi avevano una struttura simile (Spinosaurus, Suchomimus, Rebbachisaurus).

Antenato degli adrosauri?



Per il resto, l'ouranosauro rispettava i canoni dei grossi ornitopodi: lungo circa 7 metri, era di medie dimensioni. Gli arti anteriori erano dotati di un pollice - aculeo simile a quello di Iguanodon, ma sembra che fossero meno adatti per la locomozione quadrupede. La probabile rigidità del corpo, data dall'ingombrante "vela", era compensata da un collo estremamente flessibile. Il cranio era piuttosto particolare: al contrario di quello di altri iguanodonti, sembra prefigurare quello dei successivi adrosauridi, con tanto di becco largo e con una piccola struttura ossea in cima al muso. La dentatura, però, è tipicamente da iguanodonte, e forse la somiglianza con gli adrosauri è dovuta a un fenomeno di convergenza evolutiva. Negli stessi luoghi è stato trovato un altro iguanodontide, Lurdusaurus, privo di vela.

Edited by demon quaid - 29/1/2015, 13:28
 
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Psittacosaurus





Psittacosaurus
Stato di conservazione: Fossile


Lo psittacosauro (gen. Psittacosaurus) era un piccolo dinosauro vissuto nel Cretaceo inferiore in Asia.

La lucertola pappagallo



Lungo circa 1,5 - 2 metri, questo dinosauro era un primitivo rappresentante dei ceratopsi, o dinosauri cornuti, comprendenti anche il Triceratops, lo Styracosusus e il Microceratops, che insieme proprio allo Psittacosaurus fu uno dei primi ceratopsidi a comparire sulla Terra. Le lunghe zampe posteriori tradiscono la sua origine bipede, ma il cranio, corto e compatto, è dotato di un becco simile a quello di un pappagallo (da qui il nome "lucertola pappagallo") e di ossa sporgenti delle guance, elementi che si ritrovano nelle forme successive. È comunque improbabile che fosse lo psittacosauro l'antenato diretto dei ceratopsi, dal momento che sembrerebbe essere troppo specializzato. Forse alcune forme simili come Hongshanosaurus sono le più probabili candidate.

Distribuzione



Lo psittacosauro era uno dei dinosauri più diffusi del suo tempo: numerosissmie specie sono note, e i resti fossili abbracciano praticamente tutta l'Asia: si va dal Giappone, alla Siberia, alla Mongolia, alla Cina, alla Thailandia. Le specie più note sono P. mongoliensis, la prima scoperta, e P. sinensis. In Cina, in particolare, sono note molte specie di questo piccolo erbivoro, e recentemente è avvenuto un ritrovamento eccezionale che testimonierebbe la presenza, lungo la coda di un esemplare, di strutture simili a piume allungate. Sarebbe la prima testimonianza di questo tipo di strutture nei dinosauri ornitischi. Ancor più di recente, un altro esemplare sembrerebbe aver esteso questa caratteristica anche al dorso. La specie tailandese, P. sattayaraki, sembra essere la più primitiva.
 
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