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Posts written by Falupbis

view post Posted: 1/6/2023, 18:53     “Il buco nero sul Sole”, sensazionalismo a tutti i costi? - Astronomia
Attirare l’attenzione del lettore su un articolo usando un titolo sensazionalistico è sempre una grande tentazione a cui si cede a volte. Ma stavolta ci si è spinti un tantino oltre!

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Esempio di buco coronale osservato sul Sole ai raggi X dal satellite Solar Dynamics Observatory. "Courtesy of NASA/SDO and the AIA, EVE, and HMI science teams."




Lo scorso fine settimana sono apparse sui mezzi di stampa notizie il cui titolo riportava della scoperta sul Sole da parte di un satellite della Nasa (il Solar Dynamics Observatory) di un "buco nero” grande 20 volte le dimensioni della Terra!

Se per molti lettori questi titoli hanno suscitato curiosità, per altrettanti hanno prodotto una certa inquietudine! Infatti, se come dice il titolo stiamo parlando di un buco nero, cioè proprio di quell'oggetto che risucchia a se tutto ciò che gli sta vicino, e posizionato proprio sul nostro Sole (garanzia di vita per Terra) e proprio a due passi dalla Terra...allora ce n'è abbastanza per inquietarsi.

Nulla di più sbagliato. Si, perché il termine buco nero in astronomia ha un significato univoco e non equivoco.


Cosa sono i buchi neri

CITAZIONE
Il buco nero è lo stadio finale dell’evoluzione delle stelle più massicce che, dopo un'esplosione finale detta di supernova, danno luogo alla formazione di una stella di neutroni o, se particolarmente massicce, a un buco nero.

Questo oggetto particolarissimo, successivamente alla sua formazione, accresce la propria massa attraendo a sé, per mezzo della forza di gravità, tutti i corpi celesti che si trovano entro la sua sfera d'azione.


E invece i buchi coronali

Cosa completamente diversa sono i buchi osservati sul Sole e chiamati "buchi coronali". Sono questi il tipo di buchi osservati la scorsa settimana dal satellite della Nasa e poi, a onor del vero, correttamente descritti nella stampa che ne aveva annunciato la scoperta con titoli "discutibili".

I buchi coronali, non sono un'esclusiva del Sole, ma sono presenti in tutte le stelle simili al Sole, o meno massicce. Queste stelle, possiedono intensi campi magnetici che si formano al loro interno con processi magneto-idro-dinamici. Quando questi campi magnetici emergono in superficie, la loro energia magnetica viene dissipata sotto forma di calore che ne riscalda le atmosfere.


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Immagine della corona solare visibile da Terra durante una eclisse totale di Sole. Credit: Bernd Thaller from Graz, Austria




Gli strati più esterni di queste atmosfere vengono chiamati corone ed hanno temperatura fino a milioni di gradi. A motivo di queste altissime temperature esse emettono soprattutto raggi X, che sono nocivi (o letali, dipende dal dosaggio) per la salute umana.

CITAZIONE
La Natura ha dotato la Terra di un’atmosfera in grado di bloccare questi raggi X.

Ed è proprio per questa proprietà dell’atmosfera terrestre che la corona solare non può essere osservata dalla Terra. L’unica circostanza in cui parte ottica della corona è visibile da Terra è durante le eclissi totali di Sole, quando la Luna si frappone esattamente tra Terra e Sole e, bloccando la forte luminosità del disco solare, permette di osservare questo strato esterno simile a una corona, come mostrato in fotografia.


Perché i buchi coronali meritano attenzione


Succede che nella corona solare si possano formare delle regioni a densità e temperatura più bassa che, per un effetto di contrasto visivo, appaiono scure e vengono per questo chiamati buchi coronali.

CITAZIONE
La presenza di buchi coronali non è una novità per il Sole né anticipa eventi catastrofici.

Ciò che rende i buchi coronali degni di attenzione è il fatto che sono sorgente di emissione del vento solare, in particolare di quella componente ad alta velocità (circa 700 km al secondo). Il vento solare è costituito da particelle elettriche, quali protoni ed elettroni, che viene soffiato dal Sole in tutto il sistema Solare.

La particolarità di questo recente buco coronale è che si è formato sul lato del Sole che guarda la Terra, per cui noi ci siamo trovati potenzialmente nella traiettoria del vento solare emesso da questo buco.

Anche in questo caso la Natura ha fornito la Terra di una protezione contro il vento solare, e cioè il campo magnetico terrestre. Ciò che generalmente succede nell'interazione tra vento e campo magnetico terrestre sono le tempeste geomagnetiche, che come effetto visivo producono il fenomeno delle aurore boreali (ma anche australi).


CITAZIONE
Durante le aurore le particelle di vento solare catturate dal campo magnetico terrestre vengono trascinate attraverso la ionosfera producendo, quando perdono parte della loro energia, quella bellissima luminescenza colorata caratteristica delle aurore.

Nel caso presente era prevista una tempesta di intensità G2 (su una scala di 4) definita di intensità moderata. Tuttavia, trovandosi questo buco coronale a latitudini solari abbastanza alte, cioè non esattamente in direzione della Terra, non ha prodotto effetti significativi sulla Terra.


Le sentinelle della Terra

Esiste un programma di "space weather" (meteo spaziale), che consiste nel monitoraggio continuo del Sole da parte di satelliti, finalizzato a individuare, proprio nel momento del loro nascere, fenomeni solari quali buchi coronali o emissione coronale di plasma in modo da prevederne la traiettoria e le possibili conseguenze per la Terra.

Allora, nessun panico! Non ci sono buchi neri che inghiottiranno prima il Sole e poi la Terra con tutti gli altri pianeti. Ciò che si è manifestato sul Sole è stato un buco coronale, fenomeno normale per il Sole, che ha prodotto solo aurore e qualche disturbo in più nei sistemi di telecomunicazione.

Pertanto, concorderete sicuramente che citare nel titolo i buchi neri al posto dei buchi coronali è stato forse un tantino esagerato.


Fonte
view post Posted: 1/6/2023, 18:48     È arrivato un misterioso messaggio “alieno” proveniente da Marte! - Ufo e altri misteri ufologici
Un misterioso segnale di origine artificiale e proveniente da Marte è giunto sulla Terra, questo è il primo step del progetto “A Sign in Space” nato dalla collaborazione di vari enti e artisti.


La sera del 24 maggio ha avuto ufficialmente il via l’interessantissimo progetto “A Sign in Space”. L’idea è stata sviluppata dall’artista italiana Daniela De Paulis in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), del Green Bank Observatory e del SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence). Negli ultimi 4 anni quindi un gruppo di scienziati e artisti si è messo all’opera per simulare un messaggio extraterrestre e osservare la reazione dell’umanità.


Il progetto "A Sign in Space"

Il progetto prevede una performance spaziale che coinvolge la sonda Trace Gas Orbiter, il modulo principale della prima missione ExoMars e 3 radiotelescopi sulla Terra: 2 americani, quello del SETI Institute in California, e il Robert C. Byrd Green Bank Telescope in Virginia, e uno italiano, a Medicina (Bologna), gestito dall’INAF.

In pratica proprio la sera del 24 maggio, intorno alle 21 (ora italiana) la sonda dell’ESA, in orbita attorno al pianeta rosso dal 2016, ha inviato un misterioso messaggio radio criptato che ha raggiunto la Terra dopo appena 16 minuti. Il segnale è stato raccolto dai 3 radiotelescopi terrestri ed ora è in fase di decodificazione.

A breve quindi il messaggio alieno verrà divulgato online tramite la piattaforma del progetto e partirà quindi una vera e propria sfida planetaria per riuscire ad interpretarlo.


A breve partirà la sfida per decodificarlo

Sulla piattaforma interverranno anche Daniela De Paulis e alcuni degli scienziati all’interno del progetto che supporteranno i partecipanti alla discussione anche con dei seminari.

In attesa di questo momento voi come reagireste se davvero arrivasse un messaggio alieno? Secondo voi una possibile civiltà evoluta extraterrestre che cosa potrebbe volerci dire? E invece voi, se poteste comunicare con altre forme di vita aliene che cosa vorreste dirgli?


Il sogno di comunicare con gli alieni

In realtà noi terrestri abbiamo già mandato dei messaggi nello spazio: il famoso messaggio di Arecibo del 1974, in cui in formato binario abbiamo voluto raccontare a dei possibili ascoltatori chi siamo, come siamo fatti sia a livello biologico che estetico, quanti siamo e come poter comunicare con noi. Purtroppo ancora non abbiamo ricevuto nessuna risposta ma magari da qualche parte nell’universo c’è una civiltà in qualche modo simile alla nostra che, come noi faremo a breve, sta cercando di interpretare e capire il nostro messaggio.

Noi rimaniamo ancora in attesa di risposta, nel frattempo ci alleniamo con simulazioni di messaggi “alieni” che ci auto-inviamo dallo spazio, in modo che, se mai dovesse arrivarci un vero messaggio extraterrestre, siamo già preparati ad intervenire per decodificarlo.


Fonte
view post Posted: 1/6/2023, 18:45     Se non c'è ossigeno nello spazio, perché il Sole non si spegne? - Astronomia
Sebbene sia illustrativa, la metafora della grande palla di fuoco non ha molto a che fare con la vera natura del Sole. In senso stretto non è fuoco, non è giallo, non è solido e...un giorno si spegnerà.


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Quando siamo bambini ci spiegano che il Sole è una grande palla di fuoco. È logico, dopotutto, dal nostro punto di vista è una grande sfera gialla che ci dà luce e calore. Inoltre, per migliaia di anni popoli, religioni e persino astronomi hanno pensato la stessa cosa.

Dopo Galileo, Copernico e gli altri scienziati che hanno aggiunto conoscenze sul nostro sistema solare, doveva arrivare il XX secolo con i suoi grandi progressi della fisica e della chimica per dare risposte ad alcune grandi domande.

Una in particolare: se non c'è ossigeno nello spazio, perché il Sole non si spegne? Cosa lo tiene attivo? La spiegazione è arrivata di pari passo con una scoperta in fisica. Niente di meno che la fusione nucleare, cioè l'unione dei nuclei degli atomi in determinate condizioni.

Questo fenomeno è stato osservato e teorizzato per la prima volta negli anni '30, e solo allora si sono potute avanzare nuove ipotesi per spiegare perché il Sole ha bruciato per così tanti milioni di anni senza una fonte esterna che lo alimentasse.

Ed è che il Sole è la propria fonte di energia e funziona come una grande fornace termonucleare. Proprio come le stelle. Cosa significa questo? Il Sole è un milione di volte più grande della Terra, ed è composto per l'80% da idrogeno (H), l'elemento più abbondante nell'universo, il più leggero della tavola periodica, e che è presente in quasi tutta la materia che conosciamo, dalle pietre all'acqua.

Ma la cosa più importante del Sole è la sua massa e la sua forza di gravità. La pressione esercitata dal Sole su se stesso è così grande che gli atomi di idrogeno – che hanno perso i loro elettroni – non hanno altra scelta che unirsi o fondersi, e formare così Elio. L'elio si allontana dal nucleo e si unisce agli elettroni liberi che gli atomi di idrogeno avevano perso. Questa energia arriva in superficie sotto forma di fotoni, che vengono trasmessi dalla radiazione elettromagnetica e sono la luce che ci raggiunge.

"Questa reazione permette di liberare grandi quantità di energia sotto forma di luce e più calore, quindi la zona convettiva, cioè la parte esterna del Sole, si mantiene intorno ai 6000°C, cioè 600 volte la temperatura dell'acqua quando bolle. Pertanto, la radiazione che proviene dal Sole in tutte le sue lunghezze d'onda raggiunge l'intero sistema solare. Non dimentichiamo che la nostra stella è il 99,7% del sistema solare”, spiega Javier Feu, professore di astronomia e fisica. Così, lungi dall'essere una palla di fuoco, il Sole è un'enorme sfera di plasma (uno stato gassoso fluido).

La reazione di fusione nucleare è resa possibile dalla sua gravità, che attrae tutto (compreso il nostro pianeta ed i nostri vicini). È un processo colossale: il Sole fonde non meno di 620 milioni di tonnellate di idrogeno al secondo. È stato così negli ultimi 5 miliardi di anni ed è così che sarà per... sempre?


Il giorno in cui si spegnerà il Sole

È noto che il Sole diventa più luminoso del 10% ogni 100 milioni di anni. Noi, dalla Terra, la vediamo gialla per l'effetto che la nostra atmosfera esercita sugli assi di luce. Ma dallo spazio, il Sole sembra bianco. E sicuramente da altre galassie si vede proprio come vediamo le stelle.

Nonostante questa piccola variazione della sua luminosità, il Sole rimane in costante equilibrio tra la sua forza di gravità, che comprime gli elementi verso il suo nucleo, e la forza dell'energia sprigionata dalla fusione nucleare, che cerca di espanderlo.

Ma sebbene abbia carburante per un po', non sarà eterno. Verrà un giorno in cui questo processo di fusione consumerà completamente tutto l'idrogeno che lo integra. E cosa accadrà quel giorno? Lontano dal modo in cui un incendio si spegne se non ha combustibile, lentamente e dolcemente, qui accadrà il contrario. Man mano che l'idrogeno viene consumato, la pressione al centro del Sole diminuirà.
Senza una massa sufficiente, la superficie del Sole inizierà a espellere sé stessa. “Il Sole inizierà ad espandersi e la sua superficie inizierà a raffreddarsi diventando una gigante rossa”, spiega Feu. La fine del Sole sarà un evento esplosivo, che devasterà il nostro sistema planetario.

"Essenzialmente, Mercurio e Venere saranno colpiti e spazzati via per primi e poi toccherà a noi quando quei venti eroderanno completamente lo scudo magnetico, spazzando via la nostra atmosfera e tutto ciò che si trova al di sotto di essa". Nella sua ultima fase diventerà una nebulosa planetaria. Ma secondo calcoli astronomici, questo evento si verificherà solo tra 4,5 miliardi di anni.


Fonte
view post Posted: 30/5/2023, 17:37     Il Rituale del Boogey Man - Rituali Strani
Pure questo è da prendere con le pinze, per me è sempre una leggenda metropolitana ma, come ho già detto in precedenza è solo un mio parere.
Ma se fosse vero, sarebbe molto pericoloso.


*Che questo rituale sia reale o meno, poco importa. NON ESEGUITELO.



Occorrente:
-3 candele;
-un letto;
-una coperta abbastanza grande bianca;
-un desiderio;
-un armadio.

Premio vs Pericolo:
Se sopravvivete al rituale avrete 6 mesi di fortuna ed un desiderio.
Se malauguratamente perdete, capirete in che modo, il BoogeyMan vi trascinerà nell'oscurità eterna, dove vivrete in agonia.


Procedimento di evocazione:



Iniziate dopo la mezzanotte, da quest'ora lui sarà più attivo.
Mettete a terra le tre candele ed incidete una B in ognuna. Lui capirà che lo state chiamando.
Aprite lievemente la prota dell'armadio di camera vostra in modo che possiate vedere di poco l'oscurità al suo interno.


Accendete le candele e andate a letto dopo aver fatto quel che dovete fate.
Non addormentatevi.
Non copritevi ancora con la coperta.


Dovete dire la seguente frase:


Boogeyman, creator of fear, I am not afraid.
Boogeyman, king of darkness, bring me the dark.
Boogeyman, Boogeyman, I invite you in.



Copritevi immediatamente con la coperta, non fate uscire nemmeno un mignolo da essa. Lui è qui e non può prendervi da sotto le coperte.
Aspettate e restate fermi.
Lui cerchera di spaventarvi, facendo rumore, per farvi uscire dalle coperte.
Dopo 15-30 minuti, dipende da quanto starete calmi e fermi, sentirete una grande presenza vicino al letto.

Rimanete fermi e non uscite dalle coperte.
Dite: Boogeyman, Boogeyman, welcome to my home. I am not afraid, I welcome you here.


Rimanete fermi e con calma ditegli il vostro desiderio.

È ora di mandare via l'entità.
Ditegli sempre da sotto le coperte:

Boogeyman Boogeyman, mother is coming.


Restate fermi. 30 secondi, solo 30.

Adesso siete liberi di uscire. È tutto finito.

Presto o tardi vi troverete davanti quel che avrete desiderato.


Se mentre il Boogeyman è nell'armadio, voi vi spaventate tanto da uscire allo scoperto (o anche solo per andare in bagno).

Restate sotto le coperte. Dite forte:

Mother, mother, I'm afraid!

Questo farà pensare che qualcuno sta arrivando al Boogeyman e lui se ne andrà.


Se perdete al gioco:

Se malauguratamente uscite dalle coperte prime del tempo indicato, non vi coprite bene o una parte del corpo sbuca fuori dalle coperte... beh... siete fregati.
Il Boogeyman afferrerà la zona scoperta e vi trascinerà a forza nell'armadio dove vivrete in agonia per l'eternità.
È una ragione di vita o di morte: RESTATE COPERTI. La coperta è la vostra protezione dal Boogeyman.

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view post Posted: 19/5/2023, 23:57     Novità NASA sulla Luna - Astronomia
La NASA ha annunciato il suo secondo lander lunare nell'ambito del programma Artemis, di ritorno sulla Luna.

Il National Team, guidato da Blue Origin e composto da Lockheed Martin, Boeing, Draper, Astrobotic e Honeybee Robotics, si è aggiudicato la commessa per la realizzazione del Blue Moon lander che sarà utilizzato per la missione Artemis 5. Per ora si prevede l'utilizzo in concerto con il Lunar Gateway che dovrà esser pronto per allora e in grado di far attraccare navicelle. L'investimento della NASA si aggira sui 3.4 miliardi di $, mentre Blue Origin coprirà un altro 50% aggiuntivo del costo totale del progetto, che quindi ai attesta sui 7 miliardi di $.

Questo lander affianca la Moonship di SpaceX (Starship, in versione lunare) che sarà utilizzata per Artemis 3 e 4 e che ha vinto la precedente parte del contratto per un sistema di atterraggio lunare umano (HLS). La zona di atterraggio sarà sempre nei pressi del polo sud lunare, lancio a bordo di un New Glenn previsto per il 2029.
La navicella Blue Moon ha ricevuto un discreto upgrade visivo e tecnico, dall'ultima volta che è stata presentata. 20 tonnellate di carico cargo se in configurazione riutilizzabile e 30 tonnellate nella versione sacrificabile. Ci sarà un volo di test e di atterraggio lunare circa un anno prima del volo con umani, che sarà preceduto da due voli simili ma non coperti dal contratto NASA.

Per i prossimi passi verso la Luna, si prevede che il lancio di Artemis 2, che effettuerà una missione simile alla precedente ma con astronauti a bordo, avverrà a novembre 2024.

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view post Posted: 13/5/2023, 13:22     È italiana l’invenzione per pulire lo Spazio dai detriti dei satelliti - Astronomia

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Pulire lo spazio dai frammenti in orbita che rappresentano la principale minaccia per i satelliti. È l’idea messa a punto da Luca Rossettini, co-fondatore dell’azienda italiana D-Orbit, selezionato tra i finalisti del Premio degli Inventori Europei organizzato ogni anno dell’Ufficio Europei dei Brevetti (Epo)
I punti chiave
Il problema della gestione dei detriti spaziali
36.500 oggetti senza controllo in orbita
Un motore integrato ai satelliti
La selezione tra i finalisti del Premio degli Inventori Europei

Pulire lo spazio eliminando i satelliti non più operativi attivando a distanza dei piccoli propulsori intelligenti: un’idea semplice che però può contrastare l’aumento di pericolosi detriti spaziali. A metterla a punto è stato Luca Rossettini, co-fondatore dell’azienda italiana D-Orbit, che per la sua idea è stato selezionato tra i finalisti del Premio degli Inventori Europei organizzato ogni anno dell’Ufficio Europei dei Brevetti (Epo).

Il problema della gestione dei detriti spaziali
«Se si punta a raggiungere davvero un’economia circolare sostenibile per lo spazio, il problema numero uno sarà la gestione dei detriti spaziali» spiega Rossettini. «Oggi, abbiamo centinaia di frammenti in orbita che rappresentano la principale minaccia per i satelliti. Non sappiamo dove siano. Quindi, ogni volta che si invia un satellite si fa una scommessa di non essere colpiti da nessuno di questi detriti».

36.500 oggetti senza controllo in orbita
Secondo un recente rapporto dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), dal primo lancio di un satellite nel 1957 sono stati inviati nell’orbita terrestre più di 15.000 satelliti. Oltre 600 collisioni, esplosioni e incidenti nello spazio hanno ridotto in pezzi molti di questi veicoli spaziali e sempre l’Esa stima che più di 36.500 oggetti di dimensioni superiori a 10 cm si muovano senza controllo in orbita rappresentando un grande rischio per i satelliti che infatti devono di tanto in tanto modificare l’orbita per evitare impatti. A questo si aggiunge che nei prossimi anni il numero di satelliti aumenterà rapidamente e nonostante esistano regolamenti che obblighino a rimuovere dallo spazio gli strumenti giunti a fine operatività farlo è particolarmente complesso e la quantità di spazzatura spaziale continua ad aumentare.

Un motore integrato ai satelliti
«Si capisce che, se il numero di satelliti continua ad aumentare come ora, non si potrà continuare a scommettere, soprattutto se si desidera costruire un business nello spazio», ha aggiunto Rossettini. Per risolvere il problema l’italiana D-Orbit, una delle aziende leader al mondo nei sistemi di gestione dei satelliti in orbita, ha ideato sotto la guida di Rossettini un piccolo motore, denominato D3, che può essere facilmente integrato ai satelliti prima del lancio e che può essere attivato quando il satellite arriva a fine operatività oppure in caso di malfunzionamenti. Il piccolo ma potente motore - dotato di sistemi propri di propulsione, di carburante, di unità di controllo a distanza e di telecomunicazione - riesce in modo indipendente a modificare l’orbita del satellite portandolo a bruciare nell’atmosfera evitando così che vada alla ’deriva’ col rischio di impattare altri oggetti e aumentare i pericolosi detriti.

La selezione tra i finalisti del Premio degli Inventori Europei
Una soluzione economica offerta alle aziende di satelliti dato che il costo sostenuto per proteggere la missione dall’impatto con oggetti in orbita e della rimozione del satellite a fine vita può raggiungere un decimo del costo totale della missione. Un’idea che ha permesso a Rossettini e alla sua squadra di essere nominati tra i tre finalisti nella categoria “Pmi” del Premio degli Inventori Europei, un riconoscimento dedicato a invenzioni eccellenti brevettate presso l’Epo, i cui vincitori saranno annunciati il 4 luglio a Valencia, in Spagna.


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