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L'atto d'accusa conteneva i nomi di undici persone, dieci donne e un uomo, che appartenevano tutti alla razza ebraica, e l'accusa contro di loro era quella di infanticidio all'ingrosso, deliberatamente pianificato e compiuto senza pietà a scopo di lucro.
Nove furono accusati di vero omicidio, uno di tentato omicidio e l'uomo Yankel Voinarovitch, di aver ospitato i cospiratori e di connivenza con i loro complotti diabolici.
Il numero esatto delle vittime non fu accertato, ma i corpi di 65 bambini, la maggior parte dei quali neonati, furono scoperti, quindi si pensò che fossero molti di più.
La cospirazione fu scoperta per la prima volta in modo puramente accidentale, il 25 giugno 1889. Un uomo di nome Pierre Petkovitch, stava camminando alla periferia di una foresta quando osservò due donne ebree entrare in una parte appartata del bosco.
Un fagotto che portavano attirò la sua attenzione, e seguì le donne finché non incontrò una coppia di pastori, ai quali comunicò i suoi sospetti.
Percependo di essere osservate, le donne si diedero alla fuga, avendo intanto depositato il loro fagotto sotto delle sterpaglie.
I pastori le seguirono e le raggiunsero, e tornati nel luogo dove era stato nascosto il fagotto trovarono un bambino vivo e perfettamente nudo.
Le donne furono consegnate alla polizia, e stavano per essere processate semplicemente per l'abbandono del bambino, quando fu fatta un'altra scoperta molto più orribile.
Il 14 aprile 1890 i corpi di sei bambini, di età compresa tra tre e cinque settimane, furono trovati in un pozzo nero. La polizia allora per la prima volta formulò il sospetto di dover affrontare un caso di infanticidio sistematico su larga scala.
Fu avviata una perquisizione attiva che portò al recupero, entro un mese, dei corpi di non meno di sessantacinque bambini assassinati, che erano stati gettati nei pozzi neri, nascosti negli oscuri recessi della foresta vicina.
Per un po' non si potè trovare traccia dei criminali. Tuttavia, furono adottate misure rigorose per svelare il mistero.
Questa banda di criminali, fu scoperta e portata davanti alle autorità e interrogati sull'argomento, e furono effettuati numerosi arresti tra la clientela di queste donne.
Alla fine furono trovate ben 61 madri, che ammisero di aver dato in allattamento i propri figli subito o subito dopo il parto.
In questo modo venivano rintracciati gli intermediari di queste operazioni clandestine, o gli stessi piccoli allevatori, e questi, una volta arrestati, informavano delle megere israelite che si occupavano di uccidere i bambini.
Mentre queste indagini procedevano, ogni dubbio sulla natura criminale del traffico fu rimosso dall'arresto di un'ebrea di nome Feiga Noskina.
Questa vecchia, che era cieca, in una gelida giornata invernale, accompagnata da un'altra donna, destò sospetti in un poliziotto in quanto aveva un fagotto che portava.
Chiese spiegazioni sul suo contenuto e ricevendo una risposta insoddisfacente, prese entrambe le donne in custodia.
Le donne gridarono aiuto e alcuni dei loro compari, tentarono di salvarle. Diversi altri poliziotti, però, si affrettarono e le donne furono portate in cella, dove nel fagotto furono trovati i resti di un bambino.
La banda operava anche facendo credere alle madri, che i loro figli fossero ancora vivi, cntinuando ad estorcere il denaro, ma senza mai farglieli vedere, tenendole sotto un regime di terrore, minacciandole addirittura per la loro stessa vita.
Fu dimostrato che i membri della banda erano abituati a frequentare la stazione ferroviaria e a prestare i loro servizi alle giovani donne che arrivavano dalla campagna, e la polizia credette che molte di queste ultime fossero consapevoli della vera natura del traffico a cui si prestavano.
Alla capobanda Noskina, vennero attribuiti gli omicidi di 24 bambini. Altre due donne furono accusate dell'omicidio di 18 bambini ciascuna; un altra con 15; due con quattro; due con tre; e Aktesee Kartzenelenbogen, una delle due donne arrestate nel bosco dai pastori, con due omicidi.
Da quando la cospirazione è stata scoperta per la prima volta, tre delle persone accusate sono morte, e gli altri prigionieri sono quindi chiamati a rispondere solo di 48 dei 65 omicidi noti. La durata del procedimento è spiegata dal fatto che sono stati chiamati 275 testimoni. Il caso suscita un enorme interesse.
L'esito del processo per l'uomo e sei delle donne, portò alla condanna ai lavori forzati variabili da 6 a 20 anni.
Della capobanda Noskina, non si hanno notizie certe, ma essendo già vecchia e cieca probabilmente non gli fu inflitta nessuna condanna.