Un Mondo Accanto

Posts written by Talos Munera

view post Posted: 9/3/2011, 15:10     Parliamo di libri - Sala libri horror
Ecco qua il libro che sto leggendo, un pò pesante ma bello:

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Un secolo e mezzo prima della nascita di Cristo, nel cuore del Mediterraneo infuria una guerra spietata. Roma e Cartagine si fronteggiano in una lotta senza quartiere, con la consapevolezza che per gli sconfitti non potrà esserci un destino diverso dal completo annientamento. Mentre gli eserciti si scontrano con ferocia, un delitto minaccia di sovvertire gli esili equilibri che regolano il conflitto. Viriato, eroe della Lusitania, è vittima di un complotto tramato da un pugno di traditori. Tito Vibio Scirpus, soldato cartaginese passato al nemico, rievoca i momenti che precedono la morte del guerriero spagnolo e consegna ai posteri la cronaca degli avvenimenti. Ecco, allora, che sulla linea dell’orizzonte si distinguono gli stendardi delle navi puniche e della flotta romana, al seguito di Scipione Emiliano. I destini della battaglia sono ancora incerti mentre, nella testimonianza di Scirpus, le congiure e i tradimenti che hanno costellato gli eventi bellici si trasformano in un racconto sincero e appassionato. Un diario di campo generoso nel descrivere battaglie e avamposti militari, armi e strategie, amori e rancori di un’epoca che avrebbe plasmato nel sangue il destino dell’impero romano.
view post Posted: 6/3/2011, 22:33     La Lingua Venetica - Lingue Antiche

La Lingua Venetica



La lingua venetica, da non confondersi con l'attuale lingua veneta, era l'idioma parlato dagli antichi Veneti, popolazione indoeuropea stanziata nell'Italia Nordorientale. Della lingua ci sono pervenute iscrizioni che vanno dal VI secolo a.C. alle soglie dell'età romana, nel II secolo a.C. Esempi isolati sembrano prolungarne l'uso nel culto fino al II secolo d.C.

Del Venetico restano numerosissime iscrizioni che provengono in primo luogo da Este, considerato il centro principale della civiltà, e poi da Padova, Vicenza e dalla valle del Piave, ma anche da Trieste e dalla Carinzia. L'ampia area di diffusione ha portato alla formazione di alcune varietà locali, come il venetico alpino, il venetico di Este e il venetico di Padova. Le iscrizioni riguardano soprattutto oggetti votivi o steli funerarie.

Come già detto, il venetico sopravviveva ancora in età romana. Da ricordare, in questo senso, i reperti recentemente rinvenuti sul monte Calvario, ad Auronzo di Cadore: si tratta di oggetti e lamine con iscrizioni del II secolo che evidenziano una mescolanza di elementi latini e venetici.

Gli sloveni Jozko Savli, Matej Bor e Ivan Tomazic hanno sviluppato una singolare teoria, secondo la quale gli odierni sloveni sarebbero i più diretti eredi dei parlanti venetico, tanto da aver proposto la traduzione di alcune iscrizioni venetiche in sloveno arcaico e moderno.

Secondo invece la comunità scientifica - compresa quella slovena - le notevoli somiglianze, di cui parlano unicamente i filologi nazionalisti panslavisti, sono dovute in parte all'appartenenza dei due idiomi alla famiglia indoeuropea ed in gran parte a forzature d'interpretazione degli scarni testi venetici in nostro possesso. Va inoltre considerato, quando si vuole accostare al venetico una specifica lingua slava, come lo sloveno, che questa lingua non si è formata in un'area di contatto con l'area veneta, ma a migliaia di km di distanza. Infatti, all'epoca in cui nel Triveneto si parlava il venetico, gli antenati degli sloveni vivevano ancora nell'area compresa tra le attuali Polonia e Bielorussia. E solo molti secoli dopo la totale estinzione della lingua venetica (avvenuta tra il I e II secolo d.C.), ossia tra la fine del VI sec. e il VII secolo d.C., le prime tribù slave giunsero nei Balcani, dove all'epoca si parlava il latino.

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'alfabeto usato dai veneti è stato definito nord-etrusco, sebbene siano riscontrabili delle particolarità specialmente nella zona di Este e Padova, la più attiva stando agli attuali ritrovamenti. Fu introdotto nel periodo 550-450 a.C., con le inevitabili difficoltà insite nel mutuare un alfabeto usato per un altro sistema linguistico: ad esempio, la lingua etrusca non possedeva le occlusive sonore (/b/, /d/ e /g/), e dunque gli originari segni etruschi ad esse corrispondenti erano ormai in disuso. I Paleoveneti, dunque, per quei suoni dovettero utilizzare rispettivamente i segni greci φ, z e χ, come si vede nell'esempio di testo riportato qui sotto.

L'alfabeto latino usato dai Romani cominciò invece ad affiancarsi a quello veneto attorno al 100 a.C. . Molte lettere dell'alfabeto latino risultano allora identiche a quelle venetiche, appena arrotondate o semplicemente rovesciate. Il venetico infatti si scriveva in modo bustrofedico, cioè con righe scritte alternativamente in direzioni opposte: da sinistra a destra in una riga, da destra a sinistra nella successiva.

Alcuni studiosi ipotizzano che l'alfabeto runico derivi da quello venetico.

Il venetico era una lingua di "tipo centum". Sulla sua relazione esatta con altre lingue indoeuropee si sta ancora indagando, ma la maggior parte degli studiosi concordano che il venetico fosse molto vicino alle lingue italiche. Ormai ampiamente confutata è la tesi ottocentesca di una sua affinità alle lingue illiriche (il cui unico ramo vivente pare sia l'albanese). La maggior opposizione all'affinità del venetico con le lingue italiche, e soprattutto con il protolatino, risultato il suo parente più stretto, si ha perlopiù tra studiosi amatoriali, spinti più da ragioni ideologiche che da serie evidenze scientifiche. La parentela tra latino e venetico viene talvolta messa in dubbio da alcuni nazionalisti sloveni e indipendentisti veneti, per rimarcare la distinzione tra i propri antenati e gli invasori romani.

Il venetico aveva circa sei o sette casi nominali e quattro coniugazioni (analogamente al latino). Sono note circa 60 parole, ma alcune sono prestiti dal latino o dall'etrusco. Molte vengono considerate di origine indoeuropea, p. es. fraterei < PIE *bhraterei = al fratello.

Primo reperto:

* ven. meχo zona.s.to e.φ. vhaφa.i.tśa p|ora.i. .o.p io|roφo.s.
* lat. me donavit ex voto (?) Fabatia Porae ob horna

Secondo reperto: Este, stili reperiti nella stipe di Reitia, verso orig. da dx a sx.
Secondo Giovan Battista Pellegrini, il testo è da interpretare come segue:

* ven. MEGO DONASTO S'AINATEI REITIAI PORAI EGETORA (A)IMOI KE LOUDEROBOS
* lat. ME DONAVIT SANANTI REITIAE PORAE EGETORAE PRO AIMO ET LIBERIS
* it. me donò alla sanante Reitia pora (epiteto) Egetora (la donna che fa il voto) per Aimo e per i figli.

Terzo reperto: Valle di Cadore, manici di brocca, verso originale da dx a sx.
Secondo Pellegrini:

* ven. EIK GOLTANOS DOTO LOUDERAI KANEI
* lat. HOC GOLTANOS ÉDOTO LIBERAE CARAE
* it. questo dono Goltano diede alla cara Libera (divinità).

Una interessante caratteristica della scrittura venetica (presente sporadicamente anche in qualche testo etrusco) è la cosiddetta "puntuazione", vale a dire la messa in evidenza di alcune lettere contrassegnate da un punto prima e uno dopo (se ne vedono alcuni casi nell'esempio sopra riportato). Sostanzialmente, venivano "puntuate" le consonanti non seguite da vocali (per esempio, in zona.s.to, la s seguita immediatamente dalla consonante t) e le vocali non precedute da consonanti (per esempio, in .o.p, il suono o all'inizio di parola). Questa curiosa usanza è importante per la storia dell'alfabeto, in quanto fa vedere come l'alfabeto etrusco-venetico, proveniente (attraverso quello greco) da quello, semitico, del fenicio, fosse dai suoi utenti considerato ancora, al pari di quest'ultimo, più "sillabico" (abugida) che propriamente alfabetico, per cui ogni lettera veniva considerata in realtà una sillaba di forma CV (consonante + vocale), per la qual cosa i segni impiegati in modo diverso (col valore solo di V o di C) andavano considerati "particolari" e come tali da evidenziare




Fonti: Rosso Pompeiano forum

Edited by demon quaid - 10/3/2011, 18:25
view post Posted: 6/3/2011, 22:19     La Lingua Falisca - Lingue Antiche

La Lingua Falisca



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La lingua falisca era parlata dai Falisci, una popolazione italica stanziata nella Tuscia meridionale.

Ci è giunta in un centinaio di iscrizioni, che datano dal VII al II secolo a.C. e che sono scritte in un alfabeto, ora destrorso ora sinistrorso, molto simile all'alfabeto latino. Il segni più caratteristico è la 'F ' che ha una forma tipica, come una freccia in alto.

Come esempio del dialetto possono essere citate le parole scritte sul bordo di un'immagine su una patera, la cui genuinità è stabilita dal fatto che sono state scritte prima che fosse applicato lo smalto: «foied vino pipafo, cra carefo», cioè in latino «hodie vinum bibam, cras carebo» ("Oggi berrò vino, domani mancherò").

Ciò mostra alcune delle caratteristiche fonetiche del falisco, come quanto segue:

1. il mantenimento del mediale 'f' che in latino si è trasformato in 'b';
2. la palatalizzazione della 'd+' 'jod' ('i' consonantica) in un suono denotato soltanto dalla 'i-' (il suono centrale di foied, da fo-died;
3. la caduta della 's' finale, in tutte le occasioni prima di alcuni suoni (cra di fronte al latino cras);

Altre caratteristiche, che appaiono altrove, sono:

1. il mantenimento della labiovelare (falisco cuando = latino quando; rispetto all'umbro pan(n~u);)


Per ulteriori particolari vedere Conway, e V. Pisani: il primo specialmente alle pagg 384-385, dove è discusso il rapporto dei nomi Falisci, e Falerii con l'eroe locale Halaesus (per esempio Ovidio, Fasti, IV 73) e dove è dato motivo per pensare che il cambiamento dell'iniziale 'f' (da un originale del 'bh' o 'dh') in un iniziale 'h' sia stato un contrassegno genuino del dialetto dei Falisci.

Sembra probabile che il dialetto sia durato, benché gradualmente pervaso dal latino, fino ad almeno il 150 a.C.

Oltre ai rinvenimenti trovati nelle tombe, che appartengono principalmente al periodo della dominazione etrusca e che dànno ampia dimostrazione di prosperità materiale e di raffinatezza, i primi strati mostrano residui più primitivi risalenti all'epoca italica. Tantissime iscrizioni che sono costituite principalmente da nomi propri, possono essere considerate come etrusche piuttosto che falische e non sono state considerate nell'analisi del dialetto appena data. Dovrebbe forse essere accennato che esisteva una città Feronia in Sardegna, chiamato probabilmente così da coloni falisci dal nome della loro dea, di cui si è conservata un'iscrizione votiva trovata a Santa Maria in Falleri, una chiesa situata all'interno del sito archeologico Falerii Novi.

Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma, conserva molti artefatti falisci. Altri si trovano al Museo nazionale dell'Agro Falisco di Civita Castellana




Fonti: Rosso Pompeiano forum

Edited by demon quaid - 10/3/2011, 18:25
view post Posted: 6/3/2011, 17:39     L'alfabeto Isiaco - Lingue Antiche

Alfabeto Isiaco



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L'isiaco è un antichissimo alfabeto che pare derivare da un misterioso culto alla dea egizia Iside.
Pare che i suoi simboli siano stati rinvenuti su di una tavoletta che ne rappresentava il testo sacro.

Medioevalmente è stato ripreso, all'epoca era conosciuto da pochi e tenuto segreto, ed usato per redigere documenti segreti ed importanti.

Ecco quì accanto i suoi simboli, li possiamo trovare oggi su antiche pergamene e mescolati ad altri caratteri sconosciuti negli angoli di qualche mappa.

Alcuni di essi, come la "C" e l'"H" sono stati trovati anche incisi su alcuni mattoni della volta di un sotterraneo.


Fonti: Rosso Pompeiano Forum

Edited by demon quaid - 10/3/2011, 18:26
view post Posted: 5/3/2011, 19:32     +2Gli Alfabeti Segreti - Lingue Antiche

Gli Alfabeti Segreti




Studiando leggende di castelli e di tesori è inevitabile imbattersi in strani simboli misteriosi incisi su pietre o su muri, linguaggi incomprensibili codificati su libri e su antiche pergamene.
Nel corso delle nostre ricerche ci siamo imbattuti in "indizi" che potevano celare la posizione di sepoltura di un leggendario tesoro, così come il nome dell'assassino di qualche importante funzionario.

Ovviamente non è sufficiente una semplice codifica capace di abbinare i caratteri segreti alle lettere comunemente conosciute. La soluzione si trova approfondendo ogni particolare, conoscendo bene il contesto della storia e della leggenda che avvolge il messaggio che ci è stato lasciato. Alla base della loro decodifica vi è la crittografia.
Si deve ricordare che la maggioranza degli alfabeti usati nel medioevo hanno origine orientale.


Alfabeto Devanagari
(Sanscrito)



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Uno degli alfabeti più antichi adoperati per la scrittura di mappe di tesori e di documenti particolarmente importanti.

Tramite un complesso sistema di criptografia era possibile indicare in modo semplice e sicuro anche la posizione di eventuali trabocchetti nascosti nel sotterraneo custode del tesoro.


Semplice alfabeto adoperato nel 1500



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Questo alfabeto è, oggi, tra i più banali e semplici. Veniva adoperato abbinato ad un vocabolario di termini invertiti, al fine di aumentarne la confusione. Abbiamo deciso di impaginarlo in questo modo per far risaltare la semplicità di riproduzione.

Immaginate di disegnare il cancelletto del gioco del filetto (quella sorta di diesis tipo '#'). Partendo da sinistra a destra e dall'alto verso il basso incontriamo le lettere dell'alfabeto. Per duplicarne le combinazioni sono alternati i caratteri con pallino e quelli senza.

Da notare che, in questo caso, vengono spostate alcune combinazioni che sarebbero appartenute dalla lettera L in avanti, per essere assegnate a poi alle lettere J e K, dopo l'introduzione di alcuni altri caratteri adoperati per identificare le lettere S, T, U, V e Z.

Alfabeto Runico



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Il nome Runa ha origine scandinava e significa "scrittura segreta". Le rune erano le antiche lettere della scrittura germanica che fecero da base al successivo alfabeto latino.
Le rune venivano incise sull'avorio, il metallo e la pietra. Le pietre runiche erano delle lapidi dedicate ai defunti. Traccie si hanno in Danimarca, Norvegia ed in Svezia e le documentazioni più antiche risalgono al 200 d. C.

Pare che l'origine di questo alfabeto sia da ricercarsi nell'alfabeto etrusco settentrionale, ma sappiamo che le teorie a riguardo si sprecano...
L'importanza che le rune hanno acquisito nei contesti religiosi e magici è data anche dal senso stesso del termine, che significa "segreto, mistero".


Esistono due tipi di alfabeti, uno proveniente dalla Germania, composto da 24 rune raggruppate in 3 gruppi da 8, che è il più antico, ed uno originario della Scandinavia, più recente, ed è composto da 16 rune, raggruppate nella forma 6, 5, 5.
In Inghilterra, ad esempio, il numero di rune è stato aumentato a 33. La runa ha un valore sia fonetico che ideografico, e rappresenta il primo suono della parola.


Alfabeto Ebraico



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Da sempre considerato uno degli alfabeti più adatti a redigere documenti segreti e cabalistici, l'alfabeto Ebraico è stato usato anche per crittografare pergamente considerate preziose per i loro contenuti.

I testi scritti con questi particolari caratteri comprendevano a volte enigmi matematici ed algebrici.

Alfabeto Etiopico



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Non abbiamo la certezza che questo alfabeto sia stato ispiratore di strani sistemi usati per redigere documenti segreti, ma molti simboli simili ai suoi caratteri sono stati rinvenuti tra le pagine di alcuni libri ed il loro significato è tuttora un mistero.

Alfabeto Templare



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In realtà esistono numerosissimi alfabeti inventati dai Templari. Questo è solo un esempio di alcuni caratteri che adoperavano, tra i più diffusi.


Alfabeto Medioevale



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Qui è riportato un tipico alfabeto adoperato durante il basso Medioevo. All'epoca ne esistevano molti e sovente adoperavano simboli molto simili tra di loro.
L'ultimo simbolo non è mai stato del tutto decifrato, aveva vari significati, a seconda delle occasioni.


Fonti: Rosso Pompeiano forum

Edited by demon quaid - 10/3/2011, 18:22
view post Posted: 5/3/2011, 19:26     L'Alfabeto Greco - Lingue Antiche

L'Alfabeto Greco Το Ελλήνικο Αλφάβητο




L'alfabeto greco nacque diversi secoli dopo il crollo della civiltà micenea e il conseguente abbandono del sistema di scrittura miceneo detto "lineare B", usato per trascrivere una forma arcaica di greco. Si tratta di un adattamento dell'alfabeto fenicio che ebbe luogo dopo il medioevo ellenico (circa 1200 a.C.-800 a.C.). L'alfabeto attualmente conosciuto, composto da ventiquattro lettere, è quello ionico, che Atene assunse come alfabeto ufficiale con l'editto di Archino del 403 a.C.

Il cambiamento più evidente rispetto all'alfabeto fenicio, consiste nell'introduzione di segni per rappresentare le vocali, che erano assenti negli alfabeti consonantici semiti, sebbene fossero state introdotte saltuariamente delle indicazioni per la pronuncia vocalica ( matres lectionis).

Α Alfa Β Beta Γ Gamma Δ Delta Ε Epsilon Ζ Zeta
Η Eta ΘTheta Ι Iota Κ Kappa Λ Lambda Μ Mi Ν Ni
Ξ Xi Ο Omicron Π Pi Ρ Rho Σ Sigma Τ Tau Υ Ypsilon
Φ Phi Χ Chi Ψ Psi Ω Omega



α, β, γ, δ, ε, ζ, η, θ, ι, κ, λ, μ, ν, ξ, ο, π, ρ, σ/ς, τ, υ, φ, χ, ψ, ω

Fonti: Rosso Pompeiano forum e appunti miei

(Tutta la mitologia Greca, curiosità clicca qui)


(Ancora altra mitologia, curiosità clicca qui)


(Personaggi importanti, curiosità clicca qui)


(La Lingua Greca, Antica, per saperne di più clicca qui)



Edited by SILVIA13l'angelodellamorte - 22/4/2011, 01:03
view post Posted: 4/3/2011, 21:29     La Lingua Etrusca - Lingue Antiche

La Lingua Etrusca


Alfabeto e Dizionario



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L'alfabeto etrusco deriva da quello greco arcaico degli eubei, introdotto in Italia centrale nel VII secolo a.C., in uso nella colonia greca dell'isola di Ischia presso la città di Cuma.

Il verso della scrittura è bustrofedico nelle più antiche iscrizioni, mentre quelle classiche hanno l'andamento verso sinistra come nel punico. Poche iscrizioni seguono l'andamento da sinistra a destra, e in tal caso i caratteri etruschi sono riflessi. Per separare le parole si scrive un puntino.

* acil = opera.
* ais (plur. ais-e-r) = dio; > aisna = agg. "divino".
* akvil = dono.
* alpan = omaggio.
* alχuvaisera = dono degli dei.
* alumnaθ = donario(?).
* aminθ = amore.
* apa = padre.
* apa nacna = nonno.
* apcar = abacario, contabile.
* aprinθu = patrimonio.
* aska = vaso.
* ati = madre.
* ati nacn(v)a = nonna.
* ati(v)u = mammina.
* atrš (plur. atrš-r) = familiare.
* avil (plur. avil-χva) = anno.
* aχapri = "oinochoe" (tipo di vaso).

C

* camθi/canθe = tipo di sacerdote.
* camθi eterau = "camthi" della <plebe>.
* cana = opera.
* cape = contenitore.
* capra/caper (plur. caper-χva) = recipiente.
* caθra = assemblea (cfr. latino "caterva").
* cel- = terra.
* cela = cella.
* cepen = sacerdote, pontefice.
* ceru- = costruttore, fondatore.
* ceχana = senato(?).
* ceχasie = senatore(?).
* cilθ = tempio.
* clan (plur. clen-a-r) = figlio.
* clanti/clante = figlio adottivo.
* claruχie- = erede.
* cluti (plur. cluti-va) = olla.
* crapis = lettiga cerimoniale.
* culiχna = vaso.
* culs (plur. culs-cva) = porta.
* cver = oggetto, dono sacro.

E

* eisnevc = ufficio divino, pontificato.
* eleiva- = olio; > eleivana = agg. "da olio".
* eprθnevc = "purthanato" (carica politica).
* etera = servo.

F

* falas = palo.
* farθan = genio, forza vitale e creativa.
* fase = polta, polenta (rituale).
* fasena = vaso per la polta, "askos".
* fler (plur. fler-χva) = sacrificio, vittima.
* flere = nume.
* fronta- = fulmine.

H

* harθ = contenuto (da har-)
* hermu = statua.
* hilar = proprietà(?).
* hilarθu = padrone, dominus(?).
* hinθial = anima.
* hiul- = gufo.
* huin- = primavera.
* hupni- (plur. hupni-va) = loculo.
* husrna/huzrna = esercito(?).
* huš (plur. huš-u-r) = ragazzo.

I

* ilacva (plur.) = feste.
* ilucu = periodo (parte del mese?).
* ilθcvav = erede(?).
* išveita/ešvita = giorno seguente.

K

* krankru = gatto, pantera(?).

L

* lasa = ninfa.
* lauχum/lauchum= re, lucumone.
* lautniθa/lautnita = liberta.
* laut(u)n = famiglia, gens.
* lauθni = liberto.
* leu = leone, leonessa.
* leχtumuza = aryballos (tipo di piccolo vaso).
* λιγῦν= salpinx,tromba Launeddas
* lur(i) = ornamento.
* luθ (plur. luθ-cva) = campo.

M

* macstrevc = comando militare.
* mal(e)na = specchio.
* manim = monumento.
* mariš = schiavo.
* marni = magistratura.
* maru = marone (tipo di magistrato).
* mar(u)nuχ = maronato.
* marunuχ spurana = maronato civico.
* marunuχ paχanati/paχaθura = maronato del collegio bacchico.
* matan = nome di festa, azione sacra particolare.
* mean = infanzia, giovinezza.
* meθlum = città capitale, testa del fegato.
* meχ = lega.
* mlesie = collina(?).
* munθ = ordine, ornamento.
* mula/mulauc = carica politica.
* mulaθ = colui che ricopre il mula.
* munisule/munisvle = area sacra.
* muns- = area sacra.
* mutana/mutna = sarcofago.
* murš = urna.
* murzu- (plur. murzua) = urnetta.
* muχ = contenuto.

N

* nacn (plur. nacn-va) = avo, antenato.
* naper = unità di misura.
* nefts/nefs/nefis = nipote (di zio o di nonno).
* (nei?)tiš = lago.
* neš- = cimitero.
* netš- = viscere.
* netšvis = aruspice.
* nuna = preghiera/preghiere.
* nuθanat- (plur. nuθanat-u-r) = testimone, garante.

P

* papa = nonno.
* papals (plur. papals-e-r) = nipote.
* parniχ = patrono(?).
* parχ = patriziato.
* pava = disciplina, insegnamento(?).
* penθna = cippo, stele.
* pera = casa; ara-per(a)c = proprietà.
* peršie = mestolo (cfr. lat. "persillum").
* prums/prumaθs = nipote.
* puia = moglie.
* pulum (plur. pulum-χva) = stella.
* pulunza = stellina.
* purθ(ne) = "purthana" (tipo di magistrato).
* putiza = vasetto.

Q

* qutumuza = vasetto.
* qutun = brocca.

R

* raθ- = rametto (cfr. lat. "radius").
* ril = età (umana), durata della vita umana.
* rin (plur. rinu-va) = mano, autorità.
* ruθ- (plur. ruθ-cva) = rame, bronzo, denaro.
* rumon = fiume.
* ruva = fratello.

S

* sacniša = consacrazione.
* saniš- (plur. saniš-va) = osso(?).
* scuna = posto, camera.
* seχ/sec = figlia.
* snenaθ = serva.
* spanti = piatto.
* spel = cavità.
* spura (sett. špura) = città.
* sran (1) (plur. sren-χva) = figura.
* sran (2) = estensione.
* suplu = flautista (sacro).

Š

* špan- = piano, pianura.
* šunθeruza = piccola scatola, "pyxis".
* šuθi = tomba.
* šuθina = oggetto funerario.
* šuθiuš = residenza(?).
T

* tafina = vaso.
* tamera = camera.
* tamia- = domestico.
* tenθur = unità di misura.
* teta = nonna, tata-balia.
* tesinθ = direttore; tesinθ tamiaθuras = direttore dei domestici.
* tešam = tomba (in terra).
* tešn(a) = legge.
* tetals = nipote (di nonna)o fratello di latte.
* teurat = arbitro.
* tezan = via, strada.
* tins = giorno.
* tinscvil = dono votivo.
* tiu/tiur/tiv/tivr = luna, mese.
* tlenac- = voto(?).
* tmia = tempio.
* trepu = operaio, carpentiere.
* trutnvt = scrutatore.
* tular = confine.
* tupi = punizione.
* tusna = cigno.
* tusurθi = consorte.
* tuθi = villaggio.

U

* una = flusso, corrente.
* ušil = sole, mezzogiorno.

V

* vacil = lode(?).
* vanka = sorte.
* vanθ = destino, fortuna.
* vers- = fuoco.
* vertun = tipo di tazza.
* vina- = vigna.
* vinum = vino.

θ

* θafna = calice.
* θanaša = attore.
* θaure = sepolcro.
* θesan = aurora, mattino.
* θesθu = ira(?).
* θevru = toro.
* θil = diritto (di qlcs).
* θina = vaso per l'acqua.
* θis = acqua.
* θuva = luogo.
* θuχ = località(?).

φ

* φersu = maschera, mascherato (cfr. lat. "persona").

χ

* χeχanar (plur.) = dèi superiori.
Z

* zam(a)θi = spilla.
* zat- = ascia.
* zatlaθ = guardia del corpo (cfr. lat. "satelles"), littore.
* zavena = tazza a due manici, "kantharos".
* zavenuza = tazzina a due manici, piccolo "kantharos".
* zelar = nicchia.
* zeri = rito.
* zil = dichiarazione del giusto (in senso sacrale; cfr. lat. fas).
* zilaθ = carica politica (= pretore), da zilc = "pretura".
* zilaθ parχis = pretore del <patriziato>.
* zilaθ eterau/zileteraia = pretore della <plebe>.
* zilaθ ceχaneri = capo del <senato>.
* zilc/zilχ = pretura.
* zilc munica = pretura sacra.
* ziχ = libro.
* zuc = dichiarazione(?).
* zusle (plur. zusle-va) = animale.

Glosse greco-latine:

* arim = scimmia.
* capu = falco.
* damn- (o *θamn- ?) = cavallo.
* vers- = fuoco.

Nomi di persona maschili



A

* Aker = Achille, Acheo.
* Axile, Axele = Achille, Achele.
* Axle = Achille, Axel.
* Axlei = di Achille, di Axel.
* Aker Tavarsio = Achille Tavarsio.
* Ancos Marcios = Anco Marzio quarto Re di Roma.
* Arnth = Arno, Arnoldo, dell'Arno, d'Arno.
* Atar, -is = Arturo, di Arturo, Atari.
* Atelinas = Atellini, abitanti di Atellana.
* Atinas = Ateniese, Atino, da Tinia.
* Aule, Av(i)le = Aulo, nome diffuso a Roma.

C

* Cae = Caio.
* Caisar = Cesare, di Cere (Caisr = Cere).
* Calpur = gens Calpurnia (cognomen).
* Ceisus = Celso, Gelso, Gesù (?).
* Clavtie = Claudio.
* Cneve = Gneo, Gneve, Nives (versione femminile di Cneve).
* Creices = Greci.

E

* Eptesio = Settimio (Epte = Sette).

H

* Hanipal = Annibale.
* Hanipaluscle = Esercito di Annibale.
* Haralio = Eracle, Ercole.
* Hermena = Mercurio, Erminio.
* Holais, -ies Holaie = Iolando, di Iolando, Orlando.
* Hulx = Ulpio, Hugh.

K

* Kalatur, -urus = Calabro, dei Calabri.

L

* Larce = Laerte, Larzio, Lars, Lance.
* Larth La. = Lars.
* Lariale = Larziale, Laerte, Larziade.
* Lariališa = di Larziade.
* Laspa = Lasso, Aspe.
* Lei = Lee, Lewis, Levi.
* Lees = Lete.
* Lucer = Luca.
* Luvcie = Lucio.

M

* Marce M. = Marco.
* Marcesic = di Marco, di Marcello.
* Mamarcos Emilii = Mamarco Emilio.
* Marcios = Marzio.
* Marcii = Marzii.

N

* Numa
* Nurziu

P

* Piale, Pithale
* Pinos
* Pinos, Pinarii
* Pompolos
* Pompon
* Pitamnuale

R

* Remix
* Rumit(e)

S

* Spurie
* Spurieisi
* Statiesi

Š

* Šepni/ics
* Šethre

T

* Thanchvil
* Tanxvilus
* Thefri(e)
* Thucer
* Titi
* Titos, Tatios
* Tlesna

V

* Vel, Velusum
* Velthur V = V(el)th(ur)
* Vespecha
* Vespechani = Vespesiani, Vispexanu

X

* Xalxas


Nomi di persona femminili



* Arnthi =
* Cilen = Fortuna (nome di dea a Bolsena e nel fegato di Piacenza).
* Elinai = Elena
* Fasti(a) = Fastia, Festia, Fastina, Festina, Fausta, Faustina.
* Haralio = di Eracle, di Ercole, Eraclea, Ercolina.
* Hasti(a) =
* Hercna =
* Holaie =
* Larthi ? =
* Larai/Larui Larthai/Lartui =
* Lvcili = Lucilla
* Petnei =
* Ramtha =
* Ra(v)nthu =
* Šerthra =
* Tatia =
* Thanchvil = Tanaquilla
* Than(i)a =
* Thupeltha =
* Tlesnei =
* Vanalaši, -al =
* Velia =

Nomi di luogo



A

* Arimna = Rimini.
* Aritim = Arezzo.

C

* Caletra = Marsiliana d'Albegna.
* Clevsin = Chiusi.
* Curtun = Cortona.

K

* Kaikne = Cecina.
* Kisra = Caere, Cerveteri.
* Kainua = Marzabotto(?).

F

* Felsina = Bologna

M

* Manθa = Mantova.
* Matalia = Marsiglia.
* Misa = Marzabotto(?).
* Mutna= Modena.

O

* Orcla = Norchia(?).

P

* Perusna = Perugia.
* Pupluna = Populonia.

S

* Statues/Staties = Statonia, Poggio Buco.

T

* Taršminas = Lago Trasimeno.
* Tarχuna/Tarχna = Tarquinia.
* Tlamu = Talamone.

V

* Vaθluna = Vetulonia.
* Velaθri = Volterra.
* Veia = Veio.
* Velχ = Vulci.
* Velsna/Velzna = Volsinii, Orvieto, Bolsena, Bologna(?).
* Vipsl/Visul = Fiesole(?) o Gonfienti (Prato).

Φ

* Φlera = Blera(?).

Aggettivi



A

* aisna = divino (<ais).
* apana = paterno.
* aritima = aretino.
* atiuθ = materno(?).

C

* calu(s) = eccellente, ottimo.

E

* eitva = grande(?).
* eleivana = relativo all'olio (< eleiva)
* eprus = soddisfatto, partecipe (termine giuridico).

F

* frontac = relativo al fulmine (< fronta).

H

* haθna = felice.
* henθu = infero.
* heva = tutto/i, ognuno.

K

* karθazie = cartaginese.

M

* mlaχ = buono.
* munica = sacro.

N

* nace- = grande(?).

P

* pavac = conforme alla disciplina(?).
* pul- = brillante, splendido.

R

* rasna- = etrusco.

S

* sacni = consacrato.
* spurana = civico.
* suθina = tombale.

Š

* šians = sano, fiorente(?).

T

* tuθiu = pubblico.
* tuθina = pubblico.

V

* vinac = piantato a vigna.

θ

* θunχulθa = privato.
* θuta = unico.

χ

* χuru/χurvar = pieno, completo (di numero).

Z

* zec = giusto, regolare(?).

Verbi




A

* acas- = fare, comporre.
* acil hec = provvedere (lett. "porre in opera", cfr. lat. "operam dare").
* acil ame = bisognare (cfr. lat. "opus est").
* acil-un- = operare.
* acna- = avere.
* acn-in- = possedere (intens. di acn(a)-)
* al- = dare.
* am- = essere.
* ar- = raggiungere.
* ara- = portare.
* arusan- = guidare.
* ar-us-in- = portarsi (intens. di ar(a)-)
* asθ- = area semantica del colpire, spaccare, uccidere.

C

* capi- = contenere.
* car- = fare, erigere.
* cen- = acquisire.
* cer- = costruire.
* ces- = giacere.

E

* es-i = volere.

F

* fan- = decretare.
* far-/har- = penetrare.
* farθna- = generare.
* favin- = scendere(?).
* feleq- = offrire(?).
* fel-us- = vendere.

H

* har- = entrare.
* heci- = porre.
* hecz- = rovesciare, versare.
* hinθa- = finire, cessare.

L

* lucair- = ordinare.
* lup- = andare, morire.

M

* mal- = guardare, controllare.
* men- = fare.
* menaθ- = riservare.
* mlaθ- = benedire(?).
* mler-us- = andare a bene.
* mulu- = donare.
* muluven- = donare.
* mur- = dimorare.
* muθ-/mut- = raccogliere.

N

* nuna(a)r = pregare.
* nunθen- = invocare.

P

* puθs- = porre.

S

* saθe- = stabilire, disporre.
* scun- = concedere.
* setir- = fissare(?).
* seθas- = porre.
* si- = sentire(?).
* slica- = togliere, separare(?)
* sval- = vivere (sett. šval-).

Š

* šela- = officiare(?).
* šuθ = stare, porre.

T

* ten- = rivestire, ricoprire una carica.
* ten(a)θ- = misurare, assegnare.
* tenin- = completare.
* teš- = comandare.
* tev- = mostrare(?).
* tle- (verbo di ambito militare, il significato è ancora dubbio).
* trin- = dire.
* trut- = scrutare.
* truθ- = lanciare, gettare.
* tur- = donare, dedicare.
* turan- = amare(?).

U

* ut-in- = condurre (animali).

V

* vatie- = chiedere.
* vraθ- = area semantica del colpire, spaccare, uccidere.

θ

* θam- = porre.
* θamu- = fondare(?).
* θan- = presentare, rappresentare(?).
* θap-icun = consumare, estinguere.
* θemi- = ubbidire.
* θes- = salire.
* θez- = sacrificare.
* θraš- = divenire(?).

Z

* zarφne- = dichiarare qlcs <rituale>.
* zelarve- = raddoppiare.
* zil- = fare, amministrare la giustizia.
* zilaχnv- = essere a capo.
* zina- = produrre.
* ziv- = vivere.
* ziχ- = scrivere, disegnare, dipingere.


Fonti: Rosso Pompeiano forum

Edited by demon quaid - 10/3/2011, 18:27
view post Posted: 4/3/2011, 21:20     La Lingua Umbra - Lingue Antiche

La Lingua Umbra




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La lingua umbra, o umbro, è una lingua indoeuropea estinta, appartenente alla famiglia delle lingue osco-umbre, parlata dall'antico popolo degli Umbri che in epoca classica viveva nel territorio ad est dell'alto corso del fiume Tevere, lungo la dorsale appenninica e fino all'Adriatico.

È conosciuta soprattutto attraverso le Tavole eugubine, sette tavole di bronzo che contengono le leggi sacre della città umbra di Ikuvium (odierna Gubbio), scritte in gran parte in alfabeto umbro.

Oggi il termine "umbro" è impropriamente usato anche per indicare l'insieme dei dialetti, tra loro molto differenti, parlati nelle varie zone della moderna regione Umbria.

A titolo di esempio la traslitterazione di alcune righe in lingua umbra:
« este persklum aves anzeriates enetu

pernaies pusnaes preveres treplanes
iuve krapuvi tre buf fetu arvia ustentu
vatuva ferine feitu heris vinu heri puni
ukriper fisiu tutaper ikuvina feitu sevum »

(Tavole eugubine, traslitterazione prime righe tavola 1a)


Fonti: Rosso Pompeiano forum

(La Sibilla Appenninica, curiosità clicca qui)




Edited by SILVIA13l'angelodellamorte - 21/4/2011, 15:26
view post Posted: 4/3/2011, 21:14     Dizionario Fenicio-Ebraico-Samaritano - Lingue Antiche

Dizionario Fenicio-Ebraico-Samaritano



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ALEF o ALEP, Alf, (Bue) - (valore numerico matematico = 1) Funzioni: UNIRE (verbo transitivo), Congiungere, Legare, Sposare; Fare in modo, avvicinandole o collegandole, che due o più cose diventino o appaiano una sola; mettere insieme più cose in modo da ridurle ad una cosa sola; essa è una lettera che indica la Paternità, essa è la lettera del Padre, l’Ego/IO divino creatore, la Forza Divina, la Potenza Creatrice Originale.
E’ la lettera iniziale di quasi tutti gli alfabeti conosciuti e quella dello AUM, simbolo geometrico dal quale sono nati gli alfabeti del mondo.
Negli alfabeti moderni come segno grafico la A, è stata semplicemente ruotata e capovolta, dalla forma somigliante la testa del toro con le corna ad un albero, un Abete, oppure se messa su di un fianco indica un occhio visto di lato, cioè un punto di vista.
Presso gli Ittiti il suo suono era “aMu” in quanto ripeteva il muggito dell’animale, il toro.
Il mese della figliatura delle vacche, era per gli Accadici il “primo” mese dell’anno.
La parola ALEF significa in fenicio: bue, grosso bestiame con corna, toro, lo geroglifico Egizio rappresenta la testa di un bue/toro con corna; significa anche apprendere ed insegnare; principe, maestro, sposo.
Un mito: Osiride. Un simbolo: le ali simmetriche.
La Forma dell’Energia: esempio, la Luce; simbolo antico grafico = la doppia spirale.
Questa lettera proviene anche dal disegno di un antichissimo attrezzo di acciaio antidiluviano chiamato “Labris”, il quale serviva ad unire, nelle costruzioni, gli enormi monoliti di pietra in modo da legarli assieme rendendoli uniti.
Essa è anche la prima lettera dell’alfabeto in quasi tutti gli idiomi conosciuti. Come immagine simbolica, rappresenta l’Uomo universale, il genere umano (maschi + femmine), l’Essere padre generatore, dominatore della terra.
Nella sua definizione geroglifica, essa caratterizza l’Unità, il punto centrale, il principio astratto di una cosa. Impiegato come segno, essa esprime l’idea della stabilità, della continuità.

ALEF Finale - (valore numerico matematico = 1000), Funzioni: FONDERE.
Essa è una lettera che indica anche il Trasfigurare.

BEIT o BATH, Bet (Casa) - (valore numerico matematico = 2) Funzioni: CONTENERE (verbo transitivo).
Comprendere in sé, Racchiudere in sé, Tenere in sé.
Essa è una lettera che indica la Ricettività, il TU creato che riceve l’Ego/IO creatore.
La parola BEIT significa la casa, infatti il geroglifico Egizio disegna la pianta di un locale, l’antico monolocale popolare: la baita, la casa, nella sua forma e la sua funzione è quella ricevente.
La Beit è la casa dell’Alef, la Manifestazione fisica, che contiene l’Ego/IO: la Personalità. Il figlio, che contiene il seme del padre e della madre. E’ identificabile anche con l’Iniziazione, infatti oltre ad indicare la casa, indicava anche la culla di una famiglia o come appartenente ad una “etnia” o ad una casta.
Una forma: il “vaso di Pandora” o quello del “santo Graal”, il mitico bicchiere che Gesù utilizzò per iniziare i suoi discepoli a bere la propria urina. Un mito: Iside.
La Forma dei Contenitori: esempio la Baita, la casa; in francese le bateau, la barca, la bara, il sepolcro.
Questa lettera proviene dal disegno di antichi recipienti antidiluviani, tipo coppe, barche.
Essa in qualità di consonante come immagine simbolica rappresenta la bocca dell’Uomo, l’abitazione, la sua interiorità; impiegata come segno, essa è il segno dell’azione interiore, attiva e virile.

GHIMMEL, Gaml - (Cammello) - (valore numerico matematico = 3) Funzioni: GIRARE (verbo transitivo), Ruotare, Muovere in giro, Volgere, Condurre, Capovolgere. Essa è una lettera che indica il dinamismo, il movimento della ruota.
La parola GHIMMEL si dice significhi “cammello”...il ghimmello, il gammello, ...il cammello ...infatti la lettera Ghimmel, assomiglia alla gobba curva di un cammello, però questo animale giunse in Egitto 1000 anni dopo l’invenzione di questa lettera; in realtà questa lettera deriva dalla radice indoeuropea KAM che significa “essere curvo” o “fare un angolo”; infatti è il disegno dei 2 lati di una squadra; comunque la parola Cammello deriva da Ghimmel; questa lettera proviene dal disegno di un antichissimo attrezzo, il “godrone”.
La Forma: esempio la Ruota. Un mito: Sisifo.
Come immagine simbolica indica la gola dell’Uomo, ogni idea di canale, condotta, ogni oggetto profondo con canale.
Come segno esprime l’avviluppo organico e serve a produrre tutte le idee derivanti dagli organi corporali e delle loro azioni.

DALED, Dalt (battente della porta) - (valore numerico matematico = 4) Funzioni: SOLIDIFICARE (verbo transitivo), Costruire, Rendere consistente, far diventare Solido, entrare nel solido.
Essa è una lettera che indica la materia, la resistenza, la morte intesa come reCristalizzazione, reMineralizzazione.
La parola DALED significa la Porta; infatti è il disegno della parte superiore delle porte Egizie che disegnava un triangolo di 3 lati e comprendendo l’architrave formava un angolo, che nelle costruzioni sacre era di 144 gradi.
Questa lettera proviene dal disegno di un antichissimo attrezzo, la “squadra”.
La Forma Rigida: esempio il Triangolo. Un mito Cibele (la Natura).
Nel suo significato geroglifico indica il Quaternario Universale, cioè la sorgente di tutta l’esistenza fisica.
Come immagine simbolica, rappresenta il seno femminile ed ogni oggetto nutrizionale, abbondante.
Come segno grammaticale, esprime l’abbondanza nata dalla divisione, è il segno della natura divisibile e divisa.

HE’, (Vita) - (valore numerico matematico = 5) Funzioni: LODARE (verbo transitivo), l’Energia della Vita, Comunicare con esaltazione, Esaltare, Approvare, Parlare bene il merito di una persona o la bontà di una cosa, Celebrare, Esclamare con parole con le quali si esprime la soddisfazione per aver ottenuto o ricevuto qualche cosa, che si aspettava o si desiderava.
Essa è una lettera che indica il soffio dell’esistenza, la Vita, il respiro della vita, il suono.
Essa è la Vita simbolizzata dal Soffio, l’Alito; nel geroglifico Egizio essa era il disegno di un Uomo eretto con le braccia levate al cielo.
Come disegno essa è sempre stata caratterizzata da 3 linee parallele come ad indicare la staccionata di un recinto. Indica anche le Arti, la creatività della Vita Umana.
La Forma Vivente: esempio Tutti gli Esseri Viventi o l’albero delle Vite (il corpo umano).
Un mito: Deucalione e Pirra.
Questa lettera è il simbolo della VITA UNIVERSALE; rappresenta l’alito dell’Uomo, l’aria, l’anima, lo spirito, tutto ciò che è animatore e vivificante.
Impiegato come segno grammaticale, esprime la vita e l’idea astratta dell’Essere.
E’ anche impiegato all’inizio delle parole, come articolo.

OAU o VAV o WAU (Chiodo) - (valore numerico matematico = 6) Funzioni: AGGANCIARE (verbo transitivo), Agguantare, Collegare, Congiungere, Saldare.
In qualita' di consonante essa dipinge l'acqua, il fluido, l'etere, il punto di collegamento che separa il nulla e l'essere.
Essa è una lettera che indica l’uomo fecondato, frutto dell’unione dei “contrari” o meglio dei complementari: maschio + femmina.
La parola OAU o VAV significa il “Gancio”, il sostegno; essa deriva dall’antico attrezzo utilizzato dai marinai e dagli agricoltori del continente di MU e di Atlantide, poi dagli Akkadici, Eblaiti, ecc.
Il geroglifico egizio rappresenta un uomo in preghiera con le mani alzate; alle volte la sola lettera è usata come congiunzione tra le parole o le frasi.
Questa lettera ha 2 vocalizzazioni molto distinte, la O e la U ed una terza come consonante: la V.
La Forma Agganciante: esempio il Gancio, l’Uncino. Un mito: Anteo ed Ercole.
Essa indica rispettivamente, la visione della luce, cioè la capacità della comprensione o della percezione del suono; come consonante essa è l’emblema del gusto e del forte desiderio.
Come segno grammaticale, essa contiene l’immagine del mistero più profondo ed inconcepibile, l’immagine del gancio, il nodo che riunisce il non Essere, il Nulla all’Essere, il Tutto.
Essa dipinge la possibilità del passaggio da una natura all’altra.
E’ oltre che come consonante anche impiegato all’inizio delle parole, come congiunzione.
E' posizionata all'interno delle due He' proprio a significare che le due He' debbono essere coesistenti e complementari, unite nel Vortice per generare=manifestare la VITA INTELLIGENTE.

ZAIN (Arma) - (valore numerico matematico = 7) Funzioni: DURARE (verbo intransitivo), Resistere, Continuare per un certo tempo, Eterno, Prolungare, Sostenere, Sopportare, Diventare o Rendere duro. Essa è una lettera che indica la persistenza, la durezza oppure il cancellare.
La parola ZAIN significa “forza” e più precisamente “Arma”; volgarmente essa indica il sesso maschile, il pene; deriva da un geroglifico Egizio che disegna una freccia che perfora una pelle, un limite od un imene femminile.
Essa proviene da un antico oggetto di granito antidiluviano, lo ZED la torre che passa attraverso il tempo e lo spazio. Questa torre è ancora nascosta all’interno della Piramide di Cheope in Egitto ed è un antichissimo apparecchio “ricetrasmittente” ad onda siderale che modifica le sensazioni psichiche quando ci si pone all’interno di esso nella sua “culla” iniziatica, durante determinati momenti astronomici dell’anno.
La Forma durevole: durare come la Roccia. Un mito: Pegaso.
Questa lettera consonante, si applica a tutto ciò che è fischiante, sibilante o tutto ciò che fende l’aria o vi si riflette ma che tende ad essere duro per penetrare.
Come simbolo a tutto ciò che tende ad uno scopo.

HET o HETH (Chiusura) - (valore numerico matematico = 8) Funzioni: PROTEGGERE (verbo transitivo), Difendere, Riparare, Favorire, Promuovere, Appoggiare; infatti è il disegno di una scala e significava un “muro”, una costruzione, infatti in Akkadico essa significa Muro.
Essa è una lettera che indica le barriere, le aperture o le chiusure, il ritorno; infatti proviene da antichi disegni che raffigurano delle costruzioni, muri o degli “steccati” per il bestiame.
La Forma che Protegge od isola: esempio lo steccato, lo scudo. Un mito: Marte ed il suo ancile.
Essa rappresenta l’aspirazione vitale per il campo di lavoro nella materia dell’Uomo, il suo lavoro con il corpo fisico, il quale domanda uno sforzo, un dispendio di energia.
Come segno grammaticale indica le idee di sforzo nel mantenere l’ordine ed i limiti nel lavoro normale e legislativo.

TET o THETH (Scudo) - (valore numerico matematico = 9) Funzioni: CEDERE (Verbo intransitivo), Ritirarsi, Desistere, Abbandonare, Soccombere, Rassegnarsi, Piegarsi, Arretrare, Rompere, darsi per vinto, non opporre resistenza, Matrice ovvero creatrice di forme.
Essa proviene anche da un antico disegno che raffigurava un serpente che si morde la coda, cioè un cerchio; come raffigurare un “buco”, un foro, il ritirarsi dentro di sé.
La Forma Penetrabile: esempio l’Anello, la Vagina, la Città, il fior di Loto. Un mito: Giunone.
Come segno grammaticale indica il desiderio di protezione, di nutrice, la protezione, la resistenza al male.

IOD (Mano) - (valore numerico matematico = 10) Funzioni: CONCENTRARE (verbo transitivo = entrare dentro nel Centro), Condensare, Raccogliere in un punto, Andare verso il centro, Implodere, Collassare, Creare un luogo Cavo=Cavita=Cavitare (buco nero), Ridurre a minor volume, Raccogliere tutta la propria attenzione su di sé.
Essa è una lettera che indica l’idea principale, primaria, iniziale che si sta incarnando nella forma attraverso l’azione del braccio e della mano; essa significa anche l’uomo pratico ed abile a compiere azioni.
Il segno proviene dall’antico segno della “svastica”, che era il simbolo della pace, essa raffigura 4 uomini che si danno la mano contemporaneamente per giurarsi pace, fedeltà, amicizia, ma che sono sempre in movimento.
Il segno Egizio, raffigura il braccio con una mano, l’iniziale della parola IOD significa la “mano”.
IOD è anche l’anagramma della parola Dio, perché è la prima lettera del “tetragramma” ovvero del “nome” dell’innominabile, del senza nome, infatti quel “nome” è un "verbo": l’Essente, colui che è era e sarà = Infinito.
La Forma che Raccoglie o Condensa: esempio il Punto Matematico, il Punto Zero del culmine del Vortice in movimento, che si manifesta SOLO ed unicamente su cio' che appare sull'orizzonte degli eventi di esso.
Un mito: l’Onfalos (l’ombelico).
Questa lettera è il simbolo di ogni potenza manifestata, rappresenta anche la mano dell’Uomo, sua protuberanza per l’azione nelle cose, il suo dito indicatore.
Come segno grammaticale, è quello della manifestazione potenziale, della durata Intellettuale e della Eternità.

Quindi questa lettera sinonimo del movimento che manifesta il Vuotoquantomeccanico dal quale TUTTO nasce ed al quale TUTTO ritorna pero' a livello informazionale superiore, il tutto all'Infinito.

CAF o KAF (Palma) - (valore numerico matematico = 20) Funzioni: PENETRARE (verbo intransitivo), Entrare dentro, Spingersi dentro vincendo resistenza, una difficoltà o nascostamente; Passare attraverso, capire, approfondire, decifrare con fatica, molto addentro.
Essa è una lettera che indica la ricettività nel saper capire, nel saper penetrare, la saggezza intesa come Conoscenza per la penetrazione della Vita.
Deriva da un antichissimo disegno di un attrezzo qualsiasi, però a Punta.
La Forma che Penetra: esempio il Pene, la lingua, il dardo. Un mito: Giove ed i suoi fulmini.
Questa lettera è l’immagine simbolica di ogni oggetto a punta per bucare ed è rappresentata dalla mano semichiusa ad imbuto e dall’altra mano con l’indice che la penetra.

LAMED (Pungolo) - (valore numerico matematico = 30) Funzioni: MISURARE (verbo transitivo), Determinare, Calcolare, Prendere la misura di Provare, mettere alla prova le proprie forze, per Competere e lottare nella Vita.
Essa è una lettera che indica il dinamismo dell’evolvere, l’elevare, l’alzare.
Deriva da un antichissimo disegno di un Compasso, ed indica anche la possibilità di misurare, tra pollice e mignolo. L’iniziale della parola LAMED significa Istruire.
La Forma Misurante: esempio il Compasso, il palmo della mano o la mano fra l’indice ed il pollice aperti, il braccio o cubito sacro. Un mito: la Bilancia di Osiride.
Questa lettera come immagine simbolica rappresenta il braccio dell’uomo, la misura del cubito sacro, l’ala di un uccello o di tutto ciò che si distende o che serve per misurare.
Come segno indica ogni idea di misurazione, estensione, elevazione, occupazione, possessione.

MEM o MAM (Acqua) - (valore numerico matematico = 40) Funzioni: NUTRIRE (verbo transitivo), Alimentare per tenere in vita; far Crescere, dare Nutrimento, Allevare, Allattare, Coltivare.
Essa è una lettera che indica tutto ciò che ha la funzione del Generare in senso femminile, essa è la lettera della Madre, della Mamma, della Mammella, della Mater-ia/Energia/generante e di tutto ciò che è Matriciale.
Deriva da un antichissimo segno antidiluviano che indicava le acque matriciali, l’Energia Neutra (E = m c2), l’ambiente dal quale nasce ogni forma di vita, per gli Egizi indicava l’acqua del Nilo.
La Forma Fluidica o Liquida: esempio l’Energia (E+) ed (E-) pura e plasmica; il Mare, il lago, il fiume, l’acqua in generale, l’onda in genere. Un mito: Demetra.
Questa lettera come immagine simbolica rappresenta la femminilità, la donna madre e compagna dell’Uomo. Come segno grammaticale, essa è il segno materno e femminile, quello dell’azione esteriore e passiva; piazzata all’inizio delle parole, dipinge tutto ciò che è locale e plastico; alla fine delle parole, diventa il segno collettivo della moltiplicazione, sviluppante l’Essere nello spazio Infinito, fin tanto che la sua natura lo permette o riunendo per astrazione, in un solo “essere”, tutti quelli della stessa specie o popolo.
MEM o MAM Finale - (valore numerico matematico = 600), Funzioni: Moltiplicare, il Ripetere in continuazione.

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NUN o NOU (Pesce) - (valore numerico matematico = 50) Funzioni: TRASFORMARE (verbo transitivo), Trasfigurare, Cambiare, Mutare forma o aspetto.
Essa è una lettera che indica il Germe della vita. La parola NUN significa “Pesce”.
Il segno Egizio disegna un piccolo “serpente”; probabilmente indica uno spermatozoo e non una vipera come alcuni affermano. I babilonesi corrispondevano questa lettera alla costellazione dei Pesci.
La Forma Trasformabile: esempio il Seme dell’Uomo, lo Spermatozoo, che vive nel liquido seminale, il sacro rombo, il grande pesce. Un mito: Proteo.
Questa lettera come immagine simbolica rappresenta il figlio dell’Uomo od ogni essere prodotto e particolare. Come segno grammaticale è quello dell’esistenza individuale e prodotta.
Alla fine delle parole, diviene il segno aumentativo e dà all’essere ogni estensione di cui egli è individualmente suscettibile.
NUN o NOUN Finale - (valore numerico matematico = 700), Funzioni: Illuminarsi, l’Irradiare Energia.

SAMEK (Torchio) - (valore numerico matematico = 60) Funzioni: OPPRIMERE (verbo transitivo), Schiacciare, Pressare, Picchiare, Premere, Tenere sotto, Stringere, Pesare.
Essa è una lettera che indica il fecondare, l’inserire il seme nella vagina.
Deriva dal disegno di un antichissimo strumento tondo per schiacciare i cereali, nel quale era contenuta la farina schiacciata. Nell’Egizio diventa un albero di sambuco contenuto in una base rotonda e pesante; infatti con il sambuco si costruiscono giochi per bambini tipo una canna vuotata nel suo interno con uno stantuffo inserito che preme e spinge un tappo che può essere lanciato lontano, anche da un bimbo.
La Forma che Preme: esempio la Mola del Mulino a pietra, il frantoio. Un mito: Vulcano (Efeso).
Come segno grammaticale indica anche tutto ciò che ha rapporto con la fatica e con il limite.

AIN o OIN (Occhio) - (valore numerico matematico = 70) Funzioni: CORRISPONDERE (verbo intransitivo), Comunicare, Rispondere con, Riflettere, Coincidere, Correlare, Ricambiare, avere Identità, Identificare, Riscontrare, Fare coppia. Essa è una lettera che indica anche il NON Essere od il cancellare.
La parola AIN significa l’occhio o la sorgente; il vedere, lo sguardo; infatti il segno Egizio raffigura un occhio umano. La Forma Riflettente, quella delle relazioni, delle corrispondenze: esempio gli Occhi.
Un mito: Amore e Psiche.
Questa lettera come immagine simbolica rappresenta, il petto dell’Uomo, la cavità toracica infatti contiene la “coppia” dei polmoni.
Come segno grammaticale, indica il senso materiale, l’immagine del vuoto e del nulla; impiegata come consonante, è il segno di tutto ciò che è falso perverso o cattivo.

FE’ o PE’ (Bocca) - (valore numerico matematico = 80) Funzioni: ESPANDERE (verbo transitivo), Allargare, Spandere, Diffondere, Ingrandire, Estendere fuori. Essa è una lettera che indica anche il ritornare, il rinascere.
La parola FE’ significa la “Bocca”, infatti il disegno Egizio raffigura una bocca chiusa.
E’ dalla bocca che esce il Gas/alito (anidride carbonica) che si espande. Deriva anche come disegno dal tappeto o dalla stuoia di canna di bambù che si stendeva per terra quando un potente, un re, arrivava.
La Forma che Espande o Aumenta: esempio i Gas, il Sole. Un Mito: Eolo.
Questa lettera impiegata come immagine simbolica indica le corde vocali e la lingua nella bocca.
Come segno grammaticale, indica il Verbo, la Parola e tutto ciò che vi ha rapporto compreso il potere che ne deriva; infatti i faraoni Egizi erano rappresentati con una canna di bambù in mano.
FE’ o PE’ Finale - (valore numerico matematico = 800), Funzioni: Conglobare.

ZADI o TSADI o TSADE’ (Falce) - (valore numerico matematico = 90) Funzioni: TAGLIARE (verbo transitivo), Fendere, Affettare, Sezionare, Falciare, Recidere, Separare, Dividere, Spezzare, Rompere, Troncare, Interrompere, Impedire, Abbattere.
Essa è una lettera che proviene dagli antichissimi utensili antidiluviani per tagliare; anche il geroglifico egiziano raffigura un’accetta od un’ascia.
In Babilonia rappresentava la costellazione “Scimitarra” ed uno strumento di guerra taglientissimo.
La Forma che Taglia o Recide: esempio il Coltello, la Falce. Un mito: Set ed Osiride.
Questa lettera come immagine simbolica significa il “traguardo da tagliare” il termine al quale tendere.
Essa è il segno finale e terminativo che si rapporta a tutte le idee di scissione, divisione, di termine, di scopo, di finalità, di soluzione alla divisione.
ZADI o TSADE’ Finale - (valore numerico matematico = 900), Funzioni: Separare, mettere da parte per uso sacro.

QIOF o QOF o QAF (Corda/Gomitolo) - (valore numerico matematico = 100) Funzioni: LEGARE (verbo transitivo), Collegare, Connettere, Congiungere, Incollare, Controllare.
L’antico disegno Egizio rappresenta un contenitore nel quale è stato introdotto un gomitolo, dal cui foro superiore fuoriesce il filo di corda od il gomitolo stesso aggomitolato; può rappresentare anche il “collo” che collega la testa al corpo; può significare anche alzare, allungare il collo per vedere meglio; infatti la radice KOF significa sorvegliare.
La Forma che Lega: esempio la Corda, la Spira. Un Mito: filo di Arianna.
Questa lettera come immagine simbolica indica, ciò che serve all’uomo per collegare, ciò che fa sforzo per lui, il suo strumento, ciò che lo difende.
QIOF o QAF Finale - (valore numerico matematico = 500), Funzioni: Conoscere.

REISCH o RAIS o RES o ROS (Testa/Capo) - (valore numerico matematico = 200) Funzioni: PERFEZIONARE (verbo transitivo), Completare, Modificare, Correggere, Migliorare, Progredire.
La parola REISC significa la “Testa”, il Capo, la nuca, il principio, l’inizio, il far avanzare; infatti il disegno Egizio rappresenta la testa di un uomo.
Per inciso la parola “morte” in egizio MUT, MOT, MET, nel suo evolversi verso gli alfabeti moderni ha introdotto la REISCH, il capo, la testa, in quanto va dietro il concetto negativo visto dal volgo della condanna, la pena capitale, la perdita della testa fisica; mentre il suo vero significato è quello del perfezionare, completare lo Spirito che risiede sopra tutto nella testa.
La Forma che Perfeziona o Completa: esempio l’Universo, la Sfera. Un Mito: Venere.
Questa lettera come immagine simbolica rappresenta la testa dell’Uomo, il suo movimento determinato, la marcia verso la Conoscenza, l’Essere che diviene Omogeneo.

SCHIN o SCH (Dente/fuoco) - (valore numerico matematico = 300) Funzioni: TRASFERIRE (verbo transitivo), Trasportare, Spostare, Traslare.
Il segno Egizio rappresentava un arco non teso, stante ad indicare la funzione dell’arco di trasportare la freccia da un luogo all’altro. Deriva anche dal disegno della nave egizia funeraria, quella che trasportava e traslava il defunto negli spazi degli dei, le altre dimensioni e dal giardino, il frutteto degli dei raffigurato con 3 alberi: Albero “sinistro”, albero “destro” ed albero “mediano”, quello dell’equilibrio, che nella Bibbia si ritrova come “albero delle vite” o della Conoscenza del bene e del male ovvero il Sistema Nervoso Centrale che è un albero Duale.
La Forma Traslante o Trasferente: La retta, la rotta, esempio il Raggio di luce, la nave od un vascello cosmico, disco volante. Un Mito: Nettuno.
Questa lettera, come segno grammaticale indica, la durata relativa ed il relativo movimento traslatorio;[essa è il segno del “fuoco”, della combustione della “morte” che brucia e trasferisce da una dimensione all’altra, dalla dimensione solida a quella eterea energetica, elettronica.

TAU o TAO o TAV (Croce) - (valore numerico matematico = 400) Funzioni: TRIBOLARE (verbo transitivo), Soffrire, Travagliare, Affliggere. E’ sempre stato raffigurato con una Croce e compreso dal volgo (nel mondo occidentale, cristiano)nel senso di “peso” o “supplizio” o di qualche cosa di infamante, segno di immobilità dolorosa.
La parola TAU/TAV significa il “Marchio” il segno, infatti gli analfabeti firmano con una croce.
Questa lettera deriva da un antichissimo oggetto fatto a croce con l'intersecazione di due linee; simbolo della “morte-nascita”, il trapasso, il passaggio ad un altro stato (spazio/tempo) e della resurrezione.
Essa indica l’unione di 2 linee o forze, funzioni-draghi, che si intersecano = copulano (si amano facendo sesso) a 180 gradi l’una con l’altra (69) in un continum senza fine, infatti essa e' il simbolo dell'azione di due forze ortogonali, che opportunamente gestite "possono" implodere od esplodere.
Fin dall’antichità i Cinesi con lo YIn e Yang insegnavano che tutto cio' che esiste nasce dall’incontro di queste 2 forze (maschile e femminile). Gli Egizi consacravano questo segno/suono all’Ani+ma Universale: TAUOT.
Originariamente e per gli iniziati il suo significato è anche quello della ripresa del corpo, della riaggregazione o della reincarnazione, della resurrezione o palingenesi attraverso la morte e la rinascita in un nuovo corpo; indica anche un “punto finale” di arrivo.
Essa indica l’unione di 2 linee o forze che si intersecano a 180 gradi l’una con l’altra; fin dall’antichità i Cinesi con lo Yin e Yang insegnavano che tutto nasce dall’incontro di queste 2 forze.
Essa e' il simbolo dell'azione di due forze ortogonali. per ulteriori particolari vedi la lettera IOD
La Forma Resistente, l’attrito che indica la reazione ad una azione: la Croce, esempio il Dolore, infatti il culmine, il massimo della sensazione del dolore lo si ha solamente vicino alla morte fisica.
Un Mito: Prometeo.
Come segno grammaticale indica l’idea della perfezione da raggiungere e della necessità del dolore per il suo raggiungimento; infatti tutti gli esseri Viventi sono “crocefissi” sulla croce della Vita per perfezionarsi sempre più e raggiungere stati Psico Spirituali sempre più perfetti e complessi.


(Fenicio, per saperne di più clicca qui)



Fonti: Rosso Pompeiano forum e Mednat.org

Edited by SILVIA13l'angelodellamorte - 8/5/2011, 14:57
view post Posted: 4/3/2011, 15:10     La Lingua Ittita - Lingue Antiche

La Lingua Ittita



La lingua ittita era una lingua indoeuropea del gruppo anatolico, parlata in Anatolia nel II millennio a.C. dal popolo degli Ittiti. È detta anche nesiano - con le varianti "nesico", "nesili", "nasili" - da nešili ("nella lingua di Nesas" o "Nesh", oggi Kültepe oppure Nevşehir), espressione che ricorre nei testi ittiti, o "hittita" - "Hittiti", variante di Ittiti, deriva da un'altra espressione ricorrente nelle iscrizioni, ḫatili ("nella lingua di Hati"), inizialmente interpretata come relativa al popolo estensore degli scritti, e solo in seguito identificata come propria del popolo non indoeuropeo degli Hatti, sottomessi proprio agli Ittiti in Anatolia

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Storia della lingua


Non è chiaro quando le lingue anatoliche si differenziarono tra di loro, anche se è quasi certo che tale processo sia avvenuto dopo l'insediamento degli Anatolici nella loro sede storica. Anche la data di tale insediamento è oggetto di dibattito, ed è collocato in un lunghissimo intervallo che va dalla seconda metà del IV millennio a.C., epoca delle prime penetrazioni di elementi indoeuropei in Anatolia secondo Marija Gimbutas, agli ultimi secoli del III millennio a.C. In ogni caso, i più antichi documenti ittiti, risalenti al XX secolo a.C., mostrano tratti linguistici già chiaramente delineati, e inoltre la presenza di notevoli influenze di elementi non indoeuropei di sostrato, soprattutto di origine hatita.

L'evoluzione storica della lingua ittita è strettamente legata alle vicende dell'Impero ittita, che raggiunse l'apogeo intorno al XIV-XIII secolo a.C. L'ittita era la lingua ufficiale dell'impero, e in ittita furono redatti la maggior parte degli scritti conservati presso gli archivi reali di Ḫattuša. Il termine autoctono per identificare la lingua, nešili, lascia tuttavia supporre che ad Ḫattuša la lingua sia stata introdotta a partire dalla regione di Nevşehir, l'antica Nissa. Dopo la caduta dell'impero, gli Ittiti tornarono a frammentarsi in città-Stato e la loro lingua si avviò verso il declino, che fu compiuto introno al XII secolo a.C. circa. Numerosi elementi ittiti si rintracciano però nelle lingue anatoliche del I millennio a.C.: il lidio, il cario, il pisidico, il sidetico e soprattutto il luvio, già parlato in regioni confinanti e in certi periodi sottoposte al potere ittita.



Esempi di lessico ittita:



* laḫḫa-, "spedizione militare"; cfr. greco λαϝός ("schiera di uomini in armi")
* ḫašaš, "forno"; cfr. sanscrito āsa- ("cenere"), latino āra ("altare"), osco aasai ("nell'altare")
* mald-, "pregare"; cfr. armeno malt'em ("chiedere"), lituano meldžiù ("recitare orazioni"), ceco modla ("tempio"), polacco modła ("orazione"), tedesco melden ("annunciare") < indoeuropeo *meldh ("preghiera")
* šaklaiš, "rito, usanza"; cfr. latino sacer < indoeuropeo *sak- ("sacro")
* attaš, "papà"; cfr. greco ἄττα ("id."), latino atta ("id."), gotico atta ("id.") < indoeuropeo *atta ("papà")
* ḫannaš, "nonna", cfr. latino anus ("anziana"), tedesco antico ana ("nonna"), prussiano antico ane ("id.") < indoeuropeo *anos ("nonna")
* ḫulana-, "lana"; cfr. sanscrito ūrṇā ("id."), greco dorico λᾶνος ("id."), gotico wulla ("id."), tedesco Wolle ("id."), inglese wool ("id."), lituano vìlna ("id."), slavo antico vlŭna ("id."), latino lana ("id.") < indoeuropeo *wl̥əna ("lana")
* milit, "miele"; cfr. greco μέλι ("id."), gotico miliþ ("id."), inglese antico milisc ("id."), gallese mel ("id."), irlandese antico milis ("id."), albanese mjal ("id."), latino mel ("id.") < indoeuropeo *melit ("miele")
* wijana-, "vino"; cfr. luvio geroglifico waiana- ("id."), arabo ed etiopico wain ("id."), assiro īnu ("id."), ebraico jajin ("id.") < proto-semitico *wainu ("vino"), prestito all'indoeuropeo attestato in numerose famiglie
* parkuiš, "betulla" (nell'espressione parkuituppi-, "tavoletta per la scrittura"); cfr. sanscrito bhūrjás ("betulla"), lituano béržas ("id."), tedesco Birke ("id."), inglese birch ("id.")



Fonti: Rosso Pompeiano forum

(Egizi: La Storia, curiosità clicca qui)


(L’Oscuro Luogo delle Tempeste Sterminatrici Insanguinate, curiosità clicca qui)



Edited by SILVIA13l'angelodellamorte - 21/4/2011, 15:21
view post Posted: 4/3/2011, 13:59     La Lingua Fenicia e Punica - Lingue Antiche

La Lingua Punica e Fenicia



La lingua punica era una lingua semitica e una varietà - oggi estinta - della lingua fenicia, parlata nelle zone sotto l'influenza di Cartagine, in Nord Africa, in Sardegna e in numerose isole del Mediterraneo.

La lingua fenicia, o fenicio, era la lingua, oggi estinta, degli antichi fenici. Spesso si usa il termine fenicio-punico per comprendere, oltre ai dialetti della madrepatria, anche il punico, lingua di Cartagine e delle sue colonie. Dal punto di vista storico, il fenicio appartiene alla famiglia delle lingue semitiche, e precisamente al ramo cananaico del semitico nordoccidentale.

La sede originaria di questa lingua era la Fenicia, corrispondente grosso modo alla costa orientale del mediterraneo nella zona dell'attuale Libano. Essa venne esportata nelle numerose colonie ed empori che i Fenici installarono in varie parti del Mediterraneo, e la varietà di Cartagine ("punico") a sua volta acquisì un ruolo importante di diffusione soprattutto nel bacino occidentale del Mediterraneo.

La lingua è nota soprattutto epigraficamente, vale a dire attraverso iscrizioni, e non mediante opere letterarie tramandate fino a noi. Dal momento che originariamente l'alfabeto fenicio comportava una grafia esclusivamente consonantica, molte particolarità della lingua sono per noi poco conosciute. Sul vocalismo si hanno maggiori informazioni riguardo al punico, dal momento che di esso si possiedono diversi testi vocalizzati:

* alcune parti in punico del Poenulus di Plauto
* diverse iscrizioni nordafricane in alfabeto latino ed in lingua punica
* glosse di autori nordafricani, come Sant'Agostino, che ogni tanto cita parole puniche nei suoi scritti.

Mentre la lingua fenicia si spense relativamente presto in oriente, il punico rimase vivo diversi secoli dopo Cristo, probabilmente fino all'arrivo degli Arabi (VII secolo).

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La decifrazione del fenicio avvenne nel XVIII secolo, e ricevette un notevole impulso dal ritrovamento di diverse iscrizioni bilingui, in particolare quella di Malta ("iscrizione melitense"), in greco e in fenicio. Tra coloro che svolsero un ruolo si segnalarono in particolare l'abate Barthélemy (1716-1795), il rev. John Swinton (1703-1777) e Francisco Pérez Bayer (1699-1781). Nella tavola accanto si osserva la trascrizione dell'iscrizione e le interpretazioni dei tre studiosi. L'ultima, di Perez Bayer, corrisponde alla lettura ancor oggi considerata esatta, della suddetta iscrizione.

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ΔΙΩΝΙΣΙΟΣ ΚΑΙ ΣΑΡΑΠΙΩΝ ΟΙ ΣΑΡΑΠΙΩΝΟΣΤΥΡΙΟΙ ΗΡΑΚΛΕΙ ΑΡΧΗΓΕΤΕΙ
Dionisio e Sarapion i "sarapionistiroi", Comandanti erculei

Fonti: Rosso Pompeiano forum

(Roma e la sua mitologia, curiosità clicca qui)



Edited by SILVIA13l'angelodellamorte - 20/4/2011, 18:45
view post Posted: 4/3/2011, 10:37     Pitagora - Personaggi misteriosi e curiosi
CITAZIONE (SILVIA13l'angelodellamorte @ 4/3/2011, 00:31) 
CITAZIONE (Talos Niki @ 3/3/2011, 22:16) 
Il nome deriverebbe, secondo una probabile etimologia, dal greco Πυθαγòρας - Pythagòras -, da πεἰθω - pèithō - = persuadere + ἀγορά - agorà - = piazza, lett.colui che persuade la piazza.


^_^

:se-gratte-le-crane.gif: hahahah ti ammiro tali hihihihihi

Non mi prendo il merito... l'ho letto su Wiki :0033.gif:
view post Posted: 3/3/2011, 22:16     Pitagora - Personaggi misteriosi e curiosi
Il nome deriverebbe, secondo una probabile etimologia, dal greco Πυθαγòρας - Pythagòras -, da πεἰθω - pèithō - = persuadere + ἀγορά - agorà - = piazza, lett.colui che persuade la piazza.


^_^
127 replies since 16/1/2011