Un Mondo Accanto

Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

« Older   Newer »
  Share  
Demon Quaid
view post Posted on 8/7/2010, 14:23 by: Demon Quaid     +1   -1
Avatar

Vampiro di dracula

Group:
Administrator
Posts:
16,003
Reputazione:
+105
Location:
Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

Status:


Callidice

Nella mitologia greca, Callidice era il nome di diversi personaggi di cui si raccontano le gesta.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Callidice, regina di una popolazione che viveva nell’Epiro, la ritroviamo nel racconto di Odisseo, il protagonista dell’Odissea. Tiresia vecchio profeta che sapeva prevedere il futuro una volta incontrato l’eroe di Itaca gli predisse che la sua fine sarebbe giunta lontana dal mare. Secondo quindi un racconto minore il re avrebbe ripreso a navigare incontrò Callidice la sposò ed ebbe un figlio, chiamato Polipete
* Callidice, una delle cinquanta figlie avute da Danao, una Danaide, che sposò Pandione, infatti il mito volle che tutte le cinquanta figlie di Danao andarono in sposa ai cinquanta figli di Egitto
* Callidice, una delle figlie di Celeo, anche se altri autori affermano che fra le figlie di Celeo non vi era nessuna Callidice.

Calliope

Nella mitologia greca Calliope (in Greco Καλλιόπη, ossia "colei che ha bella voce") era la musa della poesia epica, figlia di Zeus e Mnemosine, conosciuta come la Musa di Omero, l'ispiratrice dell'Iliade e dell'Odissea.

Ebbe due figli, Orfeo e Lino il cui padre a seconda delle leggende era Apollo oppure il re della Tracia Eagro. Fu amata da suo padre Zeus, e da lui generò i Coribanti. Era la maggiore e la più saggia delle Muse, nonché la più sicura di sé. Fece da giudice nella disputa su Adone tra Afrodite e Persefone, decidendo che ognuna trascorresse con lui la stessa quantità di tempo. I suoi simboli sono lo stilo e le tavolette di cera.

Viene sempre rappresentata con in mano una tavoletta su cui scrivere. Talvolta ha con sé un rotolo di carta oppure un libro e porta una corona d'oro sul capo.

Callipoli


Nella mitologia greca, Callipoli era il nome di uno dei figli di Alcatoo.

Callipoli aveva un fratello chiamato Ischepoli, questi venne ucciso durante una battuta da caccia mentre era in compagnia di Meleagro, Callipoli appena saputo dell’accaduto subito accorse cercando di avvertire il padre del misfatto. Il genitore era intento ad un sacrificio ad Apollo e venne disturbato dal figlio; egli non comprese il motivo di tale accanimento verso il rito che stava per compiere e punì il figlio uccidendolo. Alcatoo quando apprese la realtà andò in esilio a farsi purificare.


Calliroe 1

Figlia di Oceano e di Teti, unita a Crisaore, figlio della Gorgone e di Poseidone, generò i mostri Gerione ed Echidna. Con Poseidone, ebbe Minia; con Nilo, Chione e con il primo re di Lidia, Mane, generò Coti.

Calliroe 2

Figlia del dio-fiume Acheloo. Sposò Alcmeone, da cui ebbe due figli, Anfotero e Acarnano.
Un anno dopo Calliroe, che temeva di perdere la sua bellezza, rifiutò di accogliere Alcmeone nel suo letto finché egli non le donasse la collana e il manto di Armonia. Per amore di Calliroe, Alcmeone osò ritornare a Psofide e giunto colà ingannò il re Tegeo. Senza far parola del suo matrimonio con Calliroe, inventò una predizione dell'oracolo delfico: secondo tale predizione egli non si sarebbe mai liberato dalle Erinni se non avesse offero la collana e il manto al santuario di Apollo. Tegeo allora convinse la figlia Arsinoe (prima moglie di Alcmeone) a consegnarglieli ed essa obbedì di buon grado, convinta che Alcmeone sarebbe ritornato a lei appena le Erinni lo avessero lasciato libero. Ma uno dei servi di Alcmeone disse tutta la verità sul conto di Calliroe, e Tegeo si infuriò a tal punto che ordinò ai suoi figli di tendere un'imboscata ad Alcmeone e ucciderlo appena fosse uscito dal palazzo. Arsinoe assistette all'assassinio da una finestra e, ignara della doppiezza di Alcmeone, a gran voce rimproverò il padre e i fratelli poiché avevano violato le leggi dell'ospitalità e l'avevano resa vedova, e augurò che morte violenta cogliesse il padre e i suoi fratelli. Per ripicco Tegeo la chiuse in un cofano e la mandò in dono come schiava al re di Nemea.
Frattanto Calliroe, informata di quanto era accaduto a Psofide, pregò perché i fanciulli che essa aveva avuto da Alcmeone diventassero adulti in un sol giorno e vendicassero la morte del padre. Zeus ascoltò le sue suppliche e i fanciulli sbocciarono all'improvviso nella virilità, afferrarono le armi e si recarono a Nemea dove i figli di Tegeo avevavo interrotto il loro viaggio di ritorno da Delfi, li sorpresero e li uccisero; poi, affrettandosi verso Psofide, uccisero anche Tegeo.
Queste disgrazie successero perché Calliroe aveva desiderato di possedere la collana e la veste di Armonia, i doni divini ai quali era congiunta una maledizione.

Calliroe 3

Ninfa, figlia del dio-fiume Scamandro. Sposò Troo, figlio di Erittonio, da cui ebbe quattro figli: Cleopatra; Ilo, fondatore della città di Troia (Ilium); Assaraco, che regnò in Dardania; e Ganimede, il bel fanciullo che Zeus fece suo coppiere.

Calliroe 4

Figlia del re di Libia, Lico. Dopo la guerra di Troia, Diomede, messo a dura prova dall'ira di Afrodite, fu gettato dalla tempesta sulle coste licie. Lico lo fece prigioniero e stava per sacrificarlo ad Ares allorché Calliroe, innamorata dell'eroe, lo liberò. Ma questi l'abbandonò e la giovane, disperata, s'impiccò.

Calliroe 5

Figlia del re di Calidone. Secondo Plutarco, fu preso d'amore per lei Coreso, sacerdote di Dioniso; ma essendo stato respinto, ottenne dal suo dio che tutto il popolo fosse colpito da follia. Per ordine dell'oracolo di Delfi, Calliroe doveva essere sacrificata per placare il dio, ma Coreso si sacrificò in vece sua. La disgraziata fanciulla, commossa da tanto amore, si uccise anch'essa; secondo altri invece fu trasformata in fonte.

Calliroe 6

Secondo Esiodo era figlia dell'Oceano e di Teti, che sposò Crisaore e fu madre di Gerione e di Echidna. Gerione era reputato il più forte tra gli uomini viventi. Era nato infatti con tre teste, sei braccia e tre busti che si riunivano alla vita. Quando Eracle giunse a Orizia a rapire Gerione e le sue mandrie di buoi, si scontrò dapprima col cane Ortro, che uccise, poi col pastore Eurizione, il quale ebbe la stessa sorte. Gerione giunse allora in soccorso dei suoi servitori e dovette combattere con Eracle. Fu vinto e ucciso a frecciate o a colpi di mazza.

Nella mitologia greca Calliroe è la figlia del dio fluviale Acheloo.

Quando Alcmeone, uno degli Epigoni, avendo ucciso la madre Erifile dovette andar via dalla città di Argo, approdò presso la foce del fiume Acheloo. Qui conobbe Calliroe che sposò e da cui ebbe due figli Acarnano e Anfotero.

Calliroe, informata dell'esistenza della collana di Armonia, che il marito aveva donato alla prima moglie, pretese che Alcmeone gliela donasse, costringendolo a tornare dal re Tegeo a Psofi, dove fu ucciso.

La donna allora pregò Zeus di far diventare adulti i due figli, i quali vendicarono la morte del padre.

Callisto

Callisto, nella mitologia greca, era una ninfa del seguito di Artemide.

Zeus, vista la ninfa mentre si riposava in un bosco, se ne innamorò.

Il dio, per sedurre Callisto, consacrata ad Artemide e per questo vergine tenuta alla castità, decise di assumere le sembianze della stessa Artemide (secondo altre versioni Zeus assunse le fattezze di Apollo, fratello di Artemide).

Dopo qualche tempo Artemide, insieme a Callisto e al suo seguito, decise, dopo una battuta di caccia di riposarsi facendo un bagno presso una fonte. Callisto, oramai incinta, sulle prime esitò a spogliarsi per non svelare la perdita della verginità. Sfilatale la veste, la dea scoprì il tradimento.

Scacciata Callisto la trasformò in un'orsa (secondo un'altra versione a trasformare Callisto in orsa fu Era, per vendicarsi del tradimento di Zeus, oppure fu lo stesso padre degli dèi a trasformare Callisto per sottrarla alla vendetta di Era).
Era riuscì a convincere Artemide ad uccidere la ninfa con una freccia. Dopo la morte Zeus trasformò Callisto nella costellazione dell'Orsa Maggiore.

Un'altra versione della morte della ninfa è connessa al figlio Arcade, nato dall'unione con Zeus. Questo, oramai quindicenne, s'imbatté nel corso di una battuta di caccia nell’orsa e, proprio quando stava per ucciderla, intervenne il padre degli dèi, trasformando madre e figlio nelle costellazioni dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore. Era, ancora adirata, ottene dal dio Oceano che le nuove costellazioni non potessero mai tramontare.

Quello di Callisto è l'unico mito greco che contenga una seduzione omosessuale fra due donne. Ciò si deve probabilmente al fatto di essere l'unica traccia sopravvissuta di un antichissimo rito arcaico di iniziazione (omo)sessuale fra una donna adulta e una ragazza.

L'indoeuropeista Bernard Sérgent è il principale sostenitore della tesi dell'esistenza di un tale antichissimo rito sessuale d'iniziazione indo-europeo (allo studio del quale ha dedicato due monografie), che aveva lo scopo di trasmettere la fertilità dall'adulto al bambino, facendo "morire" misticamente il bambino, dopo un periodo dedicato all'insegnamento della caccia, e facendolo rinascere come giovane adulto consacrato alla divinità.

Callisto è a sua volta seguace d'una dea cacciatrice (Artemide/Diana - sorella del dio Apollo, protagonista dei miti d'iniziazione omosessuale maschile) e collegata ai riti d'iniziazione in tutta la Grecia, che non partecipa dell'attività sessuale-procreativa tipica dell'età adulta (Artemide è per definizione la giovane vergine, eternamente al confine fra adolescenza ed età adulta).

Elementi del mito arcaico

Nel mito originario, come conseguenza dei suoi rapporti sessuali con Diana, Callisto "diventa" un'orsa per poi essere "uccisa" dalla dea stessa, e rinascere come costellazione dell'Orsa Maggiore. (Per questa contaminazine del mito con la simbologia astrale si ricordi che Artemide è anche la dea-Luna).

Diversi dettagli mantengono tracce del mito arcaico d'iniziazione:

* il nome "Callisto", che in greco significa "la bellissima" (kallistè), è un appellativo sacro di Artemide (in Arcadia esisteva un tempio ad "Artemide Kallisté"). In altre parole, Callisto è Artemide.
* il mito dice che gli abitanti dell'Arcadia discendevano dal figlio nato dall'unione fra Callisto e Giove/Artemide.
* secondo una versione del mito, Callisto ebbe addirittura il rapporto sessuale con Zeus nella forma di un'orsa.
* Callisto (la donna/orsa) è a sua volta figlia di un uomo/animale: suo padre è infatti il re d'Arcadia Licaone (in greco lykos = "lupo"), fondatore del culto di Zeus Liceo ("Giove Lupo"), e trasformato in lupo dallo stesso Giove/lupo come... "punizione" per avere ucciso un bambino sacrificandoglielo.
* nella Grecia classica alla festa di "Artemide Brauronia" due bambine (di non più di dieci anni) si travestivano da orse e partecipavano alla processione così acconciate.

Tutti questi elementi convergono a mostrare che il rito (e il mito connesso) sono il residuo d'un culto di animale totemico: venerandolo i fedeli sperano di acquistare le sue doti (forza, temibilità eccetera) cioè di "diventare" l'animale-totem.[3] (Così va interpretata anche la sopra citata trasformazione di Licaone, adoratore del Lupo, in lupo).

In tale culto Callisto, Diana, la bambina che si affida a lei e l'Orsa sono, misticamente, la stessa persona. Ad Artemide è infatti sacra l'orsa solo perché Artemide, in origine, è essa stessa un'orsa: essa è infatti non solo la temibile "Signora delle belve" (Potnia theron) di cui abbiamo rappresentazioni d'epoca micenea, ma anche l'esatta corrispondente della dea-orsa celtica Arcto, di retaggio indoeuropeo, il cui nome combacia perfettamente con quello greco per l'orso: arktòs.

Ricostruzione del mito arcaico


Il mito originale può quindi essere così ricostruito:

* Una dea-Orsa (figlia di un dio-Lupo) ha fedeli che, venerandola, acquisiscono le sue qualità, "diventando" a loro volta orse.
* Questa trasformazione in orse, cioè in Artemide, avviene attraverso un rito d'iniziazione, nel corso del quale la bambina/aspirante-Artemide/orsa si ritira in un luogo selvaggio (adatto alla caccia) in compagnia di altre aspiranti (in epoca classica identificate come "Ninfe") e riceve un'iniziazione sessuale da parte di Artemide (cioè, nella realtà, da parte di un'adulta già iniziata che impersona la dea).
* In questo rito sessuale l'adulta/Artemide rende feconda (cioè adulta) la bambina/Callisto: nella versione del mito che ci è arrivata la feconda addirittura personalmente! La fecondità si trasmette in questo modo da donna a donna e di generazione in generazione.
* Alla fine di questo rito (anche) amoroso la bambina non solo non può più rimanere fra le ninfe/bambine, ma addirittura non esiste più: è morta in quanto bambina; si è trasformata in un'Orsa, cioè nella "Bellissima" (kallisté/Callisto), cioè in Artemide.
* Lo stesso meccanismo si nota nel mito di Licaone sopra accennato: attraverso il culto del Lupo ("Zeus Liceo") si causa la "morte" del bambino e la sua trasformazione in lupo.

Rilettura patriarcale del mito


Questo mito arcaico fu sottoposto alla rilettura teologica del patrimonio mitico tradizionale che nel II/I millennio a.C. caratterizzò i popoli che abitavano la Grecia. Tale reinterpretazione cercò da un lato di armonizzare il patrimonio di miti religiosi accumulatosi nel corso di secoli, dall'altro di rendere più patriarcale il pantheon, usurpando per quanto possibile nomi e imprese delle dee venerate precedentemente sul suolo greco.

In questa reinterpretazione del mito di Callisto il rapporto sessuale di Callisto venne "spiegato" in modo tale da avvenire sì apparentemente con Artemide, mentre però in realtà il corpo di Artemide, la voce di Artemide, gli attributi di Artemide celano un dio maschio e patriarcale: Zeus, al quale solo viene ora trasferita la capacità di rendere feconda la bambina. Non avendo potuto trasformare Artemide, evidentemente perché il suo culto era troppo radicato, si trasformò insomma in lei Zeus.

Fu così inglobato nel patrimonio mitologico un mito "anomalo" che evidentemente non si riusciva ad estirpare. Restò così possibile, come fecero gli àrcadi, conservare l'Orsa come "totem" (animale divino/antenato), dichiarandosene discendenti, anche in un'epoca in cui si era ormai completamente dimenticato il significato totemico del mito originario.

Calo (mitologia)

Nella mitologia greca, Calo o Talo o Perdice (Perdix) era il nome di uno dei figli di Perdice, nipote di Dedalo.

Dedalo era il famoso inventore all’epoca del mito, a lui si doveva ad esempio la progettazione e la creazione del labirinto di Creta, dove poi visse il Minotauro. Con lui lavorava inizialmente proprio suo nipote Calo, abile come il nonno. Egli dimostrava tanta abilità da suscitare l’invidia del parente e appena ne ebbe l’opportunità lo uccise gettandolo giù dall’Acropoli di Atene, dove poi seppellito.

Nei racconti si afferma che sia stato lui a inventare la sega, il compasso ed altri strumenti.

Camblete

Nella mitologia greca, Camblete o Camblite era il nome di uno dei re della Lidia.

Camblete fu maledetto da Iardano , con un sortilegio molto potente: avrebbe avuto sempre fame per quanto potesse mangiare. Il re da allora iniziò a mangiare ogni cosa gli fosse capitato vicino, a questa furia bulimica non ebbe scampo la moglie, che fu pasto del marito. Dopo l’assassino in preda al rimorso per l’atto compiuto si uccise,


Campe


Campe è una figura della mitologia greca, era la custode del Tartaro.

Aveva l'aspetto di una donna anziana. Gea predisse a Zeus che avrebbe potuto spodestare il padre solo se si fosse alleato con i Ciclopi, che tempo addietro erano stati confinati nel Tartaro dallo stesso Crono. Questi li aveva utilizzati nella guerra contro Urano e in seguito se ne era sbarazzato temendo le loro abilità di fabbri di oggetti magici.

Zeus quindi decise di liberarli e non ci pensò due volte ad uccidere Campe. Liberò così Ciclopi e Giganti Centimani. Secondo un'altra versione Zeus si limitò ad ubriacarla per poi procedere all'apertura della prigione.

Canace


Canace è una figura della mitologia greca, figlia di Eolo, re di Tessaglia, e Enarete, e prediletta di Poseidone.

Aveva sette fratelli (Atamante, Creteo, Dioneo, Macar o Macareo, Periere, Salmoneo e Sisifo) e sette sorelle (Alcione, Arne, Calice, Pisidice, Perimede e Tanagra). Con Poseidone, fu madre di Aloeo, che generò gli Aloadi, Epopeo, Opelo, Nereo, Cefalo, Dia e Triopante.

Fu costretta dal padre a uccidersi come punizione per essersi innamorata di suo fratello Macar/Macareo, da cui ebbe un figlio. Per quanto avesse nascosto la nascita del bimbo al padre, fu un vagito del piccolo a insospettirlo e a determinarne la punizione.

La sua storia fu messa in scena da Sperone Speroni nel 1588 nella sua tragedia in versi Canace.

La storia è anche raccontata da Ovidio nelle sue Heroides , una selezione di 18 poemetti dalla forma di lettere da parte di donne mitologiche e loro amanti ed ex.

Canente


Canente è un personaggio della mitologia greca chiamata così perché tra tutte le ninfe eccelleva nel canto.

Fu amata da Pico, che le fu fedele anche quando venne tentato dalla maga Circe. Quest'ultima per vendicarsi dell'affronto subito trasformò Pico in un picchio. Canente dopo la trasformazione del marito morì consumata dal dolore.

Secondo la leggenda fu la madre di Fauno.

Canopo (mitologia)

Nella mitologia greca, Canopo o Canobo era il nome del pilota di Menelao.

Dopo che Menelao prese parte alla guerra di Troia, iniziò da vincitore il viaggio di ritorno a casa. Durante tale avventura Canopo, l’amato di Teonoe la figlia di Proteo, era sempre al suo fianco, un giorno quando si trovarono in Egitto, il ragazzo venne morso da un serpente e velocemente morì. Divenne una stella e a lui fu dedicata una piccola isola del Nilo. Un'altra versione lo vede al fianco di Osiride.

Canto (mitologia)

Nella mitologia greca, Canto era uno degli Argonauti, prodi avventuri partiti alla conquista del vello d'oro insieme al loro comandante Giasone.

Quando Giasone inviò gli araldi a chiedere aiuto a tutti gli eroi dell'epoca, per la sua impresa pericolosa, uno che rispose all'appello fu il prode Canto.

Durante le avventure degli argonauti, essi si persero alla ricerca del Mediterraneo. Canto allora, nella terra ferma, scorse un bestiame di pecore, si avvicinò con l'intento di rubarne una, mosso dalla fame. Camauro, uno dei pastori garamanzi, era il proprietario di quel gregge, scorse il furto e uccise l'argonauta.

I suoi compagni subito ne vendicarono la morte, seppellendo in seguito i due corpi.

Caone


Nella mitologia greca, Caone il nome di uno dei fratelli di Eleno

Caone, che secondo alcuni mitografi era in realtà solo un amico di Eleno era un suo compagno e viaggiavano insieme. Un giorno si ritrovarono alla corte del re Neottolemo ed Eleno riuscì a succedergli al potere.

Caone secondo alcune versioni fu ucciso incidentalmente in una battuta di caccia, dove venne scambiato per un animale, mentre in un'altra versione più eroica del mito egli decise di sacrificare la propria vita per salvare la gente dal pericolo di un'epidemia che era scoppiata da poco. Infatti fu sacrificato agli dei. Altri autori ancora lo immolano per scongiurare una tempesta.

Dal suo nome vene chiamata una parte dell’Epiro, quella dove vi era una foresta con un tempio sacro a Zeus, in cui un oracolo riusciva a prevedere il futuro alla gente.

Edited by demon quaid - 10/12/2014, 19:02
 
Top
94 replies since 12/6/2010, 23:03   25202 views
  Share