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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 25/7/2010, 09:14 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Clizio

Nella mitologia greca, Clizio era il nome di diverse figure del mito

Sotto tale nome si ricorda:

* Clizio, il gigante;
* Clizio, figlio di Eurito che appoggiò il padre che sospettava Eracle del furto del suo bestiame;
* Clizio figlio di Laomedonte;
* Clizio guerriero troiano nell' Eneide;
* Clizio, giovanissimo guerriero latino nell' Eneide, famoso per la sua relazione con Cidone.

Clizio il gigante

Clizio era il nome di uno dei giganti che insieme a tanti della sua specie attaccarono l’olimpo, sede degli dei. Egli fu sconfitto da Ecate che lo bruciò con le sue torce e finito da Eracle che gli sferrò il colpo mortale.

Clizio figlio di Laomedonte

Clizio era uno dei 8 figli avuti dal re di Troia Laomedonte e Strimo. Gli altri figli della coppia erano Titone, Lampo, Ideatone, Podarce, Esione, Cilla, Astioca.

Secondo alcuni autori partecipò alle avventure degli argonauti.

Clizio il troiano

Clizio è nell' Eneide un compagno di Enea, profugo di Troia coi tre figli Acmone, Menesteo ed Euneo. Muore nella guerra tra troiani e italici, per opera di Turno. Questa vicenda è narrata nel libro IX.

Clizio il latino

Per Clizio il latino vedi la voce Cidone e Clizio.

Clonia

Nella mitologia greca, Clonia è il nome di un'Amazzone, il popolo di donne guerriere, discendenti dal dio Ares e dalla ninfa Armonia, le quali abitavano il nord dell'Asia Minore.
Clonia appare, nel poema di Quinto Smirneo, come una delle dodici Amazzoni che facevano parte del contingente, guidato dalla regina Pentesilea, giunto in soccorso a Priamo, nella guerra di Troia.

Arrivo a Troia


Insieme alle altre sue compagne, Clonia figura tra i più preziosi alleati dei Troiani, agli ordini della valorosa regina Amazzone, Pentesilea. Essa viene ricordata nell'elenco delle Amazzoni all'inizio del primo libro del Posthomerica.

Combattimenti nella guerra


Trascorso un certo tempo presso la città di Troia, per ristorarsi e rinvigorirsi prima della nuova battaglia, tutte le Amazzoni, sotto il comando di Pentesilea si diressero verso il campo di battaglia per affrontare gli avversari Achei. La prima ad avventarsi sui nemici fu la stessa regina, la quale massacrò uno dopo l'altro sette guerrieri avversari. Dopo di lei, fu l'Amazzone Derinoe ad attaccare, uccidendo il prode Laogono.

Clonia si gettò dunque sui nemici, e con la sua lancia trafisse Menippo, un valoroso guerriero di Filace, intimo amico di Protesilao, l'eroe acheo che morì dieci anni prima per mano di Ettore.

Alla vista dell'amico morto, Podarce, fratello di Protesilao, balzò sull'Amazzone e la trafisse con la lancia. Colpita a morte, Clonia cadde a terra in un lago di sangue, mentre le sue viscere si spargevano a terra.
Ma Pentesilea, accortasi della morte della compagna, si vendicò a sua volte e scagliò la lancia su Podarce, trafiggendogli il braccio destro. L'eroe precipitò anch'esso a terra, ululante di dolore, e, dopo pochi minuti, spirò a causa della grave perdita di sangue. Non appena gli uomini di Filace videro il loro capitano ucciso, si diedero alla fuga.

Clonio

Nella mitologia greca, Clonio è il nome di un capitano acheo, proveniente dalla Beozia, il quale prese parte alla guerra di Troia, conflitto scoppiato in seguito al rapimento della regina spartana Elena, da parte del giovane troiano Paride, figlio del re Priamo. Gli avvenimenti più importanti legati a questa guerra sono raccontati da Omero nell'Iliade.

Clonio nel "Catalogo delle navi"

Clonio, capitano beota, è nominato solamente due volte nell'Iliade. Nel libro II è ricordato tra i condottieri achei che giunsero in ausilio ai due Atridi, Agamennone e Menelao, per vendicare l'oltraggio subito da quest'ultimo (Menelao, infatti, era il re di Sparta, marito della rapita Elena).

Sebbene fosse al comando degli eserciti provenienti dai più remoti luoghi della Beozia, Clonio non appare come il comandante assoluto dei Beoti. Figlio di Lacrito e di Cleobule, questo era giunto a Troia come alleato degli Achei, conducendo nove navi con sé dalla Beozia. Egli assume il ruolo esclusivo di luogotenente, insieme ad altri capitani beoti, Arcesilao e Protoenore.

Morte in battaglia


Insieme ai suoi compagni provenienti dalla Beozia, Clonio non assume un ruolo particolarmente rilevante nella guerra. Nel poema, infatti, egli non viene mai nominato in rapporto alla sue gesta.
Proprio in battaglia, però, egli perde la vita, ucciso per mano dell'avversario Agenore, figlio di Antenore.

Non si sa se bisogna identificare questo Clonio col capo beota, dato che Omero non ci fornisce altre informazioni sull'identità di questa vittima. Ma, dato che nell'Iliade egli non viene più nominato, né nei poemi successivi, allora molto probabilmente è da identificarlo con questo morto, caduta durante il contrattacco troiano alle navi.

Clori


Clori o Cloride è il nome di tre personaggi della mitologia greca.

Una è la figlia di Anfione di Tebe e di Niobe. Lei e il fratello Amicla furono gli unici figli di Niobe a non essere uccisi da Apollo e Artemide a causa della hybris (superbia) della madre.

La seconda Clori è la figlia di Anfione di Orcomeno, che poi sposò Neleo re di Pilo e fu madre di Nestore. Talvolta viene confusa nelle fonti con la Clori precedente.

La terza è la sposa di Zefiro e madre di Carpo. È la dea dei fiori e venne successivamente identificata con la dea latina Flora.

Cnageo

Nella mitologia greca, Cnageo era il nome di uno dei guerrieri che si distinse in guerra combattento al fianco dei Dioscuri.

Il mito viene raccontato da Pausania: Cnageo, soldato spartano, durante la guerra di Afidna venne sopraffatto e catturato. Prigioniero degli ateniesi il suo destino fu quello di essere venduto come schiavo all'isola di Creta. Qui divenne un seguace della dea Artemide, fino a quando un giorno decise di fuggire portandosi con se una sacerdotessa del culto e una statua della dea. In seguito fondò lui stesso un culto per la dea.

Cocalo

Nella mitologia greca, Cocalo era il nome di un re sicano la cui roccaforte si trovava a Camico, località variamente identificata con Sant'Angelo Muxaro, Agrigento, Palma di Montechiaro, Sutera, Naro.

Cocalo è ricordato per aver dato rifugio a Dedalo quando fuggì insieme al suo figlio Icaro dal labirinto di Minosse. Il re di Creta allora andò alla sua ricerca infuriato della fuga. Sapendo della sua abilità inventoria Minosse andava in giro chiedendo di risolvergli un enigma, dove si chiedeva di passare un filo in una spirale d una conchiglia. Nessuno vi era riuscito e solo Cocalo chiedendo aiuto al suo amico aveva la soluzione: grazie all’aiuto di una formica il filo era riuscito a passare tranquillamente. Minosse intuì immediatamente che vi era lo zampino di Dedalo. Disperato decise di uccidere lo stesso re per salvare la reputazione dell’ospite.

La morte di Minosse viene raccontata in diversi modi, probabilmente avvenne durante il bagno o con l’acqua calda o con la pece bollente.

Sofocle scrisse una tragedia che raccontava della vicenda.

Coirano

Nella mitologia greca, Coirano o Cerano era il nome di un guerriero che si distinse nella guerra di Troia.

Quando Paride figlio di Priamo re di Troia prese con se Elena moglie di Menelao, scoppiò una guerra fra la Grecia e i troiani. Fra i tanti eroi che risposero all’appello del fratello di Agamennone Coirano, soldato proveniente dalla città di Licio, era fra questi. Divenne cocchiere di Merione, durante una battaglia vede il prode Idomeneo in difficoltà, la sua arma si è spezzata ed Ettore si sta avvicinando e va incontro al greco per riuscire a salvarlo. Fa salire sul carro l’eroe ma a quel punto il figlio di Priamo scaglia contro la sua lancia, Idomeneo la schiva ma Coirano viene colpito e muore.

Coleno

Nella mitologia greca, Coleno era considerato il primo re dell’ Attica.

Coleno discendente dal dio Ermes venne per la sua condotta esiliato da Anfizione. Girovagando per altri regni alla fine si stabilì e creò un santuario ad Artemide, Pausania stesso ebbe modo di ammirare la statua di legno creata in suo onore. In seguito non si allontanò mai più da quel luogo sino alla sua morte, il luogo in questione era nel demo di Mirrina.

Combe

Nella mitologia greca, Combe era il nome di una delle figlie del dio Asopo , una divinità minore di un fiume.

Sposata con Soco (o Saoco), viveva nel regno di Eubea. Si racconta della sua numerosa prole (alcuni le attribuiscono anche 100 figli), ma la versione più accreditata elenca sette di loro (i cosiddetti coribanti d’Eubea).

Essi erano:

Acmone
Ideo
Dmaneo
Melisseo
Ocitoo
Mimante
Primneo


Stanca della tirannia del marito decide di fuggire rifugiandosi in varie città fino ad Atene, tornò nella patria solo alla morte del marito.

Comete
(mitologia)

Nella mitologia greca, Comete era il nome di diversi personaggi di cui si raccontano le gesta.

Fra i vari personaggi con quel nome ritroviamo:

* Comete, uno dei figli di Stenelo. Diomede il guerriero che poi si distinse nella guerra di Troia chiese al ragazzo di controllare i suoi averi, ma egli grazie all'intervento della dea Afrodite, si innamorò della moglie dell'eroe Egialea. Secondo un'altra versione invece fu Nauplio a convincere la donna a cedere alle attenzioni del ragazzo. In ogni caso Comete cercò di uccidere Diomede al suo ritorno non riuscendoci, ottenendone però l'allontanamento.

* Comete, uno dei figli di Tisameno.

* Comete, figlio di Testio, uno dei partecipanti alla caccia del cinghiale Calidone.

Cometo

Cometo è una figura della mitologia greca, figlia di Pterelao re di Tafo.

Cometo si innamorò perdutamente di Anfitrione che aveva cinto d'assedio la città di cui il padre era re. Per aiutarlo nell'impresa, ella strappò al padre il capello d'oro che donava lui l'immortalità, uccidendolo.

Anfitrione conquistò la città e, saputo di quanto accaduto, uccise la giovane snaturata.

Coone

Nella mitologia greca, Coone era uno dei guerrieri che presero parte alla guerra di Troia tra i difensori della città; il personaggio è presente nell’ Iliade.

Figlio di Antenore, assistette durante una delle tante battaglie allo scontro di Ifidamante, il più giovane dei suoi fratelli, contro Agamennone, che si concluse con la morte di Ifidamante. Coone mosse allora contro Agamennone, deciso a vendicare il fratello minore. Senza farsi vedere si avvicinò al nemico e scagliò la sua lancia che colpì il bersaglio, ferendolo gravemente ad un braccio; Agamennone però si riprese e Coone venne sopraffatto e decapitato.

Copreo

Copreo, era personaggio mitologico greco.

Figlio di Pelope, padre di Perifete, a causa dell'uccisione di Ifito, scappò via dall' Elide e si rifugiò nella città di Micene, presso Euristeo che se ne servì in qualità di araldo per portare ad Eracle la notizia che avrebbe dovuto sottoporsi alle dodici fatiche.

Euristeo in seguito lo inviò come araldo anche presso gli Ateniesi, pretendendo da loro l'espulsione degli Eraclidi dalla città. Durante questa ambasciata, Copreo si sarebbe mostrato tanto insolente che gli Ateniesi lo uccisero. In espiazione di questo fatto, gli efebi ateniesi in alcune feste portavano una veste di colore scuro.

Corebo (mitologia)

Corebo , era un personaggio della mitologia greca.

Come ci narra Pausania, quando nella città di Argo regnava Crotopo, sua figlia Psamate ebbe un figlio da Apollo: Lino. Per vergogna e timore della reazione del padre, lo fece esporre e venne dilaniato da alcuni cani del gregge di Crotopo stesso.

Apollo, adirato, mandò un mostro marino chiamato Pena (in greco antico Ποινὴν, «Punizione»), che strappava i figli alle madri, uccidendoli. Fu proprio Corebo che, volendo fare cosa gradita agli Argivi, affrontò il mostro e lo uccise. Apollo a questo punto mandò una pestilenza che continuò ad affliggere gli abitanti e Corebo si risolse ad andare di sua volontà a Delfi, per chiedere all'oracolo cosa potesse calmare l'ira di Apollo.

La Pizia non gli consentì di rientrare nella città di Argo, ma gli comandò di prendere un tripode dal santuario e di abitare e costruire un tempio ad Apollo proprio nel luogo dove il tripode gli fosse caduto di mano. Il tripode gli cadde di mano proprio sul Monte Geranìa, dove prese dimora e fondò la città di Tripodiskoi, (in greco antico Τριποδίσκους), oggi ritenuto il nucleo antico della città di Megara.

Corebo ha la tomba nell'agorà di Megara, sempre secondo quanto riferisce sempre Pausania, e vi erano scritti versi elegiaci che raccontavano i particolari della storia. Sulla tomba c'è proprio una scultura a ricordare Corebo che uccide la Pena.

Coribanti


I Coribanti erano i sacerdoti di Cibele (divinità nata dall'unione tra Gea e Urano).

Diverse e contrastanti sono le tradizioni legate alle loro origini: ben sei sono le versioni più probabibili ed accettate

Figli di Apollo e Talia, la Musa della commedia.
Nati dall'unione di Saoco e di Combe, una ninfa, figlia del fiume Asopo.
Una tradizione sostiene che erano figli di Crono.
Erano ritenuti anche figli di Helios e di Atena.
Nacquero dall'amore di Zeus e della musa Calliope.
Erano figli di Apollo e di Retia, una ninfa di Samotracia.


Onoravano la loro dea con danze sfrenate e orgiastiche, durante queste rumorosissime feste spesso si infliggevano volontariamente delle ferite. Inventori del tamburo a cornice creavano musica basata sul ritmo ossessivo per curare l'epilessia e per sconfiggere la malinconia di Zeus. Inoltre onoravano il pino in onore di Attis (figlio della dea).

Furono spesso identificati con i Cureti e i Grandi dei di Samotracia.



 
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