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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 26/7/2010, 18:37 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Corico (mitologia)

Nella mitologia greca, Corico era il nome di uno dei primi re di Arcadia.

Il re Corico aveva due figli Plesippo e Eneto, costoro erano riusciti ad inventare l’arte della lotta e volevano far vedere la loro invenzione al padre. Essi avevano una sorella di nome Palestra, tale donna decise di rivelare la loro scoperta al suo amante, il dio Hermes,che fece sua l’arte chiamandola con il nome dell’amata. (Palestra in greco antico significava la lotta).

I figli si lamentarono con Corico che suggerì di vendicarsi del dio allora lo presero nel sonno e gli tagliarono le mani, a sua volta anche il dio si lamentò con suo padre, il sommo Zeus che prese Corico e consumò la sua rabbia con lui, scorticandolo.

Corinto
(mitologia)

Nella mitologia greca, Corinto era il nome di un uomo che passava per essere erroneamente uno dei figli di Zeus

Corinto era l'eroe dell'omonima città ma nelle sue parti si era diffusa la credenze delle sue origini divine, dove si presumeva che fosse il padre degli dei, Zeus stesso suo padre. Questa credenza dei Corinzi era mal vista dagli altri greci, tanto che arrivavano a creare il proverbio "Corinto, figlio di Zeus" che indicava un qualcosa di ripetitivo, monotono.

Suo padre era Maratone, un essere mortale, con cui viaggiò per poi tornare e diventare re di Corinto, e secondo una versione del mito fu ucciso dai propri sudditi. Il suo successore fu Sisifo che lo vendicò.

Corito

Nella mitologia greca, Corito era il nome di diversi personaggi di cui si raccontano le gesta.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Corito, figlio di Zeus e di Elettra (la figlia di Atlante), secondo una delle versioni da lui discesero Iasione e Dardano. Sempre secondo tale culto egli fondò una città, tale Corito (oggi Tarquinia) e si stabilì in tale dimora, i suoi due figli invece si allentarono, uno per la Troade e l’altro per la Samotracia.

* Corito, re di Tegea. Quando Auge decise di abbandonare suo figlio Telefo su una montagna come era usanza a quei tempi, Corito lo vide e lo portò con se, quindi lo crebbe come se fosse suo figlio. Da Telefo, poi, nacque Tarconte che venne in Etruria e fondò la città di Tarquinia.

* Corito, figlio di Paride e di Enone, una ninfa. Era talmente bello che riuscì a conquistare il cuore di Elena, per questo suo padre lo uccise.

* Corito, secondo Ditti Cretese, era uno dei figli che Paride ebbe da Elena, gli altri due erano Bunomo e Ideo, morirono durante la guerra di Troia per il crollo di un tetto. Ditti Cretese chiama Corito anche la città greca di Corinto. Da questa città (Corito/Corinto), secondo una diffusa tradizione greca e romana, il nobile Demarato poi sarebbe venuto a stabilirsi a Tarquinia dove sposatosi con Tanaquilla divenne il padre di Tarquinio Prisco. Valerio Massimo (III,4,2) disse infine che Tarquinio era nato in una città etrusca chiamata Corinto (Corito-Corneto-Tarquinia).

Coronide
)
Coronide è una figura della mitologia greca, era figlia di Flegias, re dei lapiti.

Secondo il mito, Apollo si innamorò di Coronide mentre ella faceva il bagno in un lago. I due consumarono la loro passione, poi il dio andò via, lasciando un corvo a guardia della ragazza.

Coronide decise di sposarsi con Ischys, e il corvo, quando li vide assieme, volò da Apollo per riferire. Quando scoprì che Coronide era incinta, decise di punire il corvo, tramutandogli le piume da bianche in nere, poiché non aveva allontanato Ischys da Coronide.

Artemide uccise Coronide trafiggendola con un dardo, su richiesta del fratello disonorato. Apollo, però, decise di salvare il piccolo che Coronide aveva in grembo, e chiese ad Ermes di prenderlo dal corpo della madre. Apollo decise di dare al piccolo il nome di Asclepio.

Un’altra versione del mito racconta che Apollo stesso uccise Coronide e, compreso il suo errore, estrasse il feto di Asclepio e lo portò dal centauro Chirone.

Corono

Nella mitologia greca, Corono il lapita, figlio di Caneo era uno degli Argonauti.

Corono il lapita partecipò alla famosa conquista del vello d'oro.

Problemi di confine

Quando sorse una disputa per quanto riguarda i confini, tra i Dori di Estieotide, cui erano governati da re Egimio e i Lapiti del monte Olimpo, alleati in passato con i Driopi, il cui re era Corono. Durante la lotta i dori stavano per avere la peggio, anche per via del loro esiguo numero rispetto agli avversari, allora chiesero ad Eracle un aiuto nella lotta, offrendo come ricompensa nel caso accettasse un terzo del regno.

Cragaleo


Cragaleo nella mitologia greca era il nome di uno dei figli di Driope, un pastore dotato di enorme saggezza.

L’anziano Cragaleo tranquillamente portava a spasso le mandrie quando fu scelto come giudice in una disputa fra dei e semidei, doveva scegliere a chi dovesse andare una città, Ambracia situata nell’Acarnania. Fra i vari pretendenti vi era Eracle che alla fine fu scelto, ma questo scatenò le ira degli altri contendenti fra cui Apollo che lo trasformò in pietra.

Cranao


Cranao è una figura della mitologia greca, era figlio di Cecrope.

Fu il successore di suo padre al trono della città di Atene. Fu bandito dalla città da Anfizione, figlio di Deucalione, il quale fu a sua volta spodestato da Erittonio. Ebbe tre figlie Cranae, sposa di Anfizione, Cranecme e Attide.

Cranone

Nella mitologia greca, Cranone era il nome di uno dei figli di Pelasgo

Cranone era nato nel Peloponneso ma crescendo viaggiò fino alla Tessaglia dove incontrò Ippodamia e si innamorò di lei. Per ottenere la sua mano doveva vincere una gara con il carro, ma durante la sfida rimase ucciso, i cittadini allora per commemorarlo decisero di cambiare nome alla città della Tessaglia da Efira a Cranone.

Crantore

Nella mitologia greca, Crantore era il nome di uno schiavo fedele di Peleo.

Dopo essere stato sconfitto da Peleo Amintore gli diede Crantore come schiavo e ne fece suo scudiero. Gli fu fedele sino alla famosa battaglia contro i centauri. Qui durante lo scontro uno dei mostri, tale Demolente, lanciò contro un albero dopo averlo sradicato, Crantore fu l’unico a non riuscire a scansarsi in tempo, scatenando la furia di Peleo che fece strage dei centauri.

Creonte 1

Re di Corinto, figlio di Liceto. Alcmeone affidò Anfiloco e Tisifone, i figli avuti da Manto, a Creonte perché li allevasse. Ma poiché crescendo Tisifone si rivelò fanciulla di straordinaria bellezza, la moglie di Creonte rosa dalla gelosia la vendette come schiava e, Alcmeone, che non sapeva chi essa fosse, la comprò e la fece servire in casa propria, ma fortunatamente si astenne dall'incesto. Più tardi, scoperta la sua identità, si recò a riprendere anche Anfiloco.
Giasone e Medea, cacciati da Iolco, giunsero a Corinto. Creonte li accolse e diede loro una dimora perché potessero vivere in pace. A quanto narra Euripide, la popolazione di Corinto cominciò a temere Medea che oltre a essere una straniera era anche una maga. Anche Giasone si stancò di lei perché, in quanto straniera, non poteva dargli un figlio che divenisse il legittimo erede al trono. Creonte gli offì la mano di Glauce (o Creusa), sua figlia, ed esiliò Medea. Medea prima di partire donò a Glauce l'abito nuziale. Ma allorché indossò il vestito, Glauce fu avvolta da un fuoco misterioso che la divorò e Creonte, nel tentativo di aiutarla, venne anch'egli bruciato. Secondo un'altra versione, Medea avvelenò Creonte e distrusse il suo palazzo, abbandonando i suoi figli nel tempio di Era. Gli uomini di Creonte si vendicarono uccidendole i figli e raccontando che erano morti per sua mano.

Creonte 2

Figlio di Meneceo, sposò Euridice (o Enioda) e da lei ebbe molti figli. Quando re Laio di Tebe, marito di Giocasta, si recò a Delfi, Creonte, fratello della donna, governò al suo posto. Più tardi, allorché Laio venne ucciso non lontano da Delfi, all' incrocio fra la strada di Dauli e quella di Tebe dal figlio Edipo, Creonte divenne reggente. La Sfinge (un mostro mezzo leone e mezzo donna), inviata da Era contro Tebe per punire la città dell'uccisione di Laio, tormentava i Tebani e soprattutto poneva enigmi ai passanti e divorava coloro che non sapevano risponderle. Allora Creonte offrì il regno e la mano di Giocasta a chiunque fosse riuscito a risolvere l'enigma della Sfinge e a liberare il paese da quella costante minaccia. Edipo risolse l'enigma e la Sfinge, avvilita, si gettò giù dal monte Ficio sfracellandosi nella vallata sottostante. Poi chiese il regno e la sposa promessi, all'oscuro del fatto che Giocasta era la sua vera madre. Alcuni anni dpo, un'altra piaga, una grande pestilenza si abbattè su quella terra, e l'oracolo di Delfi dichiarò che Edipo ne era la causa, perché era colpevole di parricidio e di incesto. Giocasta, apprendendo la verità, disperata si tolse la vita; Edipo si accecò, e ancora una volta, Creonte divenne reggente di Tebe. Secondo alcuni cacciò Edipo dalla terra, secondo altri consentì al povero cieco di restare a Tebe fino a quando, alcuni anni dopo, i figli di Edipo, Eteocle e Polinice, succeduti a Creonte, lo scacciarono definitivamente. I due fratelli decisero di governare ad anni alterni, ma Eteocle, che salì al trono per primo, non volle abbandonarlo allo scadere del suo tempo, si rifiutò di cedere il trono a Polinice, e aiutato da Creonte lo fece allontanare dalla città.
Durante la guerra dei Sette contro Tebe, Polinice guidò l'esercito degli Argivi e nel combattimento perse la vita proprio contro il fratello Eteocle. Uno dei figli di Creonte, Megareo morì durante l'assedio e un altro, Meneceo, per obbedire a un oracolo si offrì in sacrificio ad Ares e così assicurò la vittoria ai Tebani. Creonte diede al corpo di Eteocle onorata sepoltura, ma ordinò che Polinice fosse lasciato all'esterno della città, poiché aveva portato le armi contro la patria. Antigone, figlia di Edipo e promessa al figlio minore di Creonte, Emone, cercò di recuperare il corpo del fratello per potergli dare sepoltura, ma venne sorpresa dai soldati che la condussero da Creonte il quale decretò che venisse sepolta viva e la rinchiuse nella tomba dei Labdacidi. La giovane si uccise ed Emone, disperato per la crudeltà del padre che aveva portato alla morte la sua promessa sposa, si tolse la vita con la propira spada. Euridice, moglie di Creonte, sconvolta per la morte dell'unico figlio che le era rimasto, decise di porre fine ai suoi giorni.
Secondo un'altra leggenda, allorché Edipo, bandito da Tebe, si rifugiò in Attica, nel santuario di Colono, Creonte, che dapprima l'aveva cacciato, cercò di farlo tornare a Tebe. Infatti l'oracolo di Delfi aveva rivelato che il luogo dove Edipo fosse vissuto e morto, avrebbe goduto di speciale fortuna. Edipo rifiutò di tornare e Teseo, re di Atene, scacciò Creonte. Teseo comparve ancora a Tebe dopo il fallimento dell'attacco dei Sette e costrinse Creonte a dare agli Argivi onorata sepoltura.
In gioventù Creonte aveva purificato Anfitrione colpevole d'aver ucciso il suocero Elettrione, e l'aveva anche aiutato nella guerra contro i Teleboi e i Tafi, però a patto che egli liberasse i Tebani dalla volpe Teumessia. Anfitrione si era fermato a Tebe per essere purificato, e proprio a Tebe sua moglie Alcmena aveva dato alla luce Eracle. Creonte diede Megara, sua figlia, in sposa a Eracle, ma durante l'assenza dell'eroe, Lico invase Tebe, uccise Creonte e si impossessò del trono. Eracle si trovava nel Tartaro, ma ritornò e uccise l'usurpatore, e colto da un eccesso di follia uccise anche i figli avuti da Megara. Secondo un'altra versione del mito, Creonte venne ucciso da Teseo il quale aveva attaccato Tebe per punirlo d'aver proibito che i corpi degli Argivi fossero sepolti.
Esistono molte varianti sulla sorte di Creonte, oltre alle tre tragedie tebane di Sofocle (Edipo re, Edipo a Colono e Antigone), vedi anche i Sette contro Tebe di Eschilo, Le Fenicie ed Eracle di Euripide.

Creontiade

Nella mitologia greca, Creontiade era il nome di uno dei figli di Eracle e di Megara, figlia di Creonte, il re di Tebe.

Eracle durante la sua pazzia uccise Creontiade, i suoi fratelli e alcuni dei suoi cugini.

Cresfonte

Nella mitologia greca, Cresfonte era il nome di uno dei figli di Aristomaco, era un discendente di Eracle, e per questo faceva parte degli Eraclidi.

Eracle aveva avuto tanti figli e nipoti durante la vita e molti di essi una volta cresciuti si allearono con il nome di Eraclidi. Si disntise in lotta con i suoi fratelli Temeno e Aristodemo riuscendo a conquistare grazie al loro esercito la penisola del Peloponneso. Una volta che la terra fu libera la divisero fra i tre fratelli ma Cresfonte desiderava la parte meno ricca che doveva andare all'ultimo, la Messenia. I tre dovettero buttare un sasso in un'anfora colma d'acqua e poi una volta pescati si comprendeva a chi dovesse andare una parte del regno, per essere sicuro di uscire per ultimo Cresfonte gettò una zolla di terra che si sciolse subito nell'acqua. Ebbe come moglie Merope la figlia di Cipselo, venne ucciso dal suo stesso popolo in rivolta contro il suo sistema di governo.

Creso

Creso fu il trentesimo e ultimo sovrano della Lidia, su cui regnò dal 560/561 a.C. fino alla sconfitta subita, intorno al 547 a.C., ad opera dei Persiani.


La vita


Nato nel 596 a.C., quinto sovrano della dinastia dei Mermnadi, era figlio del re Aliatte II. Dopo la morte del padre avvenuta nel 560 a.C., Creso ebbe una breve lotta con il fratello, prima di conquistare il trono.

Rapporti con le città greche della Ionia

Creso proseguì la politica del padre tendente ad estendere l'influenza della Lidia sulle città greche della costa anatolica, migliorando però un quadro di rapporti politici, già sostanzialmente buono, in cui l'egemonia e i modesti tributi imposti alle città ioniche erano ampiamente ripagati dai notevoli vantaggi commerciali derivanti dall'apertura garantita sugli ambiti mercati dell'entroterra.

Creso accumulò quindi ingenti ricchezze, al punto che nella cultura greca e in quella persiana il suo nome acquistò il significato di "ricco" per antonomasia, dando origine ad espressioni quale "ricco come Creso" o "ricchissimo quanto Creso".

I buoni rapporti con la Grecia si manifestavano negli onori e nelle donazioni tributate al santuario di Delfi e nei rapporti amichevoli intrattenuti con la Lega peloponnesiaca. Il ricco re progettò e finanziò con generosità la costruzione dell'Artemision di Efeso, menzionato, in un epigramma di Antipatro di Sidone, fra le sette meraviglie del mondo antico e dimostrò la sua ospitalità accogliendo nella sua corte eminenti personaggi come il politico ateniese Solone.

La politica di Creso fece della Lidia l'ultimo bastione difensivo per i greci della Ionia contro l'avanzata persiana in Asia Minore.

La guerra contro Ciro il Grande


Nel 547 a.C. circa i Medi, stanziati ai confini sud-orientali della Lidia, furono conquistati dai Persiani e Creso si preparò all'inevitabile campagna militare contro Ciro il Grande di Persia alleandosi con Amasis II d'Egitto, Nabonido di Babilonia e Sparta.

Prima di partire per la guerra, il re lidio si rivolse all'oracolo di Delfi, ottenendo dalla Pizia, com'era consuetudine, un'ambigua risposta: "Se Creso attraverserà il fiume Halys cadrà un grande impero".

Creso, sicuro della vittoria, sferrò il suo attacco. I due eserciti si scontrarono proprio presso l'Halys, nell'Anatolia centrale, in una battaglia rivelatasi inconcludente. Sopraggiunto ormai l'inverno Creso, secondo consuetudine, ritirò il proprio esercito, ma fu sorpreso dalla manovra di Ciro il quale, contravvenendo all'uso, lo attaccò presso Sardi (capitale della Lidia), sconfiggendolo e imprigionandolo. Fu così che il suo regno cadde nelle mani dei Persiani avverando l'oscura profezia della Pizia.
La morte [modifica]
Creso attende il rogo offrendo una libagione. Anfora a figure rosse da Vulci (500-490 a.C.)

Non si sa con esattezza la data di morte di Creso, anche se essa viene tradizionalmente collocata al 546 a.C., quindi dopo la conquista persiana.

La "Cronaca di Nabonido" afferma che Ciro "marciò contro la Lidia, uccise il suo re e se ne impossessò..."; tuttavia, si ipotizza che nell'iscrizione in caratteri cuneiformi la parola che starebbe per "Lidia" sia corrotta e che quindi sarebbe stata mal interpretata.

Secondo le Storie di Erodoto, Creso, prigioniero, fu posto su una grande pira per ordine di Ciro, che voleva vedere se forze soprannaturali si sarebbero manifestate per salvarlo dal rogo. Creso appiccò il fuoco invocando Apollo ma accadde che, nel cielo fino ad allora sereno, giunsero improvvise pioggia e vento a spegnere le fiamme. Ciro si convinse allora della bontà di Creso e lo nominò suo consigliere, funzione che mantenne anche con Cambise, figlio di Ciro.

Creteo

Nella mitologia greca, Creteo era il nome di uno dei figli di Eolo e di Enarete.

Si sposò con Tiro, da lui discesero Esone, Fere ed Amitaone. Tiro ebbe in passato una relazione con il dio Poseidone dal quale nacquero due figli, Pelia e Neleo. Creteo fondò Iolco, la città dove Pelia e Giasone in seguito si contesero il regno e da cui partì la famosa spedizione degli Argonauti.

Cretone (mitologia)

Nella mitologia greca, Cretone era il nome di uno dei personaggi presenti nella guerra di Troia, scoppiata per colpa del rapimento di Elena, moglie di Menelao un re acheo, effettuato da Paride figlio di Priamo il re di Troia. Tale guerra scoppiata fra i due regni viene raccontata da Omero nell’ Iliade.

Cretone era figlio di Diocle, nipote di Ortiloco e fratello gemello di Orsiloco, (ai tempi era sovente cambiare il nome dei figli di una sola lettera rispetto a quello del padre) proveniva da Fere, grande città del tempo (anche se esistevano due città con lo stesso nome ma situate in luoghi diversi), e si schierò contro troia, al fianco di Agamennone. Anche se era un guerriero esperto dovette arrendersi contro Enea che lo uccise insieme a suo fratello in una delle tante battaglie.

Visto che i gemelli discendenti dal dio del fiume Alfeo ed essendo tale mito ripetuto più volte in vari racconti si presume doveva essere collegato ad una sorte di leggenda o realtà del luogo importante, ma mai giunta a noi.

Creusa 1

Naiade tessala, figlia della Terra. Fu amata dal dio fiume Peneo che le dette due figli, Ipseo, re dei Lapiti, e Stilbe, ai quali si aggiunge talvolta Andreo.

Creusa 2

Figlia minore d'Eretteo, re di Atene, e di Prassitea. Apollo si giacque segretamente con Creusa moglie di Suto, in una grotta sottostante i Propilei di Atene. Quando nacque il figlio di Creusa, Apollo lo trasportò a Delfi, dove egli divenne servo in un tempio e i sacerdoti lo chiamarono Ione. Suto non aveva eredi e, dopo molti indugi, decise di chiedere all'oracolo delfico come potesse assicurarsene uno. Con suo grande stupore si sentì rispondere che la prima persona che avesse incontrato uscendo dal santuario sarebbe stato suo figlio. Quella persona fu Ione e Suto pensò di aver fecondato qualche Menade durante le orge dionisiache svoltesi a Delfi molti anni prima. Ione non poteva certo contraddirlo e lo riconobbe come padre. Ma Creusa si irritò al vedere che Suto aveva ora un figlio mentre essa era rimasta sterile, e tentò di uccidere Ione offrendogli una coppa di vino avvelenato. Ione, tuttavia, libò dapprima agli dèi, e una colomba calò dal cielo per assaggiare il vino versato. Subito la bestiola morì e Creusa cercò asilo presso l'altare di Apollo. Quando l'infuriato Ione tentò di strapparla dall'altare, le sacerdotesse intervennero e gli spiegarono che egli era figlio di Creusa e di Apollo, benché Suto dovesse continuare a credere d'averlo generato in una Menade. Anzi, fu promesso a Suto che avrebbe avuto da Creusa Doro e Acheo.
I suoi tre figli furono i progenitori delle stirpi greche, gli Ioni, gli Achei e i Dori.

Creusa 3

Figlia di Priamo e di Ecuba e moglie di Enea, madre di Ascanio.
Secondo Virgilio, nella fuga da Troia e nella confusione della città in fiamme, Enea smarrì Creusa e ritornò indietro a cercarla, ma per strada incontrò l'ombra della moglie che gli narrò di essere stata rapita da Cibele e lo scongiurò di continuare il viaggio che lo avrebbe portato a fondare un nuovo regno nel Lazio, dove avrebbe trovato un'altra sposa.

Creusa 4

Figlia del re di Corinto, Creonte, che talvolta è chiamata Glauce. Il padre pensò di maritarla a Giasone, che ripudiò Medea. Questa, per vendicarsi, preparò un vestito che inviò come regalo di nozze alla rivale. Creusa, imprudentemente, accettò il vestito, ma, allorché lo indossò, fu avvolta da un fuoco misterioso che la divorò.


Criaso


Nella mitologia greca, Criaso era il nome di uno dei figli di Argo e Evadne

Di lui racconta Apollodoro, che rimane fra le varie versioni la più importante, racconta di sua madre la figlia del dio mare Strimone e dei suoi fratelli: Ecbaso, Pira e Peranto (o Epidauro).

Crimiso (mitologia)

Nella mitologia greca, Crimiso (chiamato anche Cremiso o Criniso a seconda delle traduzioni) era una divinità minore che risiedeva nella Sicilia, uno delle divinità dei fiumi di cui si raccontano le gesta.

Si racconta che trasformato in un animale un orso, o secondo altri racconti, un cane si unì a Egesta o Segesta, in ogni caso ebbe un figlio Aceste. Egli divenuto adulto fu il fondatore della città di Aceste. Altri ancora parlano dell'unione con la figlia di Fenodamante e narrano della figlia avuta da Crimiso venne chiamata Egesta che fondò la città di Segesta.

Crini


Nella mitologia greca, Crini era il nome di uno dei sacerdoti di Apollo, il dio figlio di Zeus, che aveva creato un tempio in suo onore a Crise, città della Misia.

Crini inizialmente aveva fatto adirare il dio che era venuto nella sua città, per questo la divinità gli maledì il raccolto, e orde di topi lo devastarono in continuazione. Apollo fu poi accolto dal capo dei pastori, tale Orde, che riuscì con i suoi modi a tranquillizzarlo. Il dio per ringraziarlo decise di liberare personalmente il luogo della maledizione ma impose che Crini diventasse suo seguace e di fondere quel tempio.

Crisami


Nella mitologia greca, Crisami era uno dei re di Cos.

Crisami possedeva molte pecore che amava, fra tutte la più bella fu rapita da un'anguilla gigantesca, un mostro marino che infestava le acque vicine. Il re non si perse d'animo, affronto l'orribile creatura e vinse uccidendola. Al che la notte stessa il suo sonno fu tormentato da uno strano sogno, una voce gli diceva che doveva seppellire il mostro. Crisami non volle dare retta al sogno e ciò lo portò alla morte.

Edited by demon quaid - 10/12/2014, 20:09
 
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