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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 8/9/2010, 12:14 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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I



Iacco

Dio guida alla mistica processione dei Misteri Eleusini. Ritenuto figlio di Demetra, o di Persefone e di Zeus, e in questo caso non sarebbe che l'incarnazione di Zagreo. Era infatti, gelosa degli amori del marito e non potendo vendicarsi su di lui, incitò i Titani ad attaccare, mentre giocava, il piccolo Zagreo, figlio della sua rivale Persefone. Zagreo cercò di salvarsi trasformandosi in mille modi; ma alla fine, assunta la forma d'un toro, fu raggiunto dagli inseguitori che lo straziarono e misero a cuocere le sue membra in un grande paiolo. Zeus accorse in aiuto del figlio, ma arrivò tardi: folgorò i Titani criminali, incarico Apollo di riunire sul Parnaso le mebra sparse del figlio e, dato che Atena gli portò il cuore del fanciullo ancora palpitante, lo inghiottì. Poi, rigenerò Zagreo che prese il nome di Iacco.
Da altri, Iacco è ritenuto marito di Demetra; o anche figlio di Dioniso che il dio aveva avuto in Frigia dalla ninfa Aura. In verità Aura aveva avuto da Dioniso due gemelli, ma nella sua pazzia ne aveva divorato uno. Il piccolo Iacco era stato salvato da un'altra ninfa, amata da Dioniso, e affidato alle Baccanti d'Eleusi che lo allevarono. Si dice che la stessa Atena lo allattò, mentre Aura si gettava nel fiume Sangario, ma venne trasformata in sorgente dall'intervento di Zeus.
Iacco è considerato divinità greca venerata insieme con Demetra e Core nella triade eleusina. Salì a maggiore importanza in quanto si attribuì la vittoria di Salamina al suo intervento; lo si considerò allora un'ipostasi di Dioniso, onde fu chiamato Iacco Dioniso. Non aveva tempio a Eleusi, ma un santuario nel Ceramico ad Atene. Iacco è rappresentato come un fanciullo che porta una torcia e guida la processione d'Eleusi danzando.

Iadi

Le Piovose, nella mitologia antica erano le figlie di Atlante e d'una Oceanina, Etra o Pleione, sorelle delle Pleiadi e di Iante. Il loro numero varia da due a sette e i loro nomi sono molto variabili: Fesile (o Esile), Ambrosia, Coronide, Eudora, Dione, Polisso e Feo.
Dopo che Ino, moglie di Atamante re di Orcomeno e nutrice di Dioniso, fu fatta impazzire da Era, Zeus trasformò Dioniso in un capretto e lo portò lontano dalla Grecia, dalle ninfe del monte Nisa, note sotto il nome di "Ninfe del Nisa", perché lo allevassero. Sileno le aiutò nel difficile compito e più tardi Dioniso, in segno di gratitudine, le pose in cielo come un gruppo di stelle.
Si racconta altresì che le giovani Iadi, desolate per la morte del loro fratello Iante ucciso da un serpente che lo morse, o da un leone, o da un cinghiale, mentre cacciava in Libia, si uccisero e furono trasformate da Zeus nel gruppo di stelle della costellazione del Toro, le Iadi, al sorgere delle quali cominciava in Grecia la stagione delle piogge.

Ialemo

Nella mitologia greca, Ialemo è il figlio di Apollo e della musa Calliope,

Inventore del canto lugubre che da lui prese il nome di ialemo. Per quanto riguarda i canti lugubri famoso fu quello dove in occasione delle guerra dei 7 contro Tebe le madri piansero la morte prematura dei loro figli. Era un fratello di Imene ed Orfeo.

Ialiso (mitologia)

Ialiso era il nome dell'eroe eponimo della città di Ialiso, nell'isola di Rodi.

Nella mitologia greca, Ialiso era figlio di Cercafo, a sua volta figlio di Elio, e della nipote Cidippe (o Lisippe). Dalle nozze incestuose oltre a Ialiso nacquero Lindo e Camiro; i tre figli furono gli eroi eponimi delle tre principali città dell'isola di Rodi: Ialiso, Lindo e Camiro. Secondo Pindaro, Ialiso era il maggiore dei tre fratelli.

Ialiso è noto per essere stato il soggetto di numerosi quadri, perché più volte rifatti, del pittore Protogene, IV secolo a.C.

Ialmeno

Nella mitologia greca, Ialmeno era uno dei sovrani della Minia di Orcomeno, in Beozia, al tempo della guerra di Troia. Era figlio di Ares e di Astioche e fratello di Ascalafo. Ialmeno era anche uno dei molti pretendenti alla mano di Elena, la regina di Sparta, andata poi in sposa a Menelao. In seguito al rapimento di quest'ultima da parte di Paride, egli dovette alla guerra ivi scoppiata, in quanto legato ad un giuramento comune.

Iameno

Iameno, figura mitologica dell'Iliade, fu un guerriero troiano.

Iameno fu ucciso dall'acheo Leonteo durante l'assalto alle mura di Troia.

Iamo

Iamo è un personaggio della mitologia greca nato da Evadne, figlia di Poseidone, e dal dio Apollo.

La vicenda narra che il dio, abbagliato dalla bellezza di Evadne sposa di Epito re degli Acadi, si accoppiò con lei. La donna non riuscì a nascondere il fatto al marito, che si recò all'oracolo di Delfi per sapere cosa avrebbe dovuto fare del nascituro.

Tempo dopo la ragazza concepì un bambino che abbandonò sul monte Alfeo e che fu sorvegliato per cinque giorni da due serpenti che lo nutrirono con miele. Epito scoprì l'origine del bambino e andò a cercarlo, trovandolo in una boscaglia circondato da violette, da cui prese il nome.

Da Iamo nacque la dinastia degli iamidi, indovini e profeti di Olimpia.

Iante

Iante era nella mitologia greca una ninfa, figlia del titano Oceano e della titanide Teti, una delle Oceanine.

Il nome Iante indica il colore violetto.

Menzionata da Esiodo in Teogonia 350.

Iasione

Nella mitologia greca, Iasione o Giasione era generalmente considerato uno dei figli della pleiade Elettra e Zeus, fratello di Dardano fondatore di Troia.

Iasione fondò invece i riti misterici dell'isola di Samotracia. Si accoppiò con Demetra in un campo arato tre volte, e quindi fu padre di due gemelli Pluto e Polimelo (inventore dell'aratro), e di un altro figlio chiamato Coribante. Per il suo rapporto con la dea dei campi Iasione fu ucciso da Zeus con una folgore.

Icario (Atene)

Icario, Icaro o Icarione è una figura della mitologia greca, padre di Erigone, vissuto ad Atene al tempo di Pandione II.

Secondo Igino e Apollodoro Icario ricevette Dioniso nella propria casa, e il dio, per ricompensarlo dell'atto di ospitalità gli fece dono di un ceppo di vite, insegnandogli la maniera di piantarlo e di fare il vino.

Igino aggiunge che Dioniso gliene diede un otre pieno, ordinandogli di fare assaggiare quel liquore agli altri uomini.

Intorno a tutto ciò che segue, egli è perfettamente d'accordo con Apollodoro il quale riporta che Icario, avendo dato quel vino ad alcuni pastori dell'Attica, li fece diventare ebbri. Essi, credendo allora di essere stati avvelenati, lo uccisero, gettandolo in un pozzo.

La figlia Erigone non trovandolo iniziò le ricerche e, seguendo l'abbaiare del suo cane Maira o Mera, ne ritrovò il corpo. Disperata si uccise anch'ella.

Questi decessi furono interpretati come un affronto al dio Dioniso e una siccità, altri dicono una pestilenza, cadde sulla regione. Per porvi fine Aristeto, su suggerimento del padre Apollo, istituì delle festività in onore di Icario ed Erigone, le Aiora.

Icario (Sparta)

Icario è nella mitologia greca un eroe spartano ritenuto figlio di Periere e Gorgofone (lett. "assassina della Gorgone") o di Ebalo con Bateia o ancora di Ebalo sposato in seconde nozze da Gorgofone. Aveva per fratelli Afareo, Leucippo e Tindaro.

La storia

Re di Sparta insieme al fratello Tindaro o Tindareo e costretto con lui all'esilio dal fratellastro Ippocoonte che diede vita alla dinastia degli usurpatori Ippocoontidi, poi sterminati da Eracle che per il fatto commesso richiese ad Asclepio di farsi purificare. Pare peraltro che nella medesima circostanza Asclepio avesse riportato in vita Tindaro, ucciso dagli Ippocoontidi, secondo altri invece esiliato in Etolia, presso il re Testio, padre di Leda, sua futura sposa.

Icario rifugiatosi in Acarnania durante il periodo di usurpazione si sposò con Policaste (secondo un'altra versione con la naiade Peribea) e da lei ebbe tre figli: due maschi e una femmina, Penelope (secondo la versione alternativa i figli con la naiade sarebbero stati sei, fra i quali sempre Penelope).

Secondo Pausania, invece, soltanto Tindaro fu scacciato da Sparta, perché Icario si schierò dalla parte di Ippocoonte.

Inoltre gli dèi lo immortalarono trasformandolo in una costellazione, vendicarono la sua morte diffondendo, pressi gli ateniesi, una malattia che rendeva folli le donne.

Secondo il mitologo Karl Kerényi Icario potrebbe essere il timoniere della nave su cui viaggiava Dioniso, di cui viene narrato nel VII Inno omerico. Tuttavia nel testo il nome non è più chiaramente leggibile. In questa occasione, per la benevolenza dimostrata al dio, Icario sarebbe stato risparmiato, contrariamente ai marinai che furono trasformati in delfini.

Demo di Icaria

Icario è anche il fondatore di un demo attico, detto di Icaria, occupato dalla tribù Egoide, celebre per un antichissimo santuario di Dioniso. Il nome del santuario sarebbe conservato nel nome del moderno borgo di Dioniso, sulle pendici nord-orientali del Pentelico, dominante il campo di battaglia di Maratona, dove è stato identificato il centro dell'antico demo e dove appunto gli scavi americani hanno messo in luce dei ruderi abbastanza cospicui. Più tardi il demo è passato alla tribù Tolemaide e a quella Attalide.

Icaro

Nella mitologia greca Icaro (Icarus in latino, Ikaros in greco, Vicare in etrusco) era figlio dell'inventore Dedalo e di Naucrate, una schiava di Minosse.

A Creta il re Minosse aveva chiesto a Dedalo di costruire il labirinto per il Minotauro. Avendolo costruito, e quindi conoscendone la struttura, a Dedalo e suo figlio fu preclusa ogni via di fuga da Creta da parte di Minosse, poiché temeva che ne fossero svelati i segreti e vennero rinchiusi nel labirinto [Tutto questo ultimo periodo manca della fonte: Apollodoro nel secondo sec. a.C. sostiene che Dedalo viene rinchiuso nel labirinto perché Minosse lo ritiene responsabile della "riuscita" di Teseo, che può tornare dal Labirinto grazie all'espediente del gomitolo che proprio Dedalo aveva suggerito. Non ci sono altre fonti nell'antichità che collocano Dedalo e Icaro imprigionati nel Labirinto. Ovidio nelle Metamorfosi non lo fa, Diodoro Siculo nemmeno]. Per scappare, Dedalo costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi con la cera. Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo alto, Icaro si fece prendere dall'ebbrezza del volo e si avvicinò troppo al sole (nella mitologia Febo); il calore fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì. Il padre arrivò sano e salvo in Sicilia dove costruì un tempio dedicato ad Apollo, in memoria del figlio Icaro. La tradizione lo porta come esempio di chi tenta di compiere azioni fuori dalla propria portata e senza averne i mezzi sufficienti e tradisce i genitori.

Icetaone

Nella mitologia greca, Iceatone, il "rampollo d'Ares", è uno dei figli del re Laomedonte e di sua moglie Strimo.

Il re di Troia Laomedonte sposò una figlia del fiume Scamandro, la quale lo rese padre di numerosi figli, quasi tutti maschi.
Icetaone era uno dei figli del re e quindi fratello di Lampo, Clitio, Titone e Podarce, il futuro re Priamo, e di Esione, Cilla, Astioca e Clitodora sue sorelle.

Varianti sulla sua leggenda


Esistono due versioni differenti legate alla leggenda di questa figura mitologica.

* Secondo una versione, quando Eracle giunse a Troia offrendosi di liberare Esione, sorella di Icetaone, imprigionata e condannata ad essere uccisa da un mostro marino, Laomedonte promise di offrirgli in cambio parte delle mandrie del suo antenato Troo.
Tuttavia quando l'eroe salvò la fanciulla e la riportò in città, Laomedonte rifiutò di concedergli il premio pattuito e scacciò Eracle da Troia, con la collaborazione di tutti i suoi figli, compreso Icetaone.
Più tardi Eracle ritornò in città e, per vendicarsi del torto subito, assediò Troia, la conquistò e con le sue frecce uccise Laomedonte e uno dopo l'altro tutti i suoi figli, e quindi anche Icetaone, escluso Podarce.

* L'altra versione, accettata da Omero, racconta invece che Icetaone insieme a tutti i suoi fratelli sopravvisse alla vendetta di Eracle e che, quando suo fratello Podarce (chiamato poi Priamo) ricostruì la città, egli visse a Troia dove si sposò ed ebbe alcuni figli.
Da madre sconosciuta, Iceatone ebbe un figlio, di nome Melanippo, un valoroso guerriero che ben si distinse durante la guerra di Troia. Questi ebbe un ruolo brillante durante l'attacco alle navi achee, tuttavia cadde in battaglia ucciso da Antiloco.
Virgilio, nell'Eneide, nomina anche un altro figlio di Icetaone, chiamato Timete, il quale fu uno dei guerrieri posto a difesa dell'accampamento Troiano.

Nell'Iliade, Icetaone appare come uno dei consiglieri di suo fratello Priamo, insieme ai fratelli Clitio e Lampo e agli altri vegliardi troiani, Pantoo, Antenore, Timete e Ucalegonte.

Edited by demon quaid - 27/12/2014, 13:59
 
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