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Tutta la mitologia Greca, In ordine alfabetico

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Demon Quaid
view post Posted on 17/9/2010, 09:02 by: Demon Quaid     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Ippolita

Nella mitologia greca, Ippolita era la regina delle Amazzoni. Viene menzionata nel mito delle dodici fatiche di Eracle; la nona impresa dell'eroe consisteva infatti nell'impossessarsi della cintura di Ippolita.

Secondo alcuni mitografi, Ippolita corrisponderebbe alla regina delle amazzoni, le famose guerriere a cavallo che vivevano attorno al mar nero. Ercole la fece prigioniera, le tolse il cinturone che la rendeva fortissima e lo portò ad Euristeo; secondo altre versioni sposò Teseo e fu la madre di Ippolito.

Il personaggio di Ippolita è stato inoltre utilizzato da William Moulton Marston per la scrittura del suo fumetto più famoso, Wonder Woman. Infatti, Ippolita è la madre di Wonder Woman la quale nacque grazie al dono della dea Afrodite, alla quale la regina delle amazzoni si era rivolta per soddisfare il suo desiderio di maternità.

Ippolito 1

Figlio di Teseo e di Ippolita, regina delle Amazzoni o di sua sorella Antiope, famoso per la sua bellezza, per le sue virtù di castità e di religiosità, e per la sua esistenza sfortunata.
Dopo la morte di sua madre, Teseo sposò Fedra, sorella di Arianna. Secondo alcuni autori, Teseo mandò Ippolito da Pitteo che lo adottò come suo erede al trono di Trezene. Ippolito ebbe un culto particolare per Artemide, alla quale elevò un tempio in Trezene, sotto il nome di Lykeia, ma disprezzava Afrodite. La dea si vendicò del suo disprezzo suscitando nel cuore di Fedra una viva passione per il giovane. Poiché a quell'epoca Teseo si trovava in Tessaglia con Piritoo o forse nel Tartaro, Fedra seguì Ippolito a Trezene. Colà essa, senza essere notata, poteva osservare ogni giorno Ippolito che, completamente nudo, si esercitava nella corsa, nel salto e nella lotta. In seguito, quando Ippolito si recò ad assistere alle Panatenee e alloggiò nel palazzo di Teseo, Fedra lo spiò dal tempio di Afrodite sull'Acropoli.
Fedra non svelò ad alcuno il suo incestuoso desiderio, ma toccava appena il cibo, dormiva male e tanto si indebolì che la vecchia nutrice, infine, indovinò la verità e supplicò la regina di inviare una lettera a Ippolito. Fedra seguì il consiglio e scrisse confessando il proprio amore. Ippolito bruciò inorridito quella lettera e si recò nella camera di Fedra rimproverandola aspramente. Fedra allora si lacerò le vesti, spalancò le porte e gridò: "Aiuto! Aiuto! Sono stata violentata!" e s'impiccò a una trave del soffitto, lasciando un biglietto che accusava Ipolito di orrendi crimini.
Teseo quando tornò non accolse le proteste di innocenza del figlio Ippolito, e ordinò che il giovane lasciasse immediatamente Atene. Pregò poi Poseidone (considerato a volte suo padre), che gli aveva promesso di esaudire tre suoi desideri, perché Ippolito morisse quel giorno stesso. Ippolito aveva appena abbandonato Atene in gran fretta, e mentre si recava in esilio a Trezene un mostruoso toro uscì dal mare e scaraventò i cavalli che guidavano il suo cocchio, egli cadde nel mare e morì.
Più tardi Teseo scoprì la verità da Artemide, ed è accertato che la dea ordinò ai Trezeni di tributare a Ippolito onori divini e da quel giorno tutte le spose trezenie, il giorno delle nozze, gli sacrificano una ciocca di capelli. I Trezeni sostengono che gli dèi posero l'immagine di Ippolito fra gli astri come costellazione dell'Auriga. Si raccontava inoltre che, pregato da Artemide, Asclepio aveva restituito la vita al giovane. Ma Ade e le tre Moire, irati per questo attentato ai loro privilegi, indussero Zeus a uccidere Asclepio con la sua folgore.
Ippolito rifiutò di vivere col padre e si recò, secondo le tradizioni italiche, ad Aricia nel Lazio, dove divenne re e istituì il culto di Diana (Artemide) al lago Nemorensis (Nemi) assumendo il nome di un dio minore, Virbio, che significa vir bis, due volte uomo. Nella valle di Aricia, Ippolito fu in relazione con la ninfa Egeria.

Ippolito 2

Uno dei Giganti, ucciso da Ermete nella Gigantomachia.
Quando Zeus offese Gea imprigionando i Titani nel Tartaro, ella convinse i suoi figli, i Giganti, a muovere guerra agli dèi, la celebre Gigantomachia. La battaglia si svolse a Flegra, in Tracia, identificata con la penisola di Pallene. Guidati da Eurimedonte, Alcioneo e Porfirione, i Giganti avanzarono contro gli dèi scagliando rocce e picchi montani e brandendo torce ricavate da interi tronchi di quercia. Ermete, indossando l'elmo di Ade che rende invisibili, sconfisse Ippolito che venne poi finito da Eracle che lo colpì con le sue frecce avvelenate nel sangue dell'Idra.

Ippoloco

Nella mitologia greca, Ippoloco è il nome di diversi personaggi.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Ippoloco, figlio di Bellerofonte e di Filonoe o di Anticlia. Egli era lo sfidante di Isandro, il vincitore della gara avrebbe avuto il trono della Licia. La sfida era una gara di abilità con l’arco, solo che dovevano centrare un anello d’oro appeso al petto di un bambino. Si disputava su chi poteva essere tale pargolo, se il figlio di Ippoloco o quello di Isandro, allorché intervenne la sorella di Isandro, Laodamia che mise l’anello al petto del proprio figlio Sarpedone. A tal punto Ippoloco rinunciò ad ogni pretesa. Suo figlio fu Glauco.

* Ippoloco giovane guerriero troiano, figlio di Antimaco e fratello di Pisandro, al quale fece da auriga nella guerra contro gli achei. Caduto prigioniero di Agamennone insieme al fratello, dovette prima assistere alla fine di questo, che fu ucciso con un colpo di lancia, quindi fu egli stesso messo a morte, in maniera ancora più efferata, dal comandante dei Greci, che con la spada dapprima gli troncò entrambe le braccia, poi gli fece volare la testa che gettò tra i combattenti come una trottola lanciata dalle mani di un pargolo, facendo rotolare infine il busto sul terreno cosparso di sangue. Omero narra questa vicenda nel libro XI dell' Iliade; altre fonti a noi non pervenute dovevano parlare probabilmente di un'ulteriore vendetta di Agamennone sui resti del giovane, poiché in alcune produzioni artistiche si vede l'acheo con la testa recisa di Ippoloco esibita a mo' di trofeo, cui forse intende anche negare la sepoltura.

Ippomaco


Ippomaco è un personaggio dell' Iliade di Omero.

Ippomaco era un giovane guerriero troiano, figlio di Antimaco (omonimo di uno dei cattivi consiglieri del re Priamo). Partecipò alla difesa della sua città, quando gli Achei dichiararono guerra ai troiani in seguito al rapimento della sposa del re spartano Menelao. In una battaglia Ippomaco rimase ferito al ventre da una lancia del Lapita Leonteo; poté scampare alla morte grazie alla spessa cintura che lo proteggeva.

Ippomene

Eroe beotico, figlio di Megareo e di Merope; per non vedere donna si ritirò nei boschi, ma qui trovò la bella Atalanta e se ne innamorò. Poiché costei, così veloce che mai nessuno aveva potuto superarla nella corsa, dichiarava che non avrebbe acconsentito a nozze se non con chi l'avesse vinta (e gli sconfitti erano messi a morte), Ippomene, per consiglio di Afrodite da lui invocata, le gettò a uno a uno, durante la corsa, ogni volta che stava per essere raggiunto, tre pomi d'oro, raccolti nel giardino delle Esperidi o in quello di Afrodite in Cipro, che Atalanta si indugiò a raccogliere, finendo così per essere vinta. Nella loro felicità Ippomene e Atalanta dimenticarono di rendere grazie ad Afrodite, e questa, irata, li indusse a offendere gravemente Cibele, la quale li mutò in leoni e li aggiogò al proprio carro.
La leggenda è esposta ampiamente da Ovidio (Metamorfosi, X, 560-704).


Ipponoo


Nella mitologia greca, Ipponoo era il nome di uno dei figli di Priamo e di Ecuba.

Ipponoo, figlio di Priamo

Ipponoo era figlio di Priamo e di Ecuba, citato dallo Pseudo-Apollodoro tra i loro diciannove figli legittimi. Non è menzionato da Omero nell'Iliade né dal mitografo Igino nella lista ufficiale dei figli di Priamo. Prese parte alla guerra di Troia insieme ai suoi fratelli per impedire che la regina di Sparta Elena venisse restituita al suo legittimo marito, Menelao.

Ipponoo tentò di sfuggire all'ira di Achille morente ma venne raggiunto dall'eroe e trafitto all'occhio dalla sua lancia. In un lago di sangue, la punta dell'asta gli svuotò le palpebre, privata delle pupille che caddero nella polvere.

Ipponoo, guerriero acheo


Vi era un altro guerriero con lo stesso nome, ma, al contrario del primo, guerriero greco. Durante una delle tante battaglie fu ucciso da Ettore. Ebbe un figlio, Capaneo.

Ipponoo era anche il primo nome di Bellerofonte.

Un altro Ipponoo era figlio di Adrasto, entrambi per colpa di un oracolo si suicidarono, questo episodio viene raccontato dal solo Igino.

Ippote

Ippote è, secondo la mitologia greca, un mandriano figlio di Creonte, re di Corinto. Egli allevò i gemelli Eolo, il Dio dei Venti, e Beozio (o Beoto), il quale divenne re eponimo della Beozia. I due erano in realtà figli di Poseidone, il dio del mare, dei cavalli e dei terremoti, e Melanippe, la figlia di Eolo il capostipite degli Eoli. Poseidone diede in affidamento i due gemelli a Ippote perché non volle far sapere ad Eolo di essere suo genero.

Ippotione

Nella mitologia greca, Ippotione era il nome di vari personaggi presenti nella guerra di Troia, scoppiata per colpa del rapimento di Elena, moglie di Menelao un re acheo, effettuato da Paride figlio di Priamo il re di Troia. Tale guerra scoppiata fra i due regni viene raccontata da Omero nell’Iliade.

Sotto tale nome ritroviamo alleati dei troiani:

* Ippotione, padre di Palmi, Ascanio e Mori. Viveva tranquillamente ad Ascania da dove fece partire i suoi figli, il giorno dopo alla partenza subito si unirono in battaglia al fianco di Ettore
* Ippotione, ucciso da Merione in combattimento.

Ippotione (Troia)

Ippotione, personaggio dell'Iliade, fu un guerriero troiano.

Ippotione fu ucciso da Merione nell'azione bellica descritta nel libro XIV dell'Iliade relativo all'Inganno a Zeus.

Ippotoo

Nella mitologia greca Ippotoo era il figlio di Alope e di Poseidone.

Il re Cercione, uno dei tanti figli di Efesto, aveva una figlia di nome Alope, lei ebbe un figlio da Poseidone. La ragazza tenne nascosto il parto da suo padre temendone l'ira e fece portare, grazie all'aiuto di una nutrice, il pargolo su di una montagna.

La contesa


Un primo pastore trovò tale bambino mentre veniva allattato da una cavalla e lo prese con seé Qui vide il ricco panno dove era stato avvolto e tale ricchezza attirò l'attenzione di molte persone. Un secondo pastore si prese il compito di allevare tale bambino, chiamato Ippotoo, ma volle tenersi anche il ricco panno.

I due pastori iniziarono un litigio furibondo e per evitare ulteriori dissidi, decisero di rivolgersi al loro re. Cercione volle vedere quel panno, riconoscendolo, infatti fu preso da uno degli abiti di sua figlia.

La punizione


La nutrice chiamata confessò tutto e il re ordinò che sua figlia venisse murata viva, mentre il bambino, fosse esposto di nuovo alle intemperie della montagna. Qui di nuovo la cavalla si prese cura di lui e venne trovato da un pastore che si prese cura di lui.

L'arrivo di Teseo

Quando in seguito Teseo uccise Cercione, mise Ippotoo sul trono di Arcadia come legittimo re. Alope invece era già morta da tempo.

Ippotoo è citato nell'Iliade di Omero, come uno dei cinquanta figli di Priamo, probabilmente illegittimo.

Ippotoo è anche il nome del capitano dei Pelasgi, figlio di Leto, che partecipò alla guerra di Troia come alleato dei troiani.

Ipsenore

Nella mitologia greca, Ipsenore era il nome di vari personaggi presenti nella guerra di Troia, scoppiata per colpa del rapimento di Elena, moglie di Menelao un re acheo, effettuato da Paride figlio di Priamo il re di Troia. Tale guerra scoppiata fra i due regni viene raccontata da Omero nell’ Iliade.

Sotto tale nome ritroviamo:

* Ipsenore, guerriero acheo;

* Ipsenore, sacerdote e guerriero troiano figlio di Dolopione.


Ipsenore l'Acheo

Ipsenore l'acheo fu ucciso per sbaglio da Deifobo, infatti questi mirava contro Idomeneo ma difendendosi deviò il colpo che raggiunse il guerriero greco al fegato, procurandogli una ferita mortale.

Ipsenore di Troia

Ipsenore di Troia era un giovane sacerdote del dio Scamandro, il fiume che scorreva nei pressi delle mura della città; bello come un dio, godeva molta stima tra i suoi concittadini. Fu ucciso in battaglia da Euripilo che lo colpì alle spalle con la spada mozzandogli un braccio. Omero narrò questa vicenda nel quinto libro dell' Iliade.

Ipsipile

Ipsipile, nota anche con il nome di Isifile, è un personaggio della mitologia greca narrato da vari poeti, come Ovidio nelle Metamorfosi o Stazio nella Tebaide.

È la protagonista dell'omonima tragedia di Euripide, la meglio conosciuta tra le sue opere frammentarie, conservata per circa la metà.

Era la regina dell'isola di Lemno. Durante il suo regno la dea Afrodite maledisse l'isola perché veniva trascurato il suo tempio, così le donne furono punite con una forte alitosi che le rendeva ripugnanti agli uomini. Essi iniziarono a trascurarle predilegendo ad esse le schiave di Tracia e fu così che esse decisero di vendicarsi sterminando l'intera popolazione maschile (androcidio). Nell'eccidio fecero perire anche i loro padri, fratelli e figli. Solo Ipsipile ingannò le altre facendo nascondere il padre Toante.

Anni dopo si fermò su Lemno Giasone con gli Argonauti come tappa della loro missione per il recupero del Vello d'oro nella Colchide. L'eroe greco la sedusse e poi la abbandonò incinta, nonostante le avesse giurato eterna fedeltà (farà lo stesso anche con Medea). A questo mito allude Dante Alighieri che pose Giasone nell'Inferno tra i seduttori. Dalla relazione con Giasone ebbe due gemelli Euneo e Nebrofono.

Quando le donne di Lemnos scoprirono il tradimento di Ipsipile, che aveva salvato il padre, la condannarono all'esilio. Essa e i due figli vennero catturati dai pirati e venduti come schiavi al Re Licurgo. Quando le venne affidato il figlio del re, durante un breve momento durante il quale essa lo aveva lasciato incustodito per mostrare una fontana ai sette re che stavano per assediare Tebe, un serpente morse il fanciullo che morì. Per la negligenza Ipsipile venne condannata a morte, ma si salvò grazie all'intervento dei suoi due figli. A questa parte del suo mito si riferisce di nuovo Dante nel Purgatorio.

Irtaco


Irtaco è un personaggio della mitologia greca.

Le fonti presentano Irtaco come il nobile troiano che sposò Arisbe, dopo che essa venne ripudiata da Priamo. Da lei ebbe i due giovani eroi Asio e Niso. Nell' Eneide Irtaco è detto padre anche di Ippocoonte.

I tre figli di Irtaco si resero tutti protagonisti di gesta valorose. Parteciparono alla guerra di Troia, nella quale Asio, il maggiore, venne ucciso per mano di Idomeneo. Alla caduta della città, Niso e Ippocoonte seguirono Enea in Italia. Qui combatterono contro i Rutuli di Turno. Nel corso di questo nuovo conflitto fu Niso a trovare la morte, trafitto dagli uomini di Volcente.

Edited by demon quaid - 27/12/2014, 14:23
 
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