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Cannibalismo: l'impulso di possedere

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view post Posted on 1/7/2009, 14:24     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Il più famoso cannibale è sicuramente Hannibal Lecter, lo psichiatra antropofago, personaggio sconvolgente nato dalla penna di Thomas Harris, autore del Silenzio degli innocenti. E poi c'è la strega cattiva della fiaba di Andersen Hansel e Gretel la quale attira i due bambini nella casa di marzapane allo scopo di mangiarli. Ma, al di là delle pratiche cannibalistiche di gruppi etnici documentate dall'antropologia, non è necessario cercare tra favole e film per trovare personaggi reali che, spinti da desideri ingovernabili, hanno ucciso, sezionato e mangiato gli sventurati capitati tra le loro mani.

Uno dei primi serial killer cannibale documentato dalla storia è Gilles De Rais, compagno d'armi di Giovanna D'Arco, che tra una battaglia e l'altra dava sfogo all'impulso di rapire, uccidere, sezionare e poi mangiare bambini. E poi c'è la Contessa Bàthory, una sorta di Dracula al femminile, che uccideva giovani donne per poi berne il sangue convinta che questa pratica regalasse benessere al corpo e ringiovanisse la pelle.

Più recentemente c'è stato Nikolai Dzhurmongaliev, un omicida seriale che dopo aver massacrato le sue vittime, si sbizzarriva nel preparare "gustosi" piatti etnici che offriva ai suoi sfortunati commensali.

Jeff Dahmer, passato alla storia come il mostro di Milwaukee, è uno dei più violenti serial killer della storia. Uccise, seviziò e tagliò a pezzetti almeno undici persone e, durante il processo, ammise che mangiare i cadaveri procurava "un senso di totale controllo e aumentava l'eccitazione sessuale. Potevo fare con loro tutto quello che volevo. Ma non c'era odio in quello che facevo". E quindi, dopo aver accuratamente "depezzato" il cadavere della vittima, Dahmer prelevava le parti più "succulente" - cuore, fegato e bicipiti - e li cucinava in padella oppure alla brace gustandoli con salse per insaporirli, proprio come se fossero bistecche di carne animale.

Ma cosa spinge un serial killer a diventare cannibale? Già all'inizio del secolo scorso Sigmund Freud scriveva in Totem e Tabù che la pratica di mangiare carne umana di vittime corrispondeva ad un impulso di interiorizzazione e di appropriazione dell'altro. In realtà, spiega il padre della psicanalisi, la crescita del bambino nei primi anni di vita è scandita da una serie di fasi: la prima è la fase orale. In questo periodo il bambino si nutre dal seno della madre e quindi la suzione diventa fonte di vita. Nel comportamento cannibalico, l'appagamento di questo desiderio rimasto latente è esasperato e diventa l'unica modalità per instaurare un rapporto con l'altro. Francesco Bruno, docente di Psicopatologia forense all'Università La Sapienza, spiega che "nei serial killer cannibali, gli impulsi normalmente presenti in tutti noi si ingigantiscono fino a diventare patologici. In molti serial killer - prosegue Bruno - questo tipo di comportamento patologico è irrefrenabile e ha la stessa radice di un qualsiasi comportamento affettivo che, mentre nella persona normale si esaurisce in un bacio o in morsetti affettuosi, in un individuo con disordini psicologici diventa un fatto da vivere fino in fondo". Infatti secondo Emilio Fava, della Clinica psichiatrica dell'Università di Milano "impulsi e fantasie cannibaliche fanno parte della struttura profonda della psiche umana. Si pensi alla madre che dice al bimbo "ti mangerei" o a certi comportamenti sessuali o affettivi connessi con il mordere".

Secondo il Dipartimento di studi psicologici dell'Fbi, la differenza tra i serial killer e i serial killer cannibali è che mentre i primi in genere progettano l'omicidio e uccidono con rapidità, i secondi sono più violenti ed efferati, adescano la vittima in maniera casuale e dopo averla brutalmente massacrata si accaniscono sul corpo sventrandolo.

Esistono delle spiegazioni scientifiche o biologiche per spiegare il cannibalismo? Secondo Joel Norris, studioso americano dei serial killer, alla base del cannibalismo ci possono essere delle disfunzioni dell'ipotalamo, una regione del cervello che regola l'attività sessuale, dell'umore e di altre funzioni primarie dell'uomo, come mangiare e bere. Il cannibalismo sarebbe dunque causato da uno squilibrio ormonale che determina l'incapacità del cervello di misurare le proprie emozioni.

Edited by demon quaid - 17/7/2016, 18:47
 
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