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La vera storia di Alice Kyteler, La Strega di Kilkenny

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view post Posted on 10/4/2010, 11:13     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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In una ridente cittadina irlandese agli inizi del XIV secolo, ebbe luogo uno dei primi assurdi processi per stregoneria tenuti dall'Inquisizione. Oggi però si è in grado di ricostruire la vera storia di Alice Kyteler, la Strega di Kilkenny.

Kilkenny è un nome notissimo ai giovani e in genere agli amanti della birra. La rossa che prende il nome dalla cittadina irlandese è infatti apprezzata dai più, al contrario della "rivale" Guinness, che invece o la si ama o la si odia. Forse perché il gusto di questa birra color rubino è particolare, deciso ma morbido, un po' ambiguo.

Ambiguo come il carattere degli Irlandesi di provincia, gente semplice e schietta, cristianissima nella sua religiosità ma anche ambiguamente pagana nei suoi riti celtici legati alla fertilità e alle stagioni. Inutile provare a convincere un irlandese della sua sostanziale ereticità, non ci riuscirete. E la sua fede in Dio è solo un aspetto di una spiritualità multiforme che si estrinseca nei modi più insospettabili…

Kilkenny, oltre che per la birra, è tuttavia famosa per un celebre caso di stregoneria, un processo che fu tra i primi in assoluto a svolgersi in Europa. Il caso di Alice Kyteler e il suo incredibile epilogo sono un esempio di come a volte la realtà possa avere un lieto fine, ma costituisce anche un terribile presagio per quanto sarebbe accaduto nei secoli a venire.

Tutto cominciò nel 1280, quando vene alla luce Alice Kyteler, primogenita di un ricco mercante anglo-normanno che commerciava con l'Oriente e che aveva assidui contatti con l'Ordine del Tempio. Questo particolare è importante e può vantare alcuni significativi indizi per i motivi che vedremo in seguito. Quel che importa ora sottolineare è come la famiglia assai facoltosa di Alice le consentì da un lato di beneficiare di studi adeguati al censo, cosa che le risultò utile quando, nel 1298, alla morte del padre, la donna si ritrovò ad ereditare il patrimonio di famiglia.

Per uno scherzo del destino infatti sia la madre che i fratelli morirono prima di lei e questo iniziò a gettare una sinistra macchia di apportatrice di sfortuna sulla giovane Alice. In un'epoca in cui la superstizione religiosa regnava sovrana, anche queste piccole cose potevano segnare il destino di una persona.

Comunque sia, Alice Kyteler (che d'ora in poi sarà sempre chiamata con il titolo di Dame, Signora) si ritrovò ad amministrare l'immenso patrimonio paterno e lo fece continuando gli affari precedenti. Quindi entrò in contatto sicuramente con i depositari del potere finanziario della fine del XIII Secolo.

(Sopra) L'incredibile emblema della famiglia Kyteler, a Kilkenny, mostra traccia di una simbologia templare legata all'Antica Religione. Letta in questa chiave, l'intera vicenda di Alice Kyteler, la prima strega d'Irlanda, assume connotati ben diversi da quelli raccontati dall'Inquisizione.

Da sette anni, dopo la sconfitta di San Giovanni d'Acri del 1291, i Templari avevano lasciato la Terrasanta e si erano rifugiati nell'isola di Cipro. Da qui continuavano i commerci con gli amici-nemici musulmani e ovviamente a beneficiarne erano tutti i mercanti d'Europa. La stirpe anglo-normanna lega senza dubbio la famiglia di Dame Alice tanto al regno normanno del meridione italiano quanto alle Crociate ed è presumibile che i prodotti che i Kyteler esportavano fossero lana e prodotti derivati.

Proprio in un'ottica di consolidare il "core-business" rientra il progetto di matrimonio di Alice con William Outlawe, potente banchiere di Kilkenny e socio in affari del padre, di vent'anni più vecchi di lei. Outlawe potrebbe essersi offerto di convolare a nozze con la ragazza in prospettiva di affidare a lei e a un erede il suo ingentissimo patrimonio.

Infatti Alice e Outlawe si sposarono nel 1299 e dopo pochi mesi rimase incinta. Il bimbo che nacque fu chiamato William Junior ed ebbe come padrino nientemeno il Cancelliere d'Irlanda, Roger Outlawe, fratello di William. Insomma, Alice Kyteler non era certo una donna da poco, imparentata com'era con l'elite politica irlandese: con il suo patrimonio decise di trasformare la casa di famiglia, la Kyteler's House, in un ostello (la cosiddetta Inn inglese) aperto ai derelitti, visibile ancora oggi nell'attuale St. Kieran Street di Kilkenny. Ma il fine benefico in realtà nascondeva probabilmente la pratica di culti ancestrali, basati sui riti esoterici templari che si ricollegavano con l'Antica Religione.

Il suo ostello divenne punto di ritrovo per moltissime donne e uomini eretici, in un'Irlanda in cui la fede cristiana era fortissima, ai limiti dell'integralismo. La sua taverna parallelamente divenne un luogo d'incontro per uomini d'affari di tutta l'Irlanda, desiderosi di fare trattare con una coppia tanto potente. Ma l'idillio finì con la tragica morte di William, che fece dire al popolino che Alice Kyteler portava addosso una maledizione.

E chi è l'artefice delle maledizioni? Il Diavolo ovviamente, e a Satana si fece ricorso per spiegare gli strani riti esoterici che si diceva venissero praticati nella Kyteler's House. William morì sfracellandosi cadendo da una torre e le maldicenze dissero che a ucciderlo fosse stato un demone chiamato Robin, su commissione della stessa moglie che lo avesa sorpreso mentre curiosava nei sotterranei dell'ostello. Strana ricostruzione, se si pensa che tanto il figlio quanto la famiglia del marito si strinsero a Dame Alice, aiutandola ulteriormente a livello patrimoniale.

Comunque sia, dopo la morte di William Outlawe, Alice si sposò presto con un secondo banchiere proveniente dalla cittadina di Callan, Adam Le Blont, da cui ebbe una figlia chiamata Basilia. Nel frattempo i Templari furono dichiarati eretici: nel 1307 l'Ordine fu bandido e sciolto, i loro beni incamerati dalla Chiesa Cattolica. Un notevole numero di cavalieri esuli sbarcò in Irlanda (così come in Scozia e Portogallo) e Kilkenny fu uno dei principali approdi: logico pensare che la Inn di Alice fosse uno dei principali centri di riorganizzazione dell'organizzazione.

In questo contesto nel 1310 morì Adam Le Bont, dopo un'indigestione, lasciando Alice Kyteler per la seconda volta vedova. Il suo status di banchiere le portò in dote una notevole eredità e le voci sulla donna crebbero ulteriormente: ora a Kilkenny si diceva che lo aveva avvelenato. Nel 1311, fedele alla tradizione Dame Alice si risposò per la terza volta con Richard de Valle, un proprietario terriero di origini francesi e (forse) templari. L'uomo, vecchio e malato, si spense dopo poco tempo per malattia e così la nostra presunta strega disse basta ai matrimoni. Raccolse un gruppo di amici e parenti intorno alla Kyteler's House e costituì, secondo la leggenda popolare, una vera e propria congrega di pagani dediti all'Antica Religione.

(Sopra) La Kyteler Inn era situata in questo vicolo di Kilkenny. Ben poco rimane dell'edificio, forse solo le fondamenta: oggi è occupato da un ristorante che sfrutta la vicenda per farsi pubblicità.
In particolare si unirono ai riti che da tempo officiava il figlio primogenito William Junior, la figlia Basilia, la sua domestica e la sorella maggiore di questa, Petronilla de Meath. Alice più realisticamente, divenuta di gran lunga la donna più ricca di Kilkenny e dell'Irlanda intera, iniziò a fare quel che facevano i Templari: finanziava l'attività mercantile della nascente borghesia nonché dei piccoli proprietari terrieri, in modo tale da avere nelle sue mani il destino di moltissimi uomini influenti della Terra Verde.

Uno dei frequentatori più assidui della Kyteler's House fu John Le Poer che, innamoratosi perdutamente della quarantenne Alice, la convinse a sposarlo. Fin da subito però il matrimonio non andava bene: come i precedenti tre mariti, anche Le Poer era un vegliardo certamente non con una salute di ferro e si ammalò ripetutamente. L'uomo, non si sa se consapevolmente o meno, diede credito alle voci popolari e accusò la moglie presso i frati francescani della locale abbazia di aver cercato di ucciderlo con pratiche di stregoneria.

Ora, dobbiamo pensare che nel 1320 il papa Giovanni XXII introdusse tra le eresie più pericolose la stregoneria, precedentemente considerata non passibile di condanna a morte. Invece, a partire da quella data, i roghi che fino a quel momento avevano bruciato eretici come i Catari iniziarono a popolarsi di streghe e di gatti, preludendo alla Peste Nera che avrebbe dimezzato la popolazione europea un quarto di secolo più tardi.

Consapevole di tale possibilità, forse per mettere le mani sull'ingentissimo patrimonio di Alice, Le Poer iniziò a raccontare ai monaci della congrega di streghe, accusando senza mezzi termini la moglie di aver fatto un patto con Satana per uccidere i precedenti mariti, tra sacrifici umani, orge e accoppiamenti con demoni che regolarmente, a suo dire, si tenevano nella Kyteler's House. I frati informarono il vescovo della diocesi di Ossory, Richard de Ledrede, che colse la palla al balzo. Informato dai frati che la donna aveva abiurato la religione cristiana, affermando che Gesù non era affatto morto sulla croce (al pari di quanto affermavano i settori più esoterici dei Templari), il prelato si impegnò personalmente nella lotta contro Alice Kyteler e la sua corte, cercando di farla arrestare.

In un processo inquisitorio, il primo in Irlanda e uno dei primi in assoluto in Europa contro una congrega di presunte streghe, Richard de Ledrede sostenne davanti ai giudici religiosi le accuse di magia nera, eresia e di aver sacrificato ai demoni (gli antichi Dei pagani) a carico di Alice e altre undici persone tutte risiedenti nella Kyteler's House. Le prove furono raccolte tutte per via indiziaria, attraverso testimonianze di vicini e abitanti vari di Kilkenny.

Per tutta risposta, dimostrando un'indipendenza che purtroppo non si sarebbe più vista per i secoli successivi, il Cancelliere Roger Outlawe, cognato di Alice, fece arrestare clamorosamente il vescovo, imprigionandolo nella prigione di Kilkenny con l'accusa di aver falsificato le prove. Addirittura il vescovo fu tenuto a pane e acqua per diciassette giorni, tra lo sbigottimento generale. Alice era davvero potente, o almeno questo era quanto si pensava.

Ma John Darcy, presidente della Corte di Giustizia, ritenne il processo inquisitorio corretto nella forma e diede ordine di far scarcerare Richard de Ledrede, il quale, in possesso di un titolo giuridico valido, riuscì legalmente a far arrestare Alice e gli altri imputati. La condanna era il rogo: inappellabile, pur in assenza di un vero dibattimento. A quei tempi il processo ecclesiastico era ancora rozzo, non aveva ancora raggiunto l'ipocrita perfezione formale che avrebbe messo al rogo milioni di streghe nei secoli successivi, inculcando nell'opinione pubblica concetti inesistenti come quello di strega satanica dedita al male.

Ma le streghe, se è lecito chiamarle così, non invocavano mai Satana bensì un Dio cornuto celeste, benefico e vitale, che di volta in volta si chiamava Penn, Pan, Kernunnos, Belenos… Un paganesimo che appunto è derivazione di quell'Antica religione basata sulla Dea Madre che esiste da duecentomila anni. Ma questo agli inquisitori irlandesi non interessava, ovviamente. Al vescovo de Ledrede e probabilmente anche al presidente della Corte di Giustizia interessava eliminare un sistema di potere di derivazione templare che affidava alla borghesia nascente poteri al di là di quanto venivano accordati da clero e nobiltà.

Dame Alice Kyteler in realtà gestiva una banca oggi diremmo di derivazione massonica, in cui i clienti erano al tempo stesso adepti fiduciari e che le consenivano di avere in mano le redini di una nascente economia mercantile basata sul liero scambio: in poche parole, un proto-capitalismo. Giusto o sbagliato che sia, la condanna a morte di Alice fu un fatto estremamente grave perché non basato su prove circostanziate ma avallato da dicerie contadine popolane che nulla di verosimile possono avere.

E forse fu per questo che pochi giorni dopo l'arresto Alice Kyteler e altri dieci componenti della "congrega" furono fatti evadere dai sotterranei del Castello di Kilkenny. Abbattute le guardie, un "commando" evidentemente inviato dal Cancelliere fece scappare in Inghilterra quasi tutti i membri di questo gruppo di eretici: tutti, tranne una donna che si attardò e fu catturata dalle guardie. E così, Dame Alice faceva vela verso l'Inghilterra, potendo contare su sicuri appoggi dei parenti anglo-normanni assieme alla figlia, alla domestica e alle altre persone.

(Sopra) La cattedrale di Kilkenny ancor oggi mostra le sepolture sfarzose di cavalieri e dame che vissero nel XIV Secolo e che conobbero Lady Alice Kyteler. (Sotto) La natura rigogliosa dell'Irlanda ha sempre indotto un grande sentimento di comunanza con gli elementi che portò la gente fin dall'epoca celtica a praticare riti di fertilità e di propiziazione, che in epoca cristiana divennero fortemente avversati.
Il figlio William Junior, abbastanza protetto dalla sua parentela con Roger Outlawe, pagava il suo debito con la Chiesa Cattolica promettendo di rifare a sue spese il tetto della Cattedrale e di assistere tre volte al giorno per un anno alla messa, la povera Petronilla de Meath rimase intrappolata tra le grinfie dell'Inquisizione che, furente per la fuga, stavolta cercò di strappare la prova definitiva che Alice Kyteler era una pericolosa strega dedida a pratiche sataniche.

Sottoposta a sei diversi tipi di torture, alla fine crollò e testimoniò contro la sua amica, ammettendo che aveva abiurato Cristo. Petronilla fu comunque bruciata davanti a una folla inferocita, si dice (ma siamo nella leggenda) che abbia urlato il nome di Alice sperando che in ultimo fosse tornata a salvarla. La leggenda ci narra infine di come la nostra protagonista si sia ritirata in un castello nei pressi di Londra e abbia vissuto, nell'ombra, fino a tarda età.

Leggendo le varie cronache sui siti web, sia italiani che stranieri, non si può non notare la faziosità di quasi tutte le descrizioni, che dipingono Alice come una donna dissoluta, malvagia, assassina e in ultimo pure traditrice (dell'amica sul rogo). Sembra incredibile, ma a distanza di 700 anni le parole diffamanti e le accuse senza senso del vescovo di Ossory sembrano ancora trovare terreno fertile in chi scrive articoli senza aver alcun senso storico.

A nostro avviso se si può accusare Alice Kyteler di qualcosa è la sua imprudenza nel mostrarsi adepta del paganesimo in un momento storico come quello che vide la distruzione dell'Ordine dei Templari. Le accuse del vescovo in un certo senso erano vere: probabilmente aveva rinnegato Cristo, così come lo avevano fatto i Templari.

Si dice addirittura che fu trovato nella Kyteler's House un "orribile coppa ricavata dal teschio di un condannato a morte" e l'immagine non può che far pensare alla testa di San Giovanni Battista adorata dai Templari, ritenuto il vero Messia e presente in forma di simulacro in ogni sede locale dell'Ordine. Ma tutto ciò non fa che confermare la nostra analisi e la motivazione politica del suo processo. Anche le accuse di aver ucciso i mariti non hanno senso: tutti e tre i morti erano anziani e inoltre la donna non era così povera da ambire al loro patrimonio.

Si può accusare Alice di essersi sposata per interesse e non per amore, ma di questo "crimine" quante donne si sono macchiate? Come si nota nello stemma di famiglia dei Kyteler, l'emblema della croce patente templare si fonde con il fiore del giglio, associato al femminino sacro della Dea Madre. La losanga disegnata all'interno della croce patente è parimenti un potente simbolo della Dea, risalente alla più remota preistoria… Ecco la prova definitiva di quanto affermiamo: lungi dall'essere (solo) una strega, Dame Alice Kyteler era in realtà una Templare, per l'esattezza una post-Templare che tanto fece per la realizzazione di una società borghese-capitalistica. E forse questa fu la sua vera colpa.

Edited by demon quaid - 12/5/2016, 15:18
 
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