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I piu' grandi dominatori del mondo, I dinosauri

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view post Posted on 20/5/2010, 19:26     +1   -1
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Il diavolo è sicuramente donna.

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Dinosauria






(Dinosauria, Owen 1842) (dal greco δεινός, terribile e σαῦρος, lucertola) sono un gruppo di rettili di varie dimensioni, appartenenti alla sottoclasse degli arcosauri, che dominarono l'ecosistema terrestre per oltre 160 milioni di anni e apparvero tra la fine del Triassico medio e l'inizio del Triassico superiore (circa 240* milioni di anni fa (*Sterling et. al, 2010). Si estinsero completamente circa 65 milioni di anni fa, alla fine del periodo Cretaceo, e ci sono noti solo attraverso resti fossili studiati e scavati dai paleontologi, e da collezionisti ed amatori del genere.

Sin da quando il primo dinosauro fu riconosciuto nel XIX secolo, i loro scheletri assemblati divennero una delle maggiori attrazioni dei musei di storia naturale di tutto il mondo. I dinosauri divennero parte della cultura mondiale e rimasero costantemente popolari, specialmente tra il pubblico più giovane. Sono protagonisti di libri bestseller e film di grande successo come Jurassic Park, e ogni nuova scoperta che li riguarda, viene riportata regolarmente in evidenza nelle pagine di giornali e riviste.

Il termine dinosauro è anche usato estensivamente, ma erroneamente sul corretto piano tassonomico, per indicare ogni grande rettile vissuto nel Paleozoico e nel Mesozoico, come il pelicosauro Dimetrodonte, gli pterosauri alati, e gli acquatici ittiosauri, plesiosauri, mosasauri e i pliosauri.

Un nuovo motivo d'interesse per i dinosauri, fu la scoperta, negli anni settanta, da parte di John Ostrom, del Deinonychus: predatore attivo e feroce forse endotermo (popolarmente detto "a sangue caldo"), in forte contrasto con la prevalente immagine che si aveva dei dinosauri come rettili pigri ed ectotermi (popolarmente detti "a sangue freddo"). Inoltre, la paleontologia dei vertebrati si è allargata, con nuove importanti scoperte in regioni precedentemente poco esplorate, tra cui Sud America, Madagascar, Antartide e con la scoperta ancor più significativa in Cina di dinosauri pennuti sorprendentemente ben conservati, che hanno ulteriormente rafforzato l'ipotesi del legame evolutivo tra i dinosauri e gli uccelli, indicati come i loro discendenti viventi, con oltre 9000 specie moderne. La diffusa applicazione della analisi cladistica, che analizza rigorosamente le relazioni tra organismi biologici, si è dimostrata estremamente utile nella riclassificazione sistematica dei dinosauri.

Definizione

Il superordine o clade "Dinosauria" deve il suo nome al paleontologo inglese Richard Owen nel 1842. Il termine è una combinazione delle parole greche deinos ("terribile" o "spaventosamente grande" o "formidabile") e sauros ("lucertola" o "rettile"). In contrasto con la percezione popolare, il nome fu scelto per esprimere il rispetto di Owen di fronte alle dimensioni e alla maestà di questi animali e non il timore della loro mole o del terribile arsenale di cui erano dotati.

La prima più semplice è quella della datazione del fossile, infatti i dinosauri sono vissuti in un preciso periodo di tempo (dal triassico inoltrato alla fine del cretaceo) e qualsiasi rettile, anche di considerevoli dimensioni (come i pelicosauri), vissuto prima o dopo questo periodo non è un dinosauro, anche se si stanno cercando prove di dinosauri sopravvissuti nel primissimo cenozoico.
Dal punto di vista dell'habitat, i dinosauri erano esclusivamente terrestri e qualsiasi rettile marino (come i plesiosauri, i mosasauri o gli ittiosauri) o volante (pterosauri), nonostante a volte siano comunemente definiti tali, non sono in realtà dinosauri. Va comunque fatta una precisazione riguardo il punto di vista del volo, poiché esistevano dinosauri come l'Archaeopteryx e diversi celurosauri che presentavano un rivestimento piumato e per essi non si esclude la possibilità che compissero delle planate o addirittura brevi voli: da questi gruppi si sono inoltre originati anche gli uccelli tanto che la stessa classificazione dell'Archaeopteryx (dinosauro evoluto o uccello primitivo) è controversa.
Più concretamente, i dinosauri presentavano le forme e le dimensioni più svariate, che in genere di prim'acchito permettono di distinguerli da molti altri rettili. Saltano subito all'occhio le dimensioni eccezionali di certi colossi, mai raggiunte da qualsiasi altro animale terrestre, o le forme curiose di specie come il triceratopo o il parasaurolofo. Però esistevano anche dinosauri molto più piccoli se non in tutto simili a prima vista ad una lucertola, anche piuttosto grande. Vi sono caratteristiche anatomiche più specifiche che allora permettono di separare più nitidamente i dinosauri da qualsiasi altro rettile. La principale è quella del posizionamento dei legamenti degli arti, che nei dinosauri sono posizionati direttamente sotto il corpo (in maniera simile agli uccelli odierni, o anche grossomodo ai mammiferi); ne consegue che quando l'animale è fermo gli arti sono approssimativamente perpendicolari al corpo, in maniera simile per esempio a quanto avviene in una mucca, mentre il ventre e quasi tutta la coda non toccano il terreno. In qualsiasi altro rettile questo non avviene, le articolazioni sporgono all'esterno del corpo (presentando delle sorta di "gomiti") e quando è fermo l'animale tocca il suolo con il ventre e la coda.
Come accennato in precedenza, ormai è nozione diffusa tra i paleontologi che gli uccelli siano un gruppo evoluto direttamente da dinosauri detti celurosauri, che aveva già molti rappresentanti sin dall'epoca del Triassico come il celofisis e più avanti nel Cretaceo come il velociraptor. Tuttavia, gli uccelli sono morfologicamente molto diversi dai rettili loro progenitori e definire gli uccelli "dinosauri aviani" e tutti gli altri dinosauri "dinosauri non-aviani" richiede alcune precisazioni. Gli uccelli sono sempre uccelli, almeno nell'uso popolare e nell'opinione degli ornitologi. È anche formalmente corretto, almeno nel più vecchio sistema di classificazione di Linneo, che accetta taxa che escludono alcuni discendenti di un singolo progenitore comune (taxa parafiletici). Di conseguenza, questa voce usa il termine "dinosauro" come sinonimo per "dinosauro non aviano" e "uccello" come sinonimo per "dinosauro aviano". Il medico e naturalista inglese Thomas Henry Huxley agguerrito sostenitore della teoria dell'evoluzione coniò il termine ornitoscellide per chiamare questi rettili volanti, il nome faceva riferimento alla parentela filogenetica con gli uccelli. Owen sostenitore del creazionismo scartò questo termine con disprezzo.

Caratteristiche e comportamento


Le caratteristiche morfologiche dei dinosauri sono estremamente varie. Il superordine Dinosauria comprende infatti animali adattati a quasi tutte le nicchie ecologiche terrestri. Fra i dinosauri vi furono sia erbivori che carnivori; sia bipedi, che quadrupedi; vi furono specie adattate ad ambienti caldo-umidi, di foresta pluviale, quanto specie di ambiente arido o di ambiente temperato. Una ricostruzione precisa del loro aspetto e del loro comportamento è però un'impresa molto difficile e largamente speculativa, che si basa soprattutto su misure morfometriche delle ossa fossili, sulle associazioni faunistiche desunte dalla tanatocenosi, sull'interpretazione sedimentologica dei depositi in cui sono stati rinvenuti i fossili e sui rarissimi ritrovamenti di parti molli fossilizzate. Occorre osservare, da un punto di vista generale, che solo una minima percentuale degli organismi viventi appartenenti ad una certa popolazione si fossilizzano: la maggior parte va distrutta per fattori di tipo ambientale (fisico, chimico o biologico). Inoltre, degli individui fossilizzati, la maggior parte sono inaccessibili, sepolti in profondità nei sedimenti, oppure perduti a causa dell'erosione. Quindi, il campione di esemplari di cui disponiamo è sicuramente poco rappresentativo. Anche tra quelli che sono stati recuperati, per pochissimi è noto lo scheletro completo e sono molto rare anche le tracce di tessuti molli come la pelle. Le ricostruzioni di scheletri ottenute confrontando la dimensione e la morfologia delle ossa con ossa di specie simili meglio conosciute hanno un notevole margine di imprecisione e di ipotesi, come del resto le ricostruzioni di muscoli e altri organi.

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Scheletro di Diplodocus carnegieiUna delle conseguenze di tutto questo è che probabilmente non si potranno mai scoprire il più piccolo e il più grande dinosauro non aviano. Nonostante ciò, è chiaro che in media i dinosauri erano mediamente molto grandi rispetto alla fauna odierna. Tuttavia, anche per gli standard dei dinosauri i sauropodi erano giganteschi. I più piccoli sauropodi erano più grandi di qualunque altro essere nel loro habitat e i più grandi erano di un ordine di grandezza maggiore di qualunque altro essere abbia mai camminato sulla Terra.

Il più alto e il più pesante dinosauro di cui sia noto lo scheletro completo è tuttora il Brachiosauro (ora Giraffatitano) che fu scoperto in Tanzania tra il 1907 e il 1912, ed è ora montato nel Museo Humboldt di Berlino. Era alto 12 m, e probabilmente pesava tra le 30 e le 60 tonnellate. Il più lungo è il Diplodocus che misura 27 m e che fu scoperto nel Wyoming, e montato nel Carnegie Natural History Museum di Pittsburgh nel 1907.

Esistono probabilmente dinosauri più grandi, ma ne sono state recuperate solo poche ossa. Gli attuali primatisti risalgono tutti a dopo il 1970 e includono il massiccio Argentinosauro, il cui peso potrebbe essere stato di 190 tonnellate; il più lungo, il Supersaurus (40 m); e il più alto, il Sauroposeidon (18 m). Entrambi però contendono il podio con un vero colosso: Il Seismosauro con più di 100 tonnellate di peso misurava 25 m d'altezza e 45 di lunghezza. Come i primi 9 piani di un palazzo.

Nessun altro gruppo di animali terrestri si avvicina a queste dimensioni. Il più grande elefante registrato pesava appena 8 tonnellate, e la più alta giraffa era alta appena 6 m. Anche i grandi mammiferi preistorici come l'Indricoterio, il mammut imperiale e il mammut del fiume songhua erano nani in confronto ai giganteschi sauropodi. Solo pochi animali acquatici si avvicinano a tali dimensioni; tra questi la balenottera azzurra è la più grande, arrivando fino a 190 tonnellate e a 33,5 m di lunghezza.

Escludendo i moderni uccelli come il colibrì, i più piccoli dinosauri conosciuti erano circa delle dimensioni di un corvo o di un pollo. Il Microraptor, il Parvicursor e il Saltopus erano tutti di lunghezza inferiore ai 60 cm.

Diagramma che mostra i più grandi dinosauri conosciuti in quattro sottordini: Sauropodomorpha (Amphicoelias fragillimus), Cerapoda (Lambeosaurus laticaudus), Theropoda (Spinosaurus aegyptiacus) e Thyreophora (Stegosaurus stenops), in confronto a un essere umano. Ogni sezione della griglia rappresenta un metro quadrato.

Comportamento


Il comportamento dei dinosauri non aviani sarà sempre un mistero dal momento che oggi non ne esistono più. I paleontologi devono basarsi sulle prove dedotte da tracce fossili, da scheletri in combattimento (Velociraptor e Protoceratops), e da nidi fossilizzati. Queste evidenze sono molto varie e suggeriscono diversi tipi di comportamenti. Gli erbivori potrebbero aver avuto un significativo comportamento sociale, poiché migravano in grandi branchi analogamente ai mammiferi moderni (ad esempio le specie africane). Una ipotesi sostiene che questo comportamento poteva fornire un sistema di allarme contro taluni predatori[senza fonte]. È possibile che anche i dinosauri carnivori abbiano avuto comportamenti sociali, come accade oggi per i lupi e i grandi felini. Unità familiari potrebbero avere viaggiato insieme per lunghi periodi in modo da aiutarsi reciprocamente a sopravvivere. Qualunque interpretazione sul comportamento dei dinosauri si basa su speculazioni e promette di causare controversie in futuro.

Studio scientifico
Campi di studio


I dinosauri sono studiati dai paleontologi. Le specializzazioni includono la scoperta, la ricostruzione e la conservazione dei fossili di dinosauro e l'interpretazione di quei fossili per capire meglio l'evoluzione, la classificazione e il comportamento dei dinosauri.

Evoluzione


I dinosauri si separarono dal ramo degli arcosauri durante il periodo Triassico.

Il primo dinosauro conosciuto apparve approssimativamente 230 milioni di anni fa, tra il Triassico medio e il Triassico superiore, circa 20 milioni di anni dopo l'estinzione di massa del Permiano-Triassico che causò la scomparsa di circa il 70 percento di tutta la varietà biologica del pianeta. Le datazioni radiometriche dei fossili della primitiva specie di dinosauro Eoraptor lunensis, scoperto in Argentina, stabiliscono la sua presenza nei ritrovamenti fossili di quel periodo. I paleontologi credono che Eoraptor potesse assomigliare all'antenato comune di tutti i dinosauri. Se ciò fosse vero, le sue caratteristiche farebbero pensare che i primi dinosauri fossero piccoli predatori bipedi.Tra i possibili antenati dei dinosauri sono considerati Marasuchus, del Triassico medio dell'Argentina, il poco conosciuto Saltopus della Scozia (grande quanto una mano, del Triassico superiore), e Silesaurus, rinvenuto in Polonia e considerato un possibile antenato dei dinosauri ornitischi.

Molte linee di dinosauri primitivi si diversificarono rapidamente dopo il Triassico, e si espansero rapidamente fino a riempire la maggior parte delle nicchie ecologiche vacanti.

L'estinzione di massa del Cretaceo terziario, 65 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, causò l'estinzione di tutti i dinosauri, eccetto il ramo dei teropodi che, evolvendosi, avevano già portato alla comparsa dei primi uccelli.

La nostra conoscenza dei dinosauri deriva da una varietà di ritrovamenti fossili e non fossili, tra cui ossa fossilizzate, coproliti, tracce di deambulazione, gastroliti, piume, impronte della pelle, tessuti molli e organi interni. Molti campi di studio contribuiscono a farci capire il mondo dei dinosauri, tra cui la fisica, la chimica, la biologia e le scienze della terra (delle quali la paleontologia è una branca).

Resti di dinosauri sono stati ritrovati in ogni continente, incluso l'Antartide. Numerosi fossili delle medesime specie di dinosauro sono stati ritrovati su continenti del tutto differenti, dando in questo modo vigore alla teoria secondo la quale tutte le masse continentali erano unite un tempo in un supercontinente denominato Pangea. Questa massa iniziò a frammentarsi nel Triassico, circa 230 milioni di anni fa.

Classificazione


Struttura pelvica di OrnithischiaI dinosauri sono arcosauri, come i moderni coccodrilli. Questi si differenziano per avere cranio diapside, avendo due fori dove si attaccano i muscoli della mascella, chiamati finestre temporali, e in particolare avendo una ghiandola detta "ghiandola del sale" posta tra la cavità orbitale e la cavità nasale che permetteva loro di controllare il livello di salinità e in questo modo riuscire a capire l'ubicazione di pozze d'acqua (questo soprattutto nel periodo Triassico, in quanto la Terra era arida e desertica). Gli uccelli e la maggior parte dei rettili sono diapsidi; i mammiferi, con solo una finestra temporale, sono chiamati sinapsidi; le tartarughe, senza finestra temporale, sono anapsidi. I dinosauri hanno anche denti che crescono da alveoli, anziché essere estensioni dirette delle ossa mascellari, come pure varie altre caratteristiche. Entro questo gruppo, i dinosauri si differenziano principalmente per la loro andatura. Invece di avere zampe che si estendono lateralmente, come le lucertole e i coccodrilli, le loro zampe si protendono direttamente sotto il loro corpo.

Struttura pelvica di SaurischiaNella stessa epoca dei dinosauri vivevano molti altri tipi di rettili. Alcuni di questi sono comunemente, ma scorrettamente, considerati dinosauri: tra questi i plesiosauri (rettili acquatici che non sono vicini ai dinosauri dal punto di vista evolutivo), e gli pterosauri, rettili volanti che si sono evoluti separatamente da un rettile progenitore nel tardo Triassico.

Mentre nel XIX secolo i dinosauri venivano classificati in base ai loro denti e piedi, Thomas Huxley (noto per aver scoperto uno scheletro di Archeopterix, il più antico uccello mai rinvenuto) trovo' un altro criterio per classificare i dinosauri: in base al loro bacino osseo, il cinto pelvico.

Sangue caldo?

Gli scienziati hanno alimentato un costante e vigoroso dibattito riguardo alla regolazione della temperatura del sangue dei dinosauri: la discussione, resa popolare da Robert T. Bakker si è incentrata dapprima sulla possibilità che vi fosse una tale regolazione, e in seguito sul metodo di regolazione.

Dalla prima scoperta dei dinosauri, i paleontologi ipotizzarono che fossero creature ectotermiche. Questa ipotesi assiomatica implicava che i dinosauri fossero per lo più organismi lenti e pigri, confrontabili con i moderni rettili, che hanno bisogno del sole per riscaldare i loro corpi; in realtà il paelontologo inglese Owen, quando creò il nome Dinosauria, già si interrogò sul loro metabolismo, ipotizzando se non una completa omotermia, almeno un cuore complesso a quattro cavità. Tuttavia, diverse scoperte successive misero in discussione questo punto di vista: il ritrovamento di dinosauri in territori dal clima freddo, di dinosauri polari in Australia e nel nord della Siberia e dell'Alaska, dove sopportavano sei mesi di inverno gelido e scuro, la scoperta di dinosauri piumati le cui piume fornivano una regolazione per isolamento e infine l'analisi, nelle ossa di dinosauro, di strutture dei vasi sanguigni che sono tipiche degli organismi endotermici. Tutte queste scoperte confermarono la possibilità che alcuni dinosauri, se non tutti, regolassero la loro temperatura corporea con metodi biologici interni, in alcuni casi potrebbero essere stati parzialmente aiutati dalla loro ampia massa corporea, che è però per altri è la dimostrazione più lampante della necessità di un metabolismo endotermico, non tanto per riscaldare il corpo, quanto per raffreddarlo. Le strutture scheletriche suggeriscono per i teropodi e altre creature stili di vita attivi, più compatibili con un sistema cardiovascolare endotermico. Forse alcuni dinosauri erano endotermici e altri no. La discussione scientifica sui dettagli continua, sebbene molti paleontologi ora concordino sul fatto che i sistemi endotermici sono più probabili.

Per complicare questo dibattito, il "sangue caldo" può essere mantenuto con più di un meccanismo (per esempio anche Tonni e Squali hanno un metabolismo attivo, ma differente da quello di mammiferi e uccelli). La maggior parte delle discussioni sull'endotermia dei dinosauri li confronta con il tipico uccello o mammifero, che consuma energia per alzare la temperatura corporea al di sopra della temperatura ambiente. I piccoli uccelli e i mammiferi possiedono anche qualche tipo di isolamento, come grasso, pelliccia o piume, per ridurre la perdita di calore. Tuttavia, i grandi mammiferi, come gli elefanti, devono affrontare un problema diverso poiché il rapporto tra la loro superficie corporea e il loro volume è particolarmente piccolo (principio di Haldane). Considerando animali via via più grandi, si nota che l'area della loro superficie cresce più lentamente rispetto al loro volume; a un certo punto, la quantità di calore disperso attraverso la pelle scende al di sotto della quantità di calore prodotta all'interno del corpo, costringendo così gli animali ad usare metodi addizionali per evitare il surriscaldamento. Nel caso degli elefanti, essi non hanno pelliccia, hanno grandi orecchie che aumentano la loro superficie corporea, e mostrano anche un adattamento comportamentale, come usare la proboscide per spruzzarsi di acqua e immergersi nel fango. Questi comportamenti aumentano il raffreddamento per evaporazione. Presumibilmente, i grandi dinosauri hanno dovuto fronteggiare la stessa situazione: la loro dimensione suggerisce che disperdessero calore in modo relativamente lento, e quindi avrebbero potuto essere grossi endotermi, animali che sono più caldi dell'ambiente circostante a causa della loro dimensione, e non grazie ai particolari adattamenti messi in atto da mammiferi e uccelli. L'anatomia dei Dinosauri, per quanto ancora imperfettamente conosciuta, permette di ipotizzare che, già a livello basale, i saurischi avessero un sistema di respirazione molto complesso, basato su sacchi aerei e polmoni rigidi, questo sistema avrebbe potuto contribuire in maniera sostanziale a ridurre i problemi di surriscaldamento degli animali, permettendo ai dinosauri di raggiungere dimensioni notevolmente superiori a quelle raggiunte da qualsiasi mammifero terrestre e, nel caso dei sauropodi, marino.

Dinosauri piumati e la connessione con gli uccelli

Modello di Archaeopteryx del Museo di Storia Naturale dell'Università di OxfordArchaeopteryx può retrospettivamente essere considerato il primo esempio di "dinosauro piumato". Esso fu scoperto nel 1861 nel calcare litografico di Solnhofen, nella Germania meridionale, che è un Fossil-Lagerstätte, ovvero un giacimento fossilifero che permette la conservazione eccezionale anche delle parti molli degli organismi. Archaeopteryx è un fossile di transizione, con caratteristiche chiaramente intermedie tra quelle degli antichi rettili e dei moderni uccelli. Portato alla luce solo due anni dopo della pubblicazione del famoso testo L'origine delle specie di Darwin, la sua scoperta diede vigore al dibattito, allora nascente, tra i propugnatori della biologia evoluzionistica e il creazionismo. Questo uccello primitivo è così simile a un dinosauro che, senza un'evidente impronta delle penne nella roccia circostante, i resti sarebbero stati facilmente scambiati per quelli di piccoli dinosauri come il Compsognato.

A partire dal 1990, sono stati scoperti diversi dinosauri piumati, rafforzando l'idea della stretta relazione tra i dinosauri e gli uccelli. La maggior parte di questi esemplari erano originari della provincia di Liaoning nella Cina nordorientale, che faceva parte nel Cretaceo di un continente insulare. Le piume si erano conservate anche in questo caso per effetto delle particolari condizioni di fossilizzazione. È quindi possibile che i dinosauri possano essere stati dotati di piume anche in altre parti del mondo, anche se le piume non si sono conservate.

I dinosauri piumati scoperti finora includono Sinosauropteryx, Protarchaeopteryx, Caudipteryx, Beipiaosaurus, Dilong e Jinfengopteryx, che provengono tutti dalla formazione Yixian della Cina settentrionale. La famiglia dei dromeosauridi in particolare sembra essere stata riccamente piumata e almeno un dromeosauride, il Cryptovolans, potrebbe essere stato in grado di volare. Qualche anno fa, inoltre, è stato scoperto uno strano fossile di Microraptor che dimostrerebbe come questo piccolo dinosauro possedesse addirittura quattro "ali", adatte presumibilmente al volo planato, a testimonianza del fatto che vi furono molteplici vie evolutive verso gli spazi aerei da parte dei dinosauri. Secondo alcuni ricercatori anche il Velociraptor mongoliensis dovette far parte di questa singolare categoria.

Poiché le penne sono spesso associate con gli uccelli, i dinosauri piumati sono spesso additati come l'anello mancante tra i dinosauri e gli uccelli. Tuttavia, l'associazione di molte caratteristiche dello scheletro che i due gruppi hanno in comune è il collegamento più importante per i paleontologi. Inoltre, è sempre più chiaro che una relazione tra gli uccelli, i dinosauri e l'evoluzione del volo è più complessa di quanto si fosse ritenuto in passato. Per esempio, mentre un tempo si credeva che gli uccelli si fossero semplicemente evoluti dai dinosauri e avessero poi seguito una strada evolutiva indipendente, alcuni scienziati oggi ritengono che alcuni dinosauri, come i dromeosauri, possano in effetti essersi evoluti dagli uccelli, perdendo la capacità di volare ma conservando le piume.

Teorie sull'estinzione dei dinosauri

L'estinzione dei dinosauri terrestri è uno degli enigmi più intriganti della paleontologia. Sebbene non sia possibile determinare la velocità di tal processo dai soli reperti fossili, gli ultimi modelli suggeriscono che avvenne in maniera relativamente rapida. Gli scienziati discutono comunque ancora se i dinosauri potessero essere già in declino prima dell'evento che ne sancì la fine.

La prima teoria, tuttora in auge, proposta da Walter Alvarez, collegava l'estinzione di massa alla fine del periodo Cretaceo ad un impatto meteorico risalente a circa 65,5 milioni di anni fa, basandosi sull'aumento dei livelli di iridio riscontrati negli strati geologi relativi a quel periodo. La maggior parte degli indizi oggi indica che un oggetto cosmico, asteroide o cometa, di 10 chilometri di diametro colpì la penisola dello Yucatán 65 milioni di anni fa, scavando il cratere di Chicxulub, che ha un diametro di oltre 170 chilometri, e causando l'estinzione dei dinosauri e di molte altre forme di vita: si estinsero infatti, nello stesso periodo ammoniti, mosasauri, plesiosauri, pterosauri, tartarughe erbivore e coccodrilli, la maggior parte delle specie di uccelli e molti gruppi di mammiferi.

Sembra che all'epoca ci fosse anche un'aumentata attività vulcanica. I due eventi insieme portarono alla dispersione nell'atmosfera di pulviscolo in quantità tali da sovvertire in tutto il pianeta le condizioni climatiche. Attualmente si dà credito scientifico[senza fonte] soprattutto a quelle teorie che riescono a spiegare in maniera parsimoniosa l'estinzione di specie, animali e vegetali, acquatiche e terrestri, avvenute in maniera contemporanea o sincronica in ambedue gli emisferi[non chiaro]. Viceversa le teorie che cercano di spiegare l'estinzione dei Dinosauri, ma che non tengono conto dell'estensione contemporanea o quasi contemporanea di classi e generi interi di invertebrati e vertebrati vengono considerate meno favorevolmente.

Molti cladi di mammiferi che avevano una diffusione emisferica o cosmopolita si ridussero notevolmente nel primo terziario, in Australia per esempio sopravvissero solo marsupiali e monotremi, e si estinsero multibercolati e placentati.

Secondo George e Roberta Poinar, l'estinzione fu invece un lungo processo e una delle cause del declino e della scomparsa dei dinosauri furono le malattie loro trasmesse da artropodi. Un'altra ipotesi avanza l'idea che i piccoli mammiferi si cibassero delle uova dei dinosauri.

Indizi di dinosauri non-aviani nel Cenozoico

Anche se la maggior parte delle evidenze geologiche e paleontologiche sembra indicare l'estinzione dei dinosauri al di sotto del limite Cetaceo-Terziario, vi sono sporadici ritrovamenti di fossili di dinosauri post-Cretacei. Tra questi, si possono citare:

ritrovamenti di resti di dinosauri fino a circa 1.3 metri sopra il limite Cretaceo-Terziario nella Hell Creek Formation, una formazione geologica continentale e marino-marginale affiorante nello stato del Montana (Stati Uniti), che potrebbero indicare la sopravvivenza di alcune popolazioni di dinosauri fino a circa 40000 anni dopo il limite in questione;
un singolo ritrovamento di osso fossile (femore) di dinosauro adrosauride nello stato dello Utah (St. Juan River), contenente polline sicuramente di età terziaria (Paleocene), che daterebbe a circa un milione di anni dopo il limite Cretaceo-Terziario.
Per quanto molti ricercatori respingano queste interpretazioni e tendano a considerare questi resti come risedimentati da depositi più antichi, certamente non è improbabile che popolazioni relitte di alcune specie di dinosauri (presumibilmente di piccola taglia) siano sopravvissute almeno per qualche tempo dopo l'estinzione di massa. Effettivamente, negli ultimi anni l'idea di un evento di estinzione relativamente graduale e non abrupto si va facendo sempre più strada tra i ricercatori, anche riguardo ad altri taxa, come le ammoniti.

Va aggiunto tuttavia che i ritrovamenti sono finora stati molto frammentari, e questo indubbiamente va a credito delle critiche che li descrivono come resti rimaneggiati per opera dell'erosione e risedimentati: l'eventuale ritrovamento di scheletri con un buon grado di completezza e in connessione anatomica (finora non conosciuti) costituirebbe una prova senz'altro più credibile dell'autoctonia di questi reperti. In ogni caso, la sopravvivenza a breve termine di popolazioni relitte di dinosauri nel Paleogene non sposta in maniera sostanziale il significato della crisi biologica al limite Cretaceo-Terziario, che rimane (alla scala geologica) l'evento di importanza primaria e la vera soluzione di continuità in termini evolutivi.

Riportare alla vita i dinosauri


Fossili in ambraSono state elaborate molte congetture circa l'effettiva possibilità tecnologica di riportare alla vita i dinosauri. L'idea proposta nel libro di Michael Crichton Jurassic Park di usare il sangue prelevato da una zanzara fossile racchiusa nell'ambra dal tempo dei dinosauri e poi riempire le lacune con geni di rana per creare il DNA di un dinosauro, è probabilmente impossibile.

Per due volte, scienziati hanno dichiarato di aver estratto con successo il DNA da dinosauri fossili, ma in entrambi i casi successivi approfondimenti non hanno confermato tale risultato. Tuttavia, è stato possibile ricostruire un peptide visuale di un (teorico) dinosauro, usando metodi di ricostruzione analitica filogenetica su sequenze di geni di specie correlate ancora viventi (rettili e uccelli).

Storia dello studio dei dinosauri

Fossili di dinosauro sono noti da millenni, benché la loro vera natura non fosse stata riconosciuta: i cinesi li consideravano ossa di dragone, mentre gli europei credevano che fossero i resti di giganti e altre creature uccise durante il Diluvio Universale. La prima specie di dinosauro ad essere identificata e a cui sia stato attribuito un nome è l'iguanodonte, scoperto nel 1822 dal geologo inglese Gideon Mantell, che riconobbe le somiglianze tra i suoi fossili e le ossa della moderna iguana. Due anni dopo, il rev. William Buckland, professore di geologia all'Università di Oxford, divenne la prima persona a descrivere un dinosauro in una pubblicazione scientifica: in questo caso, si trattò del Megalosaurus bucklandii, rinvenuto vicino ad Oxford.

Lo studio di queste "grandi lucertole fossili" divenne di grande interesse per gli scienziati europei e americani e nel 1842 il paleontologo inglese Richard Owen coniò il termine "dinosauro", Thomas Henry Huxley propose a sua volta il termine Ornithoscelida per chiamare questi rettili, il nome faceva riferimento alla parentela filogenetica con gli uccelli. Owen sostenitore del creazionismo scartò questo termine con disprezzo.

Owen riconobbe che i resti che erano stati trovati fino ad allora (Iguanodon, Megalosaurus e Hylaeosaurus) avevano un certo numero di caratteristiche in comune, così decise di presentarli come un gruppo tassonomico distinto.

Modelli di iguanodonte ricostruiti presso il Crystal Palace nell'Ottocento, secondo le credenze dell'epocaCol supporto del Principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della Regina Vittoria, Owen fondò il Museo di Storia Naturale di South Kensington (Londra), per mostrare la collezione nazionale di fossili di dinosauro e altri reperti biologici e geologici.

Nel 1858 il primo dinosauro americano conosciuto attraverso resti consistenti fu scoperto nella cava di marna della cittadina di Haddonfield, nel New Jersey (benché altri fossili fossero già stati scoperti, la loro natura non era stata identificata). La creatura fu chiamata Hadrosaurus foulkii, dal nome dello scopritore, William Parker Foulke. Fu una scoperta estremamente importante: l'Hadrosaurus fu il primo scheletro di dinosauro quasi completo mai rinvenuto e si trattava chiaramente di una creatura bipede. Questa fu una scoperta rivoluzionaria, visto la maggior parte degli scienziati riteneva che i dinosauri si muovessero su quattro zampe come le lucertole. Le scoperte di Foulke fecero esplodere la mania dei dinosauri negli Stati Uniti, chiaramente esemplificata dalla fiera rivalità tra Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh, che entrarono in competizione per superarsi l'un l'altro nello scoprire nuovi dinosauri in quella che fu chiamata la "guerra delle ossa". La sfida durò per circa 30 anni e terminò solo nel 1897 quando Cope morì dopo aver speso tutto il suo patrimonio nella caccia ai dinosauri. Marsh vinse la contesa grazie al migliore supporto economico che ricevette attraverso lo US Geological Survey. La collezione di Cope si trova ora al Museo Americano di Storia Naturale di New York, mentre quella di Marsh è esposta al "Museo Peabody di Storia Naturale" alla Yale University. La "guerra" portò alla scoperta di numerosissime specie, tra cui i ben noti Apatosaurus (=Brontosaurus), Diplodocus, Allosaurus, Stegosaurus e Triceratops.

Da allora, la ricerca dei dinosauri è stata portata su tutti i continenti della Terra, compresa l'Antartide, dove il primo dinosauro, un anchilosauro, fu scoperto sull'isola di Ross nel 1986 (i resti furono poi descritti nel 2006 come Antarctopelta oliveroi). Tuttavia fu solo nel 1994 che un dinosauro antartico, il Cryolophosaurus ellioti, fu formalmente denominato e descritto in una pubblicazione scientifica. Attualmente i siti di maggior interesse includono il Sud America e la Cina, che ha fornito molti dinosauri piumati eccezionalmente ben conservati.

Ritrovamenti in Italia

L'Italia fino a pochi anni fa è stata considerata un territorio sterile per quanto riguarda i resti di dinosauri soprattutto perché si pensava che nel Giurassico e nel Cretaceo, i periodi di maggior splendore del'epoca dei dinosauri, la penisola fosse ricoperta totalmente dalle acque. Le prime testimonianze fossili lasciate dai dinosauri sul suolo italiano ad essere riconosciute come tali, furono delle impronte ritrovate in Veneto e in Trentino, risalenti al Triassico superiore ed al Giurassico inferiore, ovvero all'inizio dell'era Mesozoica. A questi ritrovamenti, avvenuti nel 1989 e nel 1991, ne fecero seguito altri, senza che nessun resto scheletrico venisse alla luce.

Fossile di Scipionyx samniticusFu quindi una sorpresa il fatto che il primo scheletro di dinosauro italiano provenisse dal Sud, per giunta dal Cretaceo inferiore. Nei pressi di Benevento, il calcare di Pietraroja è un importante giacimento di pesci fossili, noto fin dal 1798 e descritto ampiamente sul finire dell'Ottocento. La scoperta di un piccolo dinosauro carnivoro, denominato in seguito Scipionyx, colse tutti i paleontologi di sorpresa. 110 milioni di anni fa, quelle parti dell'Italia erano costituite da piccole isole, evidentemente un ambiente ideale per i piccoli predatori. L'importanza di Scipionyx è notevolissima, in quanto è un caso più unico che raro di resto di dinosauro in cui sono preservati parte degli organi interni.

In seguito sono stati scoperti altri resti fossili di dinosauri in Italia e tutti di grande importanza: nel 2000 è stata resa pubblica la scoperta, nei pressi di Varese, di un grande teropode tetanuro, denominato provvisoriamente "Saltriosaurus". Questo dinosauro, risalente all'inizio del Giurassico, è il più antico del suo gruppo. Sempre negi stessi anni, alcuni scheletri di adrosauridi, tra cui un esemplare magnificamente conservato, sono stati rinvenuti presso Trieste: gli adrosauri in questione sono stati descritti formalmente nel 2009 con il nome di Tethyshadros insularis, e le loro caratteristiche sono assolutamente uniche.

Oltre ai resti fossili, in Italia sono state rinvenute delle vere e proprie piste di orme di differenti dinosauri, che hanno suscitato un notevole interesse da parte degli esperti internazionali, presso Rovereto (TN), il Gargano (FG), ma soprattutto Altamura (BA), dove sono state finora rinvenute più di 30.000 orme[17]. Un ulteriore sito ad impronte è stato rinvenuto presso Sezze Scalo[senza fonte], in comune di Sezze (Latina), nel luglio del 2003 da parte di un gruppo di studio che portò alla luce in una cava di calcare, più superfici ad impronte contenenti orme e piste di dinosauri, sauropodi e teropodi, risalenti al Cenomaniano (95 milioni di anni fa). Attualmente il sito è in fase di studio da parte del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università "La Sapienza" di Roma.

Edited by demongod - 13/5/2014, 21:20
 
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Alcune immagini dei grandi dinosauri



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Il brontosauro è vissuto 150.000.000 di anni fa, nell'era mesozoica.
Il brontosauro fu uno dei più grandi animali terrestri, raggiugeva i venti metri di lunghezza, le trenta tonnellate di peso e i 5 metri di altezza. Il suo cervello invece era molto piccolo.
Il suo corpo cresceva lentamente, poteva vive fino a 200 anni.
Il brontosauro era erbivoro e viveva vicino a zone lacustri perchè aveva bisogno di grandi quantità di acqua.
I suoi resti fossili sono stati ritrovati negli Stati Uniti D'America e in Portogallo.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 22:49
 
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Tirannosauro Rex (il mio preferito)

Caratteristiche del Tirannosauro:
•Nome italiano: Tirannosauro (sauro tiranno)
•Anno di scoperta: 1905
•Scoperto da: Prof. H. F. Osborn
•Lunghezza: 14 metri
•Altezza: 6 metri
•Periodo: Cretaceo



Il Tirannosauro



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Il Tirannosauro Rex



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Il Tirannosauro è stato uno dei carnivori terrestri più grossi mai vissuti, e probabilmente il più grosso del tardo Cretaceo. Forma più evoluta e specializzata rispetto ai grandi carnivori del Giurassico, si ritiene che il tirannosauro si sia evoluto da saurischi carnivori molto più piccoli (i Celurosauri, tra i quali figura il minuscolo Compsognathus). Il tirannosauro aveva zampe anteriori molto piccole, la cui funzione è ancora discussa. Sono state avanzate le ipotesi che potessero avere una qualche funzione nel far riassumere una posizione eretta all'animale (tirannosauro), in caso cadesse o si sdraiasse. Un'altra ipotesi è che potessero servire per trattenere il corpo della preda durante il pasto, rendendo più agevole strappare grossi pezzi di carne. Le zampe posteriori dei tirannosauri erano grandi e possenti, e consentivano all'animale di mantenere una postura eretta, bilanciandosi con la coda. Il tirannosauro aveva una disposizione degli occhi frontale, come per tutti i carnivori che si rispettino, per permettere una visione binoculare che facilita la predazione. Questi dinosauri avevano una coda pesante, per controbilanciare il peso della testa. La bocca del tirannosauro era dotata di circa 50 denti, lunghi fino a 15 centimetri, con una radice quasi altrettanto estesa e il bordo finemente segettato. Il peso dell'animale in vita è stimato in circa 6 tonnellate. Si presume che i tirannosuri femmine fossero più grandi dei tirannosauri maschi. Recentemente è stata avanzata l'ipotesi, piuttosto verosimile, che potesse essere in qualche misura dotato di penne e piume, particolarmente negli stadi infantili.

È in discussione se specie più piccole come Maleevosauro, Stygivenator e Nanotiranno siano da considerarsi autonome o esemplari immaturi di Tyrannosaurus (tirannosauro).

Per molti anni il tirannosauro rimase conosciuto solo per poche ossa, finché, negli anno '60 furono ritrovati scheletri parziali. Nel 1988 fu scoperto uno scheletro quasi intero (Montana), ed un altro nel 1990 (South Dakota). L'unica cosa non ancora chiara, riguarda la lunghezza della coda (nessuno dei reperti ritrovati chiarisce la dimensione del tirannosauro).

Habitat dei tirannosauri e tirannosauri rex


Ritrovamenti di fossili sono stati fatti in Asia (Mongolia) e nell'America settentrionale (Saskatchewan, Texas, Wyoming, Alberta, Montana).

Cibo ed alimentazione dei tirannosauri


Le opinioni degli scienziati non sono condordi, sicuramente il tirannosauro era carnivoro, ma alcuni ritengono che, a causa della sua struttura, il tirannosauro non potesse cacciare e che quindi si nutrisse di animali morti. Altri ritengono invece che il tirannosauro fosse un temibile predatore. Le obiezioni principali all'ipotesi del cercatore di carogne vertono sull'estensione dell'area cerebrale dedicata all'olfatto: essa era molto estesa, consentendo all'animale di percepire da grande distanza anche un odore molto meno penetrante di quello di un cadavere. Va anche rilevato che la struttura generale del tirannosauro era leggera e robusta, adatta ad assorbire (particolarmente all'altezza della giunzione tra nuca e collo) i forti impatti della caccia. A questo va aggiunto un quoziente di cerebralizzazione (rapporto tra massa cerebrale e massa corporea) relativamente elevato, il che suggerirebbe di trovarsi in presenza di un animale in grado di imparare e elaborare strategie di caccia. Entrambe le ipotesi potrebbero essere vere, ovvero il tirannosauro si nutriva in entrambi i modi. Questo sistema di nutrizione è diffuso in quasi tutti i grandi carnivori all'apice della catena alimentare (leoni, squali, coccodrilli, ecc...).


Velociraptor (Adoro i carnivori :) )



Scheda Velociraptor

Nome italiano: Velociraptor (Ladro veloce)
Anno di scoperta: 1924
Scoperto da: H.F. Osborn
Lunghezza: 2 - 2,5 metri
Altezza: 1,5 - 2 metri
Periodo:

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Il Velociraptor, (chiamati erroneamente "velocirapto"), il cui nome significa "uccello rapace veloce", dotato di un 'unghia rettratile sul secondo dito della zampa posteriore, che il Velociraptor usava per attacare le sue prede, era un dinosauro veloce e intelligente, un piccola versione del tirannosauro, questo rettile-uccello, era l 'antenato degli uccelli. Il Velociraptor misurava, coda compresa,circa 2,7 metri di lunghezza, 1,5-1,7 metri di altezza e pesava sui 90 kg. Si ritiene che fosse un dinosauro particolarmente feroce e attaccasse in gruppo anche prede e dinosauri molto più grossi di lui.

Cibo ed alimentazione dei velociraptor

Essendo un dinosauro carnivoro di piccole dimensione, è dato quasi per certo lo spostamento in gruppo da parte di questa specie di animali. I Velociraptor, dotati di un'intelligenza molto sviluppata, attaccavano senza indugio dinosauri molto più grossi di loro, avendo l'appoggio del gruppo a colmare la differenza di forza data dalla sua stazza in confronto ad altri dinosauri come il Tirannosauro, Brontosauro e dinosauri più piccoli.

Il Velociraptor comparve verso la fine del Cretaceo, circa 64 milioni di anni fa, in Asia. Dinosauro carnivoro lungo quasi 2 metri: un sesto circa del tirannosauro, il dinosauro più grosso tra i carnivori di quel periodo.
Nonostante le sue dimensioni, il Velociraptor era un dinosauro molto pericoloso: le zampe posteriori, allungate e muscolose, gli permettevano di correre velocemente, superando i 35 km orari, che era la velocità massima raggiunta dal tirannosauro per brevi distanze.
Le zampe avevano tre dita dotate di artigli coi i quali poteva agganciare le prede e ferirle gravemente.
Gli arti anteriori del Velociraptor erano più piccoli, con dita lunghe esse dotate di artigli.
La coda era rigida, come quella della maggior parte dei dromeosauridi, usata per bilanciare il peso del corpo durante la corsa.
Il velociraptor aveva mascelle potenti e con un ampia apertura: riusciva così ad afferrare saldamente gli animali catturati, di cui dilaniava poi la carne con i denti aguzzi tipici dei carnivori.
La testa del Velociraptor era piuttosto lunga con il muso quasi piatto che lo differenziava dagli altri dromeosauridi, che avevano il capo più corto e alto.

Velociraptor era un carnivoro di media taglia dal corpo leggero. Aveva il cranio lungo e basso, il muso appiattito, la mascella armata di denti ricurvi e taglienti (mentre forme affini, come Saurornithoides ne avevano un-numero minore). La forma della testa, molto lunga e bassa, lo distingue dagli altri deinonicosauri. Un dito di ciascun piede era grosso e munito di un artiglio falciforme, come in Deinonychus e Dromaeosaurus. I primi resti di Velociraptor vennero raccolti all'inizio degli anni '20 da una spedizione americana nel deserto del Gobi in Mongolia. Non era chiaro che tipo di dinosauro fosse fino alla scoperta dei resti di Deinonychus negli anni '60 che mostrarono chiaramente le potenti mascelle e il grosso artiglio per cacciare, sul piede. Nel 1971 fu trovato un esemplare di Velociraptor che era morto mentre attaccava un Protoceratops. Velociraptor teneva saldamente la testa a forma di scudo di Protoceratops e stava Scalciando contro il ventre di questo col grosso artiglio del piede. A sua volta Protoceratops aveva sfondato il torace di Velociraptor con la sua testa corazzata. Probabilmente si uccisero reciprocamente nello stesso momento.

Allosauro



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Allosaurus (dal Greco allos, bizzarra, diversa e saurus, lucertola, rettile, cioè lucertola bizzarra) era un teropode carnosauro lungo circa 9-12 metri, alto 3,75 metri alla spalla e pesante 4,5 tonnellate circa, vissuto sul finire del Giurassico superiore 140-156 milioni di anni fa. Nonostante la sua mole, doveva essere molto agile e veloce oltre ad essere uno dei carnivori più grossi di quel periodo, riuscendo ad andare a caccia anche di sauropodi. Per questo è chiamato "Il leone del giurassico". Il suo nome deriva dalla differente conformazione delle vertebre rispetto a quella di altri dinosauri, che, per la loro leggerezza, gli valsero anche l'epiteto fragilis. A quanto si può arguire dalle testimonianze fossili questi enormi carnivori erano ben adattati alla caccia, come i maggiori predatori attuali. Sono state trovate molte ossa di Apatosaurus che recavano chiarissime tracce dei denti degli allosauri, testimonianza dell'aggressività e della voracità di quei feroci rettili.

Descrizione


Raffigurazione antiquata di un Allosaurus intento a divorare la sua preda Scheletro di AllosaurusL'allosauro è un classico teropode: un grande cranio posto su di un collo corto, una lunga coda e zampe anteriori di sviluppo limitato; inoltre, come i teropodi possiede caratteristiche simili a quelle degli uccelli, come ad esempio lo sterno e le vertebre del collo che sono spugnosi e cavi. Il suo peso inferiore a quello di altri sauri gli avrebbe consentito inoltre di balzare sulle sue prede senza causarsi danni, cosa altrimenti impossibile per altri dinosauri di stazza simile.

La sua lunghezza si aggirava sui 12 metri, ma esso era leggero, non superando le 4,5 tonnellate di peso.

Le zampe anteriori, sebbene corte e poco sviluppate rispetto a quelle posteriori, sono tuttavia massicce e grandi misurando 1,6 m, dotate ognuna di quattro dita di cui uno rivolto all'indietro e altrettanti artigli, quasi come quelle di un'aquila. Il primo metacarpo di ogni zampa è forte e robusto, girato lateralmente in modo che l'ultimo dito abbia potuto dirigersi contro le altre quando afferrava una preda. Per quanto riguarda le zampe posteriori, aquiline anch'esse (insieme alla lunga coda usata come contrappeso), gli avrebbero consentito di correre velocemente.

Il suo cranio, in cui si possono notare i punti di inserzione dei potenti muscoli mandibolari, è composto da moduli separati che si possono muovere gli uni rispetto agli altri, con delle mascelle che possono allargarsi orizzontalmente, consentendo la deglutizione di grandi pezzi di carne. Le mascelle, lunghe fino a 80 cm, erano fornite di denti seghettati e ricurvi; questi denti, tuttavia, sembra non fossero progettati per masticare e triturare, bensì per tagliare la carne come se fossero coltelli da cucina. L'Allosauro poteva divaricare notevolmente mandibola e mascella, per infliggere morsi ampi, si presume che questo adattamento servisse a infliggere ampie ferite con un solo morso; l'animale colpito sarebbe quindi morto per l'emorragia o lo schok, mentre l'Allosauro l'avrebbe seguito per cibarsene, evitando quindi di doverlo atterrare ed uccidere immediatamente. Questa ricostruzione ipotetica prende il nome di Brontofagia, e adattamenti simili si notano in diversi theropodi di grosse dimensioni (Carcarodontosaurus, Gigantosaurus, ecc.) ma non nel T. Rex (che adottava evidentemente strategie differenti, tra cui probabilmente un morso meno superficiale e più profondo, "spaccaossa" per uccidere le prede di più grosse dimensioni). Inoltre gli ecosistemi del Giurassico in cui visse l'Allosauro erano relativamente più ricchi di prede di grosse dimensioni di quelli del cretaceo superiore nord americano, ed in realtà di quasi tutte le epoche precedenti e successive, quindi è presumibile che l'Allosauro si sia adattato ad una dieta di dinosauri particolarmente grossi, essendo improbabile che in natura una risorsa alimentare, come quella rappresentata dai sauropodi giganti, venga tralasciata. Il cranio sembra poi avere dei lobuli olfattivi molto sviluppati, essendo l'olfatto un ottimo metodo per la ricerca di cibo.

Cranio di allosauro fossilizzatoLa caratteristica peculiare dell'allosauro è la presenza di due piccole corna smussate di forma triangolare situate proprio sopra gli occhi, nella parte frontale degli stessi e di altre strane creste ossee, che probabilmente si notavano di più durante la vita dell'animale, che forse sarebbero servite a scopo riproduttivo. È possibile infatti che queste creste cambiassero colore durante la stagione riproduttiva. Già all'interno della specie Allosaurus fragilis, sebbene non sia molto probabile, sembrano distinguersi due sottospecie differenti, una delle quali sembra aver avuto un cranio più robusto e creste più pronunciate, segno di un probabile dimorfismo sessuale di questa.

Si presume che l'allosauro possa aver cacciato in branchi, consentendogli di uccidere i grandi sauropodi del tempo.

Caccia e nutrimento

L'allosauro probabilmente cacciava i dinosauri erbivori di medie dimensioni. Quando era solo, probabilmente, optava per prede grandi circa come il camptosauro. È probabile che questo predatore si celasse tra la vegetazione del sottobosco. Quando passava una preda appetibile, l'allosauro gli balzava addosso sfoderando gli artigli affilati e, allo stesso tempo, affondando i denti simili a zanne nel suo vulnerabile collo.

Molto probabilmente, i sauropodi più grandi dell'allosauro risultavano molto più difficili da attaccare. Forse i branchi di allosauro inseguivano le mandrie di sauropodi per isolare e uccidere gli esemplari giovani o malati che rimanevano indietro. I sauropodi come l'apatosauro e il diplodoco quasi certamente si spostavano in branco per proteggersi dai teropodi carnivori.

Comunque non esistono evidenze incontrovertibili della caccia di gruppo per l'Allosauro. Questa deve quindi essere considerata un'ipotesi, infatti sia le piste che mostrano più orme di probabili allosauri, sia i ritrovamenti di numerosi scheletri differenti nel medesimo sito, non sono probanti. Nel primo caso perché non si può dimostrare che i vari individui siano passati contemporaneamente, nel secondo perché molti ammassi di ossa sono causati dalle piene e dalle alluvioni, oppure da antiche trappole naturali (come le sabbie mobili). Inoltre molte specie di rettili (e alcune di squali) cacciano si in gruppo, ma non in branchi organizzati gerarchicamente, o strutturati nel tempo; si tratta invece di alleanze temporanee per attaccare prede inconsuete o sfruttare momentanee condizioni di sovrabbondanza di prede. Per esempio i coccodrilli del Nilo cooperano per abbattere e divorare i grossi mammiferi africani durante le migrazioni, ma non formano affatto strutture complesse (e relativamente rare in natura) come il branco o la muta. Molte piste di orme attribuite ad Allosauri sono invece state lasciate da individui, anche se questo ovviamente non preclude il fatto che potessero essersi allontanati da un "branco".

Inoltre gli Allosauri hanno un'anatomia che gli permette di predare autonomamente qualunque tipo di preda della loro epoca (il che si badi bene non vuol dire che lo facessero)in quanto riescono ad aprire enormemente la bocca assestando un morso gargantuesco, tal per cui anche una preda di enorme stazza sarebbe morta dissanguata. Ciò appunto non vuol dire che gli Allosauri attaccassero abitualmente animali come il Diplodoco o il Bracchiosauro, almeno non gli adulti, ma che sarebbero stati in grado di abbaterli nel caso non avessero trovato prede più piccole e maneggevoli. I Sauropodi si riproducevano molto velocemente (come tutti i dinosauri, animali che producevano una covata l'anno) e quindi la maggior parte delle prede dell'Allosauro era presumibilmente composta da cuccioli o giovani erbivori. In Indonesia sono presenti numerosi biscotti di cereali che sul retro recano l'immagine di un Allosauro.

Nidi e sviluppo degli allosauri


In ogni nido, come ci suggerisce la scoperta di Lourinha, c'erano decine di uova sotterrate che si schiudevano da sole, come quelle dei coccodrilli. Gli individui appena nati, del tutto simili ad adulti in miniatura, già erano in grado di camminare e possedevano piccoli denti atti a mangiare insetti e piccoli invertebrati, però non potevano difendersi da soli; è probabile che nelle prime ore di vita fossero protetti dalle loro madri, in maniera simile di come fanno gli alligatori (o dai loro padri, come fanno buona parte dei moderni uccelli terricoli). Successivamente, crescevano in fretta come gli uccelli, fino ad arrivare, in appena 7 anni, alla grandezza degli individui adulti.

Pterodattilo



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Lo pterodattilo (gen. Pterodactylus, dal greco πτερόν, "ala", e δάκτυλος, "dito", "dalle dita alate") è un rettile volante, o pterosauro, vissuto nel Giurassico superiore (circa 145 milioni di anni fa). Molti resti fossili di questo animale sono stati rinvenuti nei calcari litografici di Solnhofen, in Germania.

Descrizione

Con un'apertura alare che arrivava al massimo a 75 centimetri, lo pterodattilo non è certo uno dei più grandi pterosauri. È comunque uno dei più famosi, e spesso il termine pterodattilo è usato (impropriamente) come sinonimo di pterosauro. Il genere Pterodactylus comprende una quantità di specie dalla dieta varia: alcune si nutrivano di insetti, altre forse di piccoli pesci. Come tutti gli pterosauri, anche lo pterodattilo possedeva ampie ali formate da una membrana di pelle che partiva dalla punta dell'ultimo dito della zampa anteriore, allungatissimo, e terminava al di sopra della regione del bacino. Questa struttura, internamente, era retta da fibre di collagene, mentre all'esterno era retta da strutture di cheratina.

Iguanodonte





Tra i dinosauri più famosi, l'Iguanodonte è stato anche uno dei primi a essere scoperto. Anzi, il suo ritrovamento avvenuto nel 1822, ad opera di Gideon Mantell, avvenne addirittura prima di quello del Megalosaurus, il primo dinosauro ad essere descritto scientificamente, nel 1824. Il suo nome significa "dente d'iguana", per la presunta rassomiglianza tra i suoi denti fossilizzati e quelli degli odierni sauri americani. L'Iguanodonte era un grande erbivoro semibipede, lungo fino a 10 metri e alto 4, appartenente all'ordine degli Ornitischi, sottordine Ornitopodi.

Una lucertola cornuta di trenta metri?

La prima ricostruzione dell'iguanodonte, proposta da Mantell, lo vedeva come una gigantesca lucertola erbivora strisciante, munita di un corno sul naso (struttura che si rivelerà poi essere uno sperone della "mano"), lunga trenta metri. In seguito, Owen suppose che Iguanodon fosse un rettile che camminava alto sulle zampe, come i mammiferi, e in questo modo lo fece assomigliare a un goffo rinoceronte. Solo verso la fine dell' '800, grazie a ritrovamenti più completi di animali simili (Hadrosaurus foulkii) e alla scoperta di altri scheletri di Iguanodon, questo animale venne visto come un possente bipede, e il "corno" come un pollice - aculeo. In tempi più recenti, però, le nuove ricostruzioni presentano l'iguanodonte come un animale prevalentemente quadrupede, che si spostava per le pianure alla ricerca di cibo e solo in caso di necessità ricorreva allo spostamento veloce con andatura bipede.

La "mano" multiuso dell'iguanodonte. Due pollici come difesa


La caratteristica predominante di questo animale erano i due pollici-aculei sulle zampe anteriori, che servivano come difesa verso i predatori. Il "mignolo", invece, era prensile, mentre le altre tre dita terminavano con unghie a forma di zoccolo, utili all'animale quando si spostava a quattro zampe. La testa allungata, vagamente simile a quella di un cavallo, era forse dotata di una lunga lingua prensile, ma il fatto non è provato. Le zampe posteriori, possenti e robuste, avevano tre dita, anch'esse dotate di zoccoli. La lunga coda era irrobustita da tendini ossificati, cosicché essa era tenuta costantemente sollevata dal terreno, in modo da controbilanciare il peso del corpo.

Un cimitero di dinosauri

Moltissimi resti di questo grosso animale sono stati ritrovati in Inghilterra, Francia, Spagna e Germania, ma il ritrovamento più clamoroso è avvenuto sul finire dell'800 a Bernissart, nel Belgio. In una miniera di carbone, infatti, sono stati rinvenuti trenta scheletri più o meno completi di Iguanodonte, probabilmente il risultato di un qualche evento catastrofico che ha spinto gli animali a morire tutti insieme. Questo eccezionale ritrovamento ha permesso, grazie agli studi del paleontologo belga Louis Dollo, di far sì che l'iguanodonte diventasse il dinosauro meglio conosciuto a quell'epoca. Senza dubbio l'iguanodonte era uno dei dinosauri più diffusi e di maggior successo del Cretaceo inferiore: reperti ne sono stati trovati, oltre che in Europa, anche in America, in Africa e forse in Asia (Mongolia).

In Europa e in America

Ricostruzione di MantellisaurusLe due specie più note sono Iguanodon bernissartensis, grande e robusto, e Iguanodon atherfieldensis, più piccolo e con le vertebre dorsali leggermente allungate. Entrambe queste specie pascolavano nella grande pianura alluvionale nota come Weald, che allora comprendeva gran parte dell'Europa Occidentale. Recentemente, I. atherfieldensis è stata descritta come genere a sè stante, Mantellisaurus. Un'altra specie è nota negli USA (I. lakotaensis). Altre specie descritte in passato (ad esempio l'asiatica I. orientalis, ora Altirhinus kurzanovi) si sono poi dimostrate appartenere ad altri generi. Anche alcune specie dell'Inghilterra sono poi state messe in dubbio: è il caso di I. fittoni e I. dawsoni, poco conosciute, che sembrerebbero essere state più primitive di Iguanodon vero e proprio.

Triceratopo





Il triceratopo (Triceratops horridus) era un dinosauro quadrupede, erbivoro, vissuto durante il Maastrichtiano (tardo Cretaceo) in nord America. Fa parte della famiglia dei ceratopsidi ed è caratterizzato da un collare osseo semicircolare e da tre corna. È stato uno degli ultimi dinosauri a comparire prima dell'estinzione del limite K-T. È sicuramente uno dei dinosauri cornuti più famosi. Il suo spaventoso aspetto da "rinoceronte preistorico" è molto popolare persino nei libri per bambini, e spesso questo gigante del Mesozoico è raffigurato in lotta con il suo mortale nemico, il tirannosauro. Questi due dinosauri sono stati tra gli ultimi ad apparire, alla fine del Cretaceo superiore.

Una moltitudine di crani fossili

Il triceratops (il cui nome secondo la nomeclatura binomiale Triceratops horridus ) è un dinosauro cornuto appartenente al sottordine dei ceratopi, dinosauri ornitischi caratteristici del Cretaceo superiore. La stazza e la possenza di questo rettile lo hanno spesso portato ad essere paragonato ad una sorta di carro armato preistorico. I numerosi ritrovamenti di resti avvenuti a partire dal finire dell secolo XIX, in particolar modo di cranii, negli Stati Uniti occidentali e in Canada meridionale, ha dato luogo ad una vera e propria "fioritura" di specie descritte, catalogate in base alle dimensioni e alle forme delle corna e dalla configurazione del caratteristico collare osseo.

Corna e collare per difesa

L'aspetto curioso di questo grosso erbivoro quadrupede (era lungo fino a 9 metri, alto 3 metri e pesava forse 9 tonnellate) era naturalmente dato dal cranio: lungo fino a 2,30 metri, caratterizzato da un collare osseo che si proiettava all'indietro a proteggere la regione del collo e delle spalle, il cranio del triceratopo era inoltre sormontato da due lunghe corna sopraorbitali, che lo facevano apparire molto minaccioso. Un terzo corno, più piccolo, era situato sopra le narici. Sulle corna e sul collare si sono fatte molte ipotesi su come potevano essere utilizzati; in un primo momento, collare e corna furono paragonati, rispettivamente, ad una sorta di scudo e di un paio di lance, utilizzati sia per difendersi dai predatori che nei combattimenti tra maschi: alcuni teschi fossili, infatti, riportano ferite e sforacchiature che sembrerebbero essere state procurate proprio da corna. Il grande collare, inoltre, serviva anche da termoregolatore in quanto presentava molta vascolarizzazione, cioè una fitta rete di capillari; inoltre, sempre al collare, potrebbero essere stati ancorati i possenti muscoli delle mascelle dotate di becco.

Centrosaurino o casmosaurino?

Fino a qualche tempo fa il triceratopo era considerato appartenere ai ceratopsidi a collare corto, o centrosaurini, per via della relativa brevità della struttura. In realtà, sembra più probabile che questo animale fosse un casmosaurino (o ceratopside a collare lungo) specializzato, vista la discreta lunghezza delle ossa squamosali. Il collare, dissimilmente da tutti gli altri ceratopsidi, era privo di aperture, garantendo una più completa protezione. Forse il triceratopo era strettamente imparentato con il piccolo Avaceratops, dotato di caratteristiche simili.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:11
 
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Stegosauro





Lo Stegosaurus era un erbivoro ed apparteneva alla famiglia degli ornitischi. Questo dinosauro era lungo 7,5 metri ed alto 4 metri. Siccome era erbivoro, mangiava felci e piante erbacee, non era un animale solitario, ma pascolava in branco. Lo Stegosaurus aveva delle placche ossee lungo la spina dorsale che partivano da dietro il cranio ed arrivavano fino quasi alla fine della coda; all’estremità della coda aveva degli aculei che usava per difendersi contro i carnivori. Essendo grande e molto pesante, non riusciva a correre molto velocemente, quindi era una facile preda per i corridori carnivori come l’Allosauro. Questo dinosauro è vissuto circa 140 milioni di anni fa. Si sono ritrovati fossili negli U.S.A., in Europa, in Asia ed in Africa. Il nome Stegosaurus significa “lucertola corazzata”.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:12
 
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Plesiosauro




Periodo:Giurassico

Anni fa:150.000.000

Ambiente:Lagunare

Classe:Rettile

Alimentazione:Carnivoro

Lunghezza:5,60 m.
Altezza: 1 m.
Peso: 400 Kg.
Ritrovamenti:Europa



Il plesiosauro era un rettile vissuto nel periodo Giurassico, 150 milioni di anni fa.

Viveva generalmente lungo le coste o nelle lagune; per questo, questi rettili avevano modificato i loro arti in pinne natatorie, tali da permettere loro di nuotare come le attuali otarie.

Il plesiosauro era un dinosauro carnivoro e spesso si cibava di pesci e di altri animali che vivevano sulle coste o nell’acqua.

Non si sa se questi rettili, per prolificare, depositassero le uova sulla terraferma o se partorissero come gli ittiosauri.

Il plesiosauro era lungo 5,60 metri,alto un metro e pesava 400 kg. Alcune specie però raggiunsero i 15 metri di lunghezza.

La testa, abbastanza piccola, era munita di una poderosa dentatura: i denti, aghiformi, erano numerosi ed affilati.

Il collo, molto lungo, serviva per afferrare pesci o altre prede con estrema facilità e rapidità.

I plesiosauri furono scoperti per la prima volta nel 1821 e destarono grande curiosità in quanto sino ad allora non si conoscevano rettili marini fossili.

Interessantissimi ritrovamenti di plesiosauri sono stati fatti in Inghilterra, Germania e Svizzera.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:20
 
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Ankilosauro





Comparsa Giurassico-cretaceo, tra i 130 e i 65 milioni di anni fa

Caratteristiche fisiche Gli ankilosauri (“ankilosauro” vuole dire letteralmente “lucertola saldata”, un nome che ricorda come le placche della corazza siano saldate fra loro in un vero e proprio scudo protettivo) erano quadrupedi ed avevano dimensioni variabili: i più piccoli erano lunghi fino a 5 metri e mezzo, mentre i più grandi arrivavano a 10 metri di lunghezza e 3 tonnellate di peso. Avevano una testa larga e triangolare; il collo era corto e massiccio. Le zampe corte e forti e i piedi larghi e piatti sorreggevano un peso considerevole e non permettevano a questi animali di essere veloci. La corazza e la pesante mazza ossea della coda costituivano però armi di difesa capaci di scoraggiare anche i grossi carnivori. Appartenevano alla famiglia degli ornitischi.

Alimentazione Gli ankilosauri erano erbivori

Caratteristiche particolari La caratteristica più evidente degli ankilosauri era la corazza, simile a quella del nostro armadillo, formata da centinaia di placche unite fra loro in file e intervallate spesso con grosse spine ossee allineate. Rivestiva tutto il dorso e aveva una funzione difensiva. Anche la coda aveva una struttura particolare: due grossi lobi ossei, fusi direttamente con le ultime vertebre della coda, sporgevano alla sua estremità; la coda poteva essere mossa da potenti muscoli e i suoi colpi diventavano così mazzate micidiali: un’ottima difesa.

Curiosità Si suppone che gli ankilosauri vivessero in regioni piuttosto aride e che riuscissero a sopravvivere anche in zone desertiche: la corazza infatti poteva forse svolgere anche la funzione di regolare la traspirazione impedendo un’eccessiva perdita d’acqua e di sali minerali.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:22
 
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Diplodoco






Il Diplodoco aveva un collo lungo circa 7 metri, ma la testa non era più grande di quella di un cavallo: appena 60 centimetri. Nonostante le sue dimensioni (era lungo fino a 26 metri), il Diplodoco pesava "solo" 10 tonnellate, molto meno del Brachiosauro, poichè molte delle sue ossa erano vuote (come quelle degli uccelli).

Quando il dinosauro camminava la coda veniva sollevata da terra.

Era un animale erbivoro e si nutriva di erba e foglie degli alberi. Viveva in gruppi (branchi) e si spostava in cerca di nuovi pascoli.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:22
 
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Parasauro





Il parasauro (Parasaurus geinitzi) è un rettile erbivoro estinto appartenente ai pareiasauri, vissuto nel Permiano superiore (circa 250 milioni di anni fa). I suoi resti sono stati ritrovati in Germania.

Descrizione

Come gran parte dei pareiasauri, anche questo animale era di grosse dimensioni e superava i due metri di lunghezza. Il corpo era a forma di botte, massiccio e corto, sorretto da quattro zampe robuste e tozze. Recenti scoperte indicano che il parasauro possedeva piccoli aculei nella parte posteriore del cranio, e probabilmente era privo di placche ossee immerse nella pelle (osteodermi) al contrario di tutti gli altri pareiasauri. Quest’ultima caratteristica, in ogni caso, deve essere comprovata da ulteriori scoperte.

Classificazione

Per lungo tempo il parasauro è stato conosciuto solo in base a resti frammentari e, pur riconoscendo l’appartenenza alla famiglia dei pareiasauridi, gli studiosi non si sbilanciavano riguardo a una classificazione più approfondita. Con il ritrovamento di ulteriori resti fossili e la riscoperta di materiale ritenuto perduto, il parasauro è stato descritto adeguatamente: secondo un’analisi filogenetica dettagliata, questo animale era uno dei pareiasauri più evoluti, e potrebbe essere stato imparentato con il ben noto Scutosaurus della Russia.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:25
 
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Ichthyosaurus





L'ittiosauro (gen. Ichthyosaurus) è un rettile marino estinto, vissuto nel Giurassico inferiore in Europa. Questo animale dà il nome all'intero gruppo degli ittiosauri.

La "lucertola pesce"


Tra tutti gli ittiosauri, l’ittiosauro vero e proprio è uno tra i meglio conosciuti, e i suoi fossili sono relativamente comuni nelle rocce della prima parte del Giurassico in Inghilterra e in Germania. Alcuni scheletri mostrano chiaramente l'impronta della superficie esterna del corpo, che dimostra come l'ittiosauro fosse dotato di una pinna carnosa sul dorso e di una pinna a mezzaluna alla fne della coda, sorretta dalle ultime vertebre caudali fortemente articolate verso il basso. Impronte simili sono state rinvenute anche sui resti dell'affine Stenopterygius, a dimostrazione del fatto che molti ittiosauri possedevano strutture analoghe. Lungo circa 2 metri, l'ittiosauro non era certo un animale di grandi dimensioni; le sue prede dovevano essere piccoli pesci o molluschi a corpo molle come i cefalopodi, che venivano catturati dalle lunghe fauci dell'ittiosauro e strette fra i lunghi denti conici. Coproliti di ittiosauri contenenti scaglie di pesce (Pholidophorus) e numerosissimi uncini di tentacoli di cefalopodi (belemniti) sono la prova della dieta di questi animali.

Occhi enormi


Le ossa dell'orecchio dell'ittiosauro erano molto robuste, e probabilmente conducevano le vibrazioni dell'acqua all'orecchio interno. Tuttavia, il senso principale a cui si affidava l'ittiosauro durante la caccia doveva essere la vista: questo predatore possedeva enormi occhi tondi molto sensibili, protetti da ossa che andavano a formare una struttura chiamata anello sclerotico. Altri ittiosauri (come Ophthalmosaurus) possedevano occhi ancora più grandi.

La scoperta

ScheletroL’ittiosauro fu il primo tra i rettili marini del Mesozoico ad essere scoperto. Il primo ritrovamento fu un bellissimo scheletro trovato da Mary Anning, sulle scogliere di Lyme Regis, nel 1810. La maggior parte degli studiosi ritenne che questi resti erano appartenuti a un coccodrillo, visto che in un primo momento fu rinvenuto il solo cranio. Solo in un secondo tempo, quando tutto lo scheletro venne alla luce, l’animale venne studiato nei particolari e gli venne attribuito il nome di Ichthyosaurus (“lucertola - pesce”), non senza alcune dispute paleontologiche. Da quel momento in poi, moltissimi ritrovamenti di ittiosauri in varie parti del mondo finirono sotto il nome di Ichthyosaurus, trasformando questo taxon in un vero e proprio “cestino dei rifiuti”. Solo dopo accurate analisi compiute verso la fine del XX secolo, le specie comunemente accettate appartenenti al genere sono state ridotte a tre: I. communis (la specie tipo), I. breviceps e I. conybeari.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:27
 
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Ceratosaurus





Il ceratosauro (Ceratosaurus) era un dinosauro carnivoro vissuto nel Giurassico superiore in Nordamerica. I suoi resti sono stati ritrovati nei famosi letti fossiliferi della Morrison Formation degli USA occidentali, che hanno restituito anche altri dinosauri notissimi quali Brontosaurus (ovvero Apatosaurus), Allosaurus, Stegosaurus, Brachiosaurus e Diplodocus.

Una testa cornuta

Questo strano dinosauro (il cui nome significa "lucertola cornuta") era dotato di alcune strutture sul cranio simili a piccole corna: una, dal bordo tagliente, era posta proprio sopra le narici, mentre altre due, più piccole, si trovavano sopra gli occhi. Queste "corna", con tutta probabilità, non avevano funzione di attacco o di difesa, ma potevano essere usate come display intraspecifico o sessuale. Il cranio del ceratosauro è dotato di un'altra caratteristica inusuale: i denti aguzzi, insolitamente grandi anche per un predatore. Lungo il dorso e la coda era presente una specie di bassa cresta fornata da piccoli noduli ossei.

Un carnivoro primitivo

I primi resti di questo dinosauro, ritrovati sul finire dell' '800, avevano fatto pensare a una specie particolare di Allosaurus, vista la superficiale somiglianza tra i due animali. In realtà, il ceratosauro è molto diverso dall'allosauro: innanzitutto le dimensioni sono più ridotte (da 6 a 8 metri di lunghezza e 2,5 metri di altezza), e anche la corporatura è più tozza e robusta. Inoltre, una serie di caratteristiche primitive dello scheletro (ad esempio il numero delle vertebre sacrali, il quarto dito nella zampa anteriore) pongono il ceratosauro fuori dal gruppo dei tetanuri, i teropodi evoluti. Il ceratosauro è il tipico rappresentante dei ceratosauri, un gruppo di dinosauri carnivori che si svilupparono nel Giurassico per poi diffondersi nel Cretaceo nei continenti meridionali.

Spinosaurus





Lo Spinosauro (Spinosaurus aegyptiacus) era un dinosauro carnivoro lungo probabilmente (dati i pochi reperti pervenuti) fino a 16-18 metri (Dal Sasso et al. 2005) e dal peso di circa 12 tonnellate (Therrien e Henderson 2007), forse anche di più negli esemplari più grandi. È stato scoperto nella stessa zona del Nordafrica in cui furono trovati i dinosauri vegetariani dal becco d’anatra, gli Ouranosaurus, che, come lo spinosauro, erano forniti di una vela dorsale. Data la tipologia di cranio, molto simile a quello di un coccodrillo, è stato ipotizzato che la sua dieta fosse basata prevalentemente sul pesce e, più raramente, sulla caccia ad altri dinosauri. L'ipotesi si basa anche sul fatto che la vela dorsale risultasse facilmente danneggiabile.

Nome: Spinosaurus significa: rettile spinoso

Misure: Lunghezza incerta: forse 16-18 m

Alimentazione: carne e pesce

Epoca e ambiente: 110 milioni di anni fa, nel Cretaceo, in Nordafrica, Egitto e Niger


== Una vela “solare” = Questo gigantesco carnivoro lungo forse 20 mt, era dotato di un personale sistema di controllo della temperatura che aveva sul dorso; infatti i paleontologi ritengono che controllasse la temperatura del suo corpo attraverso la vela dorsale.

Stando fermo al sole, lo spinosauro assorbiva il calore attraverso l’enorme vela dorsale che era in alcuni punti alta quanto un uomo e funzionava come un “assorbitore termico" catturando la radiazione solare. Il calore ricevuto si propagava su tutto il resto del corpo e, così immagazzinato, permetteva allo spinosauro di mantenere una adeguata temperatura anche durante le ore notturne.

Si ipotizza che nelle ore più calde questo dinosauro potesse rivolgere contro la brezza ventosa la sua vela dorsale che, raffreddandosi, faceva fuoriuscire il calore dal corpo, come un enorme radiatore, evitando quindi condizioni di ipertermia. Inoltre il velo del carnivoro serviva anche per impaurire i suoi avversari maschi e per attrarre le femmine.

Altre funzioni della vela

Alcuni scienziati pensano che la vela dorsale dello spinosauro fosse brillantemente colorata e che potesse essere usata come un segnale di pericolo per minacciare altri maschi; probabilmente aveva anche la funzione di richiamo sessuale durante la stagione dell’accoppiamento. In ogni caso questa alta vela dorsale avrebbere dovuto rendere impressionante la vista di uno spinosauro, che avanzava nel paesaggio del Cretaceo.

Inoltre non tutti gli spinosauridi sono dotati di una vela, e, vista la frammentarietà dei resti di Spinosaurus, forse anche non tutti gli Spinosauri. La vela potrebbe quindi essere un carattere sessuale secondario (come la barba nel genere umano) utilizzato per distinguere i maschi dalle femmine. Inoltre anche la vela di Oranosaurus potrebbe non essere affatto una vela, ma la base ossea di una gobba, fondamentalmente simile a quella di un bisonte (che infatti ha una struttura ossea paragonabile), e quindi non esisterebbe una ragione ecologica che rende necessaria una vela.

Una mascella da coccodrillo

A differenza di altri dinosauri carnivori, lo spinosauro non era dotato di potenti mascelle. I suoi denti poi erano conici e dritti, non curvati all'indietro e taglienti come quelli di un carnosauro. Questo ha portato a ritenere che lo spinosauro fosse un predatore di grossi pesci e altri grossi animali fluviali come i coccodrilli, anche se probabilmente non disdegnava di cibarsi di carcasse o animali gravemente feriti. alcuni ritengono che comunque, data la mole, lo spinosauro potesse nutrirsi eventualmente anche di altri dinosauri di stazza media, una proporzione simile agli attuali grandi coccodrilli in grado di cacciare prede come gnu e bufali. Dalla analisi funzionale degli scarsi resti si ritiene che lo spinosauro camminasse su due zampe, lasciando gli arti anteriori liberi di afferrare le prede. Quando correva, usava la coda affusolata per bilanciarsi.

Essendo un dinosauro abbastanza leggero a dispetto della sua grande stazza probabilmente era in grado di muoversi velocemente con fulminei scatti di corsa.

Resti fossili

Lo spinosauro fu scoperto in Egitto nel 1911 da una spedizione guidata dal paleontologo tedesco Ernst Stromer che lo descrisse in una pubblicazione del 1915: purtroppo i resti rinvenuti e raccolti (tra cui una mascella, alcuni denti e vertebre) andarono distrutti nel bombardamento di Monaco di Baviera durante la Seconda Guerra Mondiale.

Struthiomimus altus





Lo Struthiomimus (pronunciato: struziomimus), agile e veloce, sembrava quasi un grande uccello; tuttavia, non possedeva né ali né penne e non era in grado di volare; correva sulle due lunghe zampe posteriori, facendo presa sul suolo con gli artigli ricurvi delle dita. Si serviva della coda, sottile ma rigida, per tenersi in equilibrio; aveva due brevi e sottili arti anteriori e lunghe "mani" a tre dita, che probabilmente utilizzava per raggiungere e afferrare il cibo.

Nome: Struthiomimus significa: simile allo struzzo

Misure: alto 2 m, lungo 3-4 m

Alimentazione: piante, frutti, uova e piccoli mammiferi

Epoca e ambiente: 80-60 milioni di anni fa, nel Cretaceo, nel Nordamerica


Una dieta variata


Lo struziomimo si cibava di molte cose, tra cui piante, semi e vari tipi di frutti. Cacciava anche insetti in volo, catturandoli con il becco privo di denti e corneo, e piccole creature terricole quali lucertole o piccoli roditori. Razziava persino i nidi degli altri dinosauri per cibarsi delle uova ( come si pensava facesse l'Oviraptor, oggi si ritiene più probabile che i resti di Oviraptor trovati presso le uova fossero impegnati nella cova) e dei piccoli appena nati.

Un abile velocista

Gli struziomimi, capaci di spiccare corse veloci, non avevano armi di autodifesa e dunque si spostavano in gruppo, per proteggersi reciprocamente. Sottoposti all'attacco dei predatori più temibili, si davano alla fuga: in questo risiedeva infatti, il loro punto di forza, nella capacità di correre sino a raggiungere per tratti ridotti, la ragguardevole velocità di 40 km/h; in tal modo scampavano con successo alla caccia dei grandi dinosauri carnivori.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:31
 
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Archaeopteryx lithographica





L' archeotterige (Archaeopteryx lithographica) è considerato il più antico uccello noto, i cui fossili sono stati trovati in rocce del Giurassico superiore (circa 150 milioni di anni fa) della Baviera (Germania). I primi ritrovamenti risalgono al 1860, un anno dopo la pubblicazione del libro di Charles Darwin, L'origine delle specie. Essi fornirono una sostanziale conferma alla teoria di Darwin poiché i caratteri intermedi dello scheletro combinano strutture rettiliane ed aviane. Il nome generico deriva dal greco e significa "ala antica".

Descrizione

Lo scheletro di Archaeopteryx si presenta molto simile a quello di piccoli dinosauri coevi e nella fattispecie i Dromaeosauridae ed i Troodontidae. Studi recentissimi dimostrano come il più recente progenitore comune di uccelli ed altri dinosauri può essere ricercato presso l'enigmatico gruppo degli Alvarezsauroidea. La somiglianza con questi piccoli dinosauri è tale che un fossile incompleto di Archaeopteryx fu ritenuto per anni un esemplare di Compsognathus. Esso, lungo 30-60 cm (più o meno come un attuale corvo, ha tra i caratteri rettiliani una lunga coda sostenuta da vertebre, la zampa anteriore - ala con tre dita separate e dotate di artigli, mascelle provviste di numerosi denti. La conservazione eccezionale dei fossili (tipica dei reperti di Solnhofen) permette di distinguere senza ombra di dubbio la presenza di penne sostanzialmente identiche a quelle degli uccelli odierni che formano vere e proprie ali oltre a bordare la lunga coda ed a coprire il corpo intero. Dato che in Archaeopteryx le penne erano già perfettamente sviluppate si deve supporre che l'origine evolutiva di queste squame modificate sia ancora anteriore. Altri caratteri "da uccello" (ma già presenti nei dromeosauri) sono le ossa leggere, i grandi occhi e la scatola cranica molto più leggera di quella dei dinosauri. Il ritrovamento del 10° (ed ultimo per ora) esemplare, eccezionalmente ben conservato, ha consentito di osservare alcune caratteristiche, soprattutto del palato e delle ossa degli arti inferiori, che si trovano in uno stadio evolutivo intermedio tra lo stato rettiliano (dinosauri teropodi) e quello degli uccelli moderni, anche se alcuni fanno notare come queste caratteristiche siano presenti in alcuni uccelli moderni come il Turaco e l'Hoatzin. Si ritiene, data la sua dentatura, che l'Archaeopteryx si nutrisse di insetti, pesci e vermi.

I fossili

Attualmente sono noti dieci esemplari di Archaeopteryx, non tutti completi, ma tutti provenienti dal giacimento fossilifero di Solnhofen, in Germania, dove affiora estesamente l'omonimo calcare litografico, una roccia sedimentaria di età giurassica. La grana finissima di questa roccia, unita all'ambiente di deposizione, molto calmo ed anossico, consente la conservazione di particolari minuti ed anche di strutture biologiche non mineralizzate, come le penne in questo caso.

Posizione tassonomica

È ancora dubbia e causa di dibattito la fisiologia ed il reale stile di vita di questa specie.

Alcune critiche autorevoli si sono alzate da parte di due ornitologi, circa la reale filogenesi degli uccelli: l'ipotesi è che le origini di questo gruppo vadano ricercate tra gli arcosauri piuttosto che fra i dinosauri mentre Archaeopteryx sarebbe il precursore di un altro gruppo di uccelli (Enantiornithes) che si sarebbero estinti alla fine del Cretaceo assieme ai dinosauri. Queste posizioni sono minoritarie tra gli ornitologi attuali. I nuovi dati paleontologici infatti sembrano confermare la discendenza da gruppi particolari di dinosauri.

Mentre alcuni paleontologi (ed un gran numero di non studiosi) è stata convinta che Archaeopteryx sia stato il primo uccello, oggi si tende a credere che si tratti soltanto di una forma transizionale qualsiasi (che, per pura fortuna è stata reperita perfettamente fossilizzata) e non si ha motivo di attribuirle una valenza genealogica rispetto agli uccelli moderni. Purtroppo questo approccio errato viene tuttora mantenuto anche in numerose pubblicazioni divulgative, non ultimi alcuni testi scolastici, in cui viene definito come "anello mancante", che è un concetto che non ha senso nelle moderne tassonomia e paleontologia. Recenti studi circa la struttura ossea dell' Archaeopteryx mostrano come la struttura dell'osso in questa specie sia del tutto simile a quella dei grandi dinosauri, ovvero quasi priva di vascolarizzazione e di crescita lentissima (negli uccelli attuali l'osso è invece a crescita molto rapida).

Scoperte affini

Ulteriori approfondimenti sulla questione sono nate a seguito della scoperta di alcuni altri uccelli, come il Confuciusornis, il primo uccello dotato di becco, scoperto nel 1995 da due paleontologi dell'Istituto Cinese di Paleontologia dei Vertebrati e datato al Cretaceo inferiore, e il Liaoningornis, rinvenuto nello stesso strato fossile del Confuciusornis, straordinariamente simile agli uccelli moderni e anch'esso datato al Cretaceo inferiore[25][26]. Gli studiosi ritengono che i sedimenti contenenti il Liaoningornis siano databile tra i piani Barremiano ed Aptiano, cioè fra 125 e i 121 milioni di anni fa, precedenti datazioni radiometriche indicavano un'eta' tra i 137 e i 142 milioni di anni fa, cioè tra la fine del Giurassico e l'inizio del Cretaceo risultando quindi, insieme al Confuciusornis, approssimativamente contemporaneo dell' Archaeopteryx. Di un terzo uccello primitivo (Eoalulavis), proveniente dalla formazione di Las Hoyas in Spagna, si hanno solo fossili frammentari che, però, dimostrano come avesse un'alula ben sviluppata. Anche Eoalulavis è cretaceo, la formazione di Las Hoyas è stata datata al Barremiano (tra 130 e 125 milioni di anni fa). Lo studio filogenetico dei numerosi fossili mesozoici di uccelli con caratteristiche rettiliane di questo gruppo mostra come Archaeopteryx costituisca il ramo esterno rispetto a tutti gli altri uccelli e come Eoalulavis sia collegato più strettamente al Confuciusornis.

Controversie

La comunità scientifica è concorde nel ritenere l'Archaeopteryx una forma transizionale[35] tra i dinosauri e gli uccelli, ciò nonostante si sono levate alcune polemiche, in parte da gruppi religiosi o antievoluzionisti[36][37] e in parte da alcuni paleontologi ed ornitologi , queste ultime manifestate soprattutto negli anni '70 ed '80. Una delle critiche che più comunemente viene opposta riguarda le penne, che si presenterebbero già perfettamente adatte al volo e, quindi, dimostrerebbero che la specie era già "un uccello" e non un "anello di congiunzione". Questa conformazione delle penne, associata alla struttura fondamentalmente rettiliana dello scheletro, pare perfettamente in accordo con l'ipotesi della forma transizionale. Controversie sul ruolo di forma transizionale dell' Archaeopteryx esistono inoltre tra i non paleontologi e non biologi, soprattutto in ambienti creazionisti ed antievoluzionisti come nel caso di Francis Hitching uno studioso di fenomeni paranormali che ha scritto alcuni libri che contestano la natura transizionale di questo animale.

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Oviraptor philoceratops



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Il primo Oviraptor venne trovato in Mongolia nel 1923 vicino ad un nido che si pensava fosse di un altro dinosauro, un Protoceratops. Da questo ritrovamento ha preso il suo nome (Oviraptor vuol dire ladro di uova) che si è rivelato una calunnia. Studi successivi hanno trovato dentro un uovo l'embrione di Oviraptor. L'Oviraptor era morto vicino alle sue stesse uova.

Il Dinosauro che covava le uova


Il Dinosauro che covava le uova Numerosi scavi a partire dal 1995 hanno portato alla luce vari esemplari di Oviraptor. Un esempio interessante, che alimenta la toeria che vede l'Oviraptor covare le proprie uova (non dissimilmente dai moderni uccelli), si ha in un rinvenimento datato 2007 avvenuto nel deserto del Gobi ad opera di una spedizione italo-canadese. Questo devoto genitore era apparentemente morto mentre covava le sue uova.

Questa scoperta ha dimostrato che questi dinosauri erano simili agli uccelli anche nei loro parenti più prossimi. Inoltre ha alimentato il dibattito sulla natura sessuale a sangue caldo o sangue freddo dei dinosauri in quanto la cova avrebbe potuto servire a mantenere le uova calde.

La dieta dell'Oviraptor

Se non mangiava le uova, cosa mangiava l'Oviraptor? Il cranio ci dà alcune indicazioni sul possibile stile di vita degli Oviraptor.

Le loro mascelle non erano adatte a mangiare le uova ma a frantumare cibo duro. Probabilmente mangiavano frutta a guscio e molluschi di acqua dolce.

Una protuberanza sul muso

Testa di OviraptorI crani degli Oviraptor reperiti non appaiono tutti uguali: alcuni hanno un piccolo rilievo osseo proprio sopra le narici; altri invece recano il segno di una grande cresta.

Con il cranio corto e gli occhi grandi, l'Oviraptor assomigliava al casuario, un grande uccello incapace di volare che oggi vive in Australia.

Gli studiosi hanno scoperto che l'Oviraptor aveva ossa molto particolari nelle spalle: la maggior parte dei dinosauri aveva due ossa nelle spalle, una per parte; l'Oviraptor invece aveva due ossa che si saldavano sul davanti a formare un unico collare curvo, che assomigliava allo sterno dei polli.

Mani artigliate

Su ciascuna mano l'Oviraptor aveva tre dita fornite di artigli taglienti e ricurvi. Il primo dito era lievemente più corto degli altri due: il dinosauro lo usava come fosse un pollice, facendolo ruotare attorno alle altre dita per afferrare saldamente la presa.

In ciascun piede vi erano tre dita forti, anch'esse artigliate.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:36
 
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Lesothosaurus diagnosticus





Il lesotosauro (Lesothosaurus diagnosticus) è un piccolo dinosauro erbivoro vissuto nel Giurassico inferiore in Sudafrica e in Lesotho.

Un ornitischio particolarmente primitivo
Questo dinosauro era lungo circa un metro, era dotato di lunghe zampe posteriori robuste, che gli permettevano con tutta probabilità una corsa veloce, zampe anteriori corte e una lunga coda forse irrigidita dai tendini. Il cranio era piccolo e dotato di grandi orbite, e i denti erano a forma di foglia. Il lesotosauro è considerato uno dei più primitivi dinosauri ornitischi mai ritrovati: tra le caratteristiche antiquate, l'assenza di tasche guanciali che avrebbero permesso di trattenere il cibo nella bocca e quindi di evitare in maggior misura la dispersione del cibo.

Fabrosaurus o Lesothosaurus?


Il lesotosauro è stato scoperto negi anni '70 del secolo scorso; alcuni anni prima, nel 1964, era stata scoperta una parte di mascella, sempre negli stessi luoghi, a cui era stato attribuito il nome di Fabrosaurus australis. Molto probabilmente Fabrosaurus e Lesothosaurus sono lo stesso animale, ma la mancanza di caratteri diagnostici nella mascella trovata negli anni '60 non permette di includere il genere Lesothosaurus nel genere Fabrosaurus.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:38
 
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Pachycephalosaurus wyomingensis





Il più grande Pachycephalosaurus trovato era lungo come una porta da calcio. Quando piegava la testa, il dinosauro metteva in mostra la protezione corazzata del cranio e con il corpo ben allineato e proteso in avanti, affrontava rivali e avversari con la forza d'urto di un ariete. Durante lo scontro testa contro testa, le ossa craniche dell'uno cozzavano contro quelle dell'altro, ma erano in grado di proteggere bene l'area cerebrale interna.

Nome: Pachycephalosaurus vuol dire: rettile con la testa spessa

Misure: lungo 8 m

Alimentazione: foglie, frutta, insetti

Epoca e ambiente: 70 milioni di anni fa, nel Cretaceo, negli USA


Un casco anti-urto

Come le odierne mucche, anche i pachicefalosauri vivevano in branchi e pascolavano le piante, utilizzando i denti per strappare le foglie gli steli. Quando due membri del gruppo si scontravano frontalmente, il vincitore del testa a testa diventava il capobranco. Il cranio del pachicefalosauro era proprio come un casco paraurti; inoltre, vi erano protuberanze e spuntoni sul muso e attorno alla cupola cranica.

Nuova Ipotesi

Recenti studi sul cranio di questi animali avrebbero dimostrato che la loro calotta cranica non fosse resistente come si credeva. Infatti analisi al microscopio dimostrerebbero una struttura porosa, quindi fragile. Ciò fa crollare del tutto l'immagine del Pachy come un ariete della preistoria, in quanto il cranio si sarebbe frantumato in seguito a un colpo troppo potente. Gli scienziati quindi sono propensi ad attribuirgli due funzioni: forse era un segno dimorfico, magari il cranio dei maschi era più colorato o imponente e attirava le femmine o spaventava i rivali. Oppure veniva usato in combattimenti meno spettacolari di come si credeva, dove i contendenti si limitavano a poggiare le teste l'una contro l'altra e spingendosi con forza fino a sfiancare l'avversario, in modo simile a come fanno i cervi o le iguane marine.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:39
 
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Eoraptor





L'Eoraptor il cui nome significa "cacciatore dell'alba" (dal greco "eos" = alba e "raptor" = cacciatore), è un piccolo dinosauro primitivo vissuto all'inizio del Triassico superiore in Argentina e sembra sia il primo vero Dinosauro
Lungo circa un metro e del peso di circa 10 kg, l'Eoraptor visse circa 225 milioni di anni fa, ed è conosciuto attraverso vari resti scheletrici più o meno completi, tra i quali un cranio molto ben conservato, che denota i caratteri primitivi dell'animale.
Questo piccolo dinosauro possedeva denti da carnivoro, ma anche da erbivoro, e quindi è possibile che fosse onnivoro o comunque avesse una dieta molto varia.
Era un veloce corridore, le sue prede erano piccoli animali come lucertole ed insetti che bloccava con gli artigli degli arti anteriori.

Edited by demon quaid - 26/1/2015, 23:40
 
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