Homo neanderthalensis
Il Neanderthal, detto anche Neandertal o Uomo di Neanderthal, è un membro estinto del genere Homo che è conosciuto tramite resti fossili del Pleistocene rinvenuti in Europa e in varie parti dell'Asia centrale. La comunità scientifica non ha raggiunto un consenso su come classificare i Neanderthal: se come una sottospecie (o razza) di umani (Homo sapiens neanderthalensis) o se come una specie separata (Homo neanderthalensis). I primi tratti proto-Neanderthal apparvero in Europa all'incirca tra 600.000 e 350.000 anni fa. Convissuto nell'ultimo periodo della sua esistenza con l'Homo sapiens, la sua scomparsa in un tempo relativamente breve è un enigma scientifico oggi attivamente studiato.
Attualmente (2010) prove genetiche suggeriscono che un'ibridazione fra Neanderthal e Homo sapiens ebbe luogo nel Vicino Oriente all'incirca tra 80.000 e 50.000 anni fa, e si pensa che gli esseri umani di discendenza euroasiatica condividano tra l'1 e il 4% del patrimonio genetico dei Neanderthal. Ciò significa che, tecnicamente, la specie non si è totalmente estinta, in quanto una piccola parte del suo pool genetico sopravvive ancora oggi negli euroasiatici. Siccome tali tracce genetiche sono presenti negli euroasiatici e nei nativi americani ma non negli africani, ciò suggerisce che l'ibridazione ebbe luogo ai primi stadi della migrazione della specie umana fuori dall'Africa, presumibilmente quando venne a contatto con i Neanderthal che vivevano nel Medio Oriente, circa 80.000 anni fa.
I tratti proto-Neanderthal sono qualche volta raggruppati assieme a quelli di un'altra specie ominide, Homo heidelbergensis, o una sua forma migrante, Homo rhodesiensis. 130.000 anni fa caratteristiche prettamente Neanderthal avevano ormai fatto la loro comparsa. Queste caratteristiche scompaiono poi dall'Asia circa 50.000 anni fa e dall'Europa tra 30.000 e 24.000 anni fa.
I Neanderthal erano quasi esclusivamente carnivori e superpredatori.
I resti che diedero il nome alla specie furono scoperti da Johann Fuhlrott nel 1856 in una grotta di Feldhofer nella valle di Neander in Germania, che prende il nome dalla traduzione in greco antico del cognome dell'organista e pastore Joachim Neumann, a cui i suoi concittadini di Düsserdolf intitolarono la piccola valle.
Sintesi dell'aspetto esteriore
« Se si potesse reincarnare un Neanderthal e porlo nella metropolitana di New York, opportunamente lavato, sbarbato e modernamente vestito, si dubita che potrebbe attrarre alcuna attenzione. » (William Straus)
L'aspetto fisico esteriore del neandertaliano classico è quello di un uomo di altezza media (1,60 m) perfettamente eretto e muscolarmente molto robusto; la testa è allungata antero-posteriormente e ha un volume cerebrale di 1500 cm3 in media, del 10% superiore agli uomini attuali. Ha uno spiccato prognatismo e spesso il mento sfuggente. Col tempo, in alcune zone e verso la fine del Paleolitico si diffonde un tipo più gracile e con un mento osseo più pronunciato, mentre gli zigomi sono molto meno accentuati e le arcate sopraccigliari al contrario più sporgenti. Una tesi esposta nel 2006 e confermata nel 2007 è basata su ricerche avanzate con tecniche di biologia molecolare e ipotizza che la specie, in Europa, abbia sviluppato individui di carnagione bianca con capelli rossi: il tipo di pigmentazione è in accordo con la scarsa irradiazione ultravioletta del territorio colonizzato. Nonostante ciò, si è evidenziato come la variabilità genetica della popolazione neandertaliana suggerisca una variabilità del fenotipo piuttosto ampia, analogamente a quella attuale di H. sapiens.
Recenti studi, basati sull'analisi di alcune sequenze geniche di mtDNA, suggeriscono che, senza arrivare a parlare di sottospecie, vi fu sicuramente una suddivisione in tre (o forse quattro, ma il metodo non riesce a chiarire quest'ipotesi) diversi grandi gruppi di popolazioni. La reale esistenza dei gruppi sud europeo (sud iberico, subalpino, balcanico), centro-est europeo (dalla zona nord iberica fino al mar Caspio) e medio asiatico (fino ai confini orientali kazaki) in precedenza era stata frequentemente messa in discussione sulla base dei soli reperti fossili.
Tecnica, cultura ed arteL'uomo di Neandertal inizia ad evolvere in un contesto culturale Acheuleano superiore, dove i manufatti bifacciali cambiano forma, migliorano la punta e diminuiscono di spessore.
Punta MusterianaNell'industria litica compare la nuova tecnica di scheggiatura Levalloisiana (da Levallois, alla periferia di Parigi). Da un nucleo litico iniziale, sgrossato fino a portarlo ad una forma biconvessa, lateralmente su di una faccia si staccano parallelamente ad un piano di base schegge di forma regolare. Questa tecnica evolve e le forme chiamate amigdale (a mo' di mandorla) dell'Acheuleano scompaiono, anche se a sud del Sahara continuerà fino al 50 000 a.C. circa.
In Europa, territorio principale del Neandertal, si parla di cultura Musteriana, da ritrovamenti a Le Moustier, in Dordogna. Abbiamo punte triangolari, raschiatoi (per la preparazione delle pelli) molto rifiniti, col bordo tagliente finemente ritoccato. Il Musteriano si articola in diverse culture, geografiche e cronologiche (Musteriano Acheuleano, Musteriano tipico, Denticolato, Musteriano Pontiniano nel Lazio ecc.). Le culture litiche che poi evolveranno (Castelperroniano, Aurignaziano e molto dubbiosamente Gravettiano, condivise sicuramente dai sapiens) sono tuttora allo studio per la sicura eventuale attribuzione ai neandertal. In sintesi e a grandi linee si può dire che la cultura neandertaliana dominante fu il Musteriano e che il limite convenzionale (attuale) superiore si situa fra il Castelperroniano e l'Aurignaziano.
Molto diffuso l'utilizzo delle pelli, anche per la costruzione di ripari estivi all'aperto, contrapponendosi alla pratica troglodita invernale. Si ritrovano strutture di pietre o di ossa atte ad assicurare i bordi delle pelli al suolo.
Abbondanti tracce di ocra rossa fanno pensare a usi rituali e religiosi. Anche in tale ottica si evidenzia l'inumazione come pratica diffusa, in fosse di forma ovale, con corredi funerari (cibo, corna e strumenti litici), spesso ricoperte da lastroni per sottrarre i corpi alle fiere, deposizioni di fiori (studi sui pollini in ritrovamenti in Asia Minore). Il fuoco, in cerchi di contenimento di pietre, è largamente utilizzato.
Il flauto di Divje Babe I.Forse (gli studi sono ancora in corso), con i Neanderthalensis si ha il primo esempio di strumento musicale non percussivo ma intonato (in dettaglio, con quattro note compatibili con la naturale scala diatonica greca), grazie al ritrovamento del cosiddetto flauto di Divje Babe (in Slovenia): un frammento di femore di orso delle caverne perforato regolarmente. Inizia anche l'arte figurativa in senso stretto, considerata prerogativa di sapiens sapiens ma dalla stratigrafia recentemente attribuita anche ai Neanderthalensis.
I recenti progressi molecolari nello studio delle popolazioni neandertaliane e la loro localizzazione geografica, uniti a quelli sull'industria litica e degli altri manufatti, permetteranno in futuro di chiarire meglio i rapporti tra le diverse culture e la loro evoluzione nello spazio e nel tempo.
Nel complesso la tecnologia dell'Homo Neanderthalensis può riassumenrsi in:
Asce a mano, o amigdale: sono il resto di grossi noduli di selce, scheggiati ai bordi per ricavarne schegge più piccole.
Punte di selce: da usare immanicate su pesanti bastoni usati come lance nella caccia a grossi animali.
Denticolati, cioè schegge di selce senza punta col margine dentellato: sarebbero delle primitive seghe a mano, usate per lavorare legno ossa e tendini.
Raschiatoi: sono dei coltelli di selce da usare senza manico, per tagliare la carne.
Flauti, cioè ossa lunghe forate, che sarebbero degli accendini: nei fori venivano sfregati bastoncini di legno per accendere della paglia.
Distribuzione territorialeCartina di distribuzione dei principali siti pre-neandertaliani e neandertaliani antichi, e massima espansione dei ghiacciL'uomo di Neandertal è un genere strettamente connesso al territorio europeo, poi emigrato sulla via del medio oriente, sugli attuali territori di Iraq, Siria e d'Israele, con pochi individui fino in Asia centrale (Uzbekistan) e in Siberia.
L'evoluzione che ha condotto alla comparsa dell'Homo neanderthalensis, o «neandertalizzazione», è stata lenta e progressiva, da gruppi europei isolati (Homo erectus, Homo georgicus, Homo antecessor). Può essere seguita partendo dai pre-Neandertaliani e a seguire fino ai Neandertaliani recenti.
I pre-Neandertaliani antichiLa prima tappa corrisponde a fossili generalmente attribuiti a Homo heidelbergensis, possibile antenato, secondo alcune teorie anche dei sapiens moderni: è il caso dell'Uomo di Tautavel (- 400 000 anni), rinvenuto a Corbières in Francia, della mandibola di Mauer (- 600 000 anni), trovato vicino a Heidelberg in Germania, o del cranio di Petralona (Grecia).
I pre-Neandertaliani recenti
La prima tappa corrisponde ai fossili di Swanscombe (Inghilterra), di Steinheim (Germania) o della Sima de los Huesos à Atapuerca (Spagna).
Cartina di distribuzione dei principali neandertaliani classiciI Neandertaliani antichiI successivi fossili con tratti innegabilmente Neandertaliani hanno un'età compresa tra i - 250 000 e - 110 000 anni. Si può citare il cranio Biache-Saint-Vaast (Pas-de-Calais), i resti de la Chaise (Charente), la mandibole di Montmaurin (Alta-Garonna), i crani italiani di Saccopastore (Lazio) o l'abbondante materiale di Krapina in Croazia.
I Neandertaliani classici
I Neandertaliani tipici, con caratteri derivativi più marcati hanno un'età compresa tra - 100 000 anni e - 28 000 anni, data degli ultimi rinvenimenti fossili, e presumibilmente della loro sparizione.
Cranio d'Homo neanderthalensis di La FerrassieInoltre, oltre ai fossili di Neandertal stesso (circa - 42 000 anni), si ricordano gli scheletri di La Chapelle-aux-Saints, di Moustier, di La Ferrassie, di La Quina, di Saint-Césaire nel sud-ovest della Francia o della Spy in Belgio.
Gli ultimi Neandertaliani noti son stati rinvenuti in Portogallo, in Spagna (Zafarraya, -30 000 anni), in Croazia (Vindija, - 32 000 anni) e nel nord-ovest del Caucaso (Mezmaiskaya, - 29 000 anni). Come già visto queste date son da considerare con precauzione, e son spesso controverse.
Alcune ricerche condotte dal 1999 al 2005 sulla grotta di Gorham a Gibilterra suggeriscono che i Neandertaliani le hanno abitate dai - 28 000 - 24 000 anni. Dunque una lunga coabitazione con Homo sapiens, geograficamente presente dai - 32 000 anni. Joao Zilhao, dell'università di Bristol critica fermamente questi ultimi risultati spostanto all'indietro la data di estinzione a 37 000 anni fa. Le diverse teorie sulle date di estinzione e coabitazione con H.s.s. allo stato attuale non possono che definirsi in fase di sviluppo e verifica, ciò anche alla luce di sempre nuovi ritrovamenti, anche di terzi coabitatori cogeneri, nella fascia temporale dei 30 000 - 50 000 anni fa.
Storia dei principali reperti fossili europeiCopia del cranio de la Chapelle aux saints in norma frontale Il cranio de la Chapelle aux saints in norma lateraleI resti rinvenuti nel 1856 da Johann Fuhlrott nella valle di Neander consistevano nella parte superiore del cranio, alcune ossa, parte dell'osso pelvico, alcune costole, e ossa del braccio e della spalla.
In precedenza erano stati scoperti altri fossili, infatti già nel 1829 nel Belgio venne trovato parte di un cranio di un bambino di due anni e mezzo. Questi, però, venne riconosciuto come arcaico soltanto nel 1836. Nel 1848 a Gibilterra venne trovato un cranio adulto, ma la sua esistenza rimase sconosciuta alla scienza fino al 1864, quando venne riconosciuto come appartenente agli uomini di Neandertal.
Altri due scheletri di Homo neanderthalensis, risalenti ad almeno 60 000 anni, vennero trovati in Belgio nel 1886 da Marcel de Puydt e Max Lohest. Altri rinvenimenti importanti vennero fatti in Croazia nel 1899 da Dragutin Gorjanovic-Kramberger e nel 1908 in Francia a La Chapelle-aux-Saints da Jean Bouyssonie che rinvenne lo scheletro di un uomo anziano, risalente a 50 000 anni, in possesso di un cranio di 1620 centimetri cubi.
Nel 1939 venne rinvenuto nella grotta Guattari a San Felice Circeo, un cranio presumibilmente appartenente a Homo neanderthalensis.
Nel secondo dopo guerra emersero ancora altri resti importanti; tra il 1953 e il 1960 nella grotta di Shanidar in Iraq vennero scoperti 9 scheletri di uomini di Neandertal, risalenti ad un periodo compreso tra i 70 e i 40 mila anni fa, e nel 1979 nel villaggio di Saint-Césaire in Francia uno scheletro completo risalente a 35 000 anni fa.
Nel 1868 a Cro-Magnon in Francia vennero trovati da alcuni operai i resti di un uomo risalenti a 28 000 anni fa; era venuto alla luce uno dei più antichi progenitori della nostra specie (Homo sapiens). Era un rappresentante della nostra specie umana, che proveniente dall'Africa o dall'Asia, migrando stava insediandosi in Europa, confinando verso la penisola iberica gli ultimi Neandertal.
Edited by demon quaid - 30/1/2015, 13:41