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Serial killer in gonnella

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view post Posted on 19/7/2010, 15:40     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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La definizione di serial killer, applicata in senso stretto, non appare adattarsi molto alle donne; ciò è dovuto in primo luogo da differenti tipologie di vittime, di moventi, di modalità d'azione.

Per comprendere tali differenze - divergenze di elementi fondamentali per la stesura di un profilo del killer - si è abbandonata la convinzione che l'uomo sia più aggressivo e violento, per seguire due linee di studio ben separate l'una dall'altra.

La prima attribuisce la predisposizione ad un comportamento più aggressivo ad anormali livelli di testosterone e di altri ormoni come estrogeni e progesterone, o rilevati durante la vita dell'assassina od assunti per esposizione intrauterina del feto.

L'altra linea di studio invece riguarda la prospettiva dell'apprendimento sociale. In altre parole il profilo della serial killer donna sarebbe profondamente condizionato da quelli che sono i modelli culturali trasmessi dalla tradizione, dai genitori dai media ecc... E sono proprio questi modelli a darci un immagine di violenza che meglio si adatta al maschio.

Inoltre, al di là dagli aspetti culturali e biologici appena riportati, è da tenere in considerazione l'aspetto psicologico. Analizzando quest'ultimo si è scoperto infatti due realtà importanti: la prima riguarda la maggiore capacità della donna di elaborare con rapidità, in situazioni critiche, strategie che non implichino l'uso della violenza; il secondo riguarda la diversa risposta da uomo a donna ad una violenza subita nell'infanzia: l'uomo tende per lo più a scaricare le esperienze traumatiche all'esterno, diventando a sua volta violento, la donna invece è più predisposta a rivolgere verso di sè la rabbia e la colpa con comportamenti autolesivi quali la prostituzione, la tossicodipendenza, se non addirittura il suicidio.

Dopo questa panoramica generale sul rapporto tra donne e crimine violento, le seguenti classificazioni, redatte da professionisti competenti in materia, risultano particolarmente efficaci per l'individuazione di quegli elementi che distinguono l'omicidio seriale femminile da quello maschile.


LA CLASSIFICAZIONE DI ERIC HICKEY

Mezzo utilizzato Movente

1. Veleno (80%) 1. Economico (74%)
2. Armi da fuoco (20%) 2. Controllo (13%)
3. Corpi contundenti (16%) 3. Divertimento (11%)
4. Soffocamento (16%) 4. Piacere sessuale (10%)
5. Armi da taglio/punta (11%) 5.Sostanze stupefacenti, coinvolgimento in sette o culti, copertura di altri delitti, sentimenti di
inadeguatezza (24%)

6. Annegamento (5%)

LA CLASSIFICAZIONE DI KELLEHER&KELLEHER

Le vedove nere



Iniziano di solito la loro carriera criminale dopo i 25 anni uccidendo mariti, partner, familiari, ma anche persone con le quali hanno sviluppato un rapporto di conoscenza diretta. Di solito colpiscono 10-15 anni prima di essere identificate, con un numero di vittime che oscilla da 6 a 8. L'arma preferita è il veleno, che viene utilizzato con accortezza, in modo da indurre sintomi riconducibili a malattie diagnosticabili . Il successo conduce l'assassina a impossessarsi dei beni della vittima, oppure a incassare i premi assicurativi previsti.

>> Belle Gunesse nasce Brinhyld Paulsdatter Storset in Norvegia, l'11 novembre 1959,emigra negli Stati Uniti nel 1881 , dove cambia in suo nome in Belle e, tre anni più tardi sposa Mads Sorensen, un immigrato anch'egli proveniente dalla Norvegia. I due aprono un negozio che viene distrutto dalle fiamme l'anno seguente. Belle afferma che all'origine dell'incendio vi sarebbe stata una lampada ad olio mai rinvenuta. Con il denaro della polizza di assicurazione, la coppia acquista un'abitazione che va in fiamme nel 1898: ancora un risarcimento, e ancora una seconda casa, anch'essa rasa al suolo dal fuoco.

Carolina, la prima figlia della coppia, viene trovata morta nel 1896, Due anni dopo è la volta del piccolo Axel: per entrambi viene posta la diagnosi di enterocolite fulminante. In realtà un medico più attento avrebbe riconosciuto i segni dell'avvelenamento, presenti anche in Mads Sorensen, che muore il 30 luglio 1900. La morte dell'uomo viene liquidata come evento naturale,dovuto a una malattia cardiaca di cui soffriva da tempo.

La vedova incassa il premio assicurativo e lascia la città, e con lei le due figlie naturali e un bimbo in custodia.

Nell'aprile 1902, Belle sposa Peter Gunnes, agricoltore. Otto mesi più tardi un pesante macina carne cade da uno scaffale uccidendolo sul colpo. Anche il ragazzo a lei affidato scompare tre anni più tardi dalla fattoria della donna.

Sola con le figlie, Belle inizia a reclutare manodopera per la conduzione della fattoria, braccianti che vengono impegnati in varie mansioni e, improvvisamente, "lasciano2 il lavoro. Pubblica annunci sui giornali in lingua norvegese del Midwest, nella rubrica per cuori solitari, descrivendosi come una vedova ancora piaciente alla ricerca di marito. Nessuno dei canditati che si presentano alla fattoria pare possedere i requisiti necessari, e scompaiono senza lasciare traccia.

Il 28 aprile 1908 casa Gunness viene distrutta da un incendio: vengono rinvenuti quattro cadaveri; tre appartenenti a bambini, mentre il quarto è il corpo senza testa di una donna, che si suppone appartenga a Belle.

Una settimana più tardi vengono alla luce i resti di altri cadaveri: il coroner identifica dieci maschi e due femmine, oltre a un numero imprecisato di frammenti ossei appartenenti ad altri soggetti.

Inizia a farsi strada il sospetto che Belle Gunness possa essere scampata alle fiamme, portando con se oggetti di valore e soggetti sottratti alle vittime. Una nuova ricerca permette di recuperare la protesi dentaria della donna, e l'inchiesta viene archiviata con la certificazione di morte di Belle per mano di ignoti.
Negli anni successivi e in più parti degli Stati Uniti, testimoni oculari dichiarano di avere riconosciuto la vedova nera. Nel 1931 le viene attribuito l'avvelenamento di un ottantunenne depredato dai suoi risparmi. Ancora nel 1935 un gruppo di lettori di una rivista gialla affermano di averla riconosciuta in alcune foto scattate in Ohio.

Belle Gunness è ritenuta responsabile dell'omicidio di sedici persone riconosciute, e sospettata per altre dodici. Ancora oggi nulla si sa della sua sorte dopo l'incendio del 1908.

Gli angeli della morte



Iniziano a uccider solitamente poco dopo i vent'anni, in luoghi dove la morte costituisce un evento naturale: ospedali cliniche case di riposo. Qui l'omicidio può facilmente essere occultato, e l'assassino può sperimentare il potere di decidere a chi concedere la vita o dare la morte: è sufficiente aggiungere un farmaco in terapia, raddoppiarne la dose, interrompere il flusso di ossigeno. Una sciagurata inclinazione a vantarsi della propria onnipotenza conduce gli angeli della morte ad una "breve carriera": uno, due anni con un numero di vittime intorno a 8; l'identificazione appare più difficile nel caso di assassine mobili, capaci di licenziarsi per essere poi riassunte in altre strutture sanitarie: in questo caso il numero di omicidi può raddoppiare.

>> Waltraud Wagner è una giovane aiuto infermiera di 23 anni quando, nel 1983, uccide per la prima volta al Lainz Hospital di Vienna. La sua carriera criminale ha inizio con un'anziana paziente di 77 anni, che la implora di mettere fine alle sue sofferenze: una dose generosa di morfina esaudisce i suoi desideri. E' a questo punto che la Wagner sperimentala gratificazione di assurgere a dea della morte, in grado di disporre dell'altro a suo piacimento.

Coinvolge nel corso di alcuni mesi tre complici: Maria Gruber, una ragazza madre di quattro anni più giovane, Irene Leifold, di 21 anni, e Stephanija Mayer, divorziata, emigrata dalla Iugoslavia, che ha 20 anni più di lei. La Wagner non solo detiene la leadership del gruppo, ,ma addestra le compagne nelle tecniche di eliminazione, primeggiando in inventiva e sadismo.

Col passare del tempo si registra un'accelerazione nei delitti, così la Mayer abbandona il gruppo, e Waltraud Wagner consolida il suo ruolo. A partire dal 1987 i decessi diventano sempre più frequenti, e il reparto in cui operano le assassine viene soprannominato il "padiglione della morte".

Sempre più spavalde, le donne abbandonano la necessaria prudenza: nel febbraio 1989, durante una pausa nel bar dell'ospedale, chiaccherano tra loro delle imprese omicide, vantandosene reciprocamente. Ma un medico che siede accanto a loro casualmente ne coglie i discorsi e corre subito alla polizia. Sei settimane di indagini portano, il 7 aprile all'arresto delle donne.

Nonostante tenti di ritrattare il processo, attribuendosi non più di dieci omicidi volti solamente ad alleviare le sofferenze dei poveri malati, Waltraud viene riconosciuta pienamente colpevole e condannata al carcere a vita. Il presidente della giuria, il cancelliere Franz Vranitzky, definisce gli omicidi del Lainz Hospital "il crimine più brutale e raccapricciante dell'intera storia dell'Austria.

Confessando in carcere quarantanove omicidi, trentanove dei quali compiuti da sola, Waltraud dice: "Quelli che mi stavano sui nervi venivano spediti direttamente in un letto libero del buon dio. Naturalmente i pazienti resistevano, ma noi eravamo più forti: potevamo decidere se quei vecchi matusalemme potevano vivere o morire. In ogni caso il loro biglietto per l'aldilà era scaduto."

Le predatrici sessuali



Rappresentano una situazione estremamente rara, se è vero che negli Stati Uniti l'unica serial killer appartenente a questa tipologia è Aileen Wuornos. Lo studio allargato della casistica mondiale permette di tratteggiarne le caratteristiche principali: come il loro corrispettivo maschile, nel momento in cui iniziano a uccidere hanno un età compresa tra i 30 e i 50 anni, sono geograficamente mobili e agiscono sotto la spinta di fantasie compulsive di tipo sadico-sessuale; in tre anni di carriera criminale media sono responsabili della morte di almeno sei innocenti.

La carriera criminale di Aileen Wuornos, in quanto unica vera rappresentante di questa categoria, non può essere certo riassunta in poche righe.

Le assassine per vendetta



Le donne che uccidono ripetutamente motivate da un sentimento di vendetta sono rare; più facilmente esse colpiscono una sola volta. Ciò che rende particolare la figura delle vendicatrici è la "qualità" della rabbia, un'ostilità profonda e diffusa, al confine con la patologia, sono affascinate da una sorta di ossessiva attrazione per le qualità più oscure della vendetta, e uccidono senza alcun periodo di raffreddamento emozionale fra un delitto e il successivo.

Negli studi epidemiologici questo genere di serial killer comincia la sua carriera criminale a un'età di circa 22 anni e colpisce sia membri della propria famiglia sia soggetti identificati simbolicamente con un contesto che l'ha danneggiato, maltrattato o umiliato. Tre o quattro sono le vittime in un periodo di due anni, sebbene in alcuni casi ne trascorrano anche 5 prima dell'identificazione e della cattura.

Benchè le vendicatrici siano sufficientemente capaci di controllare le emozioni per condurre in porto con successo i proprio criminali propositi, talvolta si rivelano poco accorte e capaci di un accurata pianificazione. Paradossalmente , quando vengono catturate, possono mostrare un profondo rimorso per i loro crimini, in un tentativo di compensazione per l'intensità della loro ostilità.

>> Ellen Etherridge ha 22 anni quando, nel 1912, sposa un ricco milionario texano, che le porta in dote non solo un enorme patrimonio, ma pure otto figli avuti dalla precedente moglie. Inizia a sviluppare una insanabile gelosia verso i piccoli, esasperrata dall'attaccamento che il padre mostra nei loro confronti. L'arsenico sarà il mezzo con cui cercherà di liberarsene: due alla volta con un intervallo di circa sei mesi. L'autopsia della quarta vittima svela tracce di veleno ed Ellen viene accusata di omicidio. Confessa ed è condannata al carcere a vita.

Le assassine per profitto



Contrariamente al solito, questa tipologia di serial killer si ritrova più facilmente fuori dai confini statunitensi. Si tratta di assassine intelligenti capaci di pianificazione e abili nell'esecuzione dei delitti, come pure nell'evitare l'identificazione e l'arresto. Possono essere assunte come serial killer a contratto, per eliminare il coniuge, rivali in affari, familiari con ricche polizze assicurative.

Iniziano ad uccidere dai 25 ai 30 anni, la loro carriera può durare un decennio o anche di più, e non sempre si conclude con la cattura; utilizzando un'ampia varietà di mezzi lesivi per uccidere e l'omicidio avviene in un contesto di totale indifferenza per la vittima.

>> Dorothea Puente, californiana di 57 anni, è una donna attraente che gestisce un pensionato a Sacramento. I suoi modi garbati e la sua intelligenza fanno si che riesca a convincere il Dipartimento dei servizi sociali a inviarle clienti dopo aver ottenuto sovvenzioni statali e facilitazioni per la gestione della sua attività. Sistematicamente uccide i pensionanti appropriandosi dei loro sussidi: la lista delle persone ufficialmente scomparse mostra almeno 25 vittime.

Nell'autunno 1988 un terribile che proviene dalla sua residenza provoca le lamentele dei vicini e l'arrivo della polizia che, sul retro della casa, rinviene i resti di sette cadaveri. Dorothea Puente viene accusata e condannata per la morte di nove individui (altri due vengono ritrovati in un fiume che scorre poco vicino). L'iter processuale si presenta complesso e si conclude solo nel 1993. L'età della donna, 64 anni, induce la commutazione della pena di morte all'ergastolo.


Killer team



Rappresentano circa un terzo delle donne serial killer, e possono uccidere in complicità con un uomo, con una donna, oppure fare parte di un vero e proprio team familiare.

La coppia uomo-donna è certamente la più comune, e gli omicidi sono tipicamente di natura sessuale; la donna ha circa 20 anni, e la carriera criminale dura uno o due anni al massimo. Nel caso in cui siano due donne a costituire un team, l'età media è di circa 25 anni è l'attività omicida è più prolungata, dai due ai quattro anni.

Il team familiare ha una vita più breve, meno di un anno, e la componente femminile è più giovane; non vi è un mezzo lesivo preferito e l'età della vittima varia mediamente dai 9 ai 15 anni.

>> Nel 1957 Charles Starkweather uccide la sua prima vittima nel corso di una rapina: ha 19 anni. Nato da una famiglia povera del Nebraska, trascorre l'adolescenza in maniera disordinata, tra alcol e piccoli reati. Il suo idolo è James Dean di Gioventù bruciata.

La sua ragazza, Caril Ann Fugate, ha 14 anni. Nel gennaio 1958 il giovane si presenta in casa di Caril, ne uccide il padre, la madre e la sorellina di due anni. La ragazza aiuta il fidanzato a nascondere i corpi, racconta ai vicini che i familiari sono indisposti e fugge con Charles.

Nella settimana successiva i due rapinano e succidono sette persone. Prende il via una lunga caccia all'uomo. Sarà un ufficiale di polizia con l'aiuto di un privato cittadino a porre fine alla loro fuga.
Charles Starkweeather viene giustiziato sulla sedia elettrica nel 1959 mentre la sua ragazza viene condannata al carcere a vita, che lascia per buona condotta, in libertà vigilata, nel 1977.


Le assassine mentalmente disturbate



Raramente nell'omicidio seriale viene riconosciuta la presenza di un disturbo psichiatrico di tale importanza da compromettere totalmente la capacità di intendere e di volere dell'assassino. Sono solitamente i legali degli angeli della morte (vedi sopra) che propongono una strategia difensiva sul concetto di "insanity". Ciò tuttavia non esclude che il serial killer, in alcuni casi, possa effettivamente essere affetto da una grave malattia mentale.

>>15 ottobre 1970, manicomio criminale di Pozzuoli; muore per emorragia celebrale, Leonarda Cianciulli, meglio conosciuta come la saponificatrice di Correggio.

Nata in provincia di Avellino nel 1893, si trasferisce a Correggio al seguito del marito Raffaele Pansardi, che ha trovato impiego presso l'ufficio del Registro dopo il dramma del terremoto della Marsica che li ha coinvolti. La coppia con i quattro figli, si trasferisce in un appartamento rispettabile e, grazie al risarcimento dello stato per i danni subiti, avvia un attività di commercio di abiti usati.

La relazione extraconiugale che intrattiene con il cascinaio Abelardo Spinarelli non distrae Leonarda dai suoi doveri di Madre, che anzi esercita con grande affetto e dedizione, dando ai figli un'istruzione che, in quell'epoca (siamo negli anni Trenta) era solitamente riservata alle famiglie ricche e nobili: il primogenito frequenta la facoltà di lettere all'Università di Milano, i due fratelli il liceo classico, la bimba più piccola l'asilo delle suore.

La casa della Cianciulli è ben frequentata, e anche se qualcuno la descrive come una personalità "un po' strana ed eccentrica", la donna è una buona conservatrice e non disdegna di invitare le amiche per un the. Fra queste, in particolare, tre le fanno visita con maggiore assiduità: Ermelinda Setti, detta Rabbitti, una ragazza madre Clementina Soavi, nubile e occupata a gestire un piccolo asilo privato, e Virginia Cacioppo, in passato cantante soprano con qualche successo all'estero.

Il 17 settembre 1939 Ermelinda Setti saluta la vicina, si concede alle attenzioni di una parrucchiera a cui racconta che sta per lasciare la città, diretta al sud, dove ha trovato marito. La vedono infilare il portone dove risiede la Cianciulli. Nessuno ne avrà più notizia.

Nell'estate 1940 è la volta di Clementina soavi: racconta che, tramite alcuni amici, ha ottenuto un posto di direttrice in un collegio di Firenze. Come la Rabbitti prima di lei, affida tutti i suoi beni a Leonarda Cianciulli affinchè ne ricavi la maggior somma possibile. Il 5 settembre la Soavi passa per un ultimo saluto all'amica. Trascorrono poche settimane e il 30 novembre 1940 Virginia Cacioppo lascia Corregio. Va dicendo da qualche tempo, che l'attendono in una cittadina del centro Italia per un posto di responsabilità nella conduzione di un magazzino. Anche lei va dalla Cianciulli per una visita di commiato. Questa volta però, succede qualcosa. I familiari dell'ultima vittima si insospettiscono della sua improvvisa partenza: Virginia Cacioppo non ha nemmeno lasciato un recapito dove essere rintracciata, non ha portato con se alcun indumento. Compaiono buoni del tesoro dell'ex cantante lirica e a cercare di venderli è don Adelmo Frattini, parroco di San Giorgio di Correggio.

Il questore di Reggio Emilia, coinvolto dai familiari della Cacippo, avvia le indagini: le perquisizioni nell'abitazione della Cianciulli permettono di ritrovare i resti delle vittime.

Arrestata, dopo poche ore confessa i suoi delitti, dapprima coinvolgendo l'amante, quindi dichiarando di avere agito da sola: ha ucciso, fatto a pezzi e bollito le parti dei cadaveri nella soda caustica, ricavandone sapone e candele.

Viene internata nel manicomio criminale di Aversa dove inizia a scrivere le sue memorie, che intitola " Le confessioni di un'anima amareggiata". In oltre settecento pagine narra gli omicidi e le modalità di smembramento dei corpi sin nei più piccoli particolari, fornendo una chiave per la comprensione delle sue efferatezze. La madre l'aveva promessa in sposa a un cugino e lei, contravvenendo a quanto deciso, si era legata a Raffaele Pansardi, meritandosi una maledizione: i figli che avrebbe partorito sarebbero morti prima di lei.

Leonarda Cianciulli partorisce diciassette volte: solo quattro bimbi sopravvivono. Leggendo i libri del figlio, apprende come nell'antichità si ricorresse al sacrificio umano per placare gli dei. Si convinse dei suoi poteri di strega e di avere la capacità di dare temporaneamente la morte per trovare all'anima delle vittime un corpo migliore. Per questo motivo aveva cominciato ad uccidere.


Le assassine spinte da movente incomprensibile



Sono serial killer che agiscono senza alcun motivo decifrabile; nè loro stesse, nè le autorità inquirenti riescono a dare spiegazione comprensibile delle loro azioni.

>> Audrey Hilley è una casalinga di 42 anni. Vive ad Anniston, in Alabama, e nel preparare caffè e rinfreschi per i propri familiari e per i figli dei vicini decide di aggiungere arsenico alle bevande. L'intossicazione è grave per molte vittime dell'avvelenamento, fatale per tre di loro.

Durante il processo dichiara di soffrire di improvvise perdite di coscienza, durante le quali la personalità della sua cattiva gemella prende il sopravvento. Giudicata non imputabile per vizio di mente, si comporta da detenuta modello, meritandosi più periodi di licenza premio, durante i quali, puntualmente, tenta di nuovo di avvelenare qualcuno, fino a quando i giudici la condannano al carcere a vita.


I casi irrisolti



Gli investigatori non posseggono in questi casi indizi risolutivi, e tuttavia modus operandi, tipologia della vittima, scelta dell'arma e altri elementi ancora fanno sospettare che dietro il ripetersi dei delitti vi sia la mano di un assassina donna.

Tra il 1984 e il 1985 nell'ospedale Prince George del Maryland si registrano 17 decessi e gravi conseguenze in numerosi altri pazienti, dovute ad iniezioni endovenose di potassio; la maggior parte delle vittime è ospite dell'unità di rianimazione , dopo interventi chirurgici emergenze cliniche. Nonostante i sospetti degli investigatori, nessuno è stato formalmente indagato per i delitti.

Edited by demon quaid - 22/7/2016, 18:54
 
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