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Akakor, il mondo sotterraneo

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view post Posted on 17/10/2010, 01:03     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Sotto la foresta amazzonica esisterebbe una fitta rete di gallerie inesplorate e di difficile accesso.
Questa è la conclusione alla quale giunse il giornalista Karl Brugger, autore del libro “La cronaca di Akakor – mito e saga di un antico popolo dell’Amazzonia”.
La sua è una storia fantastica, inverosimile, ma reale.

Fu un grande appassionato della cultura e delle antiche tradizioni degli Indios che, come quelle di tanti altri popoli, si sarebbero rivelate ricche di dettagli interessanti. Anche gli Indios narrano di antiche leggende di dei venuti dalle stelle che un giorno ritorneranno. Troviamo storie simili più a nord, nel Centro America, ad esempio. I Maya ci parlano di Kukulcan, un uomo dalla pelle bianca, con barba e capelli rossi, alto di statura che, in un passato remoto, giunse in quelle terre su una barca priva di remi, proveniente dall’Oceano Atlantico. Tale figura diverrà il “Serpente Piumato”, il Quetzalcoatl (Quetzal = è una particolare varietà di uccello dotato di un manto dai colori verdi brillanti, adottato per simboleggiare “l’aria”, il “divino”; e Coatl = è il serpente, simbolo della “terra”, del “materiale”), unione tra la terra ed il cielo, anche presso gli Aztechi. Una figura simile, la ritroviamo anche presso gli Incas del Perù, che lo nominarono Viracocha, anch’egli proveniente dal mare. Kukulcan/Quetzalcoatl/Viracocha insegnò a questi popoli del Mesoamerica l’astronomia, la matematica, l’agricoltura ed altre scienze. Poi, improvvisamente, se ne andò ma promettendo che, un giorno, sarebbe ritornato. Infatti, agli inizi del XVI secolo, giunsero dal mare i Conquistatores spagnoli Cortèz e Pizarro che, inevitabilmente, vennero scambiati per queste antiche divinità, ma questa è un’altra storia.

Il giornalista Karl Brugger conobbe, in uno dei suoi viaggi in Amazzonia, nel 1972, l’Indios Tatunca Nara, uno degli ultimi capi della tribù degli “alleati eletti” e custode di un importante tradizione, conservatasi nei secoli per mezzo di alcuni libri Sacri, scritti in una lingua sconosciuta ai più ma leggibile solo per alcuni, appunto, “eletti”. Questi sono i libri del Giaguaro, della Formica, dell’Aquila e dell’Acqua. Tatunca Nara ne è il custode e permette a Brugger di vederli e fotografarli. In questi libri sono conservate le vicende epiche degli dei che fondarono Akakor.

Si narra che 13.000 anni fa, giunsero dal cielo delle navi dorate con a bordo degli stranieri dalla pelle bianca. Qui, inevitabilmente, viene spontaneo pensare a Kukulcan/Quetzalcoatl/Viracocha. Questi dei avrebbero anche avuto sei dita alle mani ed ai piedi. Un dettaglio curioso che ci riporta con la memoria a Pacal, sovrano di Palenque. Si dice che uno dei suoi figli avesse avuto sei dita alle mani. Una coincidenza? Presso i Maya, fin dai tempi di Teotihuacan, i sovrani erano soliti unirsi con le loro sorelle, che divenivano principesse, così come avveniva in Egitto, dove il faraone e la sua regina e sorella erano le immagini di Osiride e Iside, anch’essa sua moglie e sorella. Poi, questa pratica venne gradualmente abbandonata. Si pensa che i primi Ahauob, sovrani Maya, fossero stati semidei, figli di dei e umani. Se ciò fosse vero, avrebbero potuto conservare nel loro DNA tratti genetici “alieni”, come questa particolarità delle sei dita che poi, col tempo, avrebbero perso.

Gli dei di Tatunca Nara scesero sulla Terra e istruirono quegli Indios primitivi, spiegando loro di provenire dalle stelle, dalla costellazione di Schwerta, e si unirono ai terrestri, generando semidei. In effetti, abbiamo alcune testimonianze autorevoli di incontri, nella foresta Amazzonica, tra il Brasile ed il Perù, di Indios dalla pelle bianca. Ad esempio, il professor Marcel Homet, archeologo, paleontologo, antropologo ed etnologo francese, incontrò due Indios dalla pelle bianca che la sua guida definì della tribù di Waika. Si tratterebbe di pericolosi guerrieri con l’abitudine di rapire donne dalla pelle chiara per preservare il colore della loro pelle. Ma per quale ragione? Forse, in onore al colore dei loro dei? Anche il cercatore d’oro Francisco Raposo si imbattè nel 1743 in una tribù di Indios dalla pelle chiara. E anche vero che, comunque molti secoli dopo, le Americhe vennero raggiunte anche da altri popoli euro-asiatici, come i Vichinghi e forse i Cartaginesi di Tartesso. Ma rimangono molti dubbi. Molte spedizioni partirono alla ricerca sia di queste tribù, sia di altri luoghi mitici, come il favoloso Eldorado, ma nessuna ebbe successo. Molte spedizioni non fecero mai più ritorno, di altre, ritornarono a casa solo pochi uomini. Anche Hitler mandò delle spedizioni in Amazzonia, interessato a scoprire la mitica Akakor ma nessuna ebbe successo.

I sacri libri custoditi da Tatunca Nara narrano di come questi dei provenienti dalle stelle realizzarono un grande regno sotterraneo scavando lunghe gallerie sotto la foresta Amazzonica, collegando tra loro numerose città, di cui Akakor era la capitale. Inevitabilmente, non può non venirci alla mente un’altra leggenda analoga, quella di Agharti. Anch’esso un mitico sistema di gallerie sotterranee che avrebbero come centro la grandiosa Shamballah, situata in un luogo sconosciuto sotto il deserto del Gobi, in Asia.

Questi dei crearono Akakor ad immagine e somiglianza della costellazione dalla quale erano giunti, Schwerta. Non è di certo la prima volta che ritroviamo un fatto del genere. Più a nord, Teotihuacan è stata costruita tenendo conto delle dimensioni del Sole, della Luna, della Terra e dello stesso Sistema Solare. La piramide del Sole ha una base di 230 metri circa, similmente a quella di Cheope in Egitto. La circonferenza della Cittadella, dove sorge il tempio di Quetzalcoatl, è in rapporto alla circonferenza terrestre in scala 100.000:1. Il viale dei Morti, lungo il quale troviamo la piramide della Luna, del Sole e la Cittadella, è inclinato rispetto all’asse nord-sud di 14 gradi ad est. Ciò significa che, lungo la perpendicolare all’orizzonte, è possibile veder sorgere le Pleiadi, due volte all’anno, in maniera assolutamente precisa. I Maya erano grandi astronomi. Questi, sono solo alcuni pochi esempi. Ma da chi appresero tali conoscenze?

Edited by demon quaid - 22/4/2014, 14:57
 
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