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Come far uscire lo zombi dalla tomba

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view post Posted on 27/11/2010, 15:32     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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La resurrezione dello zombi è praticata solo da quei bokor che conoscono le giuste preghiere rituali ed hanno l’animo saldo quanto basta.

Per poter resuscitare un morto, difatti, è indispensabile recarsi di notte in un cimitero ed evocare, davanti alla lapide, un demonio.

Proprio quest’ultimo fornisce l’energia che permette al corpo morto di tornare in vita. Ma per poter comandare lo zombi, lo stregone deve possederne l’anima, che viene evocata, catturata ed imprigionata dentro un vaso, una specie di lampada di Aladino il cui possesso permette al bokor di annullare la volontà del resuscitato.

Si invoca allora Baron Samedi, il signore dei cimiteri custode delle anime, e lo si addormenta con la formula creola Do' mi pa fumé, Baron Samedi, Dormite bene Baron Samedi. Non appena il signore dei
cimiteri abbassa la guardia, il bokor può sottrargli l’anima dello zombi, chiamandola a sé con la frase Mortoo tomboo miyi, Morto, dalla tomba, a me!

A questo punto il cadavere viene disseppellito e resuscitato. Privo della propria anima, e quindi di volontà, lo zombi, mosso dal demonio, è ora pronto ad eseguire, su ordinazione, qualsiasi azione, anche la più efferata.

La moderna cinematografia ha inventato moltissimi dettagli finti sugli zombi (si dice, ad esempio, che mangino solo carne umana e che muoiano soltanto se colpiti alla testa); l’unico resoconto fedele alle credenze haitiane è quello dello scrittore William Seabrook, un esploratore che negli anni Venti visse ad Haiti e ne fu in parte introdotto ai misteri.

Seabrook, nel volume L’isola magica (1929), racconta: «La luna piena saliva lentamente nel cielo, sbiancando le colline e le piantagioni di cotone, ed io me ne stavo seduto davanti alla porta di casa con Costantino Polinice, un fittavolo haitiano, a parlare di demoni, licantropi e vampiri.

Il discorso cadde sugli zombi. Avevo sentito dire che lo zombi è un corpo privo di anima, clinicamente morto, che riacquista magicamente un’apparenza di vita puramente meccanica; un cadavere che agisce, si muove, cammina come se fosse vivo, grazie alle arti di uno stregone.

Questi sceglie un cadavere sepolto di fresco che nonabbia ancora avuto il tempo di decomporsi e lo sottopone ad una specie di galvanizzazione.

Poi lo asservisce sia per fargli commettere qualche delitto, sia per affidargli, come capita più sovente, lavori agricoli o domestici pesanti.

Non appena il morto accenna a rilassarsi, questi lo bastona come una bestia da soma. Quando ne parlai a Polinice, il mio scettico amico mi rispose: ’Creda a me, non si tratta di una superstizione.

Fa parte purtroppo dei nostri usi e costumi. Sono cose vere ad un punto che voi bianchi non sospettate neppure.

Lei non si è mai chiesto perché i contadini più poveri seppelliscono i loro morti sotto massicce torri di muratura? Che altro motivo vuole che ci sia se non quello di difendere i propri morti?».

Seabrook prosegue citando il caso di «un vecchio negro, tale Ti-Joseph du Colombier, che un bel mattino arrivò davanti ai campi di Hasco seguito da una banda di nove straccioni dall’espressione inebetita, che avanzavano con passo strascicato.

Ti-Joseph li mise tutti in fila e quelli lo lasciarono fare, restandosene con lo sguardo fisso e vuoto». Dopodiché Ti-Joseph mise gli zombi al lavoro nei campi.

Quegli strani esseri, tenuti lontani dalla curiosità dei passanti, lavoravano molte ore al giorno, sotto il sole; non parlavano, non mostravano alcuna emozione e si limitavano a zappare la terra. Dormivano pochissimo e mangiavano soltanto banane bollite e scondite.

Questa insolita forma di sfruttamento andò avanti molto a lungo sin che, un giorno, mentre Ti-Joseph era assente, una venditrice di pistacchi salati incontrò gli zombi ed offrì loro un po' di cibo. Ora, secondo le tradizioni haitiane, i morti viventi possono mangiare di tutto, fuorché carne e cibo salato, pena la rottura dell’incantesimo che li mantiene in vita.

«Bastò che gli zombi avvertissero il gusto del sale - prosegue Seabrook - perché si rendessero conto di essere morti. Con urla spaventose corsero verso il cimitero. Appena vi giunsero si misero a correre in mezzo alle tombe. Ciascuno, trovata la sua, si diede subito a raspare alacremente le pietre e la terra per potervi entrare.

Al primo contatto con i loro sepolcri, vi caddero di peso, già carogne in putrefazione...». L’episodio più impressionante citato da Seabrook come autentico è però ilsuo faccia a faccia con uno zombi.

«Un pomeriggio, alla luce del sole, io e Polinice percorrevamo il sentiero che porta a Picmy. Rallentando all’improvviso l’andatura del suo cavallo, Polinice mi indicò, sul fianco della montagna, a un centinaio di metri da noi, una terrazza pietrosa ove tre uomini e una donna stavano vangando la terra in mezzo a piante di cotone.

La prima impressione sugli zombi fu strana; certo non appartenevano all’ordine naturale delle cose. Lavoravano come bruti, come automi...Polinice toccò la spalla di uno zombi e questi girò docilmente il viso. Quel che vidi, benché fossi preparato, mi colpì profondamente e ne provai un senso di nausea.

Non crediate che fossi sotto l’effetto di una suggestione, erano davvero gli occhi di un morto, non di un cieco. Erano fissi, spenti, privi di sguardo. Tanto bastava per rendere orrendo il volto, profondamente vuoto, come se dentro non avesse nulla.

Non è sufficiente dire che era senza espressione...In seguito mi convinsi che quegli zombi non dovevano essere altro che dei mentecatti, degli idioti cronici sfruttati per il lavoro nei campi. Era una spiegazione razionale.

Ma la storia non doveva concludersi qui. Giorni dopo mi trovai parlarne con il dottor Antoine Villiers, uno spirito scientifico ferreo e pragmatico, che mi disse: ’Non credo affatto che sia possibile
resuscitare i morti.

Non credo alla resurrezione di Lazzaro e nemmeno a quella di Cristo. Tuttavia, non sono sicuro che nella questione degli zombi non ci sia sotto qualcosa di orribile. Penso sia il caso di parlare di stregoneria criminale‘.

E così facendo mi mostrò una pagina del codice penale di Haiti che diceva: Articolo 249. Sarà imputato di omicidio chiunque somministri al suo prossimo sostanze che, senza essere letali, siano suscettibili di provocare un sonno letargico più o meno lungo. Chi poi seppellisca la persona che abbia assorbito tale sostanza, verrà imputato di omicidio...»

Edited by demon quaid - 29/10/2016, 11:04
 
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