Un Mondo Accanto

Gli Scolii Alchemici

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Matrona Malice
view post Posted on 4/3/2011, 20:29     +1   -1




Scolii



1. Essendo tutto acqua in principio, l’Universo e tutto ciò che contiene è derivato dalle Acque.

2. L’Acqua è un composto di diversi principi; se così non fosse, essa non sarebbe soggetta a fermentazione né a putrefazione.

3. L’Acqua fermentata, imputridita e disseccata forma un fango che si può chiamare Acqua secca.

4. Questo Fango, questa Acqua secca, è l’argilla dalla quale è stato formato il Colosso del mondo.

5. L’Argilla è una Terra untuosa, grigia e pesante con la quale si fa il Mattone.

6. L’alcalescenza, e non il grasso, costituisce la sua untuosità e la rende saponosa.

7. Questo è ciò che la rende mescolabile con i corpi grassi, ma non in modo intimo: al minimo calore il grasso si separa.

8. Quindi l’Argilla non è formalmente un Alcali; ma ha una qualità prossima alla sua natura. Occupa una posizione intermedia.

9. Essa passa sovente allo stato di creta o di calce, ma imperfettamente: essa conserva ora più ora meno gran parte della sua prima forma.

10. Le terre gialle, rosse, verdi, ecc., sono di questa Natura, ma con l’aggiunta di Tintura minerale.

11. Questa Tintura è prodotta per mutazione di una parte della terra prima in un vetriolo della natura del ferro o del rame.

12. La doppia azione dello Spirito aereo e dello spirito minerale provoca queste diverse mutazioni.

13. Lo Spirito Astrale, aereo e universale introdotto in questo soggetto, a seconda della sua purezza, gli dona una forma più o meno nobile.

14. La pietra, il marmo, i sali, i Cristalli e i minerali traggono la loro origine da questa Terra.

15. L’Argilla è la matrice naturale e prima del mondo intero: lo Spirito astrale ne è la semenza.

16. Lo Spirito astrale è, senza ambiguità, la luce del Sole e degli astri di cui l’aria e i cieli sono pervasi.

17. Nel nostro sistema terrestre, il sole è il padre di questo spirito, la Luna ne è la madre.

18. La Luna è chiamata madre dello Spirito astrale perché la sua luce vivifica trae origine dal Sole.

19. Siccome tutti gli astri vi aggiungono la loro luce, il suo vero nome è quello di Spirito universale.

20. Bisogna che questo spirito, che è un fuoco, sia dissolto da un altro fuoco e divenga Acqua.

21. Si raccoglie questo spirito nel grande mare dei saggi che è l’aria, per mezzo di un acciaio magico che è della stessa natura.

22. Il fuoco centrale racchiuso in tutti i corpi è un acciaio magico.

23. Questa parola “magico” vi mostra che non si tratta affatto di un vero acciaio, ma che lo si denomina così per comparazione.

24. Tutti i corpi che hanno vita attraggono l’aria per il loro nutrimento. Il regno animale è quello in cui questa attrazione avviene in modo più manifesto.

25. Appena lo spirito astrale è attratto, viene ridotto in un’acqua con la quale i saggi fanno il loro fuoco segreto.

26. Sebbene tutti i periodi siano propizi per questa attrazione, la primavera è la stagione più conveniente, poi l’autunno.

27. In questi due periodi la Natura si rigenera e l’aria è più ricca di questo spirito vitale.

28. Essendo la Luna la madre di questo spirito, ce lo dona solo quando è luminosa.

29. Di conseguenza, più la sua luce è intensa, più questo spirito è abbondante.

30. La Terra è rotonda, e il suo moto è da occidente ad oriente.

31. Essendo lo spirito sospinto verso i Poli da questo moto, e non trovando riposo che verso il Nord, lì vi si rifugia.

32. Poiché la sua patria è il Nord, è in questa regione dell’atmosfera che ne va fatta la raccolta.

33. Appena il Sole appare sull’orizzonte disperde lo spirito: bisogna interrompere il lavoro.

34. Esaù vendette a Giacobbe il suo diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie: così bisogna dividere la sua terra.

35. Bisogna far piovere su questa terra la rugiada del cielo, cioè lo spirito, in modo che essa ne sia imbevuta.

36. Fa che la terra non sia troppo imbevuta, né lo sia troppo poco, ma che sia resa molle.

37. La quantità d’umidità che la terra può contenere è il peso di natura. La terra che contiene è il vaso.

38. Bisogna dispensare l’acqua alla terra solo dopo il suo perfetto disseccamento.

39. Inumidire e disseccare costituiscono il giorno naturale.

40. Ogni umettazione è chiamata coobazione e ogni disseccamento distillazione.

41. Ad ogni imbibizione il fuoco centrale trattiene la porzione spirituale del fuoco Segreto, il flegma si dissipa completamente.

42. O piuttosto l’acido e l’Alcali si congiungono per non separarsi più, a causa della conformità della loro Natura.

43. Fintanto che l’Alcali domina perdura il regno della secchezza: ma quando l’acido, a sua volta, diventa predominante fa regnare l’umidità.

44. La predominanza dell’acido causa la dissoluzione dei corpi e conduce alla fermentazione.

45. Questa fermentazione non è altro che un combattimento tra l’acido e l’alcali, durante il quale si uccidono a vicenda.

46. L’acido ha pertanto sopraffatto il fisso perché lo ha condotto alla dissoluzione; ma il fisso ha anche vinto lo spirito volatile che resta privo della capacità d’agire.

47. Dall’acido e dall’alcali riuniti si forma una natura androgina o ermafrodita.

48. Una volta completata la fermentazione, segue la Putrefazione e pone il Sigillo al primo lavoro.

49. Ci sono state 50 Nereidi o dee dell’umidità, 50 figlie di Danae che sposarono i 50 figli d’Egitto.

50. Ci vogliono 50 abluzioni dello spirito sulla terra, o 50 sposalizi dell’acido e dell’alcali, del cielo con la terra, per ottenere la dissoluzione.

51. L’alcali, che svolge la funzione di femmina, sormonta 49 volte il suo maschio, che è lo spirito; ma, venendogli a mancare le forze alla 50a volta, vi resta congiunto.

52. Si cessano le abluzioni non appena compare la fermentazione. Si paragona questo fuoco al bagno-Maria.

53. Il calore che aumenta nella putrefazione è paragonato a quello del letame.

54. È solo nella putrefazione che la congiunzione è realizzata. I principi racchiusi in una sola sostanza non possono più essere separati, e questo è ciò che si chiama Sigillo Ermetico.

55. Dal carbone, che è nero, si ottiene della cenere grigia, e da questa cenere si ricava un sale grazie alla continuazione del fuoco.

56. Il corpo, annerito per la putrefazione, diventa grigio ed è paragonato alle ceneri; in seguito diventa bianco ed è il vero sale di natura o il salnitro dei saggi, cioè il Sale della loro pietra.

57. I saggi paragonano ancora la loro materia al sapone, perché, indipendentemente dalle sue proprietà particolari, essa è come il sapone, composto da un alcali al quale è unito il grasso dello Zolfo.

58. Nella cenere, dicono i saggi, è racchiuso il Diadema del nostro giovane re; nella terra che rimane, dopo l’estrazione del sale, c’è lo zolfo.

59. Lo zolfo si manifesta in questa terra grazie alla sua cozione col nostro spirito o fuoco Segreto.

60. I filosofi chiamano fuoco esterno la somministrazione dello spirito al corpo, dell’acido all’Alcali, o l’eccitazione prodotta tra il sale e l’umido.

61. Geber definisce la sublimazione l’elevazione, grazie al fuoco, di una cosa secca, con aderenza al vaso; e ciò lo fa per esprimere la putrefazione e l’esaltazione della sostanza, in quanto il fuoco, la cosa secca e il vaso sono insieme una stessa cosa.

62. Il sale dei saggi ha bisogno di essere esaltato per diventare il loro mercurio. Essi contano nove sublimazioni.

63. Le sublimazioni si fanno come il primo lavoro, con la somministrazione del fuoco esterno.

64. Il mercurio deve essere fatto per mezzo del Mercurio; in altre parole, il fuoco deve essere della stessa sostanza del corpo sottoposto al lavoro.

65. Perché avvenga così, bisogna dissolvere nello spirito una parte del sale per fare le Imbibizioni.

66. Per questo scopo, si fanno, in ciascuna sublimazione, due parti del suo Sale; una rimane secca e si dissolve l’altra per imbibire.

67. Si producono così una nuova dissoluzione, fermentazione e putrefazione, tanto più rapide quanto più il sale è maggiormente elevato in dignità.

68. Queste sublimazioni, che Filalete chiama le sue aquile, non possono oltrepassare il numero di nove.

69. In ciascuna sublimazione del Sale di natura o mercurio, si separa sempre, per mezzo della dissoluzione, un po’ di terra che bisogna riunire alla prima.

70. Sono tutte queste terre riunite che vanno messe assieme al nostro spirito, per avere lo zolfo.

71. In questa cottura, non bisogna aspettarsi nessuna dissoluzione, né fermentazione, né putrefazione; il corpo non fa altro che arrossarsi sempre di più e giunge ad un colore bruno che è l’ultimo.

72. Per avere questa Tintura color del sangue che è l’oro solare, l’aceto acerrimo, o lo spirito di vino di R. Lullo, ecc., bisogna versare sopra la terra rossa il Mercurio filosofico all’altezza di due o tre dita; allora essa si separa dolcemente e galleggia sul mercurio come una Quinta essenza.

73. Quando si dissolve con lo spirito astrale il sale, che è il mercurio, bisogna mettere la dissoluzione in un luogo fresco, il mercurio si riunisce allora sulla superficie dello spirito sotto forma di crema, ma è un sale, o un’acqua secca che, benché liquida, non bagna le mani.

74. Restano nello spirito due tipi di sali diversi dal mercurio: un sale nitroso e un sale fisso.

75. Facendo subire a questi sali il lavoro delle aquile, e elaborandoli l’uno per mezzo dell’altro, giungono tutti e due ad una perfetta forma mercuriale.

76. Ci sono due vie per ottenere lo zolfo; la via umida e la via secca.

77. La via umida è quella che ho appena insegnato, è la più lunga, ma anche la più nobile, a causa delle difficoltà da superare.

78. La via secca, come quella seguita da Flamel e da B. Trevisano, conduce alla meta, sebbene [sia una meta] particolare.

79. Essa consiste nel separare la Tintura dell’oro comune col mercurio della settima aquila.

80. Si risparmia così il tempo che dovrebbe essere impiegato per due [ulteriori] sublimazioni del mercurio e per l’intera cottura della terra delle aquile.

81. Quando si è seguito il processo per via umida bisogna gettare la terra che rimane dopo l’estrazione della Tintura. È una terra dannata e nociva.

82. Qualunque sia la via che avete seguito, bisogna [ora] procedere al matrimonio dello Zolfo e del Mercurio.

83. Sono dei Nuovi Cieli e una Nuova Terra che voi congiungerete assieme, e che produrranno una nuova Gerusalemme con un re molto potente.

84. Prendete una parte del vostro Zolfo o Tintura, lasciatela seccare e si formerà una terra molto dolce e gradevole al tatto, di un rosso bruno.

85. Fate col Mercurio le vostre imbibizioni, come nella prima operazione, seguendo i pesi di Natura.

86. Dopo 40 Imbibizioni che sono stimate durare 40 giorni, il corpo si dissolverà, fermenterà e imputridirà.

87. Sono queste due Tinture, una rossa e l’altra bianca, che il Contadinello chiama i suoi due fiori, e che altri hanno chiamato Grande e piccola Lunaria [opp. Grande (tintura) e piccola (tintura) Lunare].

88. Bisogna condurre questa tintura rossa alla bianchezza tramite le imbibizioni col mercurio.

89. Queste imbibizioni devono essere fatte in modo che la terra rimanga dura, benché bagnata.

90. La Scienza si ferma ai principi; ma l’arte consiste nel saper dissolvere e putrefare.

91. Chi ha raggiunto il gradino della putrefazione è reputato maestro, perché, sebbene sia il gradino più basso dell’Opera, è ritenuto il più elevato a causa delle difficoltà necessarie per giungervi.

92. È stato compiuto il passo principale per arrivare alla bianchezza che è una medicina suprema contro tutti i tipi di mali.

93. Non è che non rimangano alcune difficoltà da superare, ma non sono insormontabili.

94. Non si arriva immediatamente di seguito alla bianchezza, bisogna prima dissolvere e annerire.

95. Bisogna che ci sia una dissoluzione radicale, e che il corpo sia ridotto nelle sue più minute parti, sebbene non sia paragonabile a dell’acqua fluviale o simile.

96. È a torto che alcuni filosofi hanno detto di annerire il bianco, perché, sebbene la bianchezza sorga dalla nerezza, è tuttavia il rosso che è stato [prima] sbiancato e analogamente che è stato di conseguenza [prima] annerito.

97. Del resto questa nerezza è un velo tenebroso che copre tanto la bianchezza come il rossore.

98. La dissoluzione è chiamata il Sigillo di Mercurio, il bagno-Maria, il bagno del Re. Invece la putrefazione, di cui la nerezza è il simbolo, è [chiamata] il letame di caprone o di cavallo, e il Sigillo di Saturno.

99. La dissoluzione è intesa da alcuni come la prima materia dei saggi, da altri è intesa così la putrefazione, e ciò a causa della riunione essenziale e inseparabile delle due sostanze.

100. In ogni caso, la dissoluzione è propriamente il caos dei saggi, nel quale il Cielo e la Terra sono racchiusi, e la putrefazione è il loro principio materia [principio materiale].

101. Non è che al termine di 40 imbibizioni che il corpo si dissolve, fermenta e imputridisce.

102. Questa prima nerezza si chiama Testa di Corvo, Saturno o Piombo dei filosofi.

103. Come nel primo lavoro, si smette di somministrare il fuoco esterno quando la dissoluzione è completa.

104. La materia è condotta dal suo proprio fuoco fino al cerchio della bianchezza che è la luna dei filosofi, Diana, Latona o il Lattone sbiancato.

105. La bianchezza comincia con un cerchio capillare che si estende di giorno in giorno fino al centro; ma prima di arrivare alla bianchezza, la materia passa dal nero al grigio,che è il colore intermedio e che si chiama fuoco di cenere e il Sigillo di Giove.

106. Il passaggio dal nero al bianco è contrassegnato dall’apparizione di numerosi colori, tra i quali predomina il verde: cosa che ha fatto attribuire alla bianchezza il nome di Leone verde.

107. I saggi chiamano questi colori Iride, o Coda di Pavone.

108. Si paragona questo lavoro fino alla bianchezza al fuoco di Riverbero.

109. La bianchezza, che abbiamo detto essere il regno della Luna, non è che una mezza generazione. I saggi la chiamano terra foliata per due motivi principali.

110. 1° è che quando la si guarda da vicino, rassomiglia a delle foglie di Talco brillante.

111. 2° è che la putrefazione da cui proviene è il simbolo dell’inverno durante il quale la terra è coperta di foglie, da cui una nuova terra si forma in primavera, terra che è chiamata terra delle foglie.

112. Poiché la materia non può andare più oltre per mezzo del suo proprio fuoco, bisogna ricominciare il fuoco esterno.

113. Per prepararsi in anticipo alla moltiplicazione, bisogna separare in due la materia.

114. Se ne mette una porzione da parte, e si conduce l’altra al rossore, continuando il lavoro.

115. Si riprende quindi qui il lavoro delle imbibizioni col mercurio, osservando i pesi di Natura.

116. Bisogna, come la prima volta, che la terra rimanga intera al fondo del vaso.

117. La materia perde a poco a poco la sua bianchezza e giunge ad un colore verde che è simile al Vetriolo, e che si chiama il Sigillo di Venere.

118. Grazie alla continuità del fuoco, essa acquista un colore giallo zafferano che è il Sigillo di Marte.

119. Poiché la materia non può acquisire un maggiore rossore con lo stesso grado di fuoco, bisogna aumentarlo.

120. Si aumenta il fuoco imbibendo il corpo col mercurio Rosso che è stato conservato.

121. Si continua in questo modo fino a che la materia abbia acquisito un colore Rosso bruno.

122. Prima di giungere a questo rosso scuro, essa assume un bel color porpora.

123. La materia giunta al rosso bruno molto scuro è il vero ORO fluido dei saggi, il loro sole, la loro medicina universale.

124. A parte le moltiplicazioni, non ci sono più difficoltà da affrontare.

125. Si possiedono due medicine; una bianca e l’altra rossa per guarire tutte le malattie.

126. Queste due medicine non sono solamente utili agli uomini, ma anche ai vegetali e ai minerali.

127. Un albero quasi morto, innaffiato con un’acqua in cui sarà stato disciolto un solo grano in peso di questa medicina, riprenderà vita, fiorirà, e fruttificherà.

128. Con questa medicina si operano un’infinità di meraviglie al di sopra del potere naturale.

129. Se proiettate un grano della medicina bianca su dieci di buon argento, il tutto diventerà una medicina di cui un grano ne trasmuterà 100 di metalli imperfetti in argento migliore di quello delle miniere.

130. Un grano di medicina rossa proiettato su del buon oro in fusione, produrrà dell’oro secondo la stessa proporzione.

131. Per fare delle perle più grosse e più belle di quelle naturali, è sufficiente dissolverle col mercurio e in seguito modellarle.

132. Si aumenta nello stesso modo il peso e la bellezza del Diamante e delle pietre preziose.

133. Si fanno dei Rubini artificiali, molto più brillanti di quelli naturali, con l’aggiunta di tintura Rossa.

134. Ma non c’è che Dio solo che possa richiamare i corpi dalla morte alla vita.

135. La tintura Rossa è il settimo e ultimo Sigillo di Ermete, che appartiene al Sole.

136. Si procede alla moltiplicazione con dei parenti di uno stesso sangue.

137. Si chiamano parenti di uno stesso sangue le tinture bianche e rosse di una medesima operazione.

138. Il mercurio che non è stato accoppiato con la tintura rossa non è idoneo a moltiplicare.

139. Le medicine bianca e Rossa del primo grado sono parenti di uno stesso sangue, e possono moltiplicare.

140. È per questa intenzione che si separano le medicine in due, nei Cerchi della bianchezza e del rossore.

141. Si procede alla prima moltiplicazione prendendo una parte di tintura rossa che si dissolve con quella bianca che è stata conservata.

142. Bisogna precedentemente dissolvere la bianca col mercurio per procedere alle imbibizioni.

143. Si ricomincia allora il primo lavoro con le stesse condizioni e osservando i pesi di Natura.

144. Il puro separato dall’impuro dimezza ogni volta il tempo dell’operazione.

145. La proiezione di questa seconda medicina si fa su 100 [grani] d’argento o d’oro, [che valgono] come fermento, e in seguito su mille [grani] di metalli imperfetti.

146. Poiché i pesi e la virtù della medicina aumentano di dieci a ciascuna moltiplicazione, un’oncia, della nona [moltiplicazione], trasmuterà un milione [di once] in purissimo metallo d’oro o d’argento.

147. La virtù di questa medicina è così grande che essa può in un istante trasformare tutta la Natura sublunare.

148. È perché i malvagi non possano avvicinarsi che i saggi la mantengono così nascosta.

149. Oltrepassata la nona moltiplicazione la medicina non può più essere contenuta; essa fluisce attraverso il vetro, come l’olio attraverso la carta.

150. L’intera Opera si compie in 150 giorni, eccettuate le moltiplicazioni che possono condurre a duecento.


Edited by demon quaid - 15/5/2016, 14:12
 
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