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Matrona Malice
view post Posted on 22/6/2011, 21:09     +1   -1




Questi sono i 3 libri principali dello studio della Qabbalah:

Sefer ha-Bahir
Séfer ha-Zóhar
Séfer yetziráh

Sefer ha-Bahir



Il Sefer ha-Bahir (in ebraico סֵפֶר הַבָּהִיר) o semplicemente Bahir, benché redatto posteriormente al Sefer Yetzirah, è unanimemente considerato in quanto a struttura, contenuto e simbologia, la prima opera letteraria cabalistica nel senso proprio di questa espressione.
Nonostante l’importanza attribuitagli dagli studiosi, esso continua ad essere in tutto il mondo occidentale un testo molto poco conosciuto della letteratura cabalistica diversamente invece dai più blasonati Sefer Yetzirah e Sefer haZohar.

Introduzione ed importanza storica

Si tratta di un midrash (cioè una raccolta di affermazioni tratte da varie fonti) scritto verosimilmente verso la fine del dodicesimo secolo nella Francia meridionale da autore ignoto. Nel tempo sono state avanzate più ipotesi relative all'identità dell’autore: si sono fatti i nomi di Rabbi Nehuniah ben Hakana (in quanto menzionato all'inizio dell’opera) e di Isaac il Cieco ed altri ma nessuna ha avuto seguito.
L'importanza fondamentale che gli studiosi conferiscono al Sefer ha-Bahir, nell'ambito degli insegnamenti cabalistici, è da ascrivere al fatto che esso è l'unica testimonianza dello stato in cui si trovava la Cabala all'inizio della sua evoluzione, cioè quando non fu più appannaggio di ristrette cerchie di studiosi e un pubblico più ampio cominciò a venirne a conoscenza. Il libro, così come ci è pervenuto, è alquanto breve: consta infatti di solo circa 12.000 parole ed è scritto in un miscuglio di ebraico ed aramaico (con alcune espressioni e parole in arabo). La prima edizione su carta risale al 1651 ed è stata pubblicata ad Amsterdam.
Letteralmente Sefer ha-Bahir significa il libro (=Sefer) di bahir. Bahir può essere tradotto approssimativamente come chiarore, luminosità oppure luce fulgida. Il nome è dovuto alla presenza di una frase che, citando Gb 37,21, recita «Un versetto dice: Ora diventa impossibile la luce».
Un altro nome (forse ancora più diffuso di Sefer ha-Bahir) è Midrash Rabbi Nehuniah ben Hakana (cioè: il libro dei racconti del rabbino Nehuniah figlio di Hakana) in quanto l’opera esordisce proprio con questa frase.
Studi recenti sembrerebbero portare alla conclusione che il Sefer ha-Bahir sia un rifacimento di un altro libro che oggi è andato perso ad eccezione di alcuni frammenti: il Sefer Raza Rabba, di molto anteriore al primo.

Contenuto e peculiarità

Il testo non presenta una struttura letteraria e stilistica unitaria: esso è di difficile comprensione, sovente poco chiaro e alquanto frammentario; pur tuttavia alcune sue parti si caratterizzano per un particolare gusto e fascino descrittivo che gli conferisce un tratto unico nel suo genere.
Tra gli vari aspetti peculiari, ricordiamo:
è il primo testo nel quale le sefirot ricordano gli “eoni” gnostici cioè delle emanazioni di attributi divini (questa affinità del libro con il mondo della gnosi è a tutt’oggi argomento che interessa gli studiosi),
formula l’idea della trasmigrazione delle anime cioè di quella dottrina della reincarnazione che, a partire dal testo Sefer ha-Temunah, sarà conosciuta come ghilgul,
l’assenza di una chiara presa di posizione gli permette di conciliare anche impostazioni contrastanti,
appare, benché solamente in nuce, il concetto dell’albero delle sefirot bagnato dalle acque della Sapienza,
il termine Ein-Sof (cioè l’infinito) quale attributo di Dio non appare mai.

Struttura

Si compone di 200 versetti strutturati in cinque sezioni:
il primo (versetti 1-16) contiene dei commenti relativi al racconto della creazione (in particolare sul libro della Genesi)
il secondo (versetti 17-44) si concentra sulla simbologia dell’alfabeto ebraico
il terzo (versetti 45-122) tratta delle "sette voci", dei nomi di Dio, della reincarnazione e delle sefirot
il quarto (versetti 124-193) analizza nel dettaglio le dieci sefirot
il quinto ed ultimo (versetti 194-200) discute i misteri dello spirito.

Sefer ha-Zohar



Sefer ha-Zohar (il Libro dello Splendore) o semplicemente Zohar (in ebraico זהר Zohar "splendore") è il libro più importante della tradizione cabalistica.

Il termine Zohar è un termine generico che serve da titolo a un corpus letterario composito la cui redazione comprende più decenni.
In realtà, questo titolo non indica altro che la parte principale del testo. Secondo molti accademici moderni l'autore dello Zohar fu Mosè di Leon, intellettuale ebreo del XIII secolo che, prima del Sefer ha-Zohar, aveva redatto alcune opere in ebraico. Secondo questa ipotesi, Mosè fece ricorso alla lingua aramaica per far credere che l'opera letteraria appartenesse all'eminente saggio tamuldico del II secolo Shimon bar Yohai; teoria, quella di attribuire la paternità del testo a quest'ultimo Rabbino del Talmud, più fedele alla dottrina tradizionale della religione ebraica.
Secondo l'ipotesi accademica moderna lo Zohar fu redatto (a quanto si presume) in Castiglia verso il 1275, in un artificioso aramaico letterario, sotto forma di un commentario al Pentateuco e con alcune appendici (commento al Libro di Rut e al Cantico dei Cantici), e rappresenta il compendio, la «summa» delle dottrine cabalistiche medievali, annoverando una ventina di testi diversi. In esso si ritrova la teoria delle dieci «Sefirot», quella dei quattro mondi, e l'altra della funzione preponderante che l'animo umano può esercitare nell'economia generale dell'universo. È un linguaggio antropomorfico, regolarmente adoperato nell'esposizione delle dottrine: l'elemento creatore è il maschio, il Padre che nel mondo delle Sefirot corrisponde alla grazia e alla bontà; esso genera l'elemento recettivo, che è la femmina, la Madre, e corrisponde alla giustizia e alla collera; dalla loro unione nasce il Figlio o Mediatore che produce la pietà e la salvezza. Lo Zohar spesso detto «santo», ebbe nel mondo ebraico una diffusione straordinaria, quasi pari a quella della Bibbia; soltanto nel secolo XVII si delineò contro di esso una reazione parte di alcuni rabbini, che temevano la sua strumentalizzazione da parte di sette eretiche.

Lo scopo al quale mira lo Zohar è puramente spirituale:
«
CITAZIONE
Il libro «Zohar» riflette la luce della Madre suprema, fonte della penitenza. Gli israeliti che studieranno questo libro gusteranno l'albero di vita e non avranno più bisogno di essere messi alla prova. Zohar libererà in modo miracoloso Israele dall'esilio, e così si attueranno le parole della Scrittura: "Il Signore solo sarà sua guida, né vi sarà con lui Dio forestiero". In tale epoca Israele non dipenderà più dell'Albero della conoscenza del bene e del male; non sarà più sottomesso alla legge che stabilisce ciò che è permesso e ciò che è proibito, ciò che è puro e ciò che è impuro; perché la nostra natura ci deriverà dall'Albero della vita, e non vi saranno più né domande per parte dei cattivi né controversie suscitate dagli impuri, verificandosi ciò che sta scritto:" Io farò sparire lo spirito impuro dalla superficie della Terra." »

Lo Zohar contiene anche alcuni inni religiosi:
CITAZIONE
« All'alba, la luce della candela cede il posto a quella del giorno: domina la potenza detta mattino e spezza il dominio della potenza detta sera. Quando si manifesta questo grado detto mattino, all'orizzonte dell'Eden appare una colonna, che proietta una luce di tre colori, simili alle sfumature della porpora. Dalla colonna esce un ramo sul quale tre uccelli cinguettano lodi al Signore. Uno canta:" Lodate il Signore. voi che siete i suoi servitori; lodate il suo nome". Il secondo:" Benedetto il nome del Signore, ora e in tutti i secoli". Il terzo:" Lodato sia il nome del Signore, dall'alba al tramonto." Poi echeggia una voce che dice:" Radunatevi, Santi superiori, voi che lodate il vostro Signore, e intonate l'inno del giorno, per separare così il giorno dalla notte." Felice la sorte di colui che nelle ore della notte si consacra allo studio della Torah e già è desto nell'ora mattutina, stabilita per la preghiera. »

Lo studio dello Zòhar

Lo studio dello Zohar è paragonato ad un assaggio dall'Albero della vita in particolar modo in quanto sostegno per lo studioso per la rivelazione della Sefirah Binah. I Maestri insegnano come il miglior momento per il suo studio sia dalla mezzanotte, quando vengono aperti più facilmente i Cancelli celesti e la porta del Cielo e possibilità più ampia per il tikkun. Si ritiene inoltre che chi, del popolo d'Israele, studia lo Zohar abbia la possibilità di non essere colpito dai danni dell'esilio. Studiare lo Zohar è sentire la presenza divina ed essere pronti all'esperienza interiore, fino a trasportare la coscienza in una rivelazione mistica.
Il libro giunge a seguito di una tradizione che comprende cinque parti:
la tradizione narrativa dell'Haggadah attraverso il Talmud e il Midrash, ma anche i racconti, le massime e le parabole dei Rabbini
la tradizione normativo-legale dell'Halakhah
la tradizione liturgica che si allarga dalla precedente trasformando la preghiera in poesia
la pratica mistica della Merkavah
la tradizione magico-speculativa che ruota attorno al Sépher Yetziràh
e che si è trasmessa attraverso i cabalisti con i loro segreti: dal Bahir e i vari rabbi Abraham Ben David di Posquières, suo figlio Isaac il cieco, Moshe ben Nahman, Jonah Gerondi, e altri tra i circoli di Provenza, Catalonia, Castiglia (dove pare fu composto lo Zohar) e la città di Gerona il risultato finale della cui ricerca era la restaurazione dell'unità divina attraverso la congiunzione armonica delle Sefirot e la rivelazione (che è anche nascondimento) della Shekhinah (che qualcuno intendeva coincidesse con Israele stessa).
Lo Zohar, di circa 1.700 pagine, è diviso in 3 sezioni (su Genesi, su Esodo e la terza sui restanti tre libri della Torah, alle quali si aggiunge una quarta parte recuperata da omissioni precedenti e con commenti a Rut, Echa e al Cantico dei cantici. In alcune edizioni fanno parte del libro anche il Tiqquney Zohar (70 modi di commento ai versi d'apertura del Libro della Genesi) e lo Zohar Hadash (o nuovo Zohar) o altri brevi testi tutti di commento "amoroso" verso la Torah intesa meno come testo e più come presenza viva da corteggiare dinamicamente perché riveli i suoi segreti, l'ultimo dei quali non si potrà conoscere prima del tempo messianico.
Il libro racconta di Shimon bar Yohay e dei suoi 8 allievi che si sostengono e si fanno compagnia raccontandosi avventure, vagabondaggi e incontri con altri maestri e strane figure, come di fatto succedeva nei circoli medievali di iniziati alla Cabala. L'ambientazione storica è però evitata e si parla di alberi, strade e giardini piuttosto che di case e sinagoghe come luoghi d'incontro (questo fece dire allo Scholem che fosse una specie di "romanzo mistico"). Due incontri vengono però tenuti in stanze speciali dell'assemblea: l'Idra Rabba, o grande Idra, e l'Idra Zuta, o piccola Idra: nel primo tre dei nove studiosi muoiono di estasi e nel secondo, anni più tardi, sette studenti si raccolgono attorno al letto di morte del maestro.
Nonostante il suo materiale mitico e filosofico non sia sitematico, si possono cogliere alcuni nuclei tematici:

  • .l'origine dell'universo naturale e la creazione divina o l'emergenza delle sephirot dall'Ein Sof

  • .collegato con il precedente, atto creativo di Dio e Mondo Superiore

  • .il potere della parola divina e la permutazione delle lettere dell'alfabeto ebraico

  • .la relazione tra i mondi e il sistema gerarchico tra i palazzi (heikhalot)

  • .l'anima e il Tempio di Gerusalemme come microcosmi dell'universo

  • .le tre parti dell'anima: nefesh (sé), ruaḥ (spirito) e neshamah (respiro), in qualche modo parallele a Malkut, Tif'eret e Binah (tre sefirot)

  • .il corpo umano, che riflette l'immagine divina, ne è veicolo per la sua Gloria

  • .l'innegabile presenza del male come tensione opposta alla visione dell'unità armonica delle sefirot e come illusione, ignoranza e distanza dalla luce divina

  • .il cosmo e l'anima come campo di battaglia tra forze opposte, la battaglia finirà alla fine del tempo

  • .l'altro lato (sitra aḥara), come serie di impurità o qelippot (vento in tempesta, nuvola sterminata, fuoco intermittente e nogah (נוגה) o misteriosa brillantezza) che si scatenano quando non c'è bilanciamento tra i mondi

  • .la Torah, scritta, orale e rivelata attraverso l'interpretazione, come rete di lettere d'origine divina e sede di contemplazione

  • .la Torah si rivela a ogni generazione, come voce incessante

  • .le 613 mitzvòt discusse come equalmente ed eternamente valide, e come campo di esercizio della lealtà umana verso Dio

  • .i 613 precetti in due categorie: quelli tra essere umano e Dio (assimilabile alle preghiere) e quelli interpersonali tra essere umano ed essere umano

  • .i 613 precetti come strumenti per l'unione armonica delle sefirot, dacché le azioni dell'uomo (incluso i riti e il rispetto delle festività) hanno un impatto diretto su Dio

  • .i 613 precetti (248 obblighi e 365 divieti) come intero organico parallelo al corpo umano

  • .il servizio sacerdotale, la lettura pubblica della Torah e la preghiera come dovere da tramandare

  • .i giusti (Zaddik) che sostengono il mondo con il loro merito


Sépher Yetziràh



Sépher Yetziràh (ebraico: ספר יצירה, "Libro della formazione") è il titolo del più importante libro esistente su esoterismo ebraico.
Il Sépher Yetziràh è dedicato alle speculazioni riguardo alla creazione del mondo da parte di Dio. L'attribuzione al patriarca biblico Abramo, testimonia l'alta stima di cui tale opera godette per secoli. Questa opera era seconda solo al Talmud nell'ambito della formazione culturale ebraica ed è uno dei testi più antichi e misteriosi della tradizione cabalistica. Pur essendo formalmente un manuale di meditazione, è stato considerato anche come ricettario per la creazione di un Golem e qualcuno persino sostiene che a questo libro facciano riferimento i passi biblici e talmudici relativi alla trasmutazione mistica delle lettere a scopo creativo.

Manoscritti

Del Sefer Yetzirah esistono diverse versioni, le cui principali sono:

  1. la versione corta, di circa 1300 parole;

  2. la versione lunga, di circa 2500 parole;

  3. la versione di Saadia, assai più breve ma divisa in 8 capitoli

  4. la versione di Gra, ovvero Eliahu ben Shlomo, Gaon di Vilna (1720-1797), di circa 1800 parole


Le differenze concettuali tra le versioni sono tuttavie minime. Per quanto le varie versioni siano divise in 5, 6 o 8 parti, concettualmente il libro si occupa di 4 argomenti:

  • le Sephirot;

  • le lettere dell'alfabeto (e il loro uso in ambito meditativo);

  • le tre divisioni principali delle lettere ebraiche in madri, doppie e semplici (e la relativa ripartizione astrologica);

  • le idee più misteriose (e secondo alcuni successive) di asse, ciclo e cuore.


Nel XIII secolo, Abraham Abulafia è attestato come il primo che conosca entrambe le versioni corta e lunga. Nel X secolo Shabbetai Donnolo, autore del commentario Sapher Hackmonì, analizza la versione lunga.
Saadia Gaon riorganizzò la versione lunga per i suoi commentari sull'opera Sefer Yetzirah, oggi detti versione di Saadia. Fu lui il primo, almeno nelle versioni a stampa, che ne attribuì la paternità ad Abramo. Altri dicono che Abramo non fosse solo, ma con Sem, figlio di Noè, o con Melchisedec (che d'altra parte la tradizione tende a identificare con Sem).
Nel XVI secolo, l'Ari (ovvero il rabbino Isaac Luria) riorganizzò il testo per armonizzarlo con lo Zohar, e nel XVIII secolo, il Gra (ovvero il Gaon di Vilna) lo riorganizzò nuovamente: questa versione è detta versione di Gra.
La datazione comunque rimane incerta. David Castelli e Gershom Scholem lo fanno risalire al I secolo, Louis Ginzberg al III secolo, Hermann L. Strack al VII secolo e Heinrich Graetz addirittura al IX secolo. La più antica versione a stampa è quella di Mantova del 1562. La prima versione in lingua italiana è del 1923, nella traduzione di Savino Savini

Nuclei tematici

  • .le lettere ebraiche come i 32 sentieri mistici della conoscenza, o anche stati diversi di coscienza

  • .le tre divisioni (testo, sepher: ספר; numero, sephar: ספר; e comunicazione, sippur: סיפור) come qualità, quantità e maniera d'uso delle lettere, ovvero "universo" (spazio), "anno" (tempo) e "anima" (spirito)

  • .le dieci Sephirot: Keter, Hokmah, Binah, Hesed, Geburrah, Tif'eret, Nesah, Hod, Yesod e Malkut

  • .le 22 lettere come 3 madri (alef, mem, shin), 7 doppie (bet, gimel, dalet, kaf, peh, resh, tav), e 12 semplici (le altre)

  • .le 10 dita delle mani come due serie di 5 dita opposte

  • .il futuro è immaginabile solo a parole, e solo in base al passato

  • .la fine è inglobata nell'inizio in un cerchio che più è largo più s'avvicina all'infinito, il quale coincide con un punto (l'assenza di pluralità)

  • .soffio א acqua מ fuoco ש sono paralleli a yud י heh ה vav ו

  • .le 22 lettere come un muro di cinta con 231 cancelli

  • .sono 7 i pianeti che regolano le forze come angeli e che aprono le porte allo spirito:

    • .Saturno, pace, venerdì, narice sinistra, resh ר

    • .Giove, grazia, sabato, bocca, tav ת

    • .Marte, benessere, lunedì, orecchio destro, gimel ג

    • .Sole, seme, martedì, narice destra, dalet ד

    • .Venere, vita, mercoledì, occhio sinistro, kaf כ

    • .Mercurio, dominanza, giovedì, orecchio sinistro, peh פ

    • .Luna, sapienza, domenica, occhio destro, bet ב


  • .sono 12 i mesi, le qualità, le tribù, gli elementi dello Zodiaco, le case, le direzioni dell'esilio e i confini dell'universo:

    • .Nisan, discorso, tribù di Giuda, Ariete, casa della vita, piede destro, heh ה

    • .Iyar, pensiero, tribù di Issachar, Toro, casa della proprietà, rene destro, vav ו

    • .Sivan, movimento, tribù di Zabulon, Gemelli, casa dell'attrazione, piede sinistro, zayin ז

    • .Tamuz, vista, tribù di Ruben, Cancro, casa degli antenati, mano destra, chet ח

    • .Av, ascolto, tribù di Simeone, Leone, casa dei discendenti o eredi, rene sinistro, tet ט

    • .Elul, azione, tribù di Gad, Vergine, casa della salute, mano sinistra, yud י

    • .Tishrì, coito, tribù di Ephraim, Bilancia, casa dell'amore sessuale, cistifellea, lamed ל

    • .Cheshvan, profumo, tribù di Manasseh, Scorpione, casa della morte, intestino, nun נ

    • .Kislev, sonno, tribù di Beniamino, Sagittario, casa del viaggio, pancreas, samekh ס

    • .Tevet, rabbia, tribù di Dan, Capricorno, casa del governo, fegato, eyin ע

    • .Shevat, gusto, tribù di Aser, Acquario, casa degli amici, stomaco, tzadi צ

    • .Adar, ridere, tribù di Naftali, Pesci, casa dei nemici, milza, kuf ק




Edited by Matrona Malice - 22/6/2011, 22:39
 
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