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La messa nera

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view post Posted on 26/12/2011, 15:37     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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La messa nera fu, inizialmente, un semplice episodio del sabba e, più precisamente, la conclusione: solo successivamente divenne una cerimonia autonoma e completamente diversa. Il sabba era un raduno campestre, mitico più che realmente vissuto; la messa nera è una cerimonia reale, che si svolgeva in segreto. Signori e dame della nobiltà, che desideravano ottenere particolari favori dal Diavolo, gli offrivano questo rito in segno di omaggio: una parodia blasfema della messa, resa più sacrilega da un sacrificio umano e da un uso rituale della nudità femminile.

Il cerimoniale


Fu elaborato dall’abate Guibourg: si celebrava sul corpo di una donna nuda, su cui erano posati oggetti del culto; una seconda donna lo assisteva passandogli il bacino che conteneva l’offerta; iniziava la messa al canone, con il Te igitur; fra una consacrazione e l’altra, si faceva uno scongiuro ad Asmodeo e ad Astaroth; dopo l’oblazione, si leggeva un’invocazione per esprimere il desiderio della persona a favore della quale si celebrava il rito.
Guibourg celebrò le sue prime messe nere intorno al 1660, nella cantina della casa di un orefice, alla porte Saint-Bernard.

A casa della Voisin


Dal 1673, l’abate Guibourg celebrò a casa della Voisin. Fra le donne che prestarono il loro corpo, completamente nudo, per il rito sacrilego della messa nera, vi furono: la duchessa di Vivonne, che sperava in tal modo di provocare la morte di Colbert e di ottenere la riabilitazione di Fouquet; l’attrice Dupin, che desiderava che la sua compagnia di rue de Guénégaud fosse ufficialmente nominata compagnia teatrale del re; la contessa d’Argenton, madame de Saint-Pont, e tante altre.
L’abate Guibourg non riuscì più a celebrare tutte le messe che gli venivano richieste, e fu costretto a farsi aiutare da altri sacerdoti.

Il sesso e il diavolo


L’officiante cedeva talvolta alla tentazione che gli si offriva. L’abate Gilles Davot, cappellano della chiesa Bonne-Nouvelle confessò che, nel corso della cerimonia, aveva baciato le sue parti vergognose e che non era l’unico ad aver commesso simili atti. Questi gesti non erano tuttavia determinati da semplice libertinaggio: i partecipanti avevano infatti la sensazione di affrontare una prova terribile, per ottenere un risultato soprannaturale. L’abate Guibourg celebrò molte messe nere nelle cantine delle case di Parigi, perché coloro che vi abitavano credevano di scoprirvi, dopo il rito, tesori nascosti dal Diavolo, che in tal modo li avrebbe ricompensati della loro devozione.
Le cerimonie destinate a favorire le unioni amorose, come le messe a contrario, celebrate dall’abate De shayes a casa della Lemaire, in rue Saint-Nicaise, e quelle in cui l’abate Lepreux consacrò come ostie dei colubri, per ottenere un segreto incantesimo d’amore, erano altrettanto lugubremente drammatiche. Le donne che temevano di dannarsi prestando il loro corpo al rito sacrilego, si facevano sostituire: l’abate Mariette celebrò la messa sul corpo di dame Anne, nella sua camera, alla presenza della contessa di Polignac, che aveva ordinato la messa nera per provocare la morte del conte di Polignac e di Mademoiselle de la Vallière.

Orge e infanticidi

Una messa orgiastica celebrata da Dreux riunì, una notte, Madame de Lusignan, la Chappelain, la Froger, Boucher e un sacerdote che, radunatisi in un bosco, si spogliarono rimanendo completamente nudi, commisero atroci oscenità e atti sacrileghi, servendosi anche di un cero pasquale che avevano portato con loro. Ma la cosa più atroce fu che l’abate Guibourg, per rendere più intensa l’efficacia del rituale, ricorse all’infanticidio. Prima dell’invocazione, uccise un bambino il cui sangue venne raccolto nel calice, mentre le viscere furono conservate. Guibourg usava spesso neonati che la madre stessa offriva al Diavolo, come fece Méline prima di partorire, che scrisse su una pergamena «un patto con cui donava suo figlio ad Astaroth e accettava che egli ne prendesse possesso nell’istante stesso in cui sarebbe venuto al mondo». Anche la duchessa di Vivonne, che era incinta di tre mesi e mezzo, quando abortì con l’aiuto della Voisin, dedicò, con un giuramento scritto, il suo feto al Diavolo, sempre nella speranza di ottenere la morte di Colbert.



Un ringraziamento a Stefano Torselli

 
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