Un Mondo Accanto

Scritti alchemici

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view post Posted on 26/12/2011, 15:46     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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La letteratura alchemica è tra le più affascinanti del pensiero occulto dove segreti, teorie e intuizioni si legano creando un mondo magico e di speranza nell’ignoto.

La storia che narra la preparazione della Grande Opera è tradizionale, e si vale generalmente di due personaggi, il Re e la Regina, che non hanno nulla di umano. Quando nella narrazione si afferma il Re è nato, significa che il composto è animato e sta vegetando.

Nelle operazioni si usano vari simboli animali e in particolare un leone, il cui significato cambia, in base al suo comportamento e al suo colore: il leone che divora un’aquila rappresenta la fissazione del volatile; il leone verde è il mercurio filosofale, o la tintura di vetriolo, o l’uovo ermetico; il leone rosso è la tintura dell’oro, l’elisir che ha raggiunto il rosso perfetto.

Metafore

Questa elaborata costruzione di metafore non ha nulla di arbitrario: un libro che può sembrare barocco o manierista è stato in realtà approfonditamente studiato e analizzato da dotti alchimisti, in laboratorio, attenti a cogliere il messaggio in codice che un collega vi aveva deliberatamente occultato. L’alchimia è una scienza che si cela dietro l’apparenza di un gioco.

I testi sono ricchi di simbolismo erotico, evocano diverse forme del matrimonio filosofale, come l’unione che si verifica fra il Sole e la Luna. La Grande Opera stessa è paragonata a uno Sposalizio di cui si deve preparare accuratamente la cerimonia. Un erotismo incestuoso del fratello con la sorella, del padre con la figlia, della madre con il figlio simboleggiano la generazione di un ermafrodito.

Gli autori di testi alchemici usano infinite e suggestive espressioni metaforiche: il lupo grigio è l’antimonio; il sangue del drago, la tintura d’antimonio; la figlia dal grande segreto, la pietra che ha raggiunto il bianco perfetto; i fratelli storpiati, i metalli imperfetti o vili; le ombre cimmerie, i vapori che si innalzano dalla putrefazione.

Indossare la camicia azzurrina significa fare la proiezione dell’elisir perfetto, bianco o rosso, su un metallo fuso. Esistono anche espressioni molto semplici che hanno un doppio significato: l’acqua di mare rappresenta l’azoth che sbianca l’ottone. Il sole è l’oro, ma il sole dei filosofi è il fuoco. Parole bizzarre sono nel vocabolario alchemica: adrop (materia della grande arte), adraragi (zafferano comune), ebimezeth (materia filosofale che ha raggiunto il nero assoluto), affragar, termine controverso dai lessicologi (minio o verderame).

Proverbi alchemici


Vengono dati consigli sotto forma di singolari proverbi: Non mangiare il figlio la cui madre abbia un mestruo abbondante (abbi cura che non vi sia più acqua che fuoco naturale); Sono necessarie sette aquile per combattere il leone (bisogna che il mercurio sia sublimato ed esaltato sette volte). Alcune raccomandazioni sono deliberatamente fuorvianti: Mettete dell’acqua viscosa per lavare e sbiancare l’ottone.

Richiami mitologici

Numerose sono le allusioni alla mitologia classica, in quanto gli alchimisti ritenevano che gli antichi avessero celato nei loro miti, in particolare in quelli del Minotauro e delle fatiche di Ercole, le loro conoscenze alchemiche. Libois ha scritto un’enciclopedia in cui intende dimostrare che i miti greci e latini rivelano le operazioni della Grande Opera. Quando Vulcano, per esempio, avvolge in una rete di bronzo Marte e Venere che giacciono nello stesso letto egli interpreta: “Tutto il racconto indica semplicemente il passaggio dalla “albedo” alla citrinità e da questa alla ruggine di ferro, attribuita al dio Marte che copre Venere”. L’espressione Vulcano lunatico designa il fuoco naturale; le vele nere con cui Teseo ritornava ad Atene, le pellicole nere che compaiono dopo il congelamento dell’elisir.

Semplificazione dei testi


Verso la fine del XVII secolo si sarebbero usati gli stessi simboli, ma senza più sentire la necessità di ammantarli di finzioni e complesse metafore. L'"Introitus aperru ad occlusum regis palatium di Ireneo Filalete, pubblicato nel 1667 da John Langius, è un saggio didascalico in cui sono presenti alcune metafore, come le colombe di Diana che guariscono un cane rabbioso, e vari consigli formulati in termini simbolici.

Limojon de Saint-Didier, scrittore del periodo di Luigi XIV, nella sua Lettre d’un philosophe sur le secret du Grand Oeuvre (1686), dichiarò che non ci si doveva più esprimere per enigmi e con metafore oscure. Ma nel Triom phehermétique (1699), nonostante le sue affermazioni, pubblica un emblema inciso che contiene in sintesi tutta la filosofia ermetica, e racconta un apologo che ha per argomento una disputa che l’Oro e il Mercurio ebbero con la Pietra dei filosofi.

La Pietra scoppia a ridere, udendo gli argomenti dell’Oro e del Mercurio che, furibondi, si scagliano su di lei: si accende un combattimento. La nostra pietra esibisce le sue forze e il suo valore, li combatte entrambi, li vince, li dissipa e li inghiotte uno dopo l’altro in modo che non rimanga alcun indizio che possa far capire ciò che essi sono divenuti.

Un ringraziamento a Stefano Torselli


Edited by demon quaid - 15/5/2016, 13:48
 
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