Un Mondo Accanto

Ancora Dinosauri, divisi per periodi in cui sono vissuti.

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view post Posted on 11/4/2012, 18:40     +1   -1
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Prima dei Dinosauri



Eurypterida





Gli euripteridi (Eurypterida) o gigantostraci, noti anche come scorpioni di mare, sono un gruppo estinto di artropodi merostomi, tipici dei mari e delle acque dolci del Paleozoico.


Gli “scorpioni di mare”



I più grandi tra gli euripteridi (ad esempio Pterygotus) superavano i due metri di lunghezza, e sono tra gli artropodi di dimensioni maggiori (con la possibile eccezione del “millepiedi” Arthropleura). Le dimensioni di molti euripteridi, comunque, si aggiravano sui 20 centimetri di lunghezza. La maggior parte di questi animali erano predatori di pesci primitivi; probabilmente si originarono nel Cambriano (circa 510 milioni di anni fa), diversificandosi nell’Ordoviciano e nel Siluriano. Si estinsero solo nel Permiano, circa 260 milioni di anni fa. Nonostante siano conosciuti come “scorpioni di mare”, gli euripteridi vissero principalmente in acque dolci (anche se alcune forme primitive abitavano i mari) e non erano affatto scorpioni, nonostante appartenessero al gruppo dei chelicerati. Il più noto tra gli euripteridi è Eurypterus, descritto nel 1825 da James Ellsworth DeKay; lo zoologo riconobbe la natura di artropodo del fossile; nel 1984 la specie Eurypterus remipes divenne fossile simbolo dello stato di New York.

Descrizione



Gli euripteridi solitamente possedevano un carapace grande, piatto e semicircolare, seguito da un corpo diviso in dodici segmenti; ognuno di questi segmenti erano ricoperti da una placca dorsale nota come tergite, e da una placca ventrale denominata sternite. La coda, nota come telson, era generalmente lunga e sottile, terminante in un aculeo; alcune specie potrebbero aver utilizzato il telson acuminato per inoculare veleno nelle vittime, come gli scorpioni attuali; in ogni caso, non vi sono prove certe che gli euripteridi fossero velenosi. Alcuni euripteridi (Slimonia, Pterygotus) possedevano telson allargati e piatti.

La maggior parte degli euripteridi aveva zampe appiattite simili a pagaie, utilizzate per spostarsi nell’acqua. Alcuni studiosi ipotizzano che queste strutture fossero utilizzate anche per scavare. Oltre al paio di pagaie, gli euripteridi possedevano quattro paia di zampe articolate, utilizzate per spostarsi sul fondale, e due grandi appendici artigliate nella parte frontale del capo, note come cheliceri. Le zampe erano dotate di strani “peli”, simili a quelli dei granchi odierni. Altre caratteristiche condivise con gli altri artropodi includono un paio di occhi composti e un altro paio di occhi più piccoli, noti come ocelli, posti in mezzo agli altri due più grandi.

Le zampe di molti euripteridi erano di grosse dimensioni, e dovevano permettere loro non solo di strisciare sul fondale marino, ma anche di camminare sulla terraferma, in modo simile ai granchi attuali. Studi funzionali suggeriscono che gli euripteridi usavano le sei zampe per spostarsi sulla terra. Alcune specie potrebbero essere state anfibie ed essere state in grado di vivere sulla terraferma almeno per parte del loro ciclo vitale; questi euripteridi potrebbero essere stati capaci di respirare sia nell’acqua che nell’ambiente aereo.

Dimensioni



Tra i più grandi scorpioni marini vi era Pterygotus, un artropode dalle dimensioni di un coccodrillo. I fossili di questa forma sono relativamente comuni, ma esemplari completi sono rari. Con una lunghezza di poco eccedente i due metri, si ritene che lo pterigoto sia il più grande artropode mai esistito, insieme al “millepiedi” Arthropleura. Nel 2007 sono stati rinvenuti resti di una chela di 46 centimetri appartenente alla specie Jaekelopterus rhenaniae (specie già descritta nel 1914), ad indicare un euripteride lungo oltre due metri e mezzo.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:49
 
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Coelacanthus





Il Coelacanthus è stato considerato da molti l’avvenimento criptozoologico del XX Secolo anche se in questo caso si tratta di una riscoperta di un pesce che si credeva estinto da migliaia di anni. Nella riscoperta del Coelacanthus gioca una buona parte la fortuna, assistente principale nella maggior parte delle scoperte criptozoologiche. Nel 1839 viene individuato per la prima volta un fossile di Coleacanthus in Inghilterra dal naturalista Louis Agazzis e da allora entra nell’elenco degli animali preistorici estinti. Ma nel 1938 questo pesce-fossile regala una sorpresa al mondo: Marjorie Courtenay Latimer è una curatrice di un piccolo museo di storia naturale di East-London, nel Sudafrica. Era amica del capitano del Nerine, Hendrick Goosen, che di ritorno dalle sue battute di pesca era solito portare all’amica qualsiasi cosa particolare avesse attirato la sua attenzione.

Il 23 Dicembre 1938 il capitano Goosen, attraccato al porto, vide la singora Latimer che lo attendeva per i saluti e gli auguri di Natale. Si scambiarono amichevolmente gli auguri quando la Latimer notò una strana pinna blu spuntare dal mucchio dei pesci pescati. Rimossi gli altri pesci a Marjorie si presentò un pesce lungo un metro e mezzo, pesante 57 chilogrammi con una corazza blu-argentea che ricopriva tutto il corpo. La Latimer venne però colpita in modo particolare dalla conformazione delle pinne: infatti erano unite al resto del corpo da peduncoli muscolari che le rendevano molto simili a zampe. Allora la Latimer inviò uno schizzo al Professor Smith, ittiologo dell’Università della Rhodesia che quando vide lo schizzo non credette ai propri occhi: si trattava di un esemplare di Coelacanthus, un pesce preistorico ritenuto estinto circa 60 milioni di anni prima! Smith si recò sul posto dove potè verificare dal vivo la sensazionale scoperta anche se lo stato di conservazione del pesce era decisamente non perfetta. Smith, eccitato dalla scoperta e deciso a catturarne un esemplare vivo per studiarne meglio le caratteristiche, stampò migliaia di volantini che riportavano l’immagine del pesce e offrì una ghiotta ricompensa a chiunque gli avesse consegnato un esemplare vivo. La pesca della ricoperta del Coelacanthus avvenne nel 1952 al largo delle Isole Comore da parte de pescatore Ahmeid Hussein. Il pescatore portò lo strano pesce pescato al mercato del paese ma fortunatamente un suo amico aveva visto il disegno sui volantini di Smith e consegnò il pesce al Professore.

Da allora ne vennero pescati altri esemplari ma il più famoso, tutt’ora conservato, fu pescato sempre al largo delle Isole Comore nel 1953. E’ un bellissimo esemplare di un metro e trenta per 39 chilogrammi di peso. In onore della “scopritrice” il pesce venne ufficialmente chiamato Latimeria Chalumnae. Ancora più stupore e curiosità ha destato il luogo di ritrovamente del pesce-fossile: siccome i ritrovamenti sono stati concentrati al largo delle Isole Comore e del Mozambico, si stima che i fondali di quel tratto di mare siano probabilmente rimasti intatti fin dal Permiano. Se questa teoria fosse vera, è allora possibile che altre forme di vita marine ritenute estinte si siano conservate in questo particolare tratto di mare. Dunque l’idea che vi sia una zona di mare ancora tutta da scoprire ed analizzare con caratteristiche da “mondo perduto” come nel romanzo di Conan Doyle non è affatto utopistica ma probabilmente nel futuro ci aspettano moltissime altre scoperte sensazionali.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:50
 
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Dunkleosteus





Il Dunkleosteus era un placoderma, vertebrato primitivo simile, ma non imparentato con gli attuali pesci, vissuto durante il Devoniano, circa 370 milioni di anni fa, in Nordamerica ed in Europa. La caratteristica più impressionante di questo animale sono le dimensioni: le stime sono molto variabili, andando da 8 a circa 10 metri di lunghezza ed un peso che va da 3 a 7 tonnellate. Diverse caratteristiche di questo animale, tra le quali la dentatura, lo fanno ipotizzare come un attivo predatore. Il nome Dunkleosteus significa ossa di Dunkle (dal nome dello studioso che lo descrisse per primo).

Anatomia



La testa ed i primi tre metri del corpo del Dunkleosteus erano coperti da placche ossee molto dure, mentre la parte posteriore e la coda non erano corazzate. Questo animale aveva una speciale articolazione nella corazza tra la testa ed il torace, che probabilmente serviva ad incrementare l'angolo di apertura della bocca. Le mascelle del Dunkleosteus erano dotate di piastre gnatali, strutture simili a spessi e aguzzi denti e di funzione chiaramente analoga.

L'era dei pesci



Il Dunkleosteus visse nei mari durante il Devoniano, un periodo geologico che iniziò circa 408 milioni di anni fa. Conosciuto anche come "l'era dei pesci", il Devoniano vide l'apparizione e l'evoluzione di una gran varietà di pesci. Il Dunkleosteus faceva parte dei Placodermi, un antico gruppo di pesci dotati di denti e di pinne appaiate. La maggior parte degli studiosi ritiene che i Placodermi non siano gli antenati dei pesci attuali, ma un gruppo estintosi senza lasciare discendenti.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:50
 
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Coelurosauravus





Il celurosauravo (gen. Coelurosauravus) era uno strano rettile vissuto nel Permiano superiore (circa 250 milioni di anni fa), i cui resti sono stati rinvenuti in Europa e in Madagascar.
Indice

Il primo rettile volante



La caratteristica più insolita di questo animale dalle dimensioni simili a quelle di una grossa lucertola era data dalla presenza di ossa scollegate dalle costole, allungatissime e sottili. Probabilmente, queste ossa nell'animale vivo erano unite da un lembo di pelle e raggiungevano un'apertura di circa trenta centimetri (la lunghezza dell'animale era di circa quaranta centimetri). Le caratteristiche ossa permettevano all'animale di planare da un albero all'altro, per cacciare più efficacemente i piccoli insetti di cui si cibava. Inizialmente queste ossa furono scambiate per spine di pesce. Corretto l'errore, si pensò che fossero espansioni delle costole analoghe a quelle di alcune lucertole odierne. Studi successivi dimostrarono però che fossero del tutto scollegate dalle costole: una caratteristica non presente nei rettili odierni. Grazie a queste "ali" poteva planare da un posto all'altro. Questi brevi voli planati costituiscono il primo tentativo, da parte dei vertebrati, di sfruttare le vie aeree. Gli arti, forse, venivano tenuti distesi per aumentare la resistenza dell'aria e attutire la velocità di caduta. Una tecnica simile viene usata dall'odierno drago volante (gen. Draco) dell'Asia sudorientale, e nel Triassico venne "ricalcata" da altri animali simili a lucertole ma non strettamente imparentati con il celurosauravo, come l'Icarosaurus e il Kuehneosaurus. Le stesse strutture furono usate da un piccolo rettile cinese chiamato Xianglong zhaoi, vissuto però molti milioni di anni dopo, nel Cretaceo.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:51
 
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Dimetrodon





Il dimetrodonte (gen. Dimetrodon) era un tetrapode, vissuto nel Permiano inferiore (circa 280 -265 milioni di anni fa), i cui resti sono stati ritrovati in Nordamerica e in Europa. Spesso è confuso con i dinosauri, ma in realtà questo animale, vissuto molto tempo prima dei giganti del Mesozoico, appartiene al gruppo dei pelicosauri ed è posto sulla linea evolutiva che ha dato origine ai mammiferi.

Denti di due misure



Questo animale è molto noto, anche presso il grande pubblico, per la sua spettacolare "vela" dorsale. Era un superpredatore, tra i più grandi della sua epoca, e poteva raggiungere e oltrepassare i tre metri di lunghezza. Il corpo, lungo e robusto, era retto da quattro zampe forti e corte, poste ai lati del corpo e munite di artigli. Il cranio, alto e stretto, era dotato di mascelle poderose. Il nome dimetrodonte significa "denti di due misure" e si riferisce al fatto che il suo grande cranio possedeva due differenti tipi di dentatura: quelli frontali, adatti a tagliare, erano simili a incisivi, mentre gli altri, caniniformi, erano più acuminati che taglienti. Questa differenziazione della dentatura, generalmente sconosciuta tra i rettili e invece tipica dei mammiferi, è chiamata eterodontia.

Una "vela" per controllare il calore



La caratteristica più spettacolare del dimetrodonte era però la "vela" sul dorso, costituita da espansioni delle vertebre proiettate verso l'alto, unite da una membrana di pelle. La vela era usata probabilmente per la termoregolazione: l'area della superficie doveva permettere al dimerodonte di riscaldarsi o raffreddarsi in maniera più efficiente. Questo adattamento era fondamentale, perché poteva lasciare all'animale più tempo per cacciare le prede. Nel 1973 due ricercatori, Bramwell e Fellgett, calcolarono che un dimetrodonte pesante 200 chilogrammi avrebbe potuto tramutare la sua temperatura corporea da 26 °C a 32 °C in 205 minuti se fosse stato sprovvisto di una vela; con questa struttura, invece, il tempo si sarebbe ridotto a soli 80 minuti. In sostanza, la vela era un primo tentativo di controllare la temperatura corporea da parte di un animale terrestre. La vela, forse, era vivacemente colorata e poteva essere utilizzata nei rituali di accoppiamento. Da notare che non solo i suoi stretti parenti (gli sfenacodontidi) erano provvisti di strutture simili, ma anche un pelicosauro imparentato solo alla lontana ma contemporaneo del dimetrodonte, l'edafosauro (Edaphosaurus).

Specie



Il dimetrodonte era molto diffuso nel Permiano inferiore in Nordamerica: in Texas, in particolare, sono stati rinvenuti fossili di questo animale in gran numero, ma anche in Oklahoma, Ohio e Nuova Scozia. Sono state classificate molte specie di dimetrodonte, tra le quali le più note sono Dimetrodon loomisi, D. limbatus, D. grandis e D. natalis, distinte principalmente in base alla forma del cranio e alle dimensioni.



Recentemente è stato rinvenuto un esemplare di dimetrodonte anche in Europa, e in particolare in Germania; denominata Dimetrodon teutonis, questa specie era molto più piccola degli esemplari americani. Basti pensare che l'esemplare adulto di minori dimensioni delle faune nordamericane, D. natalis, doveva pesare circa 37 chilogrammi, mentre la specie europea non raggiungeva i 25 chilogrammi. Si pensa che questo "nanismo" fosse un adattamento a un habitat completamente terrestre, forse di altipiani, dove questo animale si nutriva di piccoli vertebrati e forse di grossi invertebrati.

Parentele con i mammiferi


Il dimetrodonte era un sinapside, e quindi imparentato con i mammiferi. I sinapsidi furono i primi tetrapodi a evolvere denti differenziati: mentre i rettili non riescono a masticare il cibo e inghiottono bocconi interi, i sinapsidi come il dimetrodonte svilupparono denti per tagliare la carne in pezzi più piccoli, in modo tale da ingerirli (e digerirli) più facilmente. Questi "denti di due misure", in seguito, diedero origine ai vari tipi di dentature presenti nei moderni mammiferi.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:52
 
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Diplocaulus





Il diplocaulo (gen. Diplocaulus) è un anfibio estinto, vissuto all'inizio del Permiano (circa 270 milioni di anni fa) in Nordamerica (Texas).

Una "salamandra - boomerang"



L'aspetto di questo animale era quello di una grossa salamandra con una testa a forma di boomerang. Il cranio era infatti fornito di due enormi processi laterali simili a corna incurvate e appiattite. Si pensa che questa strana struttura potesse migliorare il nuoto del diplocaulo, venendo usata come una sorta di "timone" nelle correnti. Il diplocaulo era lungo circa mezzo metro, ed era dotato di un corpo allungato, di zampe corte e di una coda lunga e appiattita lateralmente, usata con tutta probabilità come propulsore durante il nuoto. Probabilmente il diplocaulo era munito di branchie in età giovanile, caratteristica che poi veniva persa dall'animale adulto. Le prede preferite di questo strano animale dovevano essere i pesci, i crostacei e gli insetti che popolavano gli acquitrini e i laghi dell'epoca. Altri animali tipici degli stessi luoghi e dello stesso periodo erano i pelicosauri Dimetrodon ed Edaphosaurus, i primitivi amnioti Seymouria e Diadectes, e i tetrapodi simili ad anfibi Eryops e Platyhystrix. Sono riconosciute almeno tre specie di Diplocaulus: D. magnicornis, D. minimus e D. primus.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:52
 
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TRIASSICO



Coelophysis bauri





Il celofisio (Coelophysis bauri) era un piccolo dinosauro carnivoro vissuto negli Stati Uniti sudoccidentali nel Triassico superiore (circa 215 milioni di anni fa). È stato uno dei primi dinosauri ad apparire. Il nome significa "forma cava" (dal greco coelos - cavo e physis - forma) in riferimento alle sue ossa cave.

Un collo serpentiforme


Lungo fino a tre metri e alto in media poco più di un metro, il celofisio aveva una struttura leggera e agile fatta per la velocità. Lucertole, anfibi e insetti alati erano le vittime della sua attività predatoria.
Testa di Coelophysis

Per individuare e catturare la preda, il Coelophysis si serviva dei grandi occhi e del collo lungo e serpentiforme, sufficientemente flessibile per girarsi con rapidità; la testa era lunga e stretta e le mascelle contenevano denti piccoli, aguzzi e aghiformi, dai bordi seghettati.

Il Coelophysis si spostava velocemente sulle due agili e magre zampe. In modo simile a quello di un odierno gatto, questo rapido dinosauro predava tutto quel che si muoveva. Ciascuno degli arti anteriori, piuttosto corti (misuravano un terzo degli arti posteriori), terminava con quattro dita, tre delle quali funzionali e artigliate. Sono state rinvenute due forme di Coelophysis: una più gracile, l'altra più robusta. Probabilmente queste differenze rappresentano maschi e femmine di una stessa specie.

Differenze dai dinosauri primitivi



Vi sono molte differenze tra il celofisio e i dinosauri più primitivi, gli herrerasauridi. Principalmente, queste riguardano il cranio, dotato di finestre per ridurre il peso e più specializzato, e il corpo. Quest'ultimo possedeva una furcula (noto anche come "osso dei desideri"), presente in tutti i teropodi evoluti e negli uccelli. Coelophysis è il primo e più antico esempio di dinosauro in cui questo osso è stato rinvenuto.

Una specializzazione molto particolare del celofisio riguarda la coda, le cui vertebre erano stranamente dotate di strutture allungate che limitavano probabilmente il movimento in verticale. La coda poteva così funzionare per controbilanciare il peso corporeo. Questa semirigidità può essere paragonata a quella dei successivi tetanuri, nei quali la coda è irrigidita dai tendini ossificati (ad esempio nei dromeosauridi).

Un cimitero di dinosauri



Nel 1947 una spedizione nel Nuovo Messico (USA), capitanata da Edwin Colbert, fece una sensazionale scoperta. In una proprietà nota col nome di Ghost Ranch (“ranch fantasma”) vennero trovati centinaia di scheletri di Coelophysis, che giacevano gli uni sugli altri. La scoperta era particolarmente eccitante, perché riguardava Coelophysis di età e dimensioni differenti. Sembra che l’intero branco fosse andato incontro alla morte nel medesimo tempo. Ciò fa supporre che il decesso sia stato causato da un’improvvisa calamità, per esempio da una violenta inondazione che fece annegare gli animali, sommergendoli.

A Ghost Ranch si trovarono così tanti scheletri di Coelophysis che gli studiosi dovettero stare attenti a non confondere insieme ossa di esemplari diversi; molte delle ossa accatastate vennero da ultimo ricoperte in modo da separare esemplari perfettamente completi dal resto dei fossili; oggi possiamo vedere copie di questi scheletri in molti musei di storia naturale sparsi in tutto il mondo.

Dinosauri cannibali?


gli scheletri, inoltre, erano davvero troppo grandi per poter essere contenuti in un uovo o per passare attraverso le ossa

Nella cassa toracica di alcuni adulti si sono ritrovati resti di piccoli della stessa specie: all’inizio gli esperti pensarono che si trattasse di figli vicini alla nascita, ma non ancora venuti alla luce. Ma i dinosauri deponevano uova e non erano vivipari, perciò forse si trattava piuttosto degli avanzi di un ultimo pasto. Quedel bacino. Per quanto possa essere stata sorprendente, l’ipotesi che i Coelophysis non si nutrissero solo di piccole lucertole ma anche dei membri giovanissimi della loro stessa specie sembrò decisamente realistica.

Tuttavia, nonostante questa teoria sia stata più volte acclamata dalla maggior parte dei paleontologi, di recente è stata messa in discussione. L'accatastarsi delle ossa le une sulle altre, infatti, potrebbe aver portato Edwin Colbert e i suoi colleghi a ritenere di aver individuato resti di giovani esemplari nella cavità addominale degli adulti, quando essi potevano semplicemente essere stati "schiacciati" sotto un individuo più grande. In particolare, nel 2005 sono state rinvenute ulteriori prove che derivano dai contenuti dello stomaco fossilizzati in alcuni esemplari di celofisio. Queste recenti scoperte potrebbero aiutare a risolvere la diatriba.

Scoperte



I primi resti di Coelophysis vennero descritti da Edward Drinker Cope nel 1889, durante la cosiddetta "guerra delle ossa" con Othniel Charles Marsh. Un raccoglitore di fossili, David Baldwin, rinvenne le prime ossa frammentarie. Coelophysis bauri fu enominato così in onore di Baur, altro aiutante di Cope. Comunque, questi resti erano troppo frammentari per restituire una completa ricostruzione dell'animale. Nel 1947, poi, venne scoperta la famosa "fossa comune" di Coelophysis a Ghost Ranch. Uno dei numerosi scheletri ben conservati, quindi, rimpiazzò l'esemplare tipo precedente, basato su resti troppo scarsi. Dopo la scoperta di Ghost Ranch, numerosi altri esemplari vennero scoperti in Arizona, Nuovo Messico e forse anche in Utah, sia giovani che adulti. I depositi dove sono stati rinvenuti i fossili di celofiso datano dal tardo Carnico al primo Norico, nell'ambito del Triassico superiore.

Controversia tassonomica



Coelophysis è un genere tassonomico composto di una sola specie, C. bauri. Altre due specie furono descritte da Cope, C. longicollis e C. willistoni, ma non sono considerate valide e sono ritenute attualmente nomina dubia. La specie C. rhodesiensis, proveniente dal Giurassico inferiore dello Zimbabwe e originariamente descritta come Syntarsus rhodesiensis, è probabilmente una tarda specie di Coelophysis a tutti gli effetti. Nella tassonomia filogenetica, Coelophysis è trattato come clade all'interno dei celofisoidi.

Nei primi anni novanta vi fu un dibattito riguardante le caratteristiche diagnostiche del primo esemplare rinvenuto in confronto agli esemplari della cava di Ghost Ranch. Alcuni paleontologi erano dell'opinione che gli esemplari originali non fossero diagnostici, e così il nome C. bauri non potesse essere applicato a ulteriori ritrovamenti. Fu proposto, quindi, il nome Rioarribasaurus per i resti di Ghost Ranch. Dal momento, però, che i resti di Ghost Ranch erano noti in tutto il mondo come Coelophysis e sarebbe stato quindi molto scomodo per i ricercatori cambiare nome, fu sottoposta una petizione per trasferire l'esemplare tipo di Coelophysis dall'esemplare originale agli esemplari di Ghost Ranch.

Alla fine, la International Commission on Zoological Nomenclature (ICZN) votò per questa mozione. Il nome Rioarribasaurus, quindi, divenne un nomen rejectum e Coelophysis un nomen conservandum. Nel 1999, altri paleontologi suggerirono che l'esemplare tipo originale era riferibile a quello che era ritenuto essere un celofisoide appena scoperto, Eucoelophysis baldwini. Tuttavia, ulteriori studi hanno mostrato che Eucoelophysis è in realtà un ornitodiro basale, forse nemmeno un dinosauro, imparentato con l'enigmatico Silesaurus. Quindi l'esemplare originale di Coelophysis non può essere considerato appartenente ad Eucoelophysis.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:54
 
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Cynognathus





Il Cynognathus, il cui nome significa "mascella di cane", era un rettile terapside carnivoro lungo fino a 2 m, mentre in altezza non superava il ginocchio di un uomo adulto. I suoi resti sono stati trovati in rocce del Triassico inferiore-medio (circa 230 milioni di anni fa), in Argentina e in Africa meridionale. I rettili appartenenti a questo gruppo, per molti aspetti simili ai mammiferi, vissero durante il Triassico.

Somiglianze con i mammiferi



Il muso dei mammiferi di oggi, come il cane e il gatto, è provvisto di baffi che aiutano l'animale a percepire i movimenti nell'aria e a "sentire" gli oggetti. Ogni baffo, alla radice, presenta un piccolo vaso sanguigno e un nervo. I baffi, attraverso speciali fori, si inseriscono nelle ossa del muso dell'animale. Gli scienziati pensano che anche il Cynognathus fosse provvisto di baffi. Nel suo cranio, infatti sono stati ritrovati speciali fori simili a quelli dei mammiferi. Probabilmente, oltre ai baffi, il Cynognathus aveva la pelle, robusta e coriacea, ricoperta di un sottile strato di pelo o di pelliccia.
Respirazione

Gli animali a sangue caldo non cessano di respirare nemmeno quando mangiano, in quanto debbono continuamente mandare aria ai polmoni. Solitamente i rettili, invece, respirano fra un boccone di cibo e l'altro. Il Cynognathus era provvisto di due canali di respirazione separati: uno partiva dal "naso", l'altro dalla bocca. In questo modo esso poteva mangiare e contemporaneamente respirare, proprio come un mammifero.

Nutrizione



Il Cynognathus, come il lupo, era probabilmente un attivo predatore carnivoro. Quando cacciava, era in grado di muoversi rapidamente; le zampe, contrariamente a quelle di altri rettili più lenti, non si allungavano verso l'esterno, ma erano ripiegate sotto il corpo. I "gomiti" del Cynognathus erano rivolti all'indietro, mentre le "ginocchia" si flettevano in avanti, come le zampe del cane. Tutto ciò faceva di questo rettile un veloce corridore. Pur essendo abbastanza agile, il cynognato, dotato di zampe corte, non potrebbe competere con l'andatura aggraziata del Pastore Tedesco di oggi. Quando corrono, i cani si appoggiano sulle dita dei "piedi", mentre i "piedi" del Cynognathus, dotati di artigli, si appoggiavano direttamente sul terreno.
Cranio di Cynognathus

Cranio e mascelle



Il cranio del Cynognathus era lungo ed era collegato alle mascelle da robusti muscoli. Mentre apriva e chiudeva la bocca attorno alla vittima, con le mascelle il cynognato era in grado di bloccare la preda che, intrappolata, si dimenava nel tentativo di liberarsi. Le mascelle possenti gli servivano inoltre per lacerare la carne delle carcasse.
Dentatura

Come i mammiferi, le mascelle del Cynognathus erano dotate di denti di diverso tipo: anteriormente, per esempio, c'erano gli incisivi, di cui esso si serviva per strappare e masticare il cibo. Dietro agli incisivi, il cynognato aveva un paio di canini taglienti, o zanne, di cui si serviva per lacerare la carne delle prede. Un piccolo spazio separava le zanne da una fila di enormi molari posti in fondo alla bocca. Anche se il cynognato ingurgitava il cibo rapidamente non gli veniva il mal di stomaco. Infatti i molari tagliavano il cibo, riducendolo in piccoli bocconi, e lo masticavano rapidamente, rendendolo facilmente digeribile.

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Gracilisuchus stipanicicorum





Il gracilisuco (Gracilisuchus stipanicicorum) è un piccolo rettile arcosauro, vissuto nel Triassico medio (circa 225 milioni di anni fa) in Argentina.

Un piccolo antenato dei coccodrilli



Questo minuscolo animale, lungo una trentina di centimetri, è considerato un possibile antenato di quel grande gruppo di rettili (i crocodilomorfi) che diede in seguito origine ai coccodrilli. Il suo nome significa "coccodrillo gracile", e in effetti la corporatura di questo arcosauro primitivo era davvero esile. Il corpo sottile era retto da zampe posteriori allungate, mentre una snella coda controbilanciava il resto del corpo e la testa. Questa era di forma più o meno rettangolare, dotata di grandi orbite e di denti aguzzi. Il corpo possedeva una corazza relativamente leggera, costituita da una doppia fla di placche dorsali. Probabilmente le sue prede erano insetti e altri piccoli animali, checatturava correndo per il sottobosco, forse in posizione bipede.

Classificazione problematica



Dal momento della sua descrizione (avvenuta nel 1972), il gracilisuco è stato classificato in vari gruppi di rettili. A.S. Romer e Josè Bonaparte l'hanno considerato un ornitosuchide primitivo, mentre Brinkman un possibile crocodilomorfo. Benton & Clark, nel 1988, hanno proposto che Gracilisuchus fosse addirittura una via di mezzo tra i fitosauri simili a coccodrilli e gli aetosauri erbivori. Altri studiosi hanno ritenuto il gracilisuco un parente del grande Postosuchus, uno sfenosuco o addirittura un primitivo dinosauro. Attualmente si pensa che Gracilisuchus, insieme ad altre forme simili come Euscolosuchus e il leggermente più evoluto Erpetosuchus, possa rappresentare un possibile antenato dei veri crocodilomorfi.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:55
 
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Herrerasaurus ischigualastensis





L'herrerasauro (Herrerasaurus ischigualastensis) era un dinosauro primitivo vissuto in Sudamerica agli albori del Triassico superiore.
Indice

Un carnivoro di successo



Lungo dai tre ai quattro metri e alto più di un metro e mezzo, questo dinosauro carnivoro era sì di dimensioni considerevoli ma di certo non rappresentava uno dei massimi predoni del suo tempo, in quanto negli stessi luoghi frequentati dall'herrerasauro vivevano arcosauri primitivi davvero giganteschi, come il semiacquatico Proterochampsa o i rauisuchidi come Saurosuchus. La ragione del successo di un animale come Herrerasaurus era data con tutta probabilità da una caratteristica dei primi dinosauri, ovvero la bipedalità. L'herrerasauro, infatti, fu uno dei primi dinosauri carnivori, i teropodi, che successivamente invasero ogni parte del globo, Antartide compresa, divenendo l'ultimo anello della catena alimentare.
Descrizione

La corporatura di questo dinosauro era snella e robusta; il collo era moderatamente allungato e le zampe posteriori erano lunghe e potenti. Gli arti anteriori, dotati di mani a cinque dita fornite di potenti artigli, servivano ad afferrare le prede, che venivano poi ulteriormente ferite dai lunghi denti presenti nell'ampia bocca. Herrerasaurus conservava parecchie caratteristiche primitive nelle articolazioni e soprattutto nel bacino. Probabilmente le principali prede di Herrerasaurus erano i grossi e lenti rincosauri, strani rettili dotati di becco imparentati con gli arcosauri.

Resti fossili



L'herrerasauro è noto esclusivamente tramite alcuni scheletri parziali rinvenuti nella formazione di Ischigualasto risalente ala prima parte del Triassico superiore. A questo dinosauro sono ascritti anche i generi Ischisaurus e Frenguellisaurus, in un primo tempo ritenuti forme distinte ma successivamente considerate varianti individuali di una stessa specie. Nella stessa formazione sono stati rinvenuti anche Eoraptor, forse il dinosauro più primitivo, e Pisanosaurus, il dinosauro ornitischio più antico.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:56
 
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Lystrosaurus





Il listrosauro (gen. Lystrosaurus) è un terapside erbivoro vissuto nel Triassico inferiore, circa 250 milioni di anni fa, in parti del mondo che attualmente corrispondono ad Antartide, India, Cina e Sudafrica.
Indice


Un "rettile - maiale"



Questo animale era molto comune, e faceva parte di un gruppo di animali, i sinapsidi, che comprendevano gli antenati degli attuali mammiferi. Molto spesso questo gruppo è chiamato "rettili-mammiferi". In particolare, il listrosauro era un dicinodonte ("due denti da cane"). I listrosauri erano animali dalla corporatura robusta e dal corpo simile a un barile, di taglia media e lunghi circa un metro. In sostanza, il loro aspetto ricordava alla lontana quello dei maiali, con zampe molto forti. I loro denti erano ridotti a due lunghe zanne sporgenti dalla mascella superiore, che formava una sorta di becco simile a quello delle tartarughe. Originariamente si pensava che il listrosauro fosse un animale semiacquatico, ma nuove prove hanno condotto a pensare che questo terapside vivesse in ambienti semidesertici, molto comuni a quel tempo.

Successo evolutivo



Il listrosauro è notevole per il fatto che è stato rinvenuto in diversi continenti ed è vissuto per svariati milioni di anni. Nel Triassico inferiore, appena dopo la grande estinzione di fine Permiano, il listrosauro fu l'erbivoro più diffuso sul pianeta. Questa fu l'unica occasione in cui la Terra venne dominata da una singola specie animale a un grado così elevato.

La scoperta di scheletri di listrosauro nelle Montagne Transantartiche da parte di Edwin H. Colbert e dalla sua squadra a cavallo tra il 1969 e il 1970 confermò la teoria della tettonica a zolle e convinse anche gli ultimi dubbiosi, dal momento che altri resti di Lystrosaurus erano stati rinvenuti anche in Sudafrica, India e Cina. Di Lystrosaurus si conoscono molte specie, tra le quali le più note sono L. mccaigi, L. curvatus e L. murrayi.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:56
 
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Postosuchus kirkpatrick





Classificazione scientifica




Il postosuco (Postosuchus kirkpatricki) era un arcosauro vissuto in quella che ora è l' America del Nord durante la metà del tardo Triassico, 228-202 milioni d' anni fa. Il suo nome significa "coccodrillo di Post", che deriva da un'omonima cava Texana, dove sono stati trovati numerosi resti fossili di questa specie.
Un arcosauro gigante

Il Postosuchus era uno dei più grossi predatori che vissero durante il Triassico, e riusciva ad intimorire senza troppe difficoltà i piccoli dinosauri del suo tempo come il Coelophysis. Era lungo più di 5-6 metri, con un cranio di 50 cm, e probabilmente cacciava animali lenti, ad esempio il Placerias. Nonostante questi vantaggi, l'animale era come molti arcosauri quadrupede e riusciva difficilmente ad alzarsi sulle zampe posteriori. Usava così la tecnica dell' agguato per cacciare prede che sarebbero fuggite velocemente. Questo non vuol dire che fosse necessariamente lento: anche animali odierni come i leoni utilizzano la tecnica dell' agguato:

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 18:57
 
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GIURASSICO



Cryolophosaurus Ellioti





Lunghezza: 6 - 8 Metri

Altezza: 3 Metri

Peso: 2 Tonnellate

Tipologia: Carnivoro

Alimentazione: Sauropodi erbivori del Giurassico Inferiore

Periodo: Giurassico Inferiore, 185 milioni di anni fà

Luogo: L'attuale Antartide

Il Criolofosauro, era uno dei predatori del Giurassico Inferiore. Lungo dai 6 a 8 metri e con un peso di circa 2 tonnellate, era un predatore di taglia media. La sua caratteristica principale, era una Cresta Ossea, situata proprio dietro gli occhi. La testa, lunga fino a 65 centimetri,era a forma di cuneo. Il collo, era molto mobile e muscoloso, in grado di sostenere la grande testa, e gli garantiva movimenti molto veloci.

Gli arti anteriori, erano dotari di tre dita, con altrettanti artigli.

Si pensa che venivano usati per afferrare e trattenere le prede di cui si cibava. Gli arti posteriori, decisamente molto più sviluppati e potenti di quelli anteriori, erano in grado di sostenere il peso del corpo e garantire una andatura da Bipide, terminavano con quattro dita di cui tre molto più grandi e dotate di artigli.

La coda muscolosa del Criolofosauro, lunga quasi quanto il corpo, gli garantiva, di correre sulle zampe posteriori. Il corpo, era la parte più grande del Criolofosauro, e concentrava la maggior parte del peso. Inoltre, nella parte dorsale, presentava piccole spine ossee, che percorrevano tutta la sua lunghezza.



Il Geologo Ellioti, che faceva parte della spedizione di William Hammer, fù il primo a rinvenire i resti del Criolofosauro, nel Ghiacciaio Beardmore, a 640 chilometri dal Polo Sud. Il Criolofosauro, insieme al Dilofosauro, è uno dei primi Teropodi di cui si ha conoscenza.

Cryolophosaurus, significa più o meno " Lucertola congelata dalla cresta ", data dal fatto, che il Criolofosauro, ha vissuto in zone che attualmente coincidono con l'attuale Antartide, anche se in quel periodo, presentava un clima molto più mite, rispetto alle attuali temperature, grazie al fatto che milioni di anni fà l'Antartide, fosse spostata più verso l' Equatore

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 19:00
 
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Dilophosaurus wetherilli





Il dilofosauro (Dilophosaurus wetherilli), fu uno dei primi dinosauri carnivori ad apparire sul nostro pianeta. Visse 190 milioni di anni fa, nel Giurassico inferiore. Il primo scheletro (quasi completo) di questo dinosauro fu trovato nel 1942, in Arizona (Kayenta Formation). Inizialmente i resti furono attribuiti al genere Megalosaurus. Solo 22 anni dopo, quando venne ritrovato anche il cranio, si capì che essi appartenevano ad un genere differente, il dilofosauro.


Caratteristiche



Il dilofosauro era lungo circa 6 m e alto 2,5 m. Pesava 500 kg. Aveva un aspetto molto simile a quello degli altri sauri carnivori coevi. La sua testa era molto grande rispetto al corpo e il collo, lungo e flessibile, era dotato di una poderosa muscolatura. Era molto agile e si spostava correndo sulle zampe posteriori, dai piedi simili a quelli di un uccello attuale. La coda era corta e alta per meglio bilanciare il peso durante il moto. Il dilofosauro possedeva una strana cresta ossea sul capo, rotondeggiante. Il dilophosauro molto probabilmente non usava la cresta nei combattimenti, poiché essa era molto delicata. Si è avanzata l'ipotesi che servisse invece come una specie di "segnale di riconoscimento", in modo da distinguersi dagli altri dinosauri. Il dilofosauro aveva zampe anteriori corte e robuste poste molto in alto rispetto al corpo, e ciascuna “mano” contava quattro dita, tre delle quali erano dotate di artigli affilati, con cui questo dinosauro strappava la carne dalle ossa dei dinosauri morti. Il dilofosauro usava i suoi artigli come se fossero dei rastrelli con cui asportava i brandelli di carne dalle carogne.
Cranio

Differentemente a quanto successe negli altri dinosauri carnivori, il dilophosauro aveva mascelle sottili e deboli, non adatte alla caccia di grosse prede; è quindi probabile che questo animale si nutrisse di piccoli dinosauri erbivori. Si è inoltre avanzata un'ipotesi secondo il quale il dilophosaurus fosse "saprofago" (cioè che si nutrisse solo di carogne). I denti sembrerebbero sostenere questa teoria: infatti quelli anteriori erano lunghi e a forma di rastrello, utili per asportare pezzi di carne dalle carogne; quelli posteriori erano più corti e servivano per la masticazione. Quando vagava nei boschi di felci e conifere, il dilofosauro lasciava impronte simili a quelle degli attuali uccelli. Quando si buttava in acqua probabilmente riusciva a nuotare, usando la coda come un remo e aiutandosi con le zampe posteriori per muoversi in avanti. Le impronte lasciate dagli artigli ci suggeriscono che il dilofosauro, nonostante il grosso corpo, si muoveva con molta leggerezza. Potrebbe persino essere stato un pescivoro.

Classificazione



Fino agli anni '80 il dilofosauro era considerato uno dei più antichi carnosauri, un gruppo che all'epoca era ritenuto comprendere tutti i grandi dinosauri teropodi. Con la revisione del gruppo qualche anno fa, però, molti scienziati si accorsero che il dilofosauro era molto più strettamente imparentato con i piccoli teropodi primitivi simili a Coelophysis, e in particolare con l'europeo Liliensternus. C'è comunque chi continua a considerarlo un megalosauride (addirittura nel 1954, prima del ritrovamento risolutivo di uno scheletro con doppia cresta, fu pubblicata una descrizione che attribuiva i resti al genere Megalosaurus), altri lo ascrivono alla famiglia dei Podekasauridi. Attualmente appartiene alla famiglia Dilophosauridae, che include anche i generi Dracovenator, Zupaysaurus, Cryolophosaurus e il misterioso Dilophosaurus sinensis.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 19:01
 
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Scelidosaurus harrisonii





Lo scelidosauro (Scelidosaurus harrisonii) era un dinosauro erbivoro vissuto nel Giurassico inferiore in Inghilterra.

Un primitivo dinosauro corazzato



Lo scelidosauro era un animale lungo e basso, dal corpo affusolato e dalla testa piccola, che raggiungeva i 4 metri di lunghezza. Le quattro zampe, che poggiavano sul terreno, erano robuste, soprattutto quelle posteriori, mentre le anteriori erano più corte e slanciate. La caratteristica principale di questo dinosauro era costituita dalla corazza di piccole placche ossee che ricopriva gran parte del corpo. La disposizione di questa struttura non è nota con esattezza, ma si ritiene che i tubercoli ossei ricoprissero il dorso, il collo, la coda e parte dei fianchi, lasciando scoperte le zampe. Rispetto ai successivi dinosauri corazzati, però, lo scelidosauro era dotato di un'armatura tutto sommato primitiva. Gli spazi fra le placche non erano protetti in alcun modo, e probabilmente lo scelidosauro non era così inattaccabile per i grandi predatori della sua epoca. Il cranio dell'animale era piuttosto piccolo, dotato di becco e di denti deboli disposti sui lati delle mascelle, il che suggerisce che lo scelidosauro si nutriva strappando semplicemente fogliame e inghiottendolo.

Ritrovamenti fossili



I primi fossili di questo animale sono stati rinvenuti intorno al 1860 nell'Inghilterra meridionale. Lo scheletro, mancante del cranio, era stato ritrovato in sedimenti marini e così per qualche tempo si credette che lo scelidosauro fosse un animale acquatico. L'errore fu presto portato alla luce, e nel 1955 un secondo scheletro di scelidosauro venne dissepolto, sempre in Inghilterra, questa volta munito di cranio. Resti di animali simili, per quanto rari, sono stati ritrovati anche in Cina (per la precisione in Tibet) e negli Stati Uniti (Arizona). Il ritrovamento americano consta in alcune placche, originariamente scambiate per placche ossee di etosauri o fitosauri. La forma cinese, probabilmente, corrisponde all'animale successivamente classificato come Bienosaurus.

Classificazione incerta



Lo scelidosauro è un dinosauro ornitischio, senza dubbio, ma la sua classificazione è stata a lungo oggetto di dispute da parte degli studiosi. Innanzitutto, per molto tempo alcuni paleontologi considerarono lo scelidosauro come un ornitopode bipede e corazzato. La sua natura di animale quadrupede e non particolarmente agile fu riconosciuta più tardi, ma il problema restava: Scelidosaurus sembrava troppo primitivo per rientrare nei due successivi grandi gruppi di dinosauri corazzati, gli stegosauri e gli anchilosauri. Alcuni lo classificarono come uno stegosauro primitivo, per alcune caratteristiche del cranio, altri come un anchilosauro arcaico con un abbozzo di armatura. Probabilmente, però, lo scelidosauro è davvero troppo primitivo per essere incluso in uno dei due grandi infraordini di tireofori. A questo proposito è stata ipotizzata l'esistenza di un gruppo primitivo, gli Scelidosauria, che include forme arcaiche come lo stesso Scelidosaurus o l'ancor più primitivo Scutellosaurus.

Edited by demon quaid - 28/1/2015, 19:02
 
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