Un Mondo Accanto

Omicidi in coppia e Team Killers

« Older   Newer »
  Share  
Yaoji
view post Posted on 19/8/2012, 12:22     +1   -1




La letteratura mondiale evidenzia che non poche donne uccidono in coppia. I profili psicologici delle omicide seriali individuali e di quelle che ucidono in coppia sono molto differenti.

Le donne che uccidono da sole hanno una personalità aggressiva, violenta, e bisognosa di dominare gli altri.

Una diversa tipologia presenta la donna che uccide in coppia con un uomo, col quale è quasi sempre coinvolta in una relazione sessuale. Si tratta di donne con bassa autostima e una rilevante insicurezza, psichicamente fragili e dipendenti: sono attratte dagli uomini forti, sicuri, volitivi, che sembrano dar loro protezione. Ma queste donne alla fine diventano schiave dei loro uomini, che manifestano personalità sadiche e dominanti.

Quando le donne hanno agito con un complice si sono servite di mezzi violenti per uccidere la maggior parte delle vittime.

La donna che uccide in coppia con un uomo.

Roy Hazelwood, agente speciale dell’FBI, ha intervistato quindici donne che sono state in relazione con dei sadici sessuali coinvolti in stupri e omicidi seriali. Tutte le donne coinvolte negli omicidi con i loro compagni provenivano da ambienti familiari della borghesia media e medioalta, avevano un’intelligenza media o anche leggermente superiore alla media e svolgevano un lavoro rispettabile.

Prima di legarsi al loro compagno sadico, solo una delle quindici donne aveva avuto qualche esperienza sadomasochista, ma cose di poco conto; una sola era stata sottoposta a un trattamento psichiatrico, una aveva un precedente criminale (il furto di un rossetto a quattordici anni), una beveva pesantemente e un’altra assumeva sostanze stupefacenti. Dopo essersi lasciate trascinare nella «follia a due », tutte quante hanno preso a bere e a drogarsi e, una volta arrestate, sono andate tutte in trattamento psichiatrico.

I dati di Hazelwood mostrano quanto possa essere pervasiva in tutti gli strati della personalità di un certo tipo di donna l’influenza di un sadico dotato di una «personalità dominante ». Si tratta, in genere, di donne che hanno un’autostima molto bassa e una mancanza di sicurezza che le rende fragili e vulnerabili. Proprio per questo motivo vengono attratte da una figura maschile carismatica che mostra una sicurezza di sé addirittura eccessiva che può sfociare nella sfrontatezza. A quel punto, la donna è completamente in balia della volontà del suo compagno ed è pronta ad abbandonare tutta la sua vita precedente, famiglia compresa, per seguirlo.

Hazeiwood nota che tutte le donne da lui intervistate hanno vissuto lo stesso tipo di abuso sessuale, emozionale e fisico ad un livello estremamente grave e tutte quante sono passate attraverso lo stesso processo di trasformazione che le ha fatte diventare delle appendici compiacenti del loro compagno sadico sessuale.

Hazelwood, Dietz e Warren individuano cinque fasi che ricorrono sempre quando un sadico sessuale riesce a plagiare la volontà di una donna :

a) sembra che i sadici sessuali sviluppino un’abilità innata per identificare una donna vulnerabile, sola e passiva; tutte le donne intervistate dissero che si erano sentite depresse riguardo alla loro sorte quando avevano incontrato il sadico. Questo tipo di uomo ha una capacità notevole di trovare il punto debole della donna e manipolarla allo scopo di soddisfare i propri bisogni di dominio, controllo e sesso violento; di solito, questo soggetto sceglie donne non molto attraenti, forse perché sono più facili da degradare e umiliare;

b) il sadico corteggia assiduamente la donna che ha scelto, mostrandosi attento, affettuoso e generoso. I sadici seducono le donne con il romanticismo, fanno molti regali e cercano, apparentemente, di soddisfare tutti i loro desideri, cosicché queste donne s’innamorano molto rapidamente del loro corteggiatore. Il sadico continua l’opera di manipolazione fino a quando lei non accetta di soddisfare i suoi desideri sessuali;

c) il sadico convince la donna ad avere rapporti sessuali diversi da quelli consueti, chiedendole pratiche sadomasochiste, sesso orale e di fare fotografie erotiche. Il sadico usa il rinforzo positivo, dicendo alla donna che gli piace quello che lei gli fa, oppure il rinforzo negativo, lamentandosi di non essere mai contento per obbligarla a fare sempre le stesse cose. Con il trascorrere del tempo, il sesso trasgressivo diventa la normalità e la donna si isola sempre più dai valori tradizionali, dalla famiglia e dai modelli con i quali si è sempre confrontata. Generalmente, la famiglia della donna non si accorge dei cambiamenti e dei problemi relazionali, mentre se ne accorgono gli amici, che però raramente intervengono, anche perché gli indizi di malessere sono contraddittori;

d) dopo aver riformato il comportamento sessuale della donna, il sadico la isola dalle sue frequentazioni abituali. Inizia mostrandosi geloso e molto possessivo e ogni attività che non lo vede al centro dell’attenzione viene aspramente criticata. A questo punto, la donna diviene totalmente dipendente dal suo compagno ed è disposta a fare qualsiasi cosa pur di mantenere il suo amore per lei;

e) alla fine, la donna viene trasformata in un oggetto fisicamente e psichicamente di proprietà del sadico ed accetta anche di partecipare attivamente agli omicidi. In questo modo, il sadico vede confermata la sua teoria che la donna è un essere servizievole, inferiore, sottomesso al suo volere, capace di avere rapporti sessuali in una maniera così degradante che nessuna donna normale potrebbe accettare e quindi, in ultima analisi, le donne «sono tutte puttane e meritano di essere punite ».

Non tutte le donne che uccidono in coppia sono così passive e plagiabili dalle mani del loro compagno. Alcune, dopo un pò di tempo, provano un reale piacere nell’uccidere, come accade a Carol Bundy, una donna di trentasette anni piuttosto grassa, madre di due figli. Douglas Clark, un giovane uomo affascinante, piacevole e con una buona parlantina, la corteggiò assiduamente, facendola sentire una donna bellissima. Carol Bundy si innamorò quasi subito di lui, mentre l’unico obiettivo di Clark era quello di trascinarla a partecipare alle sue ossessioni e a renderla complice nell’omicidio di ragazze – ne uccisero sicuramente otto. Carol Bundy amava essere dominata dagli uomini e durante un interrogatorio, disse alla polizia: È divertente uccidere le persone… Penso che se mi dovessero liberare, probabilmente lo rifarei di nuovo.


Ci sono anche s.k. che ucidono in coppia preferibilmente persone anziane o sacerdoti, come fu il caso di “Ludwig”, una coppia di giovani italiani che si incontravano nei week-end per eliminare quelli che consideravano debosciati, drop-out generici, barboni e tossicodipendenti. Se la presero anche con gli spettatori dei film porno dando fuoco ad un cinema in cui si proiettava un apellicola a luci rosse, e bruciando vive decine di persone. In questi soggetti è fin troppo evidente il bisogno di distruggere un’immagine autoritaria, una figura paterna vissuta come non genuina, incapace di offrire sostegno a personalità estremamente fragili. Attraverso i loro omicidi tentavano di dare vita ad un’immagine paterna totalmente fantastica che fosse in grado di supportare il loro malessere vitale e capace quindi di rappresentare tutto quel mondo puro incui la loro personalità migliore avrebbe potuto credere, ma che la loro parte negativa tendeva a distruggere perché non se ne poteva fidare.

Le TEAM KILLERS rappresentano circa un terzo di tutte le serial killer donne e possono uccidere in complicità con un uomo, con una donna, oppure far parte di un vero e proprio team familiare. La coppia uomo-donna è certamente la più comune e gli omicidi sono di di solito di natura sessuale. La donna in questi casi ha circa vent’anni e la carriera criminale dura uno o due anni al massimo. Nel caso in cui siano due donne a costituire un team, l’età media è di circa 25 anni e l’attività omicida è più prolungata, dai due ai quattro anni. Il team familiare ha vita più breve, meno di un anno, e la componente femminile è più giovane; non vi è un mezzo di uccidere preferito e l’età della vittima varia mediamente dai 9 ai 15 anni.
Fred and Rosemary West, sadici sessuali hanno ucciso almento 12 vittime, Fred aveva ucciso tre volte prima di incontrare Rosemary, compresa la sua prima moglie, e insieme hanno torturato nove ragazze. Inclusa la loro figlia sedicenne. Poi hanno seppellito i corpi in casa. Dopo il suo arresto, Fred ha confessato l’omicidio di più di venti donne. Si è suicidato in prigione mentre Rosemary è all’ergastolo.
(si ringraziano Cinzia Tani e Roy Hazelwood)

Edited by demon quaid - 17/7/2016, 19:12
 
Top
0 replies since 19/8/2012, 12:22   163 views
  Share