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Il femminicidio in Italia

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Yaoji
view post Posted on 10/9/2012, 11:12     +1   -1




Ho scelto di pubblicare quest’intervista, rilasciata dalla criminologa Roberta Bruzzone, per parlare di un tipo di delitto che sta aumentando esponenzialmente in Italia, il femminicidio, una piaga di cui il nostro paese non sembra interessarsi.

Dott.ssa Bruzzone, cosa s'intende con il termine Femminicidio?

«Con il termine Femminicidio si intende qualsiasi atto di distruzione rivolto alla donna in quanto donna».

In Italia, negli ultimi anni, il numero di donne uccise da mariti, fidanzati o ex partner è in aumento. Come è possibile spiegare questo drammatico e crescente fenomeno?
«Viviamo in un paese in cui da sempre si parla di delitti d'onore. In Italia c'è ancora un clima culturale in cui la donna è assoggettata dal controllo e dal possesso del partner. Alcune donne, nel momento in cui decidono di interrompere la relazione sentimentale, si trovano ad essere sottoposte a violenze di diversa natura come maltrattamenti dal punto di vista fisico, sessuale, psicologico e stalking, proprio perchè il compagno, non accettando l'interruzione della relazione, arriva sinanche a maturare la forma di controllo più terribile ed irrimediabile che esiste: l'omicidio».

Si può parlare di una "società maschile" che si sta ammalando?
«Io credo che sia già abbondantemente malata. Spesso, nei convegni in cui vengo invitata sono presenti solo donne e mai gli uomini. C'è un rifiuto da parte loro di chiedere aiuto; questi soggetti appartengono a diverse fasce sociali anche quelle più insospettabili e, prevalendo con la loro egemonia psicologica ed economica, sono soggetti predisposti alla violenza nei confronti della partner che, ad un certo punto, decide di interrompere il rapporto sentimantale».

Dott.ssa Bruzzone, questo genere di delitti possono essere considerati di tipo passionale?
«No, assolutamente no. Sono delitti legati all'odio ed al controllo, con la passione non hanno niente a che vedere a meno che non si parla di un amore patologico che non è capace di tollerare la decisione dell'abbandono».

Si può parlare di una ribellione dell'uomo contro la rivalsa sociale ed economica del cosiddetto "sesso debole"?
«Speriamo si tratti di un ultimo colpo di coda di un modello di uomo che possedeva il predominio assoluto e la donna doveva accettare la sua prevaricazione per amore della famiglia, per evitare la vergogna sociale. Ma questo tipo di uomo, che non è ancora in fase di estinzione, manifesta un grande disagio nei confronti di una donna che, sotto il profilo sociale ed economico, è in continua crescita, mostrandosi altresì più sicura nel prendere le proprie decisioni e le proprie scelte».

Tra il nord ed il sud Italia, dove si concentra maggiormente questo fenomeno?
«Sicuramente al nord c'è una maggiore concentrazione».

Quali sono le patologie che spingono un marito, un fidanzato o un ex ad uccidere?
«Non si può parlare di vere e proprie patologie perchè, nella maggior parte di questi omicidi, l'uomo interviene in maniera lucida e premeditata. Infatti, non sono soggetti che hanno una storia psichiatrica alle spalle. Non tollerano la frustrazione della separazione, non riuscendo quindi ad accettare il fatto di non poter controllare la vita della propria compagna».

Quale potrebbe essere il primo segnale da non tollerare?
«Anche il primo schiaffo è violenza. Il partner violento, quindi colui che arriva a violare il confine fisico di una donna, è un soggetto da cui allontanarsi il più in fretta possibile, prima che la situazione degeneri ulteriormente. Questo genere di uomini ha una patologia relazionale, ragion per cui le donne che vivono con questi soggetti se ne devono liberare. Il primo schiaffo è l'inizio del viaggio all'inferno e se viene perdonato ne arriveranno molti altri».

La politica italiana come affronta questo grave problema sociale?
«Non lo affronta. Abbiamo moltissime donne in gravissimi pericoli di vita su tutto il territorio che hanno già segnalato i loro rischi ma, nonostante ciò, nulla cambia».

Dott.ssa Bruzzone, in conclusione della nostra intervista, quanto viene in aiuto il Telefono Rosa?
«Sono migliaia i casi l'anno. Tentiamo di dare supporto affidandoci anche alle forze di polizia per garantire al massimo l'incolumità della donna ma, nei casi limite, quando si devono disporre "case sicure" per proteggere quelle donne ad alto rischio ne restiamo sprovvisti e lì sorgono grandi problemi».

Edited by Demon Quaid - 19/10/2021, 17:09
 
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