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Che cosa erano i "misteri" per il mondo antico

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view post Posted on 12/9/2012, 15:53     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Con il termine "misteri" venivano indicati nel mondo antico riti religiosi a carattere segreto, cerimonie che procuravano ai partecipanti ammessi un'esperienza mistica, ovvero un contatto individuale con la divinità venerata, grazie al quale l'individuo si attendeva una peculiare salvezza.

I Greci di età classica definivano propriamente mysteria le festività inserite nel culto pubblico e aperte a una larga partecipazione di fedeli: il vocabolo deriva probabilmente dal verbo myein, "chiudere la bocca" e quindi "mantenere il segreto", e dà origine ai termini myein, "iniziare ai misteri", myesis, "iniziazione", e mystes, "iniziato".

Si tratta di un fenomeno religioso complesso e articolato, che si concretizza diversamente a seconda dei luoghi e dei tempi. Sebbene infatti i misteri del Mediterraneo antico presentino una tipologia ricorrente, gli elementi che li caratterizzano non sono sempre gli stessi. Sicuramente è costante in questo insieme di culti una struttura esoterico-iniziatica: gli adepti, cioè, per divenire tali, dovevano sottoporsi ad un cerimoniale di ammissione al fine di acquisire il privilegio di apprendere durante il rito alcuni segreti su particolari divinità, protagoniste nel mito di una dolorosa vicenda.

Partecipando alla rivelazione, infine, gli iniziati ottenevano la speranza di una salvezza e la garanzia di un rapporto personale più diretto con il dio.

Nonostante l'abbondanza dei riferimenti letterari e dei reperti archeologici, abbiamo poche notizie sulle modalità di celebrazione dei misteri e sugli insegnamenti teologici in essi trasmessi, soprattutto perché gli iniziati avevano l'obbligo di mantenere il segreto sull'esperienza mistica. Possiamo supporre con tutta probabilità che l'iniziazione ripetesse in forma rituale per il singolo la vicenda mitica di cui era stata protagonista in tempi remoti la divinità misterica e che la comunione personale col dio si realizzasse tramite una "visione" (epoptia) di oggetti e azioni misteriche, originariamente connessi con fenomeni cosmici o agrari. La contemplazione del segreto agiva profondamente sull'interiorità degli iniziati, che rivivevano la vicenda divina e subivano una trasformazione spirituale che per loro costituiva una condizione salvifica; con lo sviluppo del concetto di anima questa esperienza però mutò di significato e il fine dei misteri diventò risolvere il problema del destino nell'aldilà garantendo la speranza di un oltretomba migliore da quello previsto dalla religione ufficiale.

I misteri per eccellenza nel mondo antico erano quelli di Eleusi, feste celebrate con manifestazioni pubbliche e riti segreti in un sobborgo di Atene in onore di Demetra, la dea della cerealicoltura: pienamente integrati nella religione civica, essi duravano più di dieci giorni e commemoravano la sofferenza della dea, cui secondo il mito era stata rapita la figlia da Ade, signore degli Inferi.
Meno importanti delle Antesterie e delle Targhelie, ma sicuramente più antiche, le Tesmophoriae sono una festa autunnale riservata alle sole donne e connessa, secondo l'interpretazione di alcuni studiosi, alle pratiche iniziatiche proprie dei Misteri di Eleusi.Seguendo la tradizione (Luciano, De Meretr. II,1) le celebrazioni rievocano l'episodio del rapimento di Persephone da parte del dio Hades e la successiva carestia provocata dall'ira di Demetra per la perdita della figlia. La figura di Demetra assume nel mito un ruolo particolarmente importante per la sua funzione di legislatrice, fondatrice dell'agricoltura, custode della fertilità e della facoltà generatrice, protettrice delle istituzioni civili e familiari. Di qui il legame con i culti agrari della fecondità.

Carattere misterico ebbero anche già in età classica:

- i culti privati in onore di Dioniso, dio legato alla coltivazione della vite e alla fertilità della terra;

- i riti celebrati dai gruppi orfici, confraternite che predicavano una vita ascetica e si richiamavano alle dottrine del mitico cantore Orfeo, autore secondo la tradizione di una cosmogonia e di peculiari teorie sull'immortalità dell'anima;

- il culto dei misteriosi Cabiri celebrati a Tebe (Beozia), a Samotracia e in altri luoghi dell'Egeo, volti ad assicurare la protezione contro i pericoli del mare e della guerra;

- complessi religiosi a diffusione locale (Andania in Messenia, Paro, Creta);

- i culti stranieri diffusi in Grecia dopo la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), che si organizzano in particolari associazioni di fedeli ("tiasi"): si trattava riti in onore degli dèi egizi Iside e Osiride e di Sabazio, Attis e Cibele, originari dell'Asia Minore.

Durante l'epoca ellenistica e ancor di più sotto l'impero romano i misteri raggiunsero la loro massima diffusione, perché persero il legame con il culto cittadino e assunsero un carattere universale.
 
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