JEAN BAPTISTE VAN HELMONT
Jean Baptiste Van Helmont nacque a Bruxelles nel 1577, da una buona famiglia fiamminga. Fu allevato da uno zio e svolse studi umanistici a Louvain, ma rifiutò di conseguire la laurea e di divenire così Dottore in Storia dell’Arte, per la sua convinzione che fregiarsi di un tale titolo sarebbe stato un peccato d’orgoglio.
Provò attrazione per l’Ordine Gesuita, ma non vi entrò mai. Studiò a lungo le dottrine della scuola filosofica Stoica, e per vivere appieno il precetto evangelico della povertà, intestò tutti i suoi beni alla sorella.
Spinto dall’impellente desiderio di alleviare l’umana sofferenza, intraprese studi di medicina, il cui corso fu forzosamente rallentato dalla sofferenza per la malattia che lo affliggeva, la scabbia. I medici galenici lo curavano somministrandogli sostanze purganti, non accorgendosi che si trattava di un disturbo di origine parassitaria. Questo portò Van Helmon a nutrire un profondo disgusto per i galenici; e cominciò a viaggiare per l’Europa, visitando l’Inghilterra, la Francia, la Svizzera e l’Italia, con il proposito di investigare la pratica della medicina in questi differenti paesi. In realtà fu poi guarito da un ciarlatano italiano, che usava zolfo e mercurio.
Iniziò a praticare come medico, e si distinse perché, invece di usare le piante, preparava le sue medicine nei laboratori, che, del suo tempo, facendo largo impiego della fornace, del crogiolo e della storta; questo fatto lo rese famoso come medicus per ignem.
Fu uno dei primi a dimostrare che il suolo contribuisce in misura minima all’aumento del peso di una pianta. I Greci credevano che le piante derivassero il loro nutrimento unicamente dal suolo.Ma questo brillante scienziato belga dimostrò al mondo accademico che le piante erano composte solo di acqua, mediante questo semplice esperimento: piantò un salice dal peso conosciuto in terra, per pesare nuovamente lo stesso salice ed il terreno cinque anni più tardi. Il salice era cresciuto di 76.7 kg, e la terra non aveva praticamente perso peso. La crescita nel peso del salice era certamente dovuta alla quantità d’acqua che aveva assorbito. L’opera che comprende, tra gli altri questo esperimento, fu pubblicata postuma nel 1648, con il nome di Ortus Medicinae.
Van Helmont, in qualche modo si distaccò dal suo voto di povertà quando sposò Margaret van Ranst, un’erede di Brabant, e si stabilì a Vilvorde. Aveva ormai acquisito una vasta reputazione in campo medico, e aveva conseguito la laurea a Louvain prima del 1599. Purtroppo ebbe a fallire nel tentativo di curare la sua stessa famiglia; a dispetto dei suoi rimedi, uno dei suoi cari morì di scabbia, la stessa malattia dalla quale lui era riuscito a salvarsi.
La sua fama raggiunse col tempo una dimensione internazionale, anche se fu da più parti sospettato di pratiche diaboliche. Se nel suo lavoro era dato vedere elementi fantastici, ciò era dovuto largamente al tempo in cui si trovò a vivere; sta di fatto che la sua produzione scientifica raggiunse vette ancora inesplorate.
Fu il primo a postulare l’esistenza di gas distinti dall’aria, e ad applicare il nome di gas (geist) a questo tipo di sostanze. Scoprì l’idrogeno solforato nel sistema umano, produsse il gas cloridrico, che chiamò gas del sale, spiegò le esplosioni della polvere da sparo sulla base della teoria dell’espansione dei gas, scoprì o almeno svolse attente ricerche sull’acido solforico, l’acido nitrico e l’ossido d’azoto. Fu uno dei primi a scoprire il ruolo giocato dagli acidi nei succhi gastrici, attribuendo le malattie ad un eccesso degli stessi. Come tutti i chimici del suo tempo, studiò la trasmutazione dei metalli, diede nome Mercurio a suo figlio, credendo che sarebbe riuscito ad ottenere l’oro dal mercurio.
I suoi molti libri furono pubblicati dal 1622 al 1652. Nel 1648 una collezione dei suoi lavori fu pubblicata postuma sotto la supervisione di suo figlio.