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Weigel Valentin

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view post Posted on 22/9/2012, 16:02     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Valentin Weigel nato a Hayn nel 1533 morto a Zschopau nel 158,8 è stato un teologo, filosofo e scrittore tedesco, pensatore mistico e precursore della teosofia tedesca.

Nasce da genitori cattolici ad Hayn, presso Dresda, nella Sassonia e studia a Meissen (Meißen), Lipsia e Wittenberg. Diventa pastore nel 1567 a Zschopau, nei pressi di Chemnitz. Muore in questo paese nel quale redige, presumibilmente, le sue opere.

Per timore della Chiesa, mantiene segreti i suoi lavori, confidandosi solo con alcuni amici fidati. In questo modo può continuare a sviluppare le sue idee senza essere perseguitato, come accadde invece a Jakob Böhme. I suoi lavori sono conservati in circa 6000 pagine stampate o manoscritte.

È solo grazie agli scritti, che furono ritrovati dopo la sua morte e che furono pubblicati nel secolo successivo, che si sono conosciute le interessanti concezioni che egli aveva sviluppato riguardo la natura dell'essere umano.

Nel seguito, Johann Arndt, Gottfried Arnold e Leibniz hanno contribuito a diffondere le idee di Weigel. Il suo misticismo è contrassegnato dall'insegnamento del mistico alsaziano Johannes Tauler e dalle dottrine di Theophrastus Bombastus von Hohenheim meglio conosciuto come Paracelso, ma egli ha come precursori Sebastian Franck e Caspar Schwenckfeldt.

Edited by demon quaid - 15/5/2016, 18:19
 
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view post Posted on 31/10/2018, 23:42     +1   -1
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la nuova consapevolezza

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dagli antichi mondi

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VALENTIN WEIGEL



Figura centrale nella storia del pensiero tedesco, Valentin Weigel (1533-1588) è stato per lungo tempo ingiustamente sottostimato. Come il suo grande contemporaneo Michel de Montaigne, Weigel anticipò l’avvento di una cultura tollerante verso la conoscenza e la coscienza individuali. Al sorgere della riforma Tedesca, il dissidente pastore Luterano Weigel si pronunciò a favore dell’autonomia interiore e della personale ricerca individuale della salvezza e della conoscenza.

I suoi scritti ricapitolano la tradizione del misticismo medioevale (Meister Eckhart, Tauler, la Teologia Germanica), la filosofia del Rinascimento (Cusano, Paracelso) e il dissenso del periodo della Riforma (Sebastian Franck). Nel lavoro di Weigel queste fonti disparate si fondono insieme in una lucida sintesi che diede luogo a proteste ed opposizioni contro l’intolleranza e l’oppressione.

Nel corso della sua vita, il pensiero di Weigel non riuscì ad avere particolare influenza o rilievo, ma le sue idee arrivarono molto lontano dal suo tempo; fu uno scrittore mistico che sviluppò il suo pensiero a partire da Paracelso e dalle idee alchemiche.

Le sue idee influenzarono Jacob Boeheme, ed altri mistici protestanti tedeschi del diciassettesimo secolo. La maggior parte dei suoi scritti furono pubblicati dopo la sua morte, quando un ristretto gruppo di seguaci, detti Weigeliani, promosse le sue idee, e alcuni testi vennero fregiati del suo nome, sotto uno pseudonimo. Tra essi ricordiamo l’ “Astrology Theologised”, Astrologia teologizzata.

Nella sua opera Valentine Weigel, che, ricordiamo, crebbe immerso nella teologia protestante, enfatizza la profondità della vita interiore, in contrasto con i dogmi della Chiesa e con l’ attaccamento ad un credo eterno. Per lui e per i suoi seguaci, non è il Gesù che prega nei Vangeli ad avere valore, ma il Cristo che può nascere in ogni uomo, all’interno della sua più profonda natura, e che deve essere considerato guida ed esempio per ascendere dalle più elementari forme di percezione fino uno stato di conoscenza ideale.

Weigel amministrò modestamente e serenamente le sue incombenze all’interno della Chiesa. E’ solo dai suoi scritti postumi, stampati nel corso del diciassettesimo secolo, che emergono le significative idee che aveva sviluppato riguardo alla natura dell’uomo. Tra questi scritti possiamo menzionare “Der güldene Griff, Alle Ding ohne Irrthumb zu erkennen, vielen Hochgelährten unbekannt, und doch allen Menschen nothwendig zu wissen” (L’Arte aurea di conoscere tutto senza errori, sconosciuta a molti dei Sapienti, e ancora necessaria a tutti gli uomini”), “Erkenne dich selber” (Conosci te stesso); “Vom Ort der Welt” ( Del luogo del mondo).

Weigel era ansioso di arrivare ad un’idea chiara della sua relazione con gli insegnamenti della Chiesa. Questo lo portò ad investigare il fondamento di tutta la conoscenza. L’uomo può scegliere di conoscere qualcosa attraverso un dato credo, solo se arriva a capire in che modo riesce a conoscere. Weigel intende andare oltre la forma più elementare di conoscenza. Chiede a se stesso: “In che modo riesco a percepire l’esistenza di una cosa sensibile, quando essa si confronta con me?” Da questo punto di partenza egli sarà capace di ascendere nel processo logico-percettivo fino a dar conto della più alta forma di cognizione. Seguiamo i passaggi di questo processo:

Nella conoscenza sensibile lo strumento (l’organo di senso) e la cosa, (la”controparte”), si confrontano vicendevolmente. “Nella percezione naturale ci devono essere due elementi: l’oggetto o controparte, che deve essere percepito o osservato tramite lo strumento; e lo strumento o percettore,l’organo di senso che ci mette in relazione con l’oggetto, ad esempio gliocchi. Ora ci si chiede: la percezione fluisce dall’oggetto nell’occhio o è il giudizio, la percezione che fluisce dagli occhi all’oggetto?”( Trattoda Der guldene Griff… cap.9).

Weigel sostiene che se la percezione fluisse dalla controparte (cioè dalla cosa) negli occhi, allora la stessa, completa percezione dovrebbe di necessità formarsi in tutti gli occhi. Ma questo non è il caso; piuttosto ognuno vede secondo i propri occhi. Solo gli occhi, e non la controparte, possono essere responsabili del fatto che esistano molte differenti concezioni di una stessa cosa, possiamo dire tante quanti sono i suoi osservatori.

Per chiarire meglio il problema,Weigel compara l’atto di guardare e l’atto di leggere. Se il libro non esiste, naturalmente non lo potrò leggere; ma potrebbe esistere ed io potrei non essere in grado di leggervi niente, se non conoscessi l’arte della lettura. Così il libro esiste, ma non può darmi niente di se stesso da sé solo; qualunque cosa io riesca a trarre da lui, in realtà la traggo da me stesso.

Questa è secondo Weigel la natura della percezione sensoriale. Il colore di un oggetto esiste come “controparte”, ma fuori da se stesso non può dare niente all’occhio dell’osservatore. Il colore è nell’occhio come il contenuto del libro è nel lettore. Se il contenuto del libro fosse nel lettore,non ci sarebbe bisogno di leggerlo. Ma parimenti, nella lettura, il contenuto non sgorga dal libro, ma dal lettore.

Una dettagliata elaborazione di questo treno di pensieri è presente anche nella visione di Immanuel Kant. Weigel diceva a se stesso “Anche se la percezione fluisce dall’uomo, è comunque la natura della controparte che emerge, anche se per mezzo dell’uomo. Come è il contenuto del libro che io scopro leggendolo, così è il colore della controparte che io scopro tramite i miei occhi.” In questo modo Weigel aveva illustrato il suo concetto di percezione sensoriale. L’uomo non può rimanere passivo se vuole percepire le cose con i suoi sensi, ed essere soddisfatto di lasciarle agire su di sé; deve essere attivo, e portare la percezione fuori da se stesso. La controparte sveglia la percezione dello spirito.

E l’uomo ascende ad un livello di cognizione superiore quando lo spirito diventa l’ oggetto stesso della cognizione. Quindi la più alta cognizione non può provenire dall’esterno, ma può solo essere risvegliata dall’esterno, all’interno dell’uomo. Non ci sono rivelazioni esterne quindi, ma solo un risveglio interiore.

E come la controparte esterna attende fino a che l’uomo si confronti con essa, in modo da esprimere la sua natura, così l’uomo deve attendere, quando vuole diventare la controparte di se stesso, fino a che la cognizione della natura si svegli in lui. Mentre nella percezione sensoriale l’uomo deve essere attivo nel confrontare la controparte alla sua natura, nella più alta cognizione deve rimanere passivo, perché ora è lui la controparte. Deve ricevere la sua natura da dentro se stesso.

A causa di questo, la cognizione dello spirito apparirà come un’illuminazione dall’alto. In contrasto con la percezione sensoriale, Weigel chiama la più alta cognizione “luce della grazia”. Questa “luce della grazia” è in realtà nient’altro che l’ auto-cognizione dello spirito, la rinascita della conoscenza acquisita dall’uomo che giunge ad un più alto livello di capacità visiva.

Fonte: esonet.org
 
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