Un Mondo Accanto

La strega Bardhjarja

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view post Posted on 17/10/2012, 22:17     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Questa è la storia di una strega, ma non è la "solita" strega dei bambini, ma molto più brutta e sopratutto molto più vecchia...e cattiva...

Abitavo in un paese delle vecchie lande scozzesi, un piccolo borgo popolato da non più di 600 anime. Eravamo gente tranquilla, umile, che al mattino ci alzavamo per fare il nostro lavoro umile e gestivamo la nostra vita senza fronzoli e grandi aspettative. In questo piccolo paesino si facevano i lavori più classici, ma di tutti i tipi, di modo che quando qualcuno aveva bisogno dell'idraulico c'era e così per il faleganme, il calzolaio, il panettiere e tutti gli altri che potessero in qualunque modo soddisfare i bisogni della nostra comunità. Io mi chiamo Emeth Sorbinbale, ho 20 anni e non ero un ragazzo come tutti gli altri; mi piaceva molto la lettura e spesso non seguivo gli amici nei divertimenti di tutti i giorni, ma amavo restarmene a casa con un buon libro, che fosse di qualunque tipo, bastava che leggessi. Avevo smesso la scuola per poter dare una mano alla famiglia con i soldi, ma purtroppo non ero fatto nemmeno per il lavoro. Non mi riusciva nulla, anche se mio padre me ne aveva fatti provare diversi. Ero quello che si dice un bravo ragazzo, ma bastava che non andassi a lavorare. Scrivevo storielle che mi divertivano e questo puntualmente faceva arrabbiare mamma e papà, che pensavano fossi uno scansfatiche. Avevano torto? No, non avevano torto. Io mi ero messo in testa di diventare uno scrittore e guadagnarmi da vivere così, ma quando per la prima volta lo andai a dire a mio padre, lui mi guardò come si guarda un senza senno e ovviamente mi esortò a lasciar perdere e a mettere la testa a posto. Ma io ero un cocciuto sulla scrittura e decisi di seguire la mia strada, che purtroppo per me si rivelò essere molto, ma molto brutta....

Edited by demon quaid - 26/10/2012, 23:50
 
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view post Posted on 26/10/2012, 22:32     +1   -1
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...a quel tempo avevo constatato che nonostante la mia grande voglia di scrivere e la grande fantasia, dovevo andarmene da casa perchè la famiglia, per quanto la amassi, mi era diventata di ostacolo al mio voler essere scrittore. Un giorno presi coraggio e andai da mio padre, chiedendogli di aiutarmi a trovare un buco in affitto, per poter gestire la mia vita come volevo, senza imposizioni e costrizioni. Mio padre mi chiese come avrei fatto a gestirmi senza un lavoro certo, ma io ero talmente convinto della mia decisione che nulla mi avrebbe convinto del contrario. Andai da mia madre, ben sapendo che si sarebbe messa a piangere, chiedendomi di non andare. Dopo 4 giorni, feci le valigie, perchè mio padre qualcosa mi aveva trovato. Accidenti, era davvero un buco. Era ad appena 6 km dalla casa di famiglia, ma mi bastava per sapere di essere da solo. Mi portai dietro pochissime cose, anche perchè cmq. il "buco" era arredato. La mia radio, da cui non mi separavo mai, la mia candela preferita, che erano anni che stava sul mio comodino e che mai avevo acceso. Il mio orologio da polso, regalatomi da mio padre per il diciottesimo compleanno e che mai avevo portato perchè odiavo gli orologi, la foto di famiglia, con le facce sorridenti di mio padre e di mia madre che mi tenevano in braccio e altre piccolezze insignificanti. Entrai nel "buco" quasi con freddezza, mi guardavo intorno per capire da che parte si entrava e se si uscisse sempre da lì; una cucina piccolissima, con piastrelle gialline e un pavimento chiaro color panna, che mi ricordava con terrore il primo paio di calzoni da ometto che mi comprò mia madre; un corridoio lungo si e no tre metri che portava ad un piccolo salotto che mi diede da subito l'idea che se ti allungavi sul divano, nella stanza non ci stavi sdraiato in quanto troppo corto e un bagno dove stare in piedi perpendicolarmente era già un successo...

Edited by demon quaid - 26/10/2012, 23:52
 
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view post Posted on 7/11/2012, 18:44     +1   -1
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...cercai di cominciare ad organizzare quello che da quel momento sarebbe diventato il mio nido di lavoro. Ma avevo già un problema: da chi sarei potuto andare a far leggere i miei scritti? Non conoscevo nessuno del settore e tra l'altro ero sempre vicino al paese. Nulla, avrei dovuto muovermi e decisi una mattina, di partire per ******** per vedere se fossi riuscito a trovare una casa editrice disposta a scommettere su di me. Impresa ovviamente titanica, in quanto chi, si sarebbe affidato ad un giovane, che anche se di belle speranze, nulla aveva a che fare con l'esperienza? Dovevo provare e arrivato cercai subito. Avevo davvero pochi soldi dietro e non è che potessi rimanerci per molto. Nella grande città trovai almeno una ventina di case editrici, ma tutti mi risposero, che per pubblicare dei libri, bisognava pagare ed io non ero certo nelle condizioni di investire delle cifre. E poi mi chiedevo: perchè dovrei pagare per lavorare? Ma purtroppo, tutti mi chiedevano dei soldi per pubblicare un libro. Mi ero rassegnato a tal punto che stavo per tornare a casa, ma prima decisi di fermarmi in una osteria a mangiare qualcosa. Mi sedetti ad un tavolo piuttosto stanco, con la mia valigetta piena di fogli che tra l'altro, forse per la troppo stanchezza, cominciava anche a pesare. Ordinai qualcosa e ad un tratto vidi una persona che mi stava scrutando pochi tavoli più in là. Era da sola ed era vecchia. Mi guardava con insistenza. Mi sentivo il suo sguardo addosso, uno sguardo "cattivo", curioso. Mangiai velocemente, pagai il conto ed uscìì. Mi diressi verso la carrozza che mi avrebbe riportato alla stazione dei treni. La carrozza stava per muoversi, quando mi accorsi che la vecchia era dinanzi alla porta dell'osteria che mi guardava di nuovo....
 
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view post Posted on 17/12/2012, 18:27     +1   -1
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...me ne andai con un pò di batticuore. Non so nemmeno io il perchè, quello che so è che dentro me c'era qualcosa che mi diceva che quella vecchia l'avrei rivista. Ritornai a casa stanco e affranto, senza nemmeno più voglia di scrivere. Mi ripromisi che quella sera me ne sarei andato a letto molto presto e magari al mattino dopo mi sarei alzato di nuovo con la mia solita grinta. Invece, purtroppo per me, quella notte fu terribile, piena di incubi che popolarono i miei sogni. Mi svegliai di soprassalto e guardai subito l'orologio e vidi che erano appena le tre. Ero tutto sudato e ciò che avevo sognato non mi permise di riprendere sonno per altre tre ore. Che fare? Bene, accesi la luce e cominciai a leggere uno dei miei scritti per vedere se avessi trovato qualche errore da correggere. Feci questo ben sapendo che di errori ne avrei trovati parecchi e cominciai. Ma quel sogno mi rincorreva, lo sentivo alle mie spalle, era freddo, gelato. Pareva di avere qualcosa alle spalle che mi osservasse...avevo sognato la vecchia...brutta...orribile...con i denti appuntiti e una voglia matta di farmi del male a livello fisico. Cercai di darmi una spiegazione del perchè di tutto questo, ma poi mi venne in mente che il viso di quell'orribile megera, assomigliava tantissimo a quello della vecchia che avevo visto in osteria....oh...era lei...era davvero lei...perfettamente identica e l'avevo sognata con la bava alla bocce e due occhi rossi come il fuoco che la facevano ancora più brutta e terrificante. Mi chinai per vedere se c'era qualcosa (qualcuno?), sotto il letto, ma ovviamente non vidi nulla. Proprio in quel momento, quendo si fece l'ora di rimettermi sotto le coperte e vedere se fossi riuscito ad addoormentarmi, mi accorsi che avevo messo la testa sotto le coperte completamente, come fanno i bambini quando gli si racconta la favola del lupo...ma quanto era brutto il mio lupo...
 
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view post Posted on 1/1/2013, 21:47     +1   -1
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...alla fine, madido di sudore riuscìì ad addormentarmi, ma quando suonò la sveglia ero agitato come le foglie di un vecchio albero in balia di un uragano. La sveglia suonava sempre precisissima, ma quella mattina, alle 7, avrei fatto di tutto per non alzarmi dal letto. Mi pareva di non sentirmi affatto bene, avevo crampi allo stomaco e un doloroso mal di testa. Pensai che si fosse trattato dell'incubo notturno, ma poi mi venne la curiosità di misurarmi la febbre, cosa che feci e il termometro, implacabile, segnava 38.4. Decisi di chiamare il medico e di non rivolgermi a mia madre, altrimenti sapevo bene che la preoccupazione l'avrebbe portata da me cominciando una delle sue eterne ramanzine che in quel momento non ero certo in grado di sopportare. Arrivò il medico nel primo pomeriggio, ma ero così spossato che manco la forza di alzarmi avevo. Sentì suonare il campanello e poi sentìì la porta aprirsi...ma come era possibile dal momento che era chiusa...? Udì un rumore di passi soffici, quasi facessero in modo che non potessi sentire, ma forse per la paura, trovai la forza di alzarmi per andare a vedere...aprìì la porta di scatto e....la strega...la vecchia strega con gli occhi rossi e i denti appuntiti mi guardava con un sguardo terrificante...poi allungò le mani con le dita adunche come il suo naso...le unghie lunghissime...protese le sue braccia per afferrrarmi....io chiusi gli occhi e caddi a terra...Mi risvegliai dopo un pò grazie al trillo della sveglia...oh cavolo, avevo avuto un secondo incubo nella stessa notte...peggiore del primo addirittura. Il pigiama era completamente bagnato dal sudore, ma non mi sentivo male, allora decisi di prendere di nuovo il termometro e vedere se avessi avuto la febbre, nulla da fare, segnava 36.6. Telefonai al medico, ma lui mi disse che non lo avevo mai chiamato....mi chiese perchè, gli risposi che andava tutto bene....ma andava davvero tutto bene...?
 
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view post Posted on 24/2/2013, 22:24     +1   -1
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...avevo paura, quell'incubo, che mi veniva a trovare quasi ogni notte, mi perseguitava con una regolarità disarmante. Non sapevo che fare; mi era venuta perfino voglia di tornare a casa dai miei genitori, dove di certo sarei stato più tranquillo. Ma con che coraggio sarei tornato dai miei, dicendogli quello che mi era successo e del mio incubo? Come minimo, e direi pure giustamente, si sarebbero messi a ridere. Dovevo anche considerare il fatto che ero stato io a volermene andare cercando quella solitudine che mi avrebbe permesso di mettere su carta le mie idee. No, sarei rimasto dov'ero. Ricominciai a lavorare e capitò che quell'incubo per alcune notti non mi venne più a trovare. La serenità mi metteva in testa idee sempre nuove e dopo alcuni giorni, ricevetti una lettera di un editore al quale avevo fatto visita tempo prima, il quale mi convocava nel suo ufficio. Ovviamente non ci pensai un attimo e la mattina dopo presi il treno per la città. Arrivai e mi diressi subito nel suo ufficio. Era un uomo grasso ma simpatico e cordiale. Mi disse che voleva creare uno spazio di novelle horror in una sua rubrica e mi fece un'offerta in denaro, che, anche se non è che fosse il massimo, mi avrebbe cmq. permesso di sbarcare il lunario e fui molto contento. Tornai a casa dopo aver firmato il contratto e pensai di andare dai miei a raccontare la novità. Arrivai a casa, ma non trovai i miei. Chiesi ad una vicina se li aveva visti, ma la donna mi disse che il giorno prima avevano ricevuto una visita di una vecchietta e erano partiti. Partiti? Vecchietta....!?......perchè non mi avevano detto nulla che erano partiti? E per dove??....
 
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view post Posted on 4/4/2013, 18:18     +1   -1
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...e ovviamente, a quelle parole mi venne subito in mente la vecchietta sotto forma di incubo che popolava i miei sogni. La cosa strana era chiaramente il fatto che i miei genitori erano 2 che non uscivano mai di casa, se poi accompagnati da una vecchietta...bah, il tutto era molto curioso, ma decisi di aspettarli in quanto la notizia che dovevo dargli, mi pareva importante e quindi sapevo che li avrei fatti contenti. Ma arrivò sera e non li vidi; cominciai a preoccuparmi perchè loro non uscendo mai di casa, era strano che di notte fossero in giro. Finalmente li vidi tornare, li salutai cordialmente baciandoli entrambi, ma mi pareva fossero distanti anni luce da me. Mi guardavano con l'aria di chi ti fissa senza riconoscerti; avevano lo sguardo perso nel vuoto e camminammo tutti e tre verso casa, forse senza quasi nemmeno rendercene conto. I passi erano pesanti, sembravano spossati; quelli non erano i miei genitori!!! Papà Mamma, li chiamai, ma loro continuarono a camminare senza voltarsi, pareva che non mi avessero nemmeno sentito. "Io me ne vado" dissi per cercare di farmi almeno rivolgere la parola, ma niente, le mie parole ottennero solo il silenzio. Li vidi aprire la porta ed entrare in casa, la richiusero senza voltarsi per vedere se c'ero. In pratica loro...non mi avevano visto!! Cristo, ma che sta succedendo? E dov'era la vecchietta? Mi avvicinai ad uno dei portoni da dave qualche ora prima era uscita una conoscente che mi aveva detto che i miei se ne erano andati con una vecchietta. Chiamai la donna per chiedergli alcune cose, ma questa volta mi guardò e tutta impaurita mi rispose "mi spiace, non so dirti nulla". Immediatamente richiuse il suo portone e sparì...
 
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view post Posted on 8/6/2013, 21:42     +1   -1
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...che potevo pensare? I miei genitori non erano loro, o almeno pareva che non fossero loro. Mi prese addosso una certa agitazione, ma dovevo parlare con i miei genitori, Bussai alla porta della casa, ma nessuno rispose; ribussai più forte, ma stavolta una voce che pareva arrivasse da non so dove mi disse: "vattene". Vattene? Ma avevo capito bene? Quella voce di donna mi aveva detto vattene. Restai davanti alla casa urlando "no, non me ne vado affatto, voglio entrare e parlarvi, apritemi". Dopo una trentina di secondi si aprì la porta e vidi il viso di un uomo, con gli occhi spiritati, la pelle rugosa, e una voce cavernosa e paurosa che mi ordinò: "vattene via e non tornare più quì, in questa casa è entrato il diavolo, vattene via"...l'unica cosa che notai curiosa, erano le unghie lunghe di quest'uomo e le notai quando mi indicò di andarmene. La porta si chiuse, mentre quell'uomo rientrava guardandomi con la cattiveria di uno che avrebbe potuto uccidermi in qualunque momento. Ma quell'uomo non era mio padre. Dov'era mio padre? Era entrato poco prima insieme a mia madre, dove erano tutti e due? Me ne tornai da dove ero venuto con tanta paura addosso e con molta confusione in testa, ma anche con la certezza che sarei tornata in quella casa, per scoprire che cosa fosse successo ai miei genitori...o almeno a ciò che era rimasto di loro...e così feci. Passai una notte molto agitata, densa di sogni macabri. Quando mi svegliai al mattino dopo, ero madido di sudore e con gli occhi sbarrati dal terrore di ciò che avevo visto la sera prima....ma adesso era mattina, chissà che avrei trovato a casa?......
 
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view post Posted on 26/6/2013, 16:47     +1   -1
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...mi misi il coraggio sulle spalle e partìì, direzione casa mia...o meglio...quel che ne restava. Arrivai in paese e notai subito una cosa che attirò la mia attenzione. Il paese era bello, risplendeva di luce e c'era il mercato. I soliti urlatori per provare ad attirare gente lerso le loro mercanzie, la gente sorrideva. Il bar davanti al mercato era quasi pieno, con i soliti avventori che, o facevano una partita a carte, oppure perlavano di tutto. Le donne corricchiavano perchè a casa le aspettava la vita di tutti i giorni, figli compresi. Erano appena le 9, ma il paese della notte precedente che fine aveva fatto? Passai davanti a tutto il mercato, perchè per andare verso casa mia, da li dovevo passare. Al banco delle scarpe vidi la signora che alcune sere prima, alla finestra della sua casa, mi disse dei miei genitori. A differenza di quella sera, non era spaventata, anzi, sorrise e mi strinse la mano in un affettuoso saluto...e mentre mi salutava i suoi occhipresero come la figura di un ghigno. Non ci feci caso più di tanto. La signora mi disse: "perchè non vai a salutare i tuoi genitori? è un pò che non li vedi a quanto mi risulta", mi salutò di nuovo e se ne andò per i suoi affari. E io, ovviamente seguì il suo consiglio, che era poi la mia idea fissa da quando ero partito un paio di ore prima. Arrivai alla casa dei miei e bussai. Mi venne ad aprire mia madre con un sorriso che non le avevo visto da tempo, e poco dopo la raggiunse mio padre, il quale mi strinse la mano e mi disse: "salve figliolo, che fai di bello?"....di bello pensai? Ma loro lo sapevano che era successo nella loro casa la sera prima?....
 
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view post Posted on 5/7/2013, 15:07     +1   -1
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..no, evidentemente non lo sapevano...oppure lo sapevano, ma per motivazioni che...va a capire quali, non potevano esprimersi. Chiesi se potevo entrare a fare quattro chiacchere con loro, ma mio padre, che per un attimo si voltò, disse che stavano uscendo per delle commissioni urgenti, e che se volevo potevo accompagnarli. Io, in quanto amante dell'horror in generale e dei misteri, trovavo questa situazione quasi grottesca e non riuscivo a capacitarmi del perchè di tutto ciò. Non trovavo risposte chiarificatrici. Durante la passeggiata che avrebbe dovuto pertarli in alcuni posti per le commissioni, notai che i miei cmq. non erano ciarlieri, anzi, erano piuttosto silenziosi e cupi, come se sopra di loro ci fosse una presenza che ne oscurava la serenità. Questo non faceva stare bene nemmeno me, perchè in quelle due figure, non vedevo più mio padre e mia madre, ma solo due estranei, che per comodità continuavo a chiamare i miei genitori. Li accompagnai in banca, ma io non entrai, gli dissi che li avrei aspettati fuori e così feci, sedendomi su una panchina nelle vicinanze. Dopo quasi 15 minuti, uscì fuori un incaricato della banca, il quale mi disse che i miei genitori erano usciti dalla porta secondaria, in quanto dovevano andare a firmare delle carte. Non capìì il perchè di questo allontanamento così rapido, ma soprattutto perchè di tutto ciò che facevano, venivo tenuto all'oscuro. Decisi con cattiveria, che da quel momento in poi avrei scoperto il mistero che si annidiava nei miei genitori. Tornai alla casa, bussai...e una voce strana disse "avanti"....
 
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view post Posted on 28/8/2013, 22:19     +1   -1
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...e decisi di entrare; ma non vidi nessuno all'interno. Eppure, una voce mi aveva risposto...cercai per trovare qualche presenza, quando ad un tratto, la stessa voce disse: "siediti al tavolo, ora vengo". Ebbi paura, molta paura, ma allo stesso tempo non indietreggiai, anzi, mi sedetti al tavolo quasi con spacconeria, come se alla persona che di li a poco avrei visto, dovessi dimostrare tutto il mio coraggio. Aspettai e dopo un paio di minuti arrivò una vecchietta bruttissima; il volto rattrappito dagli anni, il naso adunco, le unghia delle mani lunghe e appuntite...insomma una strega dei fumetti o dei classici film horror. Poi per un attimo riflettei guardandola, senza che lei proferisse parola, ed ebbi la certezza che era la vecchietta che avevo visto più volte, nei miei incubi compresi. Mi guardò con uno sguardo truce, pensavo volesse uccidermi, invece mi fece una domanda: "sai chi sono io?" "no di certo risposi", "eppure mi conosci bene" mi disse, "nei tuoi racconti mi hai nominato più di una volta". Pensai al personaggio dei miei racconti che più era presente e mi venne un brivido...quel personaggio era il diavolo; si proprio così, il diavolo era l'argomento che più trattavo nei miei racconti. La guardai con ribrezzo e lei non si mosse, però apri la bocca per dirmi "si, sono il diavolo, tu mi hai invocato tante volte e a furia di chiedere la mia presenza io sono arrivato. Ora devo fare una cosa, o mi prendo te, oppure i tuoi genitori, devi scegliere...". Rimasi fermo al tavolo incredulo di ciò che mi stava succedendo, fino al momento che si aprì la porta d'ingresso ed entrarono i miei....
 
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view post Posted on 30/8/2013, 20:27     +1   -1
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...camminavano lentamente, come fossero teleguidati. La vecchietta si alzò, li guardò compiaciuta e gli offrì le sedie. Poi guardò me con un sorriso quasi ironico e mi disse che se volevo, potevo perlare con loro e fargli tutte le domande necessarie, ma avrei dovuto farlo davanti a lei...o lui? E le domande usciro a frotte dalla mia bocca: chi erano diventati? Cosa facevano? Perchè tutti quei misteri? E loro rispondevano sempre in modo esaustivo, fino a che, l'ultima risposta fu la più cruenta: "Vedi, la vecchia che hai di fronte a te si chiama Bardhjarja, ed è una strega potentissima. Il fatto è che questa vecchia è morta e adesso nel suo corpo c'è il Diavolo. Doveva aver bisogno di qualcuno e siamo capitati noi". Chiesi come era morta la strega e mio padre mi rispose che era stato proprio il Diavolo ad ucciderla, in una notte che la vecchia lo aveva evocato. Ripensai per un attimo ai miei testi, ma mai avevo scritto e quindi inventato una storia del genere; da un lato ne ero terrorizzato, ma da un altro c'era quasi ammirazione. Il Diavolo mi guardò truce e disse: "voglio la tua anima" e di scatto rabbiosamente si alzò, infilandomi come una furia, una mano con le sue unghia lunghissime ditto nel cuore, come fosse una lancia, mi trafisse e me lo strappò dal petto. Ero ancora vivo, perchè lui voleva così, voleva vedere la sofferenza prima della morte. Mi girai verso i miei genitori che mi guardavano con ghigni satanici. La vecchia nascose nel suo abito il mio cuore, prese a braccetto i miei genitori e se ne andarono chiudendo la porta...

Demon
 
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