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Analisi e classificazione dell'omicidio seriale

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Yaoji
view post Posted on 16/12/2012, 19:47     +1   -1




Quanto è diffuso il fenomeno del serial killer? Quante vittime ha causato?

Per quanto possa sembrare strano, fino a pochissimi anni fa non esistevano studi approfonditi e sistematici sull'argomento e le varie statistiche effettuate erano tra loro discordanti. Sono stati pubblicati validi saggi su casi specifici, ma una visione d'insieme del fenomeno ancora non era stata elaborata.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il Paese maggiormente interessato dal fenomeno, cifre fantasiose sono state evocate da scrittori e giornalisti, che hanno indicato la presenza di parecchie migliaia di serial killer attivi, che avrebbero massacrato all'incirca settemila persone; purtroppo l'Uniform Crime Reports del Dipartimento di Giustizia, che ogni anno pubblica le statistiche dei crimini avvenuti negli Stati Uniti, non fa menzione diretta degli assassini seriali e delle loro vittime. Gli agenti dell'F.B.I. che si occupano di questo fenomeno stimano, in maniera ufficiosa, che, negli Stati Uniti, vi siano dai trentacinque ai cento serial killer attivi.

Una più completa ricerca in tal senso è stata avviata soltanto ultimamente e necessita di una premessa. Innanzi tutto, è preferibile prendere in considerazione, ai fini di una migliore comprensione del fenomeno, la variabile "assassino seriale" anziché quella di "omicidio seriale"; questo perché, all'interno di quella che, a prima vista, può sembrare un'unica serie omicidiaria, ci possono essere due o più assassini che agiscono indipendentemente, ma con modalità esecutive simili.

L'altra possibilità di creare un errore statistico utilizzando la variabile "omicidio seriale" è che un assassino catturato confessi anche delitti non commessi da lui o che taccia su altri delitti che lo vedono colpevole, ma attribuibili ad altra serie omicidiaria.

Un altro problema di metodo riguarda l'esatta indicazione delle vittime di omicidio seriale, perché molti assassini seriali tendono, una volta catturati, a dichiarare di aver ucciso più vittime di quante non sia vero, per far acquistare importanza alla loro figura; altri, per posticipare il processo o un'eventuale esecuzione, tendono a rivelare il nome di una nuova vittima ad intervalli periodici, così da ritardare le indagini e da rinnovare l'interesse dei mass media nei loro confronti. Infine, come per altri reati, anche le statistiche dell'omicidio seriale devono tenere presente il problema costituito dal "numero oscuro".

Conclusa questa indispensabile premessa sui molti problemi di metodo passiamo ora ad analizzare i dati riscontrati. Questi dimostrano che il fenomeno non è così limitato come sembrerebbe, o come si vorrebbe far credere, specialmente se consideriamo che ogni serial killer ha causato in media quattro, cinque vittime. Il nostro paese si colloca al terzo posto, dopo gli Stati Uniti (che dà i natali al 55% degli assassini seriali presenti su scala mondiale) ed il Regno Unito (6%) nella triste graduatoria delle nazioni colpite da questa forma di criminalità (nonostante che la percentuale di assassini seriali nel nostro paese si attesti soltanto intorno al 5% presenti nel mondo).

Per quanto riguarda la tipologia degli assassini seriali, la maggioranza di loro agisce individualmente (72% circa), mentre i serial killer che agiscono in coppia o in gruppo si attestano su percentuali minori (rispettivamente 12 e 16%); da notare che in Italia gli assassini seriali che agiscono in gruppo sono, in percentuale, meno presenti (intorno all'8%).

Relativamente, invece, al sesso, la stragrande maggioranza degli assassini seriali sono uomini (84%).

Rispetto al delinquente comune, che normalmente utilizza un'arma da fuoco, nel serial killer la percentuale di chi impiega questo mezzo di offesa si abbassa: si nota (nonostante che, anche in queste ipotesi l'arma da fuoco sia il mezzo offensivo più utilizzato), una certa predilezione per il contatto con la vittima; questo ci è dimostrato dalla ampia percentuale di strangolamenti, soffocamenti, annegamenti e dal massiccio uso di armi bianche. È da sottolineare che le donne rispetto agli uomini prediligono l'uso di sostanze venefiche come mezzo di offesa (66% circa).

Il serial killer è, in sostanza, un uomo giovane: al momento del suo primo delitto ha, in media, ventinove anni. È generalmente un soggetto di razza bianca (per l'83% dei casi), che, se eterosessuale, attacca di preferenza le donne (55% circa). Uccide le sue vittime in un territorio ben definito, una città o uno Stato, nelle vicinanze del luogo in cui abita nel 63% dei casi.
È nomade nel 29% dei casi e può assassinare una persona in diversi Stati. Infine, può uccidere in casa propria o sul posto di lavoro, nell'8% dei casi per gli uomini, nel 29% dei casi per le donne.

Relativamente alla tassonomia dell'omicidio seriale, il punto di riferimento rimane la classificazione operata dal Crime Classification Manual, il manuale di ripartizione del crimine violento creato dagli agenti dell'F.B.I.

Secondo questo modello classificatorio, le cause che spiegano i diversi tipi di omicidio sono interpretabili in base a vari fattori; il fattore primario è quello principalmente responsabile del comportamento omicidiario seriale, mentre quello secondario ha un ruolo causativo di minore importanza.

È, comunque, necessario sottolineare come il comportamento omicidiario seriale è sempre il risultato della mescolanza tra i vari fattori.

I criteri in base ai quali classificare l'omicidio seriale in relazione al movente sono i seguenti:
1. omicidio seriale per guadagno personale. In questa categoria di omicidio seriale, l'assassino commette una serie di delitti prevalentemente allo scopo di entrare in possesso di un'eredità o per incassare polizze di assicurazione stipulate sulla vita delle vittime. Solitamente esiste una relazione ben precisa tra assassino e vittima. In questi casi, quindi, l'omicida sceglie le sue vittime in base al guadagno che può ricavare dalla loro morte: questo serial killer vive dei proventi dei suoi omicidi. I più frequenti sono gli omicidi seriali in ambito coniugale. È questa una delle categorie in cui le donne assassine sono in numero maggiore e si tratta, in genere, di persone che hanno una vita privata insoddisfacente e nessun lavoro oppure uno scarsamente retribuito.

In questo tipo di omicidi seriali, il fattore principale è dato dalla motivazione individuale del soggetto, dalla ricerca della soddisfazione di una serie di bisogni personali, che assumono, per lui, importanza prioritaria rispetto a considerazioni di ordine morale.

In secondo luogo la relazione tra assassino e vittima è completamente distorta, dato che il soggetto deve operare un profondo processo di depersonalizzazione delle vittime che gli consenta di privarle delle qualità umane, trasformandole in semplici oggetti. Gli assassini seriali di questa categoria sono dei sociopatici puri in quanto sono privi di qualsiasi sentimento empatico nei confronti del prossimo.

È un tipo di assassino seriale estremamente sedentario, non ama la pubblicità, perché il suo obiettivo è quello di vivere una vita serena e agiata. In questa categoria di serial killer rientra il francese Henry Landru, che uccise diverse donne depresse dalla solitudine che, ben liete di accettare le sue attenzioni, gli affidarono tutti i loro beni;

2. omicidio seriale situazionale. Gli omicidi seriali di questo tipo non sono premeditati ma vengono compiuti nell'atto di commettere un altro reato oppure mentre il soggetto sta cercando di mettersi in fuga dopo il reato stesso. Gli omicidi sono causati da un impulso improvviso oppure dal panico o da uno stato confusionale in cui si viene a trovare il criminale che viene colto sul fatto. Gli omicidi non trovano giustificazione concreta nel contesto situazionale, in quanto le vittime non rappresentano un potenziale pericolo per l'assassino: in questi casi si prova un desiderio di uccidere proprio del soggetto, che si ripete in ogni situazione analoga.

Gli omicidi sono compiuti con armi da fuoco e le vittime sono casuali, scelte sul luogo in cui si trova anche l'assassino. Il fattore predominante è dato da un "corto circuito" nella mente del criminale che si determina per la presenza improvvisa nel primo contesto di reato di un testimone o di un potenziale ostacolo. Per quanto riguarda il fattore individuale, di solito, si tratta di persone impulsive, con scarso controllo della propria aggressività ed emotività e che difettano del necessario sangue freddo per affrontare una situazione di stress acuto ed improvviso.

Un esempio tipico di assassino seriale rientrante in questa categoria è quello di Francis Crowley, il quale, nel 1931, fece una serie di rapine per provare di essere un "vero duro", durante le quali uccise un possibile testimone, una donna che gli aveva opposto resistenza ed un poliziotto che lo aveva fermato per un normale controllo di documenti;

3. omicidio seriale motivato da erotomania. In questo tipo di omicidio seriale, la causa scatenante è data da una particolare fissazione dell'assassino, appunto l'erotomania (uno stato di permanente eccitazione sessuale, localizzata soprattutto a livello psichico). L'assassino vagheggia un amore idealizzato, che lo porta a ritenere inadeguati tutti i suoi amanti. Gli esempi di omicidio seriale di questo tipo sono piuttosto rari e messi in atto prevalentemente da donne.

Il fattore trainante è di tipo individuale, per uno stato di insoddisfazione emozionale che porta il soggetto a rifugiarsi in un mondo fantastico. Per quanto riguarda il fattore relazionale, queste donne non trovano soddisfacenti i rapporti emotivi con i compagni, che le costringono ad una vita piatta e squallida spesso a causa del loro comportamento violento.

Un caso emblematico è quello di Nannie Ross, che uccise i suoi tre mariti, la madre, le sorelle e i figli; quando venne arrestata, disse di aver ucciso perché cercava il "vero amore";

4. omicidio seriale provocato da una conflitto. Questo tipo di omicidio si verifica quando, a seguito di una lite tra due persone, una perde il controllo ed uccide l'altra; la stessa sequenza si verifica in diverse occasioni.

Il fattore principale è in questo caso di tipo relazionale, cioè la risultante di un'interazione negativa, di durata variabile, tra l'autore e la vittima. Come fattore secondario, si fa riferimento alla personalità dell'individuo, generalmente violento, con scarso controllo dei propri impulsi aggressivi, di umore instabile. Prevalentemente, l'omicidio seriale motivato da un conflitto è commesso da uomini, anche se esistono casi in cui l'assassino è donna; anche questo tipo di omicidio, come l'omicidio seriale situazionale, non è premeditato.

Emblematico, a tal proposito, è il caso di Jack Henry Abbott, il quale uccideva quando era in preda ad attacchi di rabbia e gli bastava il più piccolo pretesto; analogamente, alcuni delitti compiuti da Donato Bilancia possono essere ricondotti in questa categoria;

5. omicidio seriale per vendetta simbolica. In queste ipotesi, l'assassino uccide una serie di vittime contro le quali vuole vendicarsi, perché pensa di aver subito un grave torto e lo ingigantisce fino a farlo diventare insostenibile, in maniera del tutto irrazionale. Il serial killer uccide però dei soggetti che, personalmente, non gli hanno fatto nulla ma che rappresentano un'autorità che lui vuole punire per un comportamento che ritiene scorretto nei suoi confronti.

Anche in questo tipo di omicidio seriale il fattore relazionale è prevalente; l'assassinio ha origine nella distorsione della relazione tra due soggetti, nella quale un soggetto è convinto di aver subito un danno irreparabile; il secondo soggetto rappresenta solo la proiezione del vero nemico dell'assassino, che invece è irraggiungibile.

Secondariamente, è necessario che l'assassino abbia un certo tipo di personalità, che sia incapace cioè di tollerare le frustrazioni e le sconfitte e con delle spiccate reazioni paranoiche. In questi casi, a differenza dell'omicidio seriale provocato da un conflitto, il rapporto con le vittime è inesistente ed esse sono il capro espiatorio sul quale si indirizza la rabbia e l'aggressività accumulata dall'assassino. La vittima diventa il tramite inconsapevole, simbolico, del messaggio dell'assassino.

In questa tipologia di omicidio seriale rientra il caso di Unabomber, che da 1978 al 1996 ha spedito una serie di pacchi bomba a professori universitari ed a dirigenti di compagnie aeree, uccidendo tre persone e ferendone ventitré.

Molte volte, l'assassino desidera vendicarsi di una o più donne che egli ritiene responsabili del suo fallimento come uomo. Uccidendo donne scelte a caso, egli si prende la sua vendetta contro tutte loro, riaffermando così la propria superiorità di uomo. Di solito si tratta di individui cresciuti da una madre tirannica, dominante, che ha avuto l'effetto di castrare la mascolinità del figlio;

6. omicidio seriale con movente irrazionale. È il tipo di omicidio seriale tipico dei soggetti schizofrenici paranoici, secondo Lunde.

L'omicidio sembra essere motivato da un movente irrazionale, conosciuto solo dalla mente dell'assassino.
In questi casi il primo fattore da considerare è quello individuale, dato che, per gli assassini seriali psicotici, gli omicidi sono dettati esclusivamente dal loro stato psichico. Le vittime di solito sono scelte a caso e possono essere estremamente eterogenee come età, classe sociale, sesso. La giustificazione preferita da questi serial killer è quella di udire delle voci, che ordinano di commettere gli omicidi. Un esempio classico di assassino seriale di questa categoria è quello di Joseph Kallinger, il quale sosteneva che una testa decapitata di nome "Charlie" gli ordinasse di uccidere ragazzi, mutilandone i genitali. Il fattore secondario è di tipo socio-ambientale; di solito, questi individui già da piccoli mostrano segni premonitori della loro evoluzione psicotica.

A volte, gli assassini seriali sostengono di non essere responsabili degli omicidi, perché questi sono compiuti da un'altra personalità che loro non sono in grado di controllare. Ad esempio, Kenneth Bianchi ingannò diversi psichiatri che lo avevano esaminato, simulando un "disturbo di personalità multipla" (DPM) ed accusando degli omicidi un certo "Steve";

7. omicidio seriale motivato da estremismo. L'assassino seriale che compie questo tipo di omicidio è motivato dalla fede in una serie di idee basate su un particolare sistema politico, religioso e sociale. Questo tipo di assassino può agire da solo, ma più spesso, fa parte di un gruppo. Si distinguono quattro sottogruppi:

a. omicidio seriale causato da estremismo politico: l'assassino seriale uccide diversi rappresentanti del governo o persone di cui, comunque, non condivide le opinioni politiche;

b. omicidio seriale causato da estremismo religioso: in questo caso, l'assassino seriale mostra una fede smisurata in un sistema di credenze basato su agenti sovrannaturali o su un capo carismatico che esercita il suo influsso psicologico per far compiere al soggetto una serie di omicidi; spesso questo assassino, quando agisce da solo, presenta anche una forma di psicosi che lo porta ad avere allucinazioni auditive e/o visive, per cui è convinto di ricevere l'ordine di uccidere "direttamente da Dio";

c. omicidio seriale causato da estremismo socioeconomico: l'assassino seriale uccide persone appartenenti ad un certo gruppo etnico, sociale o religioso, verso cui prova un'intensa ostilità. In questa categoria rientra il gruppo denominato "La Legione Nera", un organizzazione che combatteva contro neri, ebrei cattolici, comunisti e anarchici, che tra il 1933 e il 1936, nel Michigan (USA), uccisero più di cinquanta persone;

d. omicidio seriale causato da estremismo paramilitare: questo assassino seriale uccide le proprie vittime come se fossero "bersagli" da eliminare. Ogni azione diventa una "missione speciale" e l'assassino si equipaggia di conseguenza. È il caso di Arrigo Candela, una guardia giurata, la cui passione erano le armi e le tecniche di sopravvivenza; nel paese in cui viveva (in provincia di Torino), era considerato una "macchietta", perché spesso passava intere notti in campagna, in uniforme e armato di tutto punto, esercitandosi a "fare il Rambo". Fra il 1991 e il 1992, commise tre omicidi, semplicemente per dimostrare di essere un "duro";

8. omicidio seriale per eutanasia. In questo caso l'assassino seriale sceglie come vittime persone che, secondo lui, stanno soffrendo ingiustamente: è convinto che sia suo dovere alleviare le sofferenze del prossimo, anche se, nella maggior parte delle volte, il vero motivo è la sensazione di potere e controllo che l'assassino ottiene dal suo delitto. I casi di omicidio seriale di questo genere sono piuttosto numerosi e vedono coinvolti come colpevoli sia uomini che donne, soprattutto personale sanitario. Gli omicidi sono commessi in modo da far pensare ad una morte naturale: tra i metodi più usati c'è l'iniezione di sostanze tossiche o velenose ed il soffocamento.

È molto difficile scoprire questo tipo di omicidio seriale, in quanto i sintomi provati dalle vittime sono compatibili con un decesso per cause naturali. A ciò si aggiunge il fatto che, spesso, gli ospedali e le case di cura sono interessate a tenere nascosto un tasso di mortalità elevato tra i pazienti per paura di uno scandalo o di perdere clienti. Generalmente si arriva ad una conclusione positiva del caso solo se il sospettato si decide a confessare;

9. omicidio seriale per il controllo del potere. In questo caso, il soggetto sceglie l'omicidio come attività che gli permette di manifestare il suo bisogno di onnipotenza. Spesso si tratta di omicidi seriali particolarmente brutali nell'esecuzione, in cui l'assassino provoca un notevole grado di sofferenza alla vittima.

Questo tipo di omicidi seriale si divide in tre sottocategorie:

a. omicidio seriale per essere al centro dell'attenzione: l'assassino seriale crea volontariamente una situazione di pericolo per le vittime e, in seguito, tenta, inutilmente, di salvarle allo scopo di assumere un atteggiamento da eroe. Questo tipo di omicidio viene di solito attuato da donne che mettono in pericolo la vita dei propri figli o di altri bambini (infermiere, baby-sitter, ecc.);

b. omicidio seriale sadico: questo serial killer si distingue per il piacere che prova nell'uccidere; l'assassino seriale uccide le vittime solo dopo averle torturate a lungo. In questo caso il piacere principale sta nell'infliggere alle vittime il massimo dolore fisico e psicologico, pratica che permette al serial killer di sentirsi onnipotente. L'assassino, cioè, deriva la sua soddisfazione dalle reazioni di dolore della vittima;
c. omicidio seriale "missionario": questo tipo di serial killer sente di dover compiere una missione, in questo caso, eliminare un certo gruppo di persone, perché ritiene che non siano degne di vivere e questo compito gli procura un piacere molto intenso. Questo assassino seriale, pur non soffrendo di una psicosi, è spesso condizionato da personali convinzioni sostenute da alcune percezioni di tipo paranoide. Un caso emblematico di assassino seriale rientrante in questa categoria è quello di Gaspare Zinnanti, che nel 1999 uccise due tossicodipendenti a Milano allo scopo di "ripulire il mondo da tali soggetti".

In questi casi fattori individuali si compenetrano con quelli socio-ambientali; si tratta, infatti, di soggetti che non hanno un senso dell'identità ben preciso, che si sentono inadeguate e che hanno un bisogno prioritario di sentirsi importanti, bisogno che non può essere realizzato in nessun'altra sfera della vita sociale; per cui il potere esercitato sulla vittima è la loro possibilità di rivincita sulla società nella quale non riescono ad inserirsi in modo vincente;

10. omicidio seriale sessuale. Questo tipo di omicidio seriale implica un elemento sessuale che sta alla base delle azioni che conducono alla morte della vittima. Il genere di atto sessuale e il suo significato simbolico variano a seconda della personalità dell'assassino ed i serial killer sessuali vengono identificati perché nell'acting out delle proprie fantasie lasciano una firma caratteristica sul corpo delle vittime e sugli altri elementi della scena del delitto.

Anche qui, in genere, si possono distinguere due sottogruppi:

a. omicidio seriale sessuale sadico: in questo caso, l'assassino ottiene la gratificazione sessuale infliggendo grandi sofferenze alle vittime. Lo stupro, quando c'è, è particolarmente violento e accompagnato da percosse e/o torture di vario genere;

b. omicidio seriale sessuale necrofilo: l'esatto opposto del precedente; l'assassino uccide le vittime nel modo più veloce possibile e, generalmente, con una metodica non lesiva dei tessuti corporei, perché gli interessa avere accanto a sé un corpo inanimato intatto. A distanza di alcuni giorni dall'omicidio, l'assassino può decidere di sezionare il cadavere per conservarne alcune parti (feticismo) e disfarsi del resto.

Si tratta di soggetti spesso provenienti da ambienti familiari traumatizzanti soprattutto per quello che riguarda la sfera sessuale. Sono individui che possono aver subito abusi e violenze sessuali o un'educazione troppo severa e repressiva, in cui è stato loro insegnato che "il sesso è peccato". Tutti questi elementi vengono però filtrati dalla singola personalità di ogni individuo. L'omicidio a sfondo sessuale è un modo per l'assassino per raggiungere la gratificazione sessuale e la ripetizione dell'atto omicidiario gli permette di rivivere all'infinito il piacere che ha provato la prima volta;

11. omicidio seriale a movente misto. Ci sono diversi casi di omicidio seriale in cui il movente varia da un delitto all'altro. Le vittime possono essere alternativamente persone del nucleo familiare, conoscenti o sconosciuti. Questi omicidi, spesso, proprio a causa della variabilità del movente, sono scarsamente pianificati.

Il fattore individuale è predominante, in quanto il soggetto sembra spinto ad uccidere da un suo bisogno interno, indipendentemente dal fatto che il movente giustifichi l'omicidio o meno.

Di solito, comunque, si tratta di soggetti che, al momento del primo omicidio, hanno già una carriera criminale alle spalle, per cui l'omicidio è l'ultima tappa di un processo di devianza ben consolidato dall'ambiente nel quale sono inseriti.

(si ringrazia il sito Altrodiritto)

Edited by demon quaid - 17/7/2016, 18:47
 
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