Un Mondo Accanto

La strega rossa

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morgana1869
view post Posted on 1/3/2013, 12:36     +1   +1   -1




La strega rossa


Le gambe esili di Elisa, graffiate dai rovi, cedettero davanti alla vecchia casa. Le ginocchia caddero sul terreno bagnato, mentre la pioggia scivolava come una cascata sul suo corpo sporco. I capelli neri appiccicati sul volto smunto, gli occhi spalancati davanti alla porta maledetta.
È qui che abita la strega.
Il vento mosse le fronde degli alberi con un sibilo ultraterreno, artigli demoniaci pronti ad aspettarla nell’oscurità, il canto delle cicale si diffuse tra le note dell’aria, come un insieme di risate stupide e stridule. Elisa sgranò gli occhi e si voltò: c’era un filo di luce rosata sopra le montagne che divideva la notte dal giorno.
Se fosse scappata, il padre l’avrebbe picchiata. Se fosse rimasta, il padre l’avrebbe picchiata. L’oscurità sarebbe stata peggiore?
Si rialzò, le gambe oscillarono, e avanzò fino alla porta.
La strega è buona e mi aiuterà.
Bussò. La porta si aprì.
«Bene, bene. Elisa, da quanto tempo!» disse una voce dolce, seguita da una risata penetrante.
Una forza misteriosa spinse dentro la casa e lei cadde di faccia contro il pavimento di legno. Si rialzò:il calore del camino acceso solleticò il suo corpo bagnato fradicio. Si trovò in una stanza dalle pareti arancioni, i mobili antichi brillavano sotto la luce del fuoco e farfalle rosse volavano intorno all’alta figura che si ergeva su un piccolo trono dorato.
«Oh cielo, sei tutta bagnata» disse la strega: agitò la mano destra e una poltrona in velluto rosso zampettò fino a Elisa. Lei sorrise e si sedette.
Uno schiocco di dita e i suoi vestiti bagnati e laceri tornarono intatti e puliti.
«Allora, mia piccola amica, come vanno i compiti di matematica?».
«Bene, grazie al suo aiuto sono una delle migliori in classe».
La strega ridacchiò.«Sì, sono piuttosto brava con i numeri…ma cosa realmente ti ha portato qua?».
Elisa strinse le nocche fino a farle diventare bianche.« Per mio padre…lui…lui».
L’altra corrugò la fronte.«Ti ha ancora picchiata?».
Elisa alzò le spalle.«No, quello è quotidiano come la colazione. È solo che…ieri mamma aveva una fascia sulla mano perché papà le aveva rovesciato il pentolone di acqua bollente e…».
«C’è dell’altro, questo non è l’unico movente».
«Ultimamente mi fa più paura del solito» tirò un sospiro«L’acqua bollente è solo un fatto…però una volta ho visto le sue manacce avvicinarsi al collo della mamma per un attimo…io…io non so come andrà finire» due lacrime scesero sulle sue guance arrossate.«Vorrei che mi liberasse da mio padre». Vorrei che lo uccidessi.
Aveva sognato di liberare la mamma da qual lupo cattivo, ma lei era troppo debole per osare, troppo debole per dire no.
La strega scese dal trono e mosse la sua lunga veste verde.« Potrei farlo, ma sai che pretendo qualcosa in cambio. Tu cosa mi darai?».
Elisa piegò le labbra in un sorriso.

Elisa puntò la matita sul foglio: capelli rossi, vestito verde, occhi azzurri come i suoi. La strega rossa era con lei e si tenevano la mano, sul volto della donna un sorriso dolce.
«Guarda che hai fatto!».Piatti in frantumi.
Elisa scosse la testa e si concentrò sul disegno.
A mamma piacerà.
«Smettila, non toccarmi». La voce di sua madre, debole come il belato di un agnellino.
Fai finta che dicano numeri senza senso.
Uno, due, tre, quattro, diciannove, cento, mille, duemila.
Un grido. Un tonfo.
Elisa lasciò cadere la matita. Si alzò dal letto e si avvicinò alla porta con passo felpato, l’aprì.
Percorse in silenzio il corridoio e sgranò gli occhi: il corpo immobile di sua madre era steso sul pavimento freddo e una scia rossa colava dalla sua fronte. Suo padre era lì, la bottiglia rotta in mano, lo sguardo di un lupo pronto a divorare l’agnello. Si voltò ed Elisa indietreggiò.
«Che hai da guardare, piccola pulce?»gridò, fece un passò e ondeggiò il busto.
Piccola pulce, la chiamava così prima di picchiarla. Le pulci erano sgradevoli e venivano schiacciate. Elisa scosse la testa e indietreggiò fino alla porta della sua camera, le sue mani cercarono la maniglia della porta.
Strega rossa, aiuto!
Tum, tum. Il cuore esplose in tante piccoli cocci dolorosi.
Il lupo cattivo era davanti a lei, gli occhi grandi, bui come un pozzo nero senza fine. E avevano fame.
Elisa entrò in camera sua e chiuse a chiave la porta. Un pugno e la superficie di legno vibrò.
«Apri, puttana!».
Strega rossa, aiuto!
Elisa si accasciò al suolo e strisciò fino al letto.
Il lupo sarebbe entrato per mangiarla in un sol boccone.

Geremia tirò la maniglia. Niente.
Piccola puttanella dannata.
Le donne erano solo bambole, come quelle che da bambino rubava a sua sorella, per poi buttarle sul fango. Così era stata sua madre, a ferire suo padre con tutti quegli amanti, così era stata sua moglie, così stupida e distratta.
Sbatté la bottiglia contro il muro.« Elisa, apri ‘sta dannata porta oppure giuro che la butto giù».
Nessuna risposta.
Devo dare una lezione a quella puttanella,poi dovrò far sparire i corpi, ma bene, perché i vicini curiosi potrebbero vedere.
Un fruscio. Geremia si voltò: uno sciame di farfalle rosse danzavano sul corridoio e coloravano l’oscurità con scie cremisi e giochi di luce. Lui sgranò gli occhi.
Impossibile. Le lucciole illuminano, non le farfalle.
Una figura alta avanzava, accompagnata da quegli assurdi insetti. La veste verde fluttuava come se fosse fatto d’aria, i capelli rossi si mossero, spinti da un vento invisibile. La donna piegò le labbra in un ghigno, occhi blu gelidi come il mare d’inverno.
«La…strega della foresta?». Aveva pensato che fosse una leggenda, una stupida storia raccontata dai genitori per spaventare i figli.
Geremia serrò il pugno e caricò. La donna lo schivò e la sua mano penetrò nel suo stomaco come una spada; Geremia gemette e s’accasciò, con la schiena appoggiata sulla porta della cameretta. Una fitta gelida morse le sue budella, Geremia sentiva le dita del mostro muoversi tra gli organi interni. La donna estrasse la mano: rossa, come i suoi capelli, come il luccichio malsano che brillava in quegli occhi perfettamente calmi.
Geremia sgranò gli occhi e apri la bocca: il sangue grondava dalla camicia bianca e si riversava come una cascata sul pavimento, accompagnato da un lungo budello di carne.
Alzò lo sguardo e incrociò quello distaccato della strega: era lo spettro che nelle notti dell’infanzia reclamava il suo respiro, che bussava con le sue unghiacce sule vetro della finestre e sospirava col vento, che abitava sotto il suo letto come un’ombra in attesa delle sue carni. Ed ora era lì, la Strega Rossa, con lo sguardo eccitato di chi finalmente poteva gustarsi il suo pasto.
Geremia allungò le mani. Non mi avrà, devo lottare!
Le strega fece un gesto netto con la mano. Un solco profondo tracciò la sua gola, un fiume scarlatto uscì tra le due labbra di carne che si separavano, l’un dall’altra, in un sottile buco nero. Geremia cadde sul pavimento, in una pozza di carne e sangue. Rivolse gli occhi in direzione della strega e l’ultima immagine che vide fu il suo ghigno demoniaco.


«Che succede?» chiese la madre, mentre si svegliava. Elisa s’inginocchiò e l’aiutò a sollevarsi.
«Mamma!» singhiozzò, il volto si rigò di lacrime. La favola era finita e il lupo cattivo era stato ucciso.
La madre la guardò e sbiancò.«Elisa, ma sei tutta sporca di sangue!».
Elisa sorrise e socchiuse gli occhi turchesi,spalancò le braccia e la strinse forte a sé.« Mamma, siamo libere. Il lupo cattivo non c’è più». Accarezzò con dolcezza la sua schiena.
Una farfalla rossa volò sopra il manico di un grosso coltello da cucina, vicino alle sue gambe.

“ Strega rossa, ascolta le mie parole. Ti donerò i capelli tinti della mia rabbia, ti donerò gli occhi del mare, che mai ho visto e sempre ho amato, ti affiderò le preghiere della mamma e la mia speranza per una storia migliore. Raccogli la paura e trasformala in coraggio; non si può salvare un lupo cattivo se non ascolta le lacrime degli agnelli, quindi ti prego, uccidi il lupo”.
 
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Lenoire
view post Posted on 28/3/2013, 17:50     +1   -1




Che bella..
 
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morgana1869
view post Posted on 30/3/2013, 10:27     +1   -1




grazie molto gentile :D
 
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2 replies since 1/3/2013, 12:36   39 views
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