Un Mondo Accanto

Il bacio della strega

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morgana1869
view post Posted on 15/4/2013, 14:45     +1   -1




Il bacio della strega




Un vecchio gatto si stiracchia, inarcando la schiena in modo quasi innaturale, e mentre passeggia manca poco che vada a sbattere contro una gamba del tavolo. Un po’ in imbarazzo, il felino fa finta di nulla e cerca lo sguardo della sua padrona. Sebbene sia mezzo cieco, riesce a sentire la presenza della sua amata Maria, seduta sulla poltroncina che si gode il tepore della stanza illuminata scarsamente solo da poche candele. Nell’aria aleggiano creature pigre e piccole come acari. Maria, la strega dai lunghi capelli argentei, guarda il felino abbozzando un sorriso. Il gatto sale sulle gambe della sua padrona, curioso di sapere cosa sta guardando. Dalla finestra si intravede un paesaggio notturno di un paesino ricoperto dalla neve. La vita del paese scorre rapida mentre Maria vive lentamente. Il volto di un bambino pacioccone a cui mancano due denti e dai capelli stopposi biondi si avvicina alla finestra, appannandone il vetro. I grossi occhi azzurri cercano di capire cosa c'è all'interno, e Maria sorride. "Che fai, Morris? Quella è la casa della strega" dice un altro bambino, poco più in là. "Se ti scopre che curiosi nella sua casa ti mette in un calderone e ti cucina, poi lascia gli occhi al gatto."
Ma il bambino non vuole saperne di andare. Gli sembra di vedere qualcuno in quella casa scura, abbandonata da tempo.
"Oggi è la festa della Madonna delle nevi. Padre Jacopo dice che nessuno vuole vedere la strega perché è cattiva, ma se le diamo un po' di castagne arrostite secondo me è felice."
"Ci vai dopo dalla strega. Mamma ha detto che sta arrivando un’automobile in centro. Andiamo a vederla prima che se ne vada."
Morris sorride, mostrando tutti i denti, e corre via con il suo migliore amico mentre le loro sciarpe svolazzano al vento. Passano anni, e Maria nota che il ragazzino torna raramente di fronte alla casa abbandonata, come se si sentisse in colpa per non essersi più presentato. E man mano cresce sempre di più con il suo migliore amico, prendono il diploma, stringono un patto, si augurano buona fortuna e si dicono addio.
Qualcuno bussa alla porta ma, siccome questa è aperta, si apre di botto. Una testa scura, esitante, fa capolino mentre il vento gelido fa tremare le fiammelle delle candele. Le creature sottili come polvere vengono sbalzate via dalle folate di freddo.
"Posso entrare?"
"Sei riuscita a infilarti tra i cunicoli del tempo e aprire la porta di una strega, certo che puoi."
Maria fa fatica ad alzarsi, del resto è rimasta seduta per almeno tre quarti di secolo, e va a dare il benvenuto alla ospite. Il gatto annusa l'aria, curioso di sapere chi è la nuova entrata. Decine di fuochi fatui compaiono per magia, illuminando meglio la stanza. Maria si affretta a indossare l'abbigliamento emblematico per persone come lei: il cappello da strega, che vale molto più di un distintivo o un tesserino, di quelli che utilizzano i comuni umani. Il suo vestito blu scuro, elegante, intriso di una moda antiquata e fin troppo sfarzosa, seppur ricoperto di polvere, le dà un aspetto regale. Un tempo molti imperatori, viaggiatori e streghe hanno temuto quella figura imponente e regale. È da un po’, comunque, che Maria ha appeso il cappello al chiodo, eppure si ritrova spesso a fantasticare sulle giovani streghe che parlano di lei come se fosse un mito, una leggenda scomparsa da tempo.
L'ospite compie qualche passo in avanti e fa una riverenza. È una ragazza apparentemente giovane, asiatica. Indossa un vestito cinese rosso, i capelli sono acconciati divinamente, pieni di ornamenti e racchiusi in due crocchie.
"Mei Chao, questa sì che è una gran sorpresa." Mente Maria, sorridendo. Secondo molte dicerie, a ogni passo che fa le streghe rilasciano quantità di energie magiche così ampie che provocano catastrofi. Non è del tutto vero, ma neanche così falso. Fatto sta che Maria aveva intuito l'arrivo della sua allieva da qualche ora.
"Maestra Maria, sono venuta a recarle visita."
"E per quale motivo?"
Compare una poltroncina dietro Mei Chao, che la invita ad accomodarsi.
"Devo forse avere un motivo per visitare la mia insegnante?"
Maria sorride. "Potresti anche chiamarmi balia, dato che ti ho cresciuta quando avevi appena quindici anni. Per tre quarti di secolo ho dovuto pulire i tuoi escrementi magici e consolarti quando un demone veniva a darti fastidio. Ma ammetto che non mi pento di quei momenti, anzi, mi mancano. Col passare delle decadi mi sono accorta di questo fastidioso tuo lato da.. tipica strega. Non dici mai quel che vuoi veramente e ti perdi in un sacco di chiacchiere. Ma io sono la tua balia, la tua insegnante e, anche se concettualmente scorretto, la tua mentore. Perché non mi dici cosa vuoi?"
Mei Chao per una persona qualunque potrebbe sembrare la donna più bella del mondo. Ogni sua espressione vomita emozioni che possono turbare profondamente l'animo. E il suo sguardo, pieno di consapevolezza, farebbe rabbrividire un comune paesano.
"Comprendo il suo dubbio, maestra. Ma dico la verità, sono venuta da lei per sapere come sta. Lei non si fa vedere da almeno due secoli. Molte streghe della congrega si sono chieste che fine avesse fatto."
Maria sospira. Che Satana possa esser maledetto! La congrega è sempre stata così stressante da farle venire l'ansia al solo pensiero. Gli ultimi due secoli senza tutte quelle streghe dal mestruo perenne sono stati più che tranquilli.
"Sei venuta a vedere se fossi morta."
"No, tra discepola e maestra vi è sempre un grandissimo legame. Quando mia madre è morta, non ho sentito nulla. Quando l'ultimo erede del mio sangue è morto, trenta anni fa, ho ballato sulla sua tomba. Ma se voi foste morta.. avrei perso gran parte di me."
"Dunque.."
Solitamente le streghe possiedono un grande istinto. Ed è questo che ha fatto rabbrividire Maria: sta per arrivare un argomento scomodo e pungente, che lei avrebbe voluto evitare per sempre.
"Dunque" Mei Chao sembra determinata "credo di sapere come mai lei stia perdendo tempo. Lei vuole riposare, ed è giusto. Credo che per lei sia arrivato quel periodo."
"Quale periodo?"
"E io voglio assicurarmi che lei viva al meglio possibile."
"Meglio possibile per cosa?"
"Lei deve andare in pensione."
Maria inarca un sopracciglio, innervosita.
"Non sto affatto invecchiando."
"Se vuole posso assicurarle un posto tra i gironi dell'inferno dove trascorrere il resto della sua tormentata vita. Ho sentito che il girone dei golosi è il più comodo. Posso prendermi cura io del suo gatto."
Anche se la voce di Mei Chao trema, l'espressione della strega è risoluta. Non appare nessun timore o esitazione.
"Non sto invecchiando."
"Sono due secoli che non propone un contratto, che non ruba un anima, che non si presenta ai sabba né alle orge. Se continua a nascondersi così, lei diventerà leggenda. E questa, me l'ha detto lei stessa, è la fine peggiore per una strega."
Maria si morde il labbro. Tira un lungo sospiro, e squadra per bene la sua discepola. Un fisico perfetto, nulla da dire. Secoli di malizia, energie spirituali negative, contratti con demoni e uomini disperati modellano il corpo come soffice argilla e lo rendono piacevole alla vista, lo rendono magnifico.
“Fammi capire. Dopo esser stata ammessa alla congrega più importante di ogni girone d’inferno grazie alla sottoscritta, cominci ad allontanarti da me e instauri una relazione con Belzebù e tutto il suo esercito, non mi parli più per un secolo e mezzo e praticamente non ti sei nemmeno accorta che ho smesso di frequentare le altre streghe. Dopo tutti questi anni tu vieni a dirmi, senza alcuna ragione apparente, che devo andare in pensione.”
Mei Chao mantiene un’espressione impassibile, persino di fronte al vecchio e cieco gatto irritato che frusta l’aria con la coda. “Sei sempre stata brava a riepilogare.”
“Sono uscita dalla congrega perché ero stanca di avere intorno ragazzine che continuano a parlare del membro spropositato di Lucifero e che sghignazzano ogni cinque minuti. Mi piace stare qui.”
La strega orientale solleva un sopracciglio. “Vuole forse dirmi che si è stancata di essere una strega? Mi sta praticamente dando ragione: deve riposare in un luogo appropriato.”
"Ci penserò.” Uno dei motivi per cui Maria se n’è andata è proprio il continuo battibecco, le discussioni perenni. “Potresti tornare, per favore, tra venti anni?"
"Venti anni sono troppi. Lei non lo sa, ma l'uomo è entrato nell'età moderna. Sa guidare le automobili, Maria, e l'esistenza delle streghe ora si limita solo alle superstizioni generali e ai racconti brevi."
Il gatto si gonfia e comincia a soffiare. È così che funziona un famiglio, è un animale che è tutt'uno con la sua proprietaria. E per quanto possa sembrar calma Maria, il gatto vomita tutte le emozioni possibili. "Per favore, torna tra venti anni."
Stizzita, Mei Chao si alza e se ne va.
Maria resta seduta e guarda il paesaggio dalla finestra. In quel paesino fa così freddo che per ora neanche le automobili possono funzionare. Ma non può dare ragione alla sua discepola. Lei non sta invecchiando. È stanca della burocrazia che si è creata negli ultimi secoli tra le streghe. Un tempo era molto più semplice, bastava farsi bruciare un paio di volte, dare fastidio ai pargoli, creare eventi spiegabili con la ragione di fronte a uomini dalla mentalità pari a quella di un bue, e il gioco era fatto, le streghe potevano vivere.
Maria si alza e si guarda, stanca, allo specchio. Lei non ha bisogno di tornare a fare la strega, ha accumulato così tanto potere negli ultimi millenni da poter vivere per sempre. Eppure questo fastidio alla gamba non fa che torturarla ultimamente. Maria alza la gonna e quel che vede le fa saltare qualche battito. Un pezzo di ginocchio è sbiadito, svanito come per magia. Mei Chao ha ragione.. Maria sta morendo. La non-esistenza si allargherà sempre di più, prendendole tutto il corpo e facendola sparire per sempre.
La strega fa di tutto per non perdersi d’animo. Si sistema accuratamente il cappello blu di fronte a uno specchio appannato, e se ne va seguita dal micio. La vita e il tempo le scorrono addosso, e lei viene a conoscenza di tutte le nuove città e degli ultimi eventi. Da dove deve cominciare? Compie un passo e si trova in una stanza grigia e fredda. Un uomo sta riflettendo appoggiato a una scrivania. È giovane, fin troppo per una strega. Ha i cappelli stopposi biondi, corti, e sembra che stia cominciando a perderli. Lui appoggia gli occhiali e si massaggia le tempie. È un politico, è appena entrato nel giro, ha intenzione di scalare la via tortuosa che lo porterà al successo.
"Che cosa ti angusta?" Chiede Maria.
"Sono i soldi. Il budget non copre le spese per la ristrutturazione di tre strade, e un ragazzo in motorino è morto in un incidente su una strada allagata. Potrei ricevere i soldi sufficienti se accettassi la mancia di quella multinazionale.. ma le campagne.. gli agricoltori.. e la foresta.. il rio.." Il politico scuote la testa. Maria gli si avvicina, lo accarezza dolcemente, e poggia le sue labbra sul suo orecchio. Solo sentendo quelle parole il politico si rende conto che vi è qualcuno nella stanza.
"E se io ti dessi quei soldi? E se io ti dessi tutti i mezzi necessari per ottenere quel che volevi?"
L'uomo sbalordito compie qualche passo indietro con la poltroncina rotabile. Un'atmosfera fredda e macabra si instaura tra di loro, mani bianche e gelate compaiono per terra, cercando di afferrare l'aria. Il politico non ha paura, e probabilmente non vede neanche i demoni avidi e affamati che gli volano addosso.
"Tu chi sei?"
"Io sono colei che potrà farti raggiungere ogni obiettivo che vorrai. Hai bisogno di soldi? E di soldi avrai. Dovrai comunque sporcarti la coscienza, non porterai danno a nessuno tranne che a te stesso. Metà della tua anima, sacrifica un quarto della tua vita, e avrai tutte le monete d'oro che desideri."
Dopo un attimo di esitazione, l'uomo inforca gli occhiali e guarda la nuova arrivata con determinazione. "Signorina, non accetto mance. Sono appena arrivato e mi sono fatto una promessa; io non giocherò mai sporco. Ora se ne vada."
"Sicuro? Non preferiresti avere tutti i.."
"Se ne vada."
"Ma.."
"Non mi costringa a chiamare la sicurezza."
Maria sbatte forte la porta dietro di sé, e rimane basita. Cos'è successo? Poggia la schiena sul legno, e per poco non si lascia cadere. Scossa da brividi, la strega si sente già svanire. Guarda la propria mano, ormai semi trasparente. Se nessuno crede in una strega, la strega muore. Se tutti credono che quella strega sia solo una favola, la strega muore. Le vene piene di magia e sangue secco di Maria sembrano stringerle il cuore da dentro, lei non riesce a respirare. Ci sono streghe morte mille volte, questo è vero. Ma non si scampa dalla vera fine. E più si invecchia, più è facile morire. Qualcuno, nell’altra stanza, si alza di botto e resta in piedi per qualche secondo, basito. Maria torna ad avere la nitidezza giusta: il politico ha appena associato la donna che gli ha appena portato visita alla strega della casa abbandonata.
Maria tira un sospiro, per poco non ci restava secca.
Di fianco a lei c'è Mei Chao, come se ci fosse sempre stata, con un'espressione mistica, un miscuglio di paura, terrore con un pizzico di “te l’avevo detto”.
"Le cose non funzionano più come un tempo. E se sbagli troppo, svanisci." Dice l’allieva.
"Stai forse alludendo al fatto che sei più brava di me? Non posso crederci."
Mei Chao sorride con gli occhi. "Non sarei capace di trasformare un uomo in rospo, né tantomeno di evocare catastrofi naturali. Però qui le cose sono cambiate, gli uomini non credono più, non ci cascano."
Il gatto osserva la scena irritato.
"Dimostrami allora." Risponde Maria. "Dimostrami come si dovrebbe fare."
Mei Chao apre la porta, la stessa che Maria si era chiusa alle spalle. "Con piacere."
La stanza in cui le due entrano è completamente diversa. Non è più la stessa di prima. Si tratta di una camera d'hotel. Un uomo, senza pantaloni e seduto su una poltroncina, osserva due prostitute fare giochi erotici e a dir poco imbarazzanti. È passato del tempo da quando Maria e il politico biondo si sono incontrati. Questo uomo è un bastardo, uno che gioca sporco, un pervertito, un perfetto candidato come politico. Sta combattendo contro il suo rivale per le elezioni, ma è in una fase di stallo.
"Per chi siamo venute? Per le donne o per lui?" Chiede Maria.
"Basterebbe una pistola, niente testimoni e il desiderio di guadagnare tantissimi soldi per ottenere un'anima, è vero." Commenta Mei Chao "Ma non è questo un buon lavoro. Ti mostro come si fa."
Il gatto si pulisce, irritato, con la lingua. Vorrebbe andarsene il prima possibile da quel posto. La porta si apre ed entra un'altra donna.
"Geremia! Sapevo che ti avrei trovato qui." Lei è vestita elegantemente. Non tanto per uscire la sera, ma abbastanza da contraddistinguersi. Il politico cerca di infilarsi i pantaloni in fretta "Non prenderla così, Annah. Davvero."
"Tu.. tu sei un uomo disgustoso. Voglio il divorzio."
Ma prima che la donna possa fare altro, Geremia le balza addosso e le afferra un braccio. "Perché tutta questa messa in scena, Annah? Io non ti amo, e so di farti schifo, so che ti ho sempre fatto schifo da quando abbiamo avuto il primo figlio. Ma pensaci, cazzo, pensa a cosa ci guadagneresti se mi rovinassi la carriera. Se chiudi il becco, non ci sarà nessuno scandalo, io farò carriera e ti darò tutti i soldi che vuoi per chiudere quella cazzo di bocca."
Gli occhi della donna si velano di lacrime, ma lei si limita a dire un semplice "va bene."
Maria sorride amara. "Ma pensa, quell'uomo sta facendo praticamente il nostro lavoro."
Geremia strattona il braccio della moglie. "Ti bastano un po' di soldi per fare quel che voglio io. Sei al pari di quelle prostitute. E siccome hai arrecato loro disturbo mentre lavoravano, meritano le tue scuse. Avanti, da brave colleghe."
Il tempo sembra rallentare.
Mei Chao accarezza il volto di Annah, e la bacia. Poi le sussurra all'orecchio "Crede davvero di poterti trattare così?” l’atmosfera assume sempre più calore, più rosso, più confusione. Le pareti sgranano tutte le centinaia di occhi e osservano la scena, e intanto le tre prostitute e il bastardo sudano e temono di sentirsi osservati. “Sei una valorosa donna, come tua madre, non permettergli di metterti al pari di una prostituta."
Annah neanche si accorge di aver sentito quelle parole. È convinta di aver avuto un'intuizione improvvisa, come se fosse stata sua madre a parlarle. Stringe i pugni. "Neanche per sogno." dice.
"Tu non puoi permetterti di.."
Mei Chao ondeggia con i fianchi, sensuale, e si avvicina a Jeremia. "Adesso lo dirà a tutti, ci sarà un comunicato stampa, e la tua reputazione sarà rovinata. Non ti piacerebbe avere qualcosa per.. eliminare questo problema?" Tutte quelle pareti hanno così tanti occhi.. come i giornalisti, come il popolino, sono tutti loro che lo osservano, esaminano ogni sua fottuta mossa.
Il politico deglutisce. "Sì."
La strega chiude la porta e stringe la mano del politico. Quest'ultimo si accorge di possedere una pistola. "Metà della tua anima, e nessuno parlerà, avrai un sacco di soldi e tutto ciò che vorrai. Che ne dici?"
Il politico punta la pistola contro la moglie. "Va bene."
Mei Chao sorride. "Abbiamo finito. Andiamo pure."
E quando la porta si chiude dietro di loro, Mei Chao guarda Maria sperando in un complimento. Ma Maria è esterrefatta, senza rendersene conto stringe il micio con troppa forza.
"È tutto così diverso."
"Lo so."
"Ma.."
Mei Chao sorride. "Credi di esser capace di cambiare modo di essere strega e coinvolgere, travolgere, le persone che hanno l’anima sporca e putrida? Devi far leva sui sentimenti più profondi, più orribili, e tirarli fuori. E devi aver a che fare con le persone della peggior specie. Ce la farai?"
"Certo che sì. Anche se.. è così diverso."
"Lo hai già detto."
"Ce la posso fare."
Le due streghe si guardano negli occhi. "Facciamo così, Maria. Tu provaci: se ci riuscirai ti lascerò in pace. Se no, dovrai andare agli inferi per una vacanza finché non ti spegnerai o non diverrai tu stessa un demone. E dovrai darmi il tuo famiglio."
Maria sorride amareggiata. "Quindi è questo che hai voluto fin dall'inizio? Il mio gatto?"
"Accetti o no?"
Le cose sono così cambiate. Un tempo Mei Chao le portava così rispetto. Pensava che lei potesse risolvere tutto, e sapere qualunque cosa. Il gatto nero e vecchio ansima tra le braccia di Maria.
"Sì, accetto."
Maria accoglie tra le braccia il suo gatto, e lascia alle spalle la sua collega. Passeggia per la città, che pian piano si trasforma. È una passeggiata lunga diversi anni, dove le cose cambiano con troppa fretta. La neve passa e torna, un ciclo continuo, finché non arriva alla piazza principale. Il tempo sembra rallentarsi ancor di più. Vi è una statua nel bel mezzo della piazza, la statua di una donna. Maria osserva gli uomini che lavorano e che si organizzano, allegri, mentre per loro un nuovo anno passa. È la festa della Madonna delle Nevi, a quanto pare. La madonna è apparsa per impedire che una frana distruggesse tutta la città, questa è la diceria. Che folli, non vedete che si tratta di una strega? Eppure, che senso ha festeggiare di lei ogni anno? Probabilmente quella strega non esiste neanche più. Già, così tante persone ce l'hanno impressa nell'immaginazione e ora è solo una leggenda, un mito, e la strega non può più esser viva.
L'attenzione della strega viene attratta da un piccolo ragno che arranca tra i mattoni di uno spigolo di una casa. Maria sospira.
"Cosa c'è, stai morendo? Ah, sei appena nato? Sappi che tutti stanno morendo, persino tu che sei uscito da poco dall'uovo ti avvicini pian piano alla fine dei tuoi giorni. Che ne dici, invece, di fare un patto con me? Ti do vita eterna, ti do una forza incredibile, potrai mangiare persino dragoni in cambio della tua anima e devozione. Che dici?"
Il ragno dice di sì. E qualcuno ride. Maria si volta di scatto e vede Mei Chao. "Lo sai che questo non vale, vero? Gli animali non hanno etica, non si sprecano a pensare se guadagnare è giusto."
"Lo so che non vale. Volevo solo aiutarlo."
"Aiutarlo." sussurra la strega più giovane. "Vieni con me."
Le due camminano tranquillamente, osservando piccoli demoni invisibili che si cibano delle gioie dei lavoratori allegri e speranzosi.
"Forse se ti porto nel luogo giusto, potrai farti valere."
"Mi stai davvero aiutando?" Chiede Maria.
"Abbiamo un rapporto così intimo che la tua scomparsa mi ucciderebbe più e più volte. Chi vorrebbe che la propria madre morisse?"
Mei Chao si appoggia al grosso portone del magazzino di una chiesa. Qualcuno potrebbe pensare che le streghe siano allergiche a qualsiasi cosa possa esser reputata sacra, come croci o Mariari. Non è assolutamente vero.
"Mi stai veramente deludendo."
"Io sto deludendo te..? Sei tu ad avermi delusa. Non sembri più la mia discepola. Fai di testa tua, affronti, dici che sono vecchia, vuoi che me ne vada."
Mei Chao deglutisce. "Nella congrega molte persone si sono dimenticate di te. Ormai esistono più streghe che non ti conoscono che quelle che ti rispettano. Ma tu per me sei sempre stata un idolo, l'esempio da seguire per quanto io abbia continuamente fallito. Ho sempre saputo che sei una donna solitaria, quindi ti ho lasciato stare. E non sei tornata. Sono venuta io, ti ho chiesto di tornare e non l'hai fatto. Ti ho sfidata, ti ho mostrato quanto fosse dura la nuova vita e di quanto fosse importante che tu tornassi, e non sei tornata. Ti ho lanciato una sfida sfrenata, un vero proprio affronto, e tu.. sei ancora qui a perdere tempo. Mi hai.. lei mi ha deluso."
E allora Maria comprende cosa c'è veramente dietro il comportamento della sua discepola. Alla fine, sebbene lei abbia poco più di quattrocento anni, non è che una bambina che ha bisogno di sua madre. E allo stesso tempo, una donna che si preoccupa della sua stanca nonna.
"Scusami."
Maria si lascia alle spalle Mei Chao, ed entra nel magazzino della chiesa. Lì vi è la statua della madonna delle nevi, al di sopra di un grosso carro. I fedeli lo porteranno per tutta la città, canti gloriosi inneggeranno la sua santità e la sua forza. Due uomini stanno parlando tra di loro, uno è un prete dall'aspetto mesto ma dalla barba sporca e poco curata. Un altro è Geremia, il politico bastardo che alla fine ce l'ha fatta a vincere le elezioni. Tra di loro vi è una valigia piena di soldi.
"Come promesso, questo è il quaranta percento del ricavato dalla fonduta della statua originale. Nessuno se ne accorgerà, con me ho un orafo espertissimo e mi ha detto che la differenza a occhio è minima anche per un esperto. Te l'ho già detto e te lo ripeto, e non smetterò mai di farlo" dice Geremia "Non permettere mai a nessuno di osservare ed esaminare da vicino la statua. Usa la scusa della santità o una di quelle che voi utilizzate sempre."
Il prete annuisce soddisfatto. E tra gli spettatori vi è un terzo. Il primo politico che incontrò Maria, colui che si rifiutò di sporcare il proprio animo, il retto, il giusto, che alla fine perse e diventò un futile segretario.
Maria e Mei Chao si scambiano una rapida occhiata. "Sicura che vuoi farlo?" Chiede la discepola. Maria annuisce e si avvicina all'ormai sottosegretario. Preme il corpo contro il suo, dandogli un calore fasullo, e sussurra "Hai di fronte a te un prete corrotto, che ha abbandonato la via divina per sporchi soldi, e il tuo acerrimo nemico. Colui che ha giocato sporco e ha vinto. Ti ha rovinato la vita e le speranze. E hai a disposizione un gran potere, il potere della vita e della morte. Loro hanno truffato un'intera città. Tu puoi avere il potere di vendicarti, di far giustizia. E quei soldi puoi utilizzarli per il bene delle persone.."
Maria lancia uno sguardo eloquente alla sua discepola. Quest'ultima ricambia lo sguardo preoccupata, ma non dice nulla.
"..oppure.."
Mei Chao trattiene il fiato.
"..puoi tenerli per te. Non c'entrerai nulla, vivrai con tanti soldi per il resto della tua vita." Ma una strega gioca sporco. Non può limitarsi a teneri giochetti. Deve comprendere le paure di un uomo, i suoi timori, e farlo agire facendo leva sulle sue debolezze.
"Così potrai far fronte al tuo imminente divorzio. Lo sai che è così, tua moglie non ti ama più, non da quando hai fallito come politico, non da quando hai perso. Lo sai che è attratta da Geremia. E non sopporta più le condizioni in cui è tuo figlio. Tossisce sempre, si droga, e non si accorge che è malato. Ma tu sì, lo sai che dovrai spendere un patrimonio per lui.. che sta morendo. Come te. Noi tutti stiamo morendo, vero? Vuoi concludere la tua vita così, con un climax fasullo?"
"No."
"Ricordati che stai morendo."
Il sottosegretario si rende solo ora conto che colei che gli sta parlando è la donna apparsa molti anni fa per dargli una seconda opportunità. Per lei saran passati pochi attimi, per lui un'eternità.
"Sì."
"Lo vuoi il mio aiuto?"
"Per favore, sì."
Che dolce, ha chiesto per favore.
"In cambio voglio la tua anima. Non farà male, te ne accorgerai solo quando finirà. Se sei ateo non sarà nemmeno un problema."
"Va bene."
Ed ecco che Maria tocca la mano del sottosegretario. Ed ecco che gli rovinerà la vita e l'anima. L'onore e la sua rettitudine. Maria ha un attimo di ripensamento. Effettivamente.. non è più fatta per queste cose. Non ha più voglia di truffare e prendere in giro gli uomini. Non dovrebbe farlo più. Maria stringe la mano al sottosegretario, e lui si accorge di aver sempre avuto una pistola. Ed è pronto a sparare.
Le due streghe lasciano in fretta e furia l'abitacolo.
"Maria.."
"Avevi ragione, Mei Chao. Sono invecchiata, ma davvero tanto. Non ne posso più. Non ne posso veramente più di continuare."
Si sentono tre spari soffusi.
La strega anziana prende in braccio il suo gatto, scuro come la notte.
“Tienilo pure, dunque. Ha vissuto per tre generazioni di streghe, e ti donerà un vasto potere. Fai pure ciò che una strega deve fare in questi giorni, io andrò a riposare..”
Il portone del magazzino si apre. Geremia e il prete camminano pacati con le mani in alto, bene in vista, e il giovane e decaduto politico li punta con la pistola. Maria corre verso l’uomo. 
“Morris, cosa stai facendo?”
“Mi hai dato il potere di fare qualcosa, e io ho scelto di fare la cosa giusta.”
“E la tua famiglia?”
L’uomo forse nemmeno si è reso conto di star parlando con la strega. Forse si sta congratulando con la propria coscienza, forse ha sempre visto l’immagine della strega rinchiusa in casa come una severa osservatrice.
“In fondo tutti moriranno prima o poi. È più importante ciò che ricorderemo sul letto di morte.”
Maria lancia un rapido sguardo a Mei Chao, poi all’uomo, a Geremia, al prete, al gatto, e di nuovo a Mei Chao.
“Ma se tu sfrutti un contratto per fare una cosa buona io.. ci rimetterò. Te lo devo impedire, o non sarò più riconosciuta come strega ma come leggenda.”
La strega orientale indurisce il suo sguardo. “Tuo figlio sta morendo, e solo tu puoi salvarlo.”
“Non è vero.” Risponde l’uomo.
“Per colpa tua, diventerò leggenda, esisterò solo nei tuoi racconti.” Continua Maria.
“La Madonna delle Nevi è solo una leggenda, eppure viene celebrata ogni anno.”
“Morris, devi cambiare idea. La giustizia non esiste in questo mondo, loro due andranno in prigione e poi usciranno dopo pochi anni e tuo figlio sarà già morto per allora.” Dice Mei Chao.
Ma l’uomo nemmeno la sente. Per lui, è solo la coscienza, un’immagine che si è creato chissà in che modo nella sua stolta e superstiziosa testa. Le due streghe sentono questo pensiero, e si sentono vuote. Smettono lentamente di esistere.
Mei Chao corre da Geremia e lo spintona. “La vuoi la forza? Ti libererò dalle catene e ti donerò la libertà, se mi aiuti!”
Ma nessuno riesce più a sentirla. Le due streghe annaspano come pesci fuor d’acqua, Maria si porta le mani al collo cercando di respirare. E man mano svaniscono sempre di più. La strega anziana afferra le spalle della sua discepola. “Perché diavolo stai svanendo? Oh maledetti inferi, perché stai sbiadendo tanto!?”
Gli occhi luccicanti di Mei Chao vomitano zampilli di lacrime. “Io non sono affatto una buona strega.”
Maria stringe a sé la sua figlia adottiva. Mei Chao non ha il coraggio di far nulla, resta lì a piangere. “Ho cercato di imitarti ma non ci sono riuscita. Sono la zimbella di tutta la congrega. Tu potevi già andare in pensione.. se mi avessi dato il tuo gatto forse sarei durata un po’ di più..”
Maria accarezza i capelli di Mei Chao con la mano tremante, svanita per metà.
“Sono stata egoista, volevo solo la tua eredità.”
“Dovevi dirmelo fin dall’inizio.”
La strega madre sussulta nel vedere la sua bimba ormai svanita per metà. Corre verso i tre uomini e urla. “Ti prego, non andartene! Aiutaci, umano, tu volevi darmi le tue castagne, ti ricordi? Aiutaci, salva almeno la mia bambina!”
E mentre la strega urla, il vecchio gatto nero che ha osservato per tutta la scenetta, volta le spalle a quegli uomini e a quelle fantasie, e se ne va. Le urla, gli schiamazzi, le discussioni si affievoliscono sempre di più, più il vecchio micio si allontana da quel mondo, più si allontana dalla vita. E una volta raggiunto quell’angolino dove c’è il grosso ragno intento a divorare qualche insettino, il felino si accascia per terra ed esala l’ultimo respiro. L’unica cosa a cui pensa, prima di morire, è che era veramente stanco di sbattere continuamente contro le sedie.


Edited by Nimue - 29/8/2013, 11:14
 
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ram32
view post Posted on 15/4/2013, 22:08     +1   +1   -1




E' davvero bello :D
Io l'avrei fatto più lungo..., ma è bello-bello :D
 
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morgana1869
view post Posted on 16/4/2013, 06:47     +1   -1




grazie sei molto molto gentile!!!!
 
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ram32
view post Posted on 16/4/2013, 09:16     +1   -1




L'unico problema è che ho un libro da finire... ora sto in crisi... leggere tutte le storie... che finiscono subito... o finirmi prima questo libro... e dopo invece di leggermi Conan il Barbaro, leggo questi?
Questo forum mi manda sempre in crisi esistenziale :P
 
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morgana1869
view post Posted on 16/4/2013, 10:44     +1   -1




sei irrecuperabile :P
 
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4 replies since 15/4/2013, 14:45   46 views
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