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Museo della tortura di Lucca, Aperto in via FIllungo un “museo” con gli strumenti per i supplizi

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view post Posted on 29/6/2013, 14:09     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Impressiona non poco l’enorme ghigliottina all’ingresso. Così come all’interno è un’atmosfera da brivido, resa ancor più inquietante dal sottofondo musicale che pare trasportarci in un mondo terrificante. Siamo nel Museo della tortura che ha aperto i battenti in via Fillungo e occupa piano terra e quello sotterraneo di parte di palazzo Guinigi-Magrini.

Un’esperienza insolitache ha colto di sorpresa i passanti che incuriositi si avvicinavano all’ingresso, mentre c’è chi ha manifestato qualche perplessità per un’esposizione che «non ha nulla a che vedere con la città».

Non la pensa così Donatella Montina, responsabile di Progetto Museo che cura questo tipo di esposizioni, autofinanziate, itineranti o stanziali come quella di Lucca che gode del patrocinio del Comune, concesso dalla passata amministrazione. «Paradossalmente - dice - il nostro obiettivo è lanciare un messaggio di pace.

Sembra assurdo, ma alcuni degli strumenti di tortura espostisono tuttora usati in molte parti del mondo. Con il supporto di Amnesty International intendiamo diffondere informazioni affinché si cancellino leggi che offendono la dignità dell’uomo e quasi sempre lo conducono a morte».

Lucca è la settima esposizione italiana dopo San Marino, Montepulciano, Volterra, Siena e le due di San Gimignano. Circa duecento gli strumenti esposti, corredati da didascalie. Il 70% sono originali mentre altri sono ricostruzioni con parti originali.

Già nel primo giorno di apertura il museo è stato visitato da decine di persone per vedere il boia incappucciato con la mannaia, uno scheletro a dimensione reale per dimostrare la sorte dei malcapitati destinati ad atroci supplizi.

Poi strumenti umilianti come la gogna, maschere d’infamia, il collare penale con peso di trascinamento. A anche di tortura estrema per lo scorticamento e lo squartamento.E ancora pinze e tenaglie da arroventare per marchiare le vittime, il banco di stiramento e smembramento che allungava gli arti, spezzando ossa e muscoli. E la ruota dove le vittime venivano abbandonate in balìa dei corvi.

Un grazie a Rossella Lucchesi

Edited by demon quaid - 1/11/2016, 12:24
 
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