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Candela Arrigo, Rambo

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view post Posted on 20/2/2016, 14:51     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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RENNES - Quando Arrigo Candela venne trovato dai gendarmi di Rennes, aveva perso quell'arroganza che gli aveva fatto meritare il soprannome di Rambo. Candela, 36 anni, di Baldissero Canavese, in provincia di Torino, aveva cercato scampo in mezzo alle colline della Morbihan, un dipartimento della Bretagna.

Ma quei boschi, che sarebbero stati il regno del vero Rambo, si trasformarono nella sua trappola. I gendarmi lo stanarono come un animale braccato, ormai ridotto allo stremo delle forze, affamato, assetato, dopo tre giorni passati alla macchia.

Ma anche in Francia, il Candela si macchiò di rapina e di omicidio. Dopo avere rapinato la banca, a Redon, a cento chilometri da Rennes, uccise un agente della polizia municipale che l'aveva affrontato.

Un delitto efferato, con lo stesso spietato stile dei primi due omicidi commessi in Italia. Quelli dei coniugi Luigina Podio e Vincenzo Pilone, 49 e 59 anni, trucidati a fucilate, in un bosco di Mazzé, in provincia di Torino.

E quello di Carmine Gatta, un commerciante torinese di 36 anni, suo amico di infanzia, "colpevole" di avere difeso la sua compagna, Valentina Spinelli, dalle avances dello stesso Candela.

Il Rambo italiano, appassionato d'armi al punto di acquistare gli ultimi modelli dei fucili da guerra, fece irruzione pistola in pugno in una banca a Redon. Ma un impiegato riuscì ad uscire dall'istituto di credito e a dare l'allarme.

Intervenne a dargli manforte un agente della polizia, Michele Macé, 39 anni, che inseguì Rambo e riuscì a buttarlo a terra. Fra i due nacque una violenta colluttazione. Ma la meglio la ebbe Candela. Candela teneva nella mano sinistra un sacco con il bottino, circa 9 milioni, e nell'altra la pistola.

Puntò l'arma contro Michel Macé e premette il grilletto cinque volte. Tutti i colpi andarono a segno, ma il poliziotto non morì subito. Candela si alzò, si avvicinò all'agente rantolante e lo finì con un colpo di grazia alla nuca.

Quindi, salì sulla sua Audi 80 regolarmente acquistata in Francia, e fuggì a nord, in direzione del dipartimento Morbihan. Per due giorni riuscì a far perdere le tracce. Dopo poco però, incappò in un posto di blocco della gendarmeria che aveva circondato la zona impiegando circa 300 uomini.

Per le ricerche, i gendarmi utilizzarono anche due elicotteri e i cani addestrati. Due gendarmi motociclisti inseguirono l' Audi 80 e aprirono il fuoco. Candela però riuscì ancora una volta a farla franca, ma le pallottole delle forze dell' ordine forarono il radiatore della sua vettura.

Giunto nel paesino di Trevegato, Candela abbandonò l' auto, ormai in panne, e proseguì a piedi, in mezzo ai boschi. Iniziò così, l'ultima, disperata fuga del Rambo italiano.

Quando incontrò un giovane cercatore di funghi, lo minacciò con la pistola per farsi consegnare le chiavi della sua vettura. Ma il giovane ebbe una reazione inaspettata: riuscì a scappare e a correre in paese dando l'allarme.

In poco tempo la zona pullulò di gendarmi: la caccia all'uomo stava per finire. Quando i cani scoprirono il suo nascondiglio, Candela era riverso a terra. Non oppose più resistenza e si fece accompagnare nella caserma della gendarmeria.

Nel frattempo, a nord della Bretagna, scattò una fulminea azione della gendarmeria in collaborazione con i carabinieri del nucleo operativo di Torino. Gli uomini del colonnello della gendarmeria Pierre Dolo chiesero notizie di un camper targato Torino parcheggiato vicino ad una villetta a Lezardrieux, nella regione Cotes-d'Armor.

La risposta del capitano dei carabinieri torinesi Fabrizio Polvani non si fece attendere: si tratta del camper della donna di Candela, Antonietta Biscotti. Anche per lei scattarono immediatamente le manette.

Sembra che l'uomo venne sospettato di altri 3 omicidi oltre a quelli accertati.
 
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