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Consales Calogero

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view post Posted on 29/2/2016, 20:36     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Fu un sussurro, una voce rimbalzata di bocca in bocca negli ambienti malavitosi torinesi a far sospettare ai carabinieri della Compagnia Mirafiori che Rosaria Pacifico, una tossicodipendente di 33 anni, non era scomparsa come credevano madre e fratello ma aveva avuto una ben più tragica sorte.

Si sussurrò negli ambienti malavitosi, che Calogero Consales, 50 anni, un ergastolo da scontare dietro le sbarre, si vantava di aver dato una punizione esemplare a quella ragazza, che dopo due anni voleva rompere la loro relazione, e che in più aveva fatto sparire i trenta milioni che lui definiva "risparmi". "E io ho fatto sparire lei, nessuno la troverà mai" ripeteva Calogero Consales con un sorrisetto cattivo.

Il sostituto procuratore della Repubblica e il capitano dei carabinieri, approfondirono i pettegolezzi e, seguendo quella flebile traccia, scoprirono che sulla coscienza di Calogero Consales pesavano già quattro omicidi.

E lo aveva fatto sfruttando la semilibertà concessagli nel marzo del '97 dal Tribunale di sorveglianza di Firenze che sin dal '95 lo aveva ammesso al lavoro esterno.

A Calogero Consales, rinchiuso nel carcere di Saluzzo, arrivò una nuova accusa per omicidio e occultamento di cadavere. Gli investigatori non ebbero dubbi: l'ergastolano, creduto un detenuto modello, aveva ucciso Rosaria Pacifico, conosciuta sin da bambina e legatasi a lui due anni prima. Aveva tagliato a pezzi il cadavere e forse con l' aiuto di qualche complice ne fece sparire i resti.

"Impresa facile per uno come lui" sottolinearono gli investigatori. Arrivato in Piemonte da Palermo negli Anni 60 Consales si era fatto un nome nella Torino nera. Era uscito dal carcere da appena 4 mesi il 24 marzo del 1980, quando con il fratello Nunzio e altri quattro balordi aveva assaltato la corriera Torino-Barge sulla tangenziale torinese.

A bordo del pullman quella mattina però c'erano due brigadieri e un carabiniere, avvertiti del colpo da un confidente. Tre dei banditi, saliti a bordo fingendosi pendolari, accortisi dei militari avevano aperto il fuoco. I tre carabinieri erano stati fulminati in pochi secondi da una pioggia di proiettili.

Calogero Consales, cinque mesi dopo la strage sulla corriera, aveva bussato alla porta della moglie Rosa D' Avino, 28 anni, "colpevole" di volere il divorzio e le aveva sparato quattro colpi al cuore.

Era fuggito ancora e lo avevano arrestato dopo una rapina ad una finanziaria. I giudici nell' 82 lo condannarono all' ergastolo per i quattro omicidi e a trent'anni per le rapine.

Calogero Consales era finito nel carcere di Prato. Nel '95 il permesso di lavorare nella ditta edile C.A.M.P.I., poco lontana dalla prigione. Secondo i carabinieri ne approfittò per rubare auto che gli servirono per arrivare a Torino da Rosaria.

Negli ultimi mesi Rosaria però si stancò di quella relazione. Si disintossicò e riavvicinò alla famiglia. Confidò alla madre di voler lasciare Calogero e di aver paura. Lui gli mostrò dei guanti di lattice, dicendo: "Ti strangolerò con questi".

Il 7 giugno del '97 Calogero uscì dal carcere ma non si presentò al lavoro. Lo videro a Torino mentre litigava con Rosaria sulle scale di casa. Da quel momento non si saprà più nulla di lei. Lui non rientrò in carcere e il 10 giugno si consegnò ad una stazione dei carabinieri di Torino.

E' sporco di terra e ha una larga ferita alla mano sinistra. Dice di essere caduto in moto, di aver litigato con la ragazza per la sparizione dei suoi risparmi. Si trovano tracce di sangue nel loro alloggio e nel bagagliaio di una Opel rubata ad un' operaia della C.A.M.P.I. di Prato e ritrovata a Torino.

Le analisi rivelarono che il sangue era di Rosaria.
 
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