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La vera fine di Heim, il dottor Morte

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view post Posted on 8/5/2016, 21:14     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Si è dunque conclusa nel modo meno romanzesco la caccia ad Aribert Heim, il "dottor Morte" a cui bastarono solo sette settimane nell’ambulatorio di Mauthausen per conquistarsi una fama diabolica pari quasi a quella di Mengele.

Iniettava fenolo e petrolio nel cuore e nei polmoni delle sue vittime, poi ne cronometrava l’agonia. Le teste che avevano dentature perfette le trasformava in fermacarte da scrivania. Asportava organi e vivisezionava senza anestesia.

Lo chiamavano "Doctor Tod', Dottor Morte, ma anche "El Banderillero"’ perchè l’ago delle sue siringhe si conficcava nel petto delle vittime come la banderilla di un matador. Simon Wiesenthal gli diede la caccia per tutta la vita. Sul suo capo pendevano tre taglie – una del governo tedesco, una del governo austriaco, una del Centro Wiesenthal.

Per la polizia tedesca era ancora vivo, specie dopo la scoperta di un conto corrente in una banca berlinese con quasi un milione di euro intestati a lui. Il 16 ottobre 2007 l’editore francese Grasset pubblicò il libro "Ni oubli, ni pardon", "Nè oblio nè perdono". Danny Baz, il suo autore, fu descritto da ‘Le Figaro’ così:

‘Je mange, bois, respire Aribert Heim’. L’homme qui a écrit cette phrase est de passage à Paris. Il arrive de Kinshasa… Ne cherchez pas à voir son visage: il n’y aura pas de photos de lui dans la presse. L’homme ne veut pas apparaître. Pas envie d’être la victime d’un néonazi surexcité qui le reconnaîtrait. On ne sait jamais’ ("Io mangio, bevo, respiro Aribert Heim".

L'uomo che ha scritto questa frase è di passaggio a Parigi. Arriva da Kinshasa... Non cercate di vedere il suo viso: non ci saranno sue foto sui giornali. Non vuole apparire. Nessuna intenzione di essere la vittima di un neonazista sovreccitato che lo riconosca. Non si sa mai.)

Baz, ex colonnello dell’aviazione israeliana, di padre marocchino e madre rumena, dallo sguardo torvo (per via di una ferita all’occhio) e dagli occhialini cerchiati disse di aver dato la caccia ad Heim per due anni. Poi l’epilogo.

In un villaggio del Quebec, Saint-Joachim, il suo commando, denominato "Civetta" e finanziato da un superstite di Mauthausen, Ted Arison, l’armatore della Norwegian Cruise Line (nel libro "Barney") catturò Heim, lo condusse al largo di Los Angeles, sull’isola di Catalina, dove un Tribunale presieduto dallo stesso Baz emise la sua sentenza di morte.

Venne ucciso, cremato e le sue ceneri disperse nel Pacifico. A "Le Point" Baz confessò: «Il 40 % di quello che si legge nel mio libro va preso con le pinze. Cè' qualche omissione, licenza poetica, un po' di rivisitazione della realtà ma questo non significa affatto che il mio libro sia inattendibile».

Con la sentenza del tribunale tedesco di Baden Baden abbiamo appreso che il libro di Baz è una colossale impostura, il capolavoro di una Wanna Marchi con la kippà che ha truffato un editore famoso, i lettori di mezzo mondo e che ha preso per i fondelli i più autorevoli quotidiani francesi – i canadesi, invece, avevano capito subito che il libro di Baz puzzava di fregatura lontano un miglio.

Heim è morto venti anni fa di tumore, in Egitto, altro che commandi e ceneri sparse nel Pacifico. Si era convertito all’Islam, si faceva chiamare Zio Tarek, andava pazzo per la cioccolata del Caffè Groppi al Cairo. Adesso si capisce perchè Danny Baz non si faceva mai fotografare. Altro che timore di rappresaglia da parte di qualche testa calda neonazista…
 
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