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Bangs Lizzie e Mary

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view post Posted on 13/5/2016, 17:11     +1   -1
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Vampiro di dracula

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Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

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Le sorelle Bangs, di Chicago, furono tra le più note medium americane tra circa il 1880 e il 1915, specializzate in scrittura, pittura e disegno diretti. Ma quello che rende particolarmente singolari queste due figure è il numero delle prove a favore e delle prove a carico che furono presentate nei loro riguardi: chi legga i resoconti delle prime dovrebbe giungere alla conclusione che i fenomeni erano genuini senza possibilità di dubbio, mentre dai resoconti delle seconde risulta in modo egualmente indubitabile che si trattava di trucchi abbastanza ingegnosi ma tali da non potere resistere a un’indagine appena accurata.

Le scritture dirette, secondo la narrazione di molti testimoni, venivano prodotte secondo il seguente procedimento. Il consultante, a casa sua, scriveva su di un foglio alcune domande rivolte a uno o a più defunti da lui conosciuti in vita; poi metteva il foglio, insieme a qualche foglio bianco, in una busta che chiudeva e suggellava a suo piacimento.

Recatosi poi dalle medium, metteva la busta tra due lavagne che lui stesso legava insieme con un nastro: le lavagne erano poste su di un tavolo a un lato del quale sedeva una delle medium e all’altro il consultante stesso: questi poteva tenere la mano sulle lavagne per tutto il tempo della seduta, che si svolgeva in piena luce. A un certo momento le lavagne avevano un fremito e allora il consultante era pregato di scrivere su di un foglio un breve messaggio come: «Ti prego di comunicare», rivolto a un defunto; questo messaggio veniva poi piegato in quattro e dato alla medium che lo poneva sulle due lavagne coprendolo con una terza lavagna.

Dopo alcuni minuti la medium pronunciava il nome dello spirito a cui era stato rivolto l’ultimo messaggio; dopo qualche altro minuto pronunciava quello del defunto o di uno dei defunti a cui erano state indirizzate le richieste chiuse nella busta, facendolo eventualmente seguire da quelli degli altri e poi dall’esposizione delle domande stesse. Infine il consultante toglieva la prima lavagna constatando che il suo biglietto era scomparso; slegava le altre due. trovava la busta chiusa con il suggello intatto e in essa rinveniva il biglietto scomparso, il foglio con le sue domande e i fogli bianchi su cui, adesso, apparivano scritte in inchiostro le risposte.

Il dott. Krebs, pastore protestante, che volle veder le cose da vicino, espose, sul Journal della Società per la Ricerca Psichica (gennaio 1901) come si svolse la seduta da lui ottenuta nell'ottobre del 1900. Egli si presentò all’abitazione delle medium armato di uno specchietto tascabile nascosto all’interno del suo soprabito - che doveva servirgli per vedere quello che avveniva sotto il tavolo - e fu ricevuto da Mary Bangs.

Il tavolo era ricoperto da un tappeto ed egli chiese che fosse tolto, ma la medium si rifiutò con una scusa. Sedutisi l’uno di fronte all’altro, la medium chiese al consultante la lettera sigillata e la pose fra le due lavagne che legò lei stessa. Le lavagne furono poi messe sul tavolo e non solo il Krebs ma anche Mary vi posero sopra le mani, così che il tremito, che avvenne poco dopo dovette essere provocato dalla medium stessa. Questa allora disse di vedere nell’aria tre lettere di fuoco, una S, una L e una K e chiese al consultante se erano le iniziali di una persona a lui nota; egli rispose che erano le sue, e che ella doveva ben conoscere il suo nome, dato che egli le era stato presentato da un amico comune. L'altra negò: la lettera era stata indirizzata a sua sorella, e lei non l'aveva letta.

Ma, così parlando, alzò con apparente noncuranza le lavagne inclinandole un poco e tornando a posarle poi sul tavolo. Seguì la cerimonia del messaggio scritto: approfittando del fatto che Mary gli aveva volto le spalle per non vedere quello che scriveva, il Krebs osservò le lavagne e si accorse che fra esse era stata inserita una piccola zeppa che le teneva discoste lungo un lato; guardò nello spiraglio ed ebbe la certezza che la lettera non c’era più: evidentemente era scivolata fuori dai due oggetti quando la medium li aveva alzati e inclinati. Voltandosi nuovamente, Mary prese il biglietto scritto, lo pose sulle lavagne, ma in modo che sporgesse un poco dalla cornice, e lo coprì con la terza lavagna: dovette esserle così facile, dato che sul tavolo vi erano alcuni cartelli con le lettere dell’alfabeto (che dovevano aiutarla a vedere mentalmente le iniziali), prendere il biglietto fingendo di spostare distrattamente un cartello con la destra e raggiungendo il biglietto stesso con la sinistra sotto di esso.

Seguì un dialogo durante il quale la medium parlò della persona, una certa Mary Smith, a cui era stato indirizzato il biglietto: avendolo preso era riuscita evidentemente a leggerlo; dopo di che il Krebs, parte col suo specchietto che gli permetteva di vedere sotto il tavolo, e parte direttamente, vide Mary chinarsi un attimo e mettere la lettera e il biglietto su qualche cosa di scuro che subito fu ritirato e scomparve sotto una porta vicina.

La conversazione continuò a svolgersi su Mary Smith e vi furono vani tentativi di indovinare i nomi della persona a cui erano state rivolte le domande chiuse nella lettera, finché la medium, volgendosi come per caso verso la porta, prese un biglietto giunto su quella specie di scivolo scuro che andava e veniva e che, evidentemente, la metteva in comunicazione con la sorella, in attesa dietro la porta; e solo allora Mary pronunciò distintamente i nomi che fin allora non era riuscita a indovinare. Poco dopo, sempre mediante lo scivolo, tornò la lettera che fu presa al pari del biglietto di dianzi e destramente infilata nuovamente fra le due lavagne.

Ovviamente la lettera recava, scritte sui fogli bianchi, tutte le risposte richieste: per aprirla era bastato inumidirla con del vapore. Questo, molto succintamente, il particolareggiato resoconto del Krebs, che sembra mettere in perfetta evidenza la frode. Esso trova una conferma in un altro, di Hereward Carrington, il quale, nel 1909, portò alle due medium una lettera indirizzata «alla sua cara madre Jane Thompson» da suo figlio Harold, personaggi entrambi inesistenti, e ricevette risposte appropriate. Ma, d’altra parte, ecco testimonianze perfettamente opposte. L’ammiraglio Moore, che tenne numerose sedute con le sorelle Bangs nel 1909 e nel 1911, sostenne anzitutto che le condizioni nelle quali il Krebs avrebbe tenuto la sua unica seduta erano diverse da quelle consuete delle sorelle Bangs «quanto una locomotiva è diversa da una teiera».

Nelle sue sedute aveva portato lui stesso le lavagne e l’inchiostro: le lavagne avevano cornici tali che nessuna lettera posta fra di esse avrebbe potuto sfuggirne neppure se fosse stato aperto uno spiraglio, ed egli non aveva mai permesso che fossero sollevate; nell’inchiostro, per consiglio di Sir William Crookes, aveva sciolto del citrato di litio, che fu poi ritrovato nelle risposte scritte. In queste condizioni era assolutamente impossibile attuare la frode descritta dal Krebs.

Ancor più misterioso era il fenomeno delle pitture dirette che le sorelle producevano in piena luce davanti ai consultanti. Esse si servivano di due tele montate su telaio, le sovrapponevano faccia contro faccia e le mettevano davanti a una finestra appoggiandole ai vetri mentre il lato inferiore poggiava su di un tavolo: entrambe le tenevano con una mano per i bordi laterali. Il consultante doveva avere con sé una fotografia del defunto di cui desiderava avere il ritratto, ma non la mostrava.

Dopo un quarto d’ora si vedevano apparire e scomparire sulle tele, che illuminate dal di dietro apparivano translucide, delle ombre, poi il lavoro procedeva rapidamente e, quando le due tele venivano separate, su quella più vicina al consultante si vedeva la pittura ottenuta con una sostanza grassa e collosa. Il ritratto non era una copia della fotografia ma una libera rielaborazione. L’ammiraglio Moore afferma che una volta e spresse mentalmente il desiderio che un medaglione risultante nella foto fosse rappresentato più grande e arricchito da un monogramma, e così avvenne.

Le sorelle producevano anche apporti di fiori e una volta ottennero una comunicazione per mezzo di una macchina da scrivere tenuta in aria da quattro presenti e battuta da una mano materializzata. I fenomeni delle sorelle Bangs ci lasciano a tutt’oggi perplessi non solo per se stessi ma, forse ancor più, per la inesplicabile diversità dei resoconti che se ne hanno.
 
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