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Equinozio d'Autunno, 20 21 22 e 23 settembre

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view post Posted on 23/1/2019, 21:34     +1   -1
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Guardiano del male

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Denominato il Tramonto dell’Anno.
All’Equinozio di Autunno il sole, nel suo cammino apparente nel cielo, incrocia nuovamente l’equatore celeste e ancora una volta nel corso dell’anno giorno e notte si equivalgono nella loro durata, ma stavolta il percorso segue una direzione opposta a quella dell’equinozio primaverile, passando dall’emisfero settentrionale dello zodiaco a quello meridionale. Il sole scende letteralmente agli “inferi” e le tenebre cominciano a prevalere sulla luce.
Gli antichi concepivano la terra come galleggiante nell’acqua (o meglio indicavano col nome di terra la regione dello spazio sovrastante la fascia dell’equatore celeste e acqua quella sottostante) e il Solstizio estivo era connesso con le spiagge, il luogo di mutamento ed equilibrio tra l’anno crescente e quello calante al punto più alto del sole. L’acqua è la sfera dell’Equinozio autunnale, l’anno discendente nell’oceano. E’ un momento di passaggio, critico come tutti i momenti sacri dell’anno di cui abbiamo parlato, quando la barriera tra il mondo visibile e quello invisibile si fa più sottile. Gli antichi lo consideravano un periodo propizio ai riti misterici. Si celebravano ad esempio quelli di Mithra, signore e animatore del cosmo e allo stesso tempo mediatore fra le divinità e gli esseri umani, così come l’asse degli equinozi è intermediario tra le due fasi dell’anno. Mithra veniva spesso raffigurato in mezzo a due portatori di fiaccola, uno (Cautes) con la torcia sollevata in alto a simboleggiare l’equinozio di primavera e l’altro (Cautopates) con la torcia abbassata a indicare l’Equinozio di Autunno.


Ma il mese di settembre era anche il periodo in cui si svolgevano i Grandi Misteri di Eleusi. I rituali eleusini, basati sul simbolismo del grano, celebravano il mito di Demetra e sua figlia Perséfone: il loro momento culminante era la presentazione agli iniziati di una spiga di grano accompagnata dalle parole “nel silenzio è ottenuto il seme di saggezza”. Nel mito classico Persefone venne catturata da Ade, Dio degli Inferi. Sua madre Demetra, Dea del Grano, la cercò ovunque lamentando la perdita della figlia e rifiutando di fare fiorire e fruttificare la terra. Il suolo divenne spoglio e desolato, e l’umanità invocò il soccorso degli dei. Alla fine, stanca, Demetra sedette per nove giorni e nove notti e gli dei le fecero sbocciare papaveri tutt’intorno. Respirando il loro profumo soporifero Demetra si addormentò e nel frattempo gli dei riuscirono ad ottenere da Ade il ritorno di Persefone. Ma siccome la giovane Dea aveva mangiato tre semi di melograno, cibo dell’Altro mondo offertole da Ade, fu destinata a trascorrere tre mesi ogni anno nel mondo infero, mesi durante i quali l’inverno cadeva sulla terra. Persefone era discesa agli inferi come il sole discende negli inferi celesti, e come il sole ne sarebbe ritornata con la promessa della rigenerazione della Natura. Se Lughnasadh è l’inizio del raccolto, rappresentandone l’aspetto sacrificale, il tema stagionale dell’Equinozio è la fine del raccolto, il suo completamento. Ma è anche il momento del secondo raccolto dopo quello dei cereali:quello della frutta e dell’uva. Dioniso, nato secondo certi miti proprio dalle nozze di Persefone e Ade-Plutone, è il dio della vite e dell’ebbrezza. Il processo che conduce alla fabbricazione del vino era per gli antichi così misterioso e il prodotto finale così sacro (come ogni altra sostanza capace di indurre modificazioni nello stato di coscienza) che ogni fase della raccolta dell’uva veniva accompagnata da rituali. Il vino pressato veniva poi messo in botti dove il succo alcolico passava attraverso una seconda fermentazione fino a diventare vino. Questo processo era per gli antichi affine alla trasformazione spirituale che ha luogo durante le iniziazioni. Sembra quasi che la fermentazione nel buio delle cantine sia immagine speculare alla trasformazione che avveniva negli iniziati durante i riti misterici nel buio dei santuari sotterranei. Non per nulla l’alcool è stato chiamato “spirito”... Se il vino dominava i culti misterici mediterranei, nelle Isole Britanniche si celebrava John Barleycorn, lo “spirito” del grano che rinasce nel whisky, l’acqua di vita” dei Celti. I Celti chiamavano l’Equinozio autunnale anche col nome di Mabon, il giovane dio della vegetazione e dei raccolti. Mabon, indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni romano-britanne, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato dal Re Artù e dai suoi compagni. Il suo rapimento è l’equivalente celtico di quello di Persefone: un simbolo evidente dei frutti della terra che sono immagazzinati in luoghi sicuri e poi sacrificati” per dare la vita agli uomini. In questo periodo, un po’ ovunque si tengono feste del raccolto, con abbondanza di cibo e di bevande. C’è grande sollievo, ora che le messi e i frutti sono stati raccolti e immagazzinati. Un tempo, il raccolto costituiva la riserva di provviste da conservare per il sostentamento durante l’inverno. Le divinità della terra venivano ringraziate per i loro doni, auspicando un futuro ritorno dell’abbondanza negli anni successivi.
Queste celebrazioni avevano un atmosfera di dolce malinconia. Il Dio del Grano era morto, così come moriva il Dio del Sole. Egli viaggiava ora nell’Altro Mondo, discendendo agli inferi per addormentarsi nel grembo della Dea Madre, da dove sarebbe rinato al Solstizio d’Inverno. Più che una morte dunque, si trattava di un lungo sonno. Il poeta e scrittore Robert Graves, parlando degli aspetti della Grande Dea ci dice che se all’Equinozio di Primavera lei si presentava sotto l’aspetto dell’iniziazione, all’Equinozio di Autunno era nel suo aspetto di riposo, il riposo che attendeva gli iniziati dopo le fatiche della vita. La malinconia era dunque dolce perché c’era la consapevolezza di una rinascita a una diversa condizione di vita. I due temi stagionali del sole e del raccolto condividevano con l’umanità un universale ciclo di nascite, morti e rigenerazioni. Nelle feste del raccolto aveva un posto d’onore un oggetto simbolico che abbiamo incontrato più volte nelle feste sacre: la Bambola del Grano, formata dalle ultime spighe raccolte e legate con un filo solitamente rosso. La bambola, se non veniva sepolta nei campi a scopi propiziatori, era conservata fino alla fine del raccolto dell’anno successivo. Essa veniva chiamata a volte “Ragazza dell’edera”, perché l’edera, che rimane verde durante l’inverno, è il simbolo della vita che continua: crescendo a spirale appare come un simbolo di rinascita (la vita che ritorna ciclo dopo ciclo) e come pegno di rinascita del Dio, sia come nuovo sole al Solstizio, sia come nuovo raccolto in primavera. La pianta sacra dell’Equinozio di Autunno è la mora selvatica.
In molti luoghi si dice che le more non dovrebbero essere più mangiate dopo la fine di settembre, perché “il diavolo le guasta”. Ciò è legato ad antiche usanze secondo le quali i prodotti della terra non raccolti nel loro momento stagionale appartengono agli spiriti di Natura: in realtà si trattava delle offerte lasciate alle divinità. La mora selvatica è un sostituto della vite nel simbolismo agrario dei paesi nordici. Robert Graves aveva ipotizzato l’esistenza di un antico calendario arboreo nel quale l’Equinozio autunnale viene prima della fine del “mese della Vite” e dell’inizio del “mese dell’Edera”, due piante che crescono a doppia spirale, simbolo di rinascita come abbiamo già visto. Sempre secondo Graves il cigno è l’uccello dell’Equinozio in quanto simbolo dell’immortalità dell’anima e guida dei morti nell’aldilà (Apollo, dio solare greco, vola su un carro trainato da cigni fino alla sua nordica dimora invernale, tra gli Iperborei).





Celebrare l’Equinozio d’Autunno

Gli equinozi, tempi di attività sospesa, sono periodi in cui le persone cambiano i loro ritmi vitali, adattandoli ad una fase stagionale diversa. Per questo motivo sono epoche di turbolenza fisica e psichica. Anche meteorologicamente sono momenti in cui le masse di aria calda si raffreddano provocando le cosiddette tempeste equinoziali, che i navigatori conoscono fin troppo bene. E’ necessario conoscere il significato e l’importanza di queste fasi naturali così che la loro turbolenza ci dia energia invece di svuotarci. Tuttavia, se durante l’Equinozio di Primavera si andava verso una stagione di crescita e di azione, stavolta ci si muove verso una stagione di declino. Fisicamente quindi, sarà opportuno concederci pause di riposo, dopo lo stress della calura estiva e di vacanze spesso frenetiche, prima di affrontare i rigori dell’inverno. Se si ha la possibilità, ci si può concedere una breve vacanza settembrina a scopo esclusivamente riposante. Sono molto indicati in questo periodo anche esercizi di rilassamento e di respirazione. Ci possiamo concedere attività fisiche non particolarmente impegnative:
questo è il periodo ideale per passeggiate ed escursioni in campagna e in collina, anche per salutare la Natura che si prepara al suo riposo invernale. L’immagazzinamento e la trasformazione dei prodotti della terra segna il completamento di un ciclo vitale che si riferisce non solo ad un evento vegetale e naturalistico esteriore ma, come abbiamo più volte ribadito, anche alla nostra esistenza umana. Se il tema cosmico del declino della luce ci spinge alla riflessione, all’introversione, all’entrare in noi stessi dopo la frenesia primaverile ed estiva, il tema vegetale e agrario ci suggerisce un atteggiamento di ringraziamento:per i frutti della terra e per le esperienze dell’anno trascorso, le lezioni imparate che sono il raccolto delle nostre esistenze. Infatti, psicologicamente è tempo di riflessione e di contemplazione, di ringraziamento per i frutti della terra e per le esperienze che abbiamo avuto durante l’anno. Uno dei temi su cui possiamo meditare, ispirandoci all’immagazzinamento dei frutti della terra, riguarda tutto quello che è avvenuto nella nostra vita. Prendiamoci un po’ di tempo per riflettere su quello che ci è accaduto e su quello che abbiamo raccolto o imparato durante l’anno. Approfittiamo quindi di questo periodo per fare “il punto della situazione”: possiamo a questo scopo trascrivere in un diario tutto quello che siamo riusciti a realizzare, come pure le cose che non siamo riusciti a fare secondo i nostri progetti e i motivi che ci hanno impedito la loro realizzazione. Come ogni festa dell’anno anche l’Equinozio va visto come una piccola iniziazione ad un nuovo livello di consapevolezza. Ora la parte alta dell’anno è terminata ed è tempo di volgersi all’interiorità. Noi entriamo nella parte declinante della Ruota dell’Anno: è tempo di viaggiare nell’oltremondo e di esplorare il sé, incontrando quegli aspetti di noi che ostacolano la nostra vita interiore. Entriamo nel tempo del buio, ma privati della luce esteriore, possiamo incontrare l’illuminazione interiore. Così, riflettiamo sui misteri della trasformazione attraverso la morte e prepariamoci per l’arrivo dell’inverno e alla nostra trasformazione interiore. Ricordiamoci soprattutto che come la morte del Dio della Vegetazione significa trasformazione, rigenerazione e rinascita, così anche noi rivedremo la luce rigenerati e rinnovati. Quindi possiamo dedicare il periodo dell’Equinozio alla meditazione, alla visualizzazione guidata, alla riflessione sui nostri sogni. E’ un buon momento per dedicarci a tutte quelle attività che ci pongono a contatto con il nostro inconscio. Se ce la sentiamo e soprattutto se abbiamo l’occasione di incontrare validi maestri, possiamo praticare tecniche sciamaniche, come quelle dei Nativi Americani, particolarmente adatte ai viaggi nei mondi spirituali. E’ una buona cosa ringraziare la Grande Madre Terra con un piccolo festino: invitiamo i nostri amici, offriamo loro i frutti di stagione e ammiriamo il fresco tramonto di settembre ricordando i giorni trascorsi insieme nell’anno! Possiamo decorare la tavola con foglie, noci e frutti di stagione. Se desideriamo fare qualcosa di più complesso per celebrare questo periodo dell’anno possiamo celebrare un piccolo rito di ringraziamento, all’aperto o al chiuso, come desideriamo. Sarebbe preferibile il tardo pomeriggio, osservando il sole che tramonta. Si può accendere una candela blu: è il colore dell’oceano cosmico in cui tramonta il sole, il colore sacro dell’Occidente. Diciamo
“Ti salutiamo Dio Sole e aspettiamo la tua rinascita”.
Su un tavolo o su un altro ripiano possiamo aver disposto frutti di stagione e una coppa di vino. Dopo averli presentati al sole che tramonta diciamo:
“Ti ringraziamo Madre Terra per i doni che ci hai dato”.
Meditiamo quindi sui temi di questa stagione e sulle buone cose che abbiamo ottenuto nelle nostre vie durante l’anno trascorso. Poi consumiamo i frutti e beviamo il vino, ricordandoci, come abbiamo imparato a fare, di lasciarne una parte per la terra e le sue creature.


Corrispondenze

Luna: Luna di Granturco, Luna dei semi, Luna dei venti.
Simboli: Un cesto di foglie cadute, Pigne, La ruota dell'anno, Vino, Lupi, Zucche e Cornucopie
Divinità: Le Dee del raccolto, Persefone, Thor, Mabon, L'uomo silvestre
Colori: Marrone, Arancione, Oro, Bordeaux
Cibi tradizionali: Frutta autunnale, Granturco, Vini, Sidro, Radici (carote, patate, cipolle)
Erbe: Cedro, nocciolo, edera, granturco,pioppo, ghiande, cipresso, pigne, achillea, calendula, salvia, camomilla, foglie di mandorlo, frutto della passione, incenso, girasole, grano, mele secche.
Alberi: Meli, noccioli
Lama dei tarocchi: L'eremita, arcano maggiore nove
Incenso: Mirra, salvia, pino. Potete anche mischiare calendula, frutto della passione e la felce con la mirra o l'incenso per un incenso di mabon.
Cristalli: Ametista, Topazio, Corniole, Zaffiri, Ambra, Cristallo di Rocca, Peridoto, Avventurina.

Intento di Mabon
Mabon è considerato tempo dei misteri. E' il momento di onorare le divinità anziane e lo Spirito. E' considerato un periodo di equilibrio; è quando possiamo fermarci, rilassarci e apprezzare i frutti dei nostri personali raccolti. E' un periodo per porre fine ai vecchi progetti mentre ci prepariamo al periodo dell'anno di riposo, rilassamento e riflessione. Il lavoro magico dovrebbe essere di protezione, prosperità, sicurezza e fiducia in se stessi.







Attività per l'Equinozio d'Autunno

Mettete delle ceste con della frutta fresca per amici e per la famiglia
Riempite una scodella con della frutta e lasciatela come offerta agli Dei
Riempite un cesto con delle pigne, foglie secche colorate, grano, spighe e rami di pino caduti e lasciatelo vicino alla porta
Andate in un campo di alberi di mele e se potete raccoglietene una dall'albero.
Appendete spighe sulla porta, sulle finestre
Servite una tipica cena dell’Equinozio d’Autunno con del buon vino dal e dei fagioli e verdura d da lasciare come offerta, ideale anche una zuppa con carote, cipolle, patate, radicchio e granturco.
Fate del vino speziato magari
Raccogliete delle foglie secche coloratissime, per farne dei centrotavola.
E' un buon momento per camminare nei boschi.
Cambiate le scope di casa.
Chiamate gli elementi e ringraziateli per : Terra/casa e finanze, Aria/scuola e conoscenze, Fuoco/carriera e successi, Acqua/emozioni e relazioni.
Telefonate agli amici veri e ringraziateli per averli nella vostra vita
Lasciate una mela in giardino in ricordo di una persona cara scomparsa.
Fate un incanto di protezione legando dei rami di nocciolo con del filo rosso.
Passate per il vostro giardino e toccate tutti i fiori.
Bevete del vino rosso, magari riscaldato sul camino.
Onorate gli uccellini e i piccoli animali che vivono vicini alla vostra casa, lasciandogli dei semi e del cibo.
Mettete un po’ a posto la casa, mettendo spighe in ogni vaso
Fate delle ghirlande con le viti, ammorbidendole in acqua calda.
Questo è il giorno del vostro ringraziamento alla vita.
Offrite libagioni agli alberi
Rilassatevi, guardate un film, iniziate un nuovo libro, non pensate al lavoro.
Tagliate una mela a metà in maniera che possiate vedere il pentacolo. Questo è un modo per ricordarsi della vita che rinasce.
Fate dei piccoli biberon per uccelli. Prendete delle pigne e arrotolatele nel miele, quindi nei semini di cui si cibano.




Ricette per il Solstizio d’Autunno


Zuppa

Ingredienti:
50 gr di Burro di Capra
2 spicchi d’aglio
200 ml di panna acida di Capra
Spezie miste
Maggiorana
1 foglia di alloro
Prezzemolo
Aceto
Peperoncino
1 lt d’acqua

Preparazione:
Sbucciare e tagliare le patate a cubetti. Tritare la cipolla, l’aglio e il prezzemolo. Scaldare la margarina e saltare la cipolla. Cospargere con la paprika, le spezie miste, la maggiorana, l’alloro, il sale e il pepe. Aggiungere l’acqua. Bollire dolcemente fino a che le patate sono soffici. Quindi aggiungere la panna acida, il prezzemolo tritato e l’aglio e l’aceto a piacere. Portare velocemente ad ebollizione e servire.


Crema

Ingredienti:
50 gr burro di Capra
50 gr farina 1
1 lt brodo di pollo
60 gr pollo lessato
Panna di Capra
sale, Pepe Nero
noce moscata

Preparazione:
Sciogliere il burro in una padella, aggiungere la farina, mescolare ed unire circa 1 l. di brodo di pollo, mescolare bene, quando riprende a bollire aggiungere la carne di pollo lessata e ben tritata, un pizzico di sale, pepe, noce moscata e una confezione di panna. Mescolare bene, quando riprende a bollire togliere dal fuoco e servire con fette di pane casereccio abbrustolite.


Pane al Mirto

Ingredienti:
150 grammi di Burro di Capra
4-5 cucchiai di latte in polvere di Capra
2 Bicchierino di mirto
500 grammi di farina 1
3 cucchiai di lievito per dolci o Bicarbonato di SOdio
acqua q.b.

Preparazione:
Amalgamare farina, burro, latte (se occorre aggiungere acqua) e lievito unendo un pizzico di sale.
Unire poi i mirtilli freschi e formare con l'impasto dei panetti.
Infarinarli e metterli a cottura in una padella fino a che si forma una crosta e ricordando di girarli di tanto in tanto.
Sarete sicuri di averli cotti a dovere se bucandoli con uno stuzzicadenti questo uscirà asciutto.


Zucchine

Ingredienti:
6 zucchine medie
100 gr. di cipolla sminuzzata
3 cucchiai di olio di oliva
30 gr. di pan grattato
50 gr. di Formaggio di Capra grattato
1 uovo sbattuto
chiodi di garofano
sale e Pepe Nero

Preparazione:
Fate cuocere le zucchine in acqua bollente per 5 minuti.
Tagliatele poi per il lato lungo e fatele raffreddare un pò. Scavate con delicatezza l'interno per togliere tutta la polpa. Soffriggete le cipolle nell'olio fino a che non diventano trasparenti, poi aggiungete la polpa sminuzzata delle zucchine. Aggiungete il pangrattato e i formaggi. Amalgamate bene. Aggiungete l'uovo battuto ed i chiodi di garofano in pezzi. Riempite la metà delle zucchine e spolverate con un pò di parmigiano.
Disponetele in una teglia unta e fate cuocere in forno per 15 min. circa a 200°.


Tortini Dolci

3 uova
125 gr di zucchero di Canna
100 ml di olio d’Oliva
250 gr di mele grattugiate
250 gr di carote grattugiate
500 gr di farina 1
lievito Bio o Bicarbonato si Sodio
Sale
Cannella

Preriscaldate il forno a 350°.
Imburrate leggermente delle formine o usate della carta da forno. Nel mentre, sbattete le uova e aggiungete zucchero e olio, quindi passate con un mixer il composto.
Aggiungete le mele e le carote.
In una scodella a parte, unite la farina, lievito, sale e cannella ( se volete, io non la preferisco). Unite quindi alla pasta secca, il composto liquido finché non è perfettamente amalgamato.
Mettete nelle formine e quindi in forno per circa 20 minuti o meno. Vi assicuro che è una ricetta buonissima e assolutamente naturale.

Edited by Falupbis - 24/1/2019, 13:36
 
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