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Inno Orfico a Palemone, Tradizione Greca

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view post Posted on 26/4/2020, 20:52     +1   -1
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Guardiano del male

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Offrire polvere d'incenso a Palemone


Dice l'Inno Orfico a Palemone:

Compagno del gioioso Dioniso che conduce i cori di baccanti
che abiti i santi abissi del mare bagnati dai flutti,
ti invoco, Palemone, di venire benevolo
alle celebrazioni conformi al rito, lieto del giovane viso,
e di salvare gli iniziati e sulla terra e sul mare:
sempre infatti alle navi erranti sul mare al comparire di una tempesta
chiaro appari unico salvatore per i mortali,
allontanando l'aspra ira sul flutto marino.



Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Questo inno continua il precedente. Leucotea è il potere di Essere che si prende cura del futuro nel momento presente. Palemone, figlio di Leucotea, è la forza degli Dèi che intervengono nelle contraddizioni a fianco di chi le sta affrontando.

L'Essere della Natura, l'Essere Umano nel nostro caso, non è mai solo nell'affrontare la sua esistenza. La sua esistenza è all'interno di un insieme che lo spinge a trasformarsi in continuazione, ad affrontare le sfide della propria esistenza ad inserire in questa la sua volontà, le sue determinazioni, le sue tensioni di vita. Queste manifestazioni vengono affiancate dagli Dèi perché da queste azioni gli Dèi traggono forza e nutrono queste manifestazioni in quanto queste manifestazioni li esprimono. Così arriva il soccorso quando come "navi erranti sul mare al comparire di una tempesta chiaro appari unico salvatore per i mortali". Riuscire a superare una contraddizione ed uscire indenne per affrontare un'altra sfida della vita. Che cos'è il trionfo per il Pagano Politeista? La possibilità di mettere una sfida dopo l'altra: non necessariamente di vincere le sfide nel mondo della ragione. Però, per perdere le sfide nel mondo della ragione e trovare la forza per rialzarsi ed affrontare un'altra sfida spesso è possibile soltanto per il soccorso degli Dèi! Gli Dèi soccorrono colui che si fa DIO davanti ad essi! Le mie azioni, nella mia vita, sono le mie celebrazioni che sono conformi al rito solo quando seguono le indicazioni di Intento.

Palemone affianca Dioniso nella costruzione della sua vita: Palemone permette a Dioniso di rialzarsi ad ogni sconfitta. Se io attraverso le fasi di trasformazione che Zeus ha generato attraverso Dioniso, Palemone viene evocato dalle mie azioni e costretto a camminarmi a fianco perché ogni volta che io finisco nella polvere, Palemone allunga una mano e mi aiuta a rialzarmi. Sempre che io abbia abbastanza potere per afferrare quella mano: da cos'è dato quel potere? Da come ho perso la sfida, dalla passione che ho messo, dagli Intenti che ho manifestato. Quand'è che allontano Palemone da me? Quando fagocito la mia sconfitta. Quando affermo: "Non ce la faccio più, aiutami!" e imploro da sottomesso un aiuto affinché la mia disperazione sopravviva. Ma se io cadendo impreco o contro il potere avverso che mi fece cadere, o contro la mia incompletezza che non mi ha consentito di scorgere quanto avrei dovuto scorgere, allora Palemone mi affianca e la mia caduta è un momento per ricostruire una nuova sfida.

Questo modo di esistere non esiste nel cristianesimo.

Nel cristianesimo l'individuo non determina mai sé stesso. Non è protagonista della propria vita, ma è uno strumento docile nelle mani del proprio dio padrone. Se l'individuo cade, soffre, viene sconfitto, sarà espressione della volontà del dio padrone contro di lui. Nell'ideologia cristiana solo il dio padrone può decidere di soccorrerlo mediante la provvidenza purché egli continui a vivere nello stato di sottomesso e di sofferente. Il dio padrone dei monoteisti, ebrei, cristiani e islam si compiace della sofferenza degli Esseri Umani: ci gode. Il dio padrone dei cristiani usa il suo arbitrio, il suo capriccio per divertirsi a distribuire sofferenza agli Esseri Umani affinché si sottomettano. Non essendo il cristiano un protagonista della propria esistenza, non può incontrare un Palemone che lo assiste: Palemone dovrebbe combattere contro il capriccio del loro dio padrone.

Per comprendere questo è sufficiente leggere che cosa impongono di credere gli ebrei. Impongono agli uomini di non affrontare le tempeste della vita, ma impongono loro di supplicare. In questo modo, ebrei e cristiani costringono le persone a non affrontare le tempeste della vita, ma a chiedere sottomissione:

"Degnati, o dio, darmi scampo:
signore affrettati in mio soccorso.
Siamo assieme confusi e svergognati
quanti vogliono togliermi la vita.
Volgano le spalle pieni di rossore
quelli che tramano la mia rovina.
Voltino le spalle e siano svergognati
coloro che dicono di me: "Ah, ah!".
Ma gioiscano che si allietino in te
tutti quelli che ti cercano.
Dicano sempre: "Benedetto il signore!"
quelli che amano la tua salvezza.
Io sono bensì povero e meschino,
ma tu, o dio, abbi cura di me!
Mio soccorso e mio scampo sei tu:
signore non tardare!"


Bibbia, Libro dei Salmi, salmo 70!

Questo è l'invito a rinunciare a Palemone per ridursi a supplicare. Il supplicare genera la violenza per costringere gli Esseri Umani a rinunciare a Palemone affinché costringerli a supplicare.

Per comprendere questo è sufficiente leggere: cosa impone il Gesù di Nazareth? Impone, con tutta la ferocia manifestata nella storia dai suoi "insegnamenti", agli Esseri Umani l'umiltà e la sottomissione a sé stesso e al dio padrone affinché siano costretti a rinunciare ad affrontare le tempeste della loro vita trasformando la loro vita in un putridume nel quale supplicare:

"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli! Beati quelli che piangono, perché saranno consolati; Beati i miti, perché erediteranno la terra! Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia! Beati i puri di cuore perché vedranno Dio! Beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio! Beati quelli che sono perseguitati per causa della giustizia, perché è di essi il regno dei cieli! Beati sarete voi quando vi oltraggeranno e perseguiteranno, e falsamente diranno di voi ogni male per cagion mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli; così, infatti, hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi!"

Tratto dal vangelo di Matteo 5, 3 e oltre.

Dovete distruggere la vostra vita per raggiungere la beatitudine. Bisogna trasformare l'umanità in bestiame povero in spirito; costringerli a piangere; costringerli ad essere miti; costringerli a soffrire la fame e la sete di giustizia; costringerli ad essere puri di cuore, così li possiamo dominare. Bisogna costringere gli Esseri Umani alla pace affinché siano docili mentre noi facciamo funzionare le camere a gas dei campi di sterminio e li massacriamo; e dobbiamo esaltare ed elevare agli altari chiunque mette in atto azioni per umiliare l'umanità ed esaltare il dio padrone. Questo è il grande progetto del cristianesimo imposto dal Gesù di Nazareth (meglio sarebbe dire, da chi ha progettato il Gesù di Nazareth).

Le tempeste dell'esistenza ci sono per tutti gli Esseri. Sta agli Esseri mettere in atto le strategie per alimentare il dio che cresce dentro di loro. I monoteisti impongono agli Esseri Umani di rinunciare a diventare degli Dèi. Davanti alle tempeste della vita li costringono alla supplica distruggendo l'intento, le determinazioni, la progettazione della loro esistenza. Li costringono a rinunciare a quanto hanno edificato nel corso della loro esistenza. I cristiani trasformano gli Esseri umani in esseri miserabili. Questo è l'intento dei loro progetti. Impedire agli Esseri Umani di diventare Dèi capaci di affrontare la loro esistenza. Il Pagano Politeista affronta le contraddizioni della sua esistenza e evoca Palemone ogni volta che stringe i denti e i pugni per risollevarsi dopo ogni sfida.

Pertanto, uniamoci agli Orfici ed evochiamo questo comportamento divino affinché sia sempre presente alla nostra attenzione e ci assista nelle tempeste della vita.

Compagno del gioioso Dioniso che conduce i cori di baccanti
che abiti i santi abissi del mare bagnati dai flutti,
ti invoco, Palemone, di venire benevolo
alle celebrazioni conformi al rito, lieto del giovane viso,
e di salvare gli iniziati e sulla terra e sul mare:
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