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Inno Orfico a Morte, Tradizione Greca

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view post Posted on 26/4/2020, 21:14     +1   -1
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Guardiano del male

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Offrire polvere d'incenso a Morte


Dice l'Inno Orfico a Morte:

Ascoltami, tu che reggi il timone di tutti i mortali
concedendo un tempo santo a tutti, da quanti ti tieni lontana;
perché il tuo sonno spezza la vita e la traccia del corpo,
quando sciogli i forti legami della natura
portando ai viventi il lungo sonno eterno,
essendo comune a tutti, ma ingiusta con alcuni,
quando nella rapidità della vita interrompi giovinezza al culmine;
poiché in te sola fra tutti si compie ciò che è stato deciso;
tu sola infatti, né da preghiere né da suppliche ti fai persuadere.
Ma, beata, ti chiedo di avvicinarti con tempi lunghi di vita,
supplicando con sacrifici e preghiere
che la vecchiaia sia un buon privilegio fra gli uomini.



Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Siamo arrivati alla fine del commento degli Inni Orfici.

Si, lo so!

Ho saltato alcune invocazioni.

Alcune dell'inizio, che farò in seguito, e alcune relative a Dioniso!

Quelle dell'inizio perché il commento degli Inni Orfici è nato come un trasporto delle emozioni al quale gli Dèi spingono e quelli relativi a Dioniso perché questa figura era centrale nella via alla Stregoneria degli Orfici mentre io, per quanto la ritengo fondamentale nello sviluppo del Paganesimo, non colgo una serie di aspetti propri del pensiero Orfico. Un giorno, forse, qualche intuizione mi porterà a modificare questo atteggiamento. [NOTA: questa riflessione è stata radicalmente modificata in quanto Dioniso riassume la sequenza di rinascite che porta l’individuo a trasformarsi in un dio].

Ora siamo alla fine del cammino, dobbiamo affrontare l'ultima situazione divina.

E' un cerchio che si chiude: ricordate (anche se il commento l'ho fatto tardi) la serie degli DEI negli Inni Orfici si apre con Hekate!

Hekate sta alla nascita del corpo luminoso come Era sta alla nascita del corpo fisico!

Hekate è una Titanide; Era è l'Essere Natura e con Zeus e Rea (Tellus) danno vita agli Esseri della natura come noi siamo e come noi li pensiamo.

Castaneda scriveva che quattro sono i nemici che l'Essere Umano deve affrontare per costruire sé stesso. La paura: e la ottiene col coraggio attraverso il quale affronta lo sconosciuto sfida dopo sfida! Vinta la paura l'Essere Umano è in grado di affrontare ogni sconosciuto, con timore reverenziale, ma con animo ardimentoso. In quel momento si presenta la lucidità! La lucidità è un nemico che blocca il timore reverenziale e trasforma l'Essere Umano in un individuo tracotante, prepotente, arrogante e presuntuoso. Che non sono gli atteggiamenti dell'uomo vuoto attraverso i quali nascondere la propria impotenza, ma sono atteggiamenti di chi non ha più paura di affrontare uno sconosciuto e ha la consapevolezza delle paure e dell'impotenza che attanaglia chi lo circonda. Così, se non vince la lucidità, la lucidità lo sottomette! Egli diventa strumento del suo coraggio ed è costretto a rinnovarlo continuamente con atteggiamenti prepotenti, presuntuosi e arroganti. Quando l'individuo vince la lucidità mette il suo coraggio al proprio servizio; al servizio dei propri intenti. In quel momento si presenta il terzo nemico: il potere di avere! Quando si mette al proprio servizio la lucidità si può avere il potere sulle persone. In un mondo di ciechi, poter guardare la forma può portare al possesso degli individui. In un mondo di folli avere la consapevolezza della propria follia permette il controllo sulle follie altrui. Il potere del possesso si sconfigge con la moderatezza e la discrezione; lo si sconfigge col potere di essere, vivendo strategicamente e affrontando le battaglie della vita. Attraverso le battaglie della vita chi pratica la via del potere di essere mette sé stesso al servizio degli Esseri Umani! Infine, si presenta l'ultimo nemico: la morte del corpo fisico! Là non esiste battaglia, esiste l'accettazione della necessità! La morte del corpo fisico vince sempre e viene accolta dagli individui esattamente come questi hanno costruito la loro esistenza.

La morte è un BISOGNO irrinunciabile per ogni Essere della Natura: si nasce solo al fine di morire!

La morte del corpo fisico è una disperazione per chi si è illuso in una sorta di immortalità e onnipotenza! Costoro cercano di prolungare la vita, la propria vita, fino all'ossessione perché non hanno il Coraggio di affrontare lo sconosciuto; la Lucidità che li rende consapevoli; il Potere di Essere li rende potenti. Hanno paura della fine, la consapevolezza della fine, perché la morte del corpo fisico mette fine alla loro lucidità e al loro potere lasciandoli disarmati e impotenti.

Ma noi siamo arrivati!

I figli di Crono hanno costruito lo spazio e le condizioni perché noi nascessimo (germinassimo noi stessi)!

I Titani hanno costruito quello che noi siamo e la nostra specie ha selezionato!

Noi, seguendo la nostra vita di sfide e determinazioni, abbiamo costruito il dio che cresceva dentro di noi!

Ed eccoli i Titani dilaniarci: ognuno di loro si riprende la propria parte!

Ed ecco scomparire al nostro sentire il mondo costruito dai figli di Crono!

Ed ecco Hekate che accoglie il nuovo nato!

Nel commento agli Inni Orfici si è voluto mettere in luce il percorso di conoscenza. Quel percorso che rende gli Esseri Umani consapevoli di percorrere un cammino che li porta a bussare alle porte dell'Olimpo. Non ho voluto raccontare le "storie degli Dèi", ma ho voluto raccontare una storia di noi stessi! Una storia di relazione fra noi stessi e il mondo che ci circonda. Una storia potente che possiamo vivere quotidianamente se sapremmo ascoltare le voci del mondo e costruire con esse un cammino di vita comune. Ho voluto parlare degli Dèi che un Essere Umano è in grado di esprimere nello sforzo di costruire quella comunione di intenti fra chi esprime la necessità della propria esistenza e un mondo di consapevolezze che esprimono la necessità della loro esistenza. Quell'equilibrio di Poteri di Essere che è l'essenza stessa del presente. Un presente che non è scaturito né da un immaginario caos, né da un folle progetto, ma che si è delineato per adattamento soggettivo trasformazione dopo trasformazione. Per questo noi, Pagani Politeisti, siamo figli di molti padri e di molte madri! Siamo figli di tutti gli Dèi che attraverso i loro adattamenti soggettivi alle condizioni oggettive hanno determinato l'oggettività nella quale noi ci trasformiamo. Noi germiniamo nella pancia di nostra madre e questo mondo incontriamo! Se questo mondo non fosse, noi non saremmo germinati come siamo germinati; forse un altro noi o altri noi, oppure, nessun noi! Ma noi siamo quello che siamo perché le condizioni del nostro venire in essere sono il frutto di adattamenti soggettivi alle variabili oggettive degli Dèi! Gli Dèi che agirono, gli Dèi che agiscono, gli DEI che agiranno! La loro volontà d'azione quale risposta alla necessità che li ha posti in essere!

Di questo ho parlato nel commentare gli Inni Orfici.

Ho parlato di un Essere Umano che chiede alle volontà del mondo che lo circonda di camminargli a fianco e, giustamente, quando un individuo fa' questo viene definito negli Inni Orfici un Iniziato! Perché è consapevole del potere che lo circonda e ha raggiunto tale consapevolezza sviluppando proprio il Potere di Essere dentro sé stesso.

Scelta dopo scelta; sfida dopo sfida!

Avrei potuto commentarli in maniera diversa gli Dèi, ma cosa avrei ottenuto. Nel momento che ho commentato gli Inni Orfici mi premeva dire questo. Mi premeva mettere in risalto questo aspetto. Questa era in quel momento la mia conoscenza e questo ho espresso. Quello che ho modificato dopo gli Inni Orfici era quello che ho scoperto anche per aver commentato gli Inni Orfici.

Siamo arrivati al momento in cui i Titani stanno dilaniando il nostro corpo fisico, le nostre passioni, le nostre tensioni, il nostro sapere. Tutto sta andando in pezzi, ogni Titano si prende la sua parte dopo essere uscito dal Tartaro del nostro cuore e, mentre questo sta avvenendo, c'è Tifone che distrugge la nostra ragione. Distrugge la descrizione e tutto quello che nella nostra esistenza ritenevamo importante. Mentre questo avviene c'è il saluto di Hekate che ci spalanca la porta dell'infinito!

Solo parlando in questo modo degli Dèi gli Dèi acquistano il senso della realtà e l'individuo ne vive il senso della loro presenza manifestata nelle sue azioni in ogni quotidiano!

Certo, possiamo parlare degli Dèi in un diverso modo e mentre siamo con lo sguardo rivolto all'infinito ricordiamo come qualcuno tentò di uccidere gli DEI affinché le nostre azioni non potessero esprimerli!

Affermavano i cristiani:

"Allora il diavolo o i suoi ministri, i demoni, che furono cacciati dal cielo, vedendo che gli uomini ignari, abbandonando il loro creatore, andavano errando dietro le creature, cominciarono a manifestarsi a costoro in forme diverse e a parlare con loro e ad esigere che questi offrissero loro sacrifici sugli alti monti e nel fondo delle selve, e adorassero loro al posto di dio, dandosi nomi di uomini scellerati, che trascorsero la vita in ogni sorta di crimini e di scelleratezze; E così uno affermò di essere Giove, mago e incestuoso in sì gravi adulteri da prendersi in moglie sua sorella, che fu chiamata Giunone e arrivare a corrompere le sue figlie Minerva e Venere, e anche a violare turpemente i nipoti e tutta la parentela. Un altro demone si chiamò Marte, che fu istigatore di liti e di discordia. Un altro volle chiamarsi Mercurio, che fu l'artefice di ogni sorta di ruberia e di frode; a costui quale dio dei guadagni, gli uomini pieni di cupidigia, nel passare dai crocicchi, offrono in sacrificio mucchi di pietre gettando sassi. Un altro demone si prese il nome di Saturno, che avezzo ad ogni crudeltà, divorava perfino i suoi figli appena nati. Un altro ancora inventò di essere Venere, che fu una meretrice. Essa ha fatto la prostituta non solo con molti amanti, ma anche con suo padre Giove e col suo fratello Marte. Ecco di che specie erano allora quegli individui scellerati, che uomini ignoranti e rustici onoravano nel modo peggiore con i loro propri espedienti."

Tratto da "Contro le superstizioni" di Martino di Braga scritto nel 573.

In questo modo si è costruita la disperazione negli Esseri Umani. Si è tentato di cancellare la loro capacità di manifestare gli DEI allontanandone il ricordo attraverso una interpretazione superstiziosa ad immagine e somiglianza del dio pazzo dei cristiani.

In questo modo si sono costruiti 1.500 anni di orrore e morte nei quali faticosamente gli Dèi hanno chiamato gli Esseri Umani a riprendersi nelle proprie mani il loro futuro.

Una voce potente chiamava gli Esseri Umani ad uscire dall'orrore: la voce dell'ANTICRISTO! La voce della vita! E la vita vince sempre!

Per questo motivo, nel trattare gli Inni Orfici, abbiamo assunto il punto di vista della vita! Il nostro punto di vista!

Mentre siamo consapevoli che l'orrore cristiano porta gli Esseri Umani vuoti al momento della morte del corpo fisico senza nessun futuro, possiamo affiancarci agli Orfici e, con loro, declamare quest'ultimo Inno:


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