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I Nauragici Sregoneria Sarda

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view post Posted on 29/4/2020, 20:17     +1   -1
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Guardiano del male

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A dove so io

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"Le diverse tribù nuragiche, per ingraziarsi le divinità e poter progredire, praticavano molto probabilmente una religione che collegava la fertilità dei campi, il ciclo delle stagioni, dell'acqua e della vita, con la forza maschile del Toro-Sole e la fertilità femminile dell'Acqua-Luna. Si ritiene che vi fosse probabilmente una dea Madre mediterranea e un dio padre Babai (chiamato in epoca punica Sid Addir Babai e in epoca romana Sardus Pater. Babai nella lingua sarda odierna significa padre). Dagli scavi si evince che in determinate ricorrenze annuali i nuragici si radunavano in luoghi comuni di culto, con alloggi e strutture di tipo aggregativo, a volte gradonate, in cui solitamente si segnala la presenza di un pozzo sacro, talune volte di fattura molto decorata e complessa da un punto di vista idraulico come Sedda 'e sos Carros di Oliena (NU). In alcune aree sacre, come quella di Gremanu a Fonni (NU), di Serra Orrios a Dorgali (NU) o di S'Arcu 'e is forros a Villagrande Strisaili (Ogliastra), sono presenti templi a base rettangolare detti Megaron, strutture con spazio sacro interno che potrebbe essere stato destinato ad un fuoco sacro forse mantenuto acceso da una casta sacerdotale.
Nei pozzi sacri e nei megaron vi erano sacerdoti di sesso in prevalenza femminile che officiavano riti ormai ignoti probabilmente collegati all'acqua e forse a ritualità astronomiche di tipo solare, lunare o di osservazione dei solstizi. In particolare è interessante la raffigurazione bronzea di una sacerdotessa che presenta il capo sormontato da un disco che verosimilmente richiama il sole o la luna. Altri copricapi circolari sono allungati verso l'alto. Si ritiene che siano collegati alla religiosità anche alcuni dischi cesellati con figure geometriche, chiamati Pintadera, la cui funzione non è univocamente stabilita."

I pozzi sacri:
"L'architettura religiosa è soprattutto rappresentata dai pozzi sacri e dalle fonti sacre. Questi monumenti, tra i più elaborati che si trovano in Sardegna, sono edifici legati al culto animistico o astronomico dell'acqua e sono edificati con tecnica megalitica. Il cuore del tempio-sorgente è la sala con la volta a tholos - come nei nuraghi - il più delle volte sotterranea e nella quale veniva raccolta l'acqua sorgiva. Una scala collegava la sala all'atrium del tempio, generalmente situato al livello del terreno circostante e attorniato da piccoli altari in pietra sui quali si depositavano le offerte e sui quali si celebravano i riti propri al culto dell'acqua sacra. La perfezione e la precisione con la quale sono stati tagliati i blocchi di pietra calcarea o lavica, è tale che per molto tempo sono stati datati tra l'VIII ed il VI secolo a.C. e furono comparati all'architettura religiosa etrusca. Le più recenti scoperte hanno indotto però gli archeologi a stimare la costruzione di questi templi intorno al periodo in cui esistevano strettissime relazioni tra i Nuragici e i Micenei della Grecia e di Cipro, e cioè di molti secoli anteriori alle prime estimazioni. I pozzi sacri subirono nel tempo delle trasformazioni. Edificati sulle sorgenti d'acqua, erano un luogo di pellegrinaggio ed intorno ad essi si sviluppava generalmente un villaggio-santuario. Le capanne note come sala del Consiglio sono associate a depositi di oggetti di bronzo e lingotti di piombo recanti tacche e marchi, forse indicanti il valore temporale. Si pensa che fossero la riserva della comunità o il tesoro del tempio. Col tempo ebbero un'evoluzione verso strutture molto complesse da un punto di vista idraulico."

Le tombe dei giganti:
"Le tombe dei giganti segnano nelle loro poco sondate diversità strutturali e tecniche, il complesso evolversi della civiltà nuragica fino agli albori dell'Età del ferro. Queste costruzioni funerarie megalitiche, la cui pianta rappresenta la testa di un toro, sono diffuse uniformemente in tutta l'Isola, anche se si nota una fortissima concentrazione nella sua parte centrale. Si tratta di tombe costituite da una camera sepolcrale allungata, realizzata con lastroni di pietra ritti verticalmente con copertura a lastroni (nel tipo più arcaico, o dolmenico), oppure con filari di pietre disposte e copertura ogivale. Sulla fronte, il corpo tombale si apre in due ampi bracci lunati, a limitare un'area semicircolare cerimoniale: la cosiddetta esedra. In prossimità delle tombe sorgevano spesso degli obelischi simboleggianti senza dubbio gli dei o gli antenati che vegliavano sui morti. Questa sorta di menhir sono chiamati baity-loi (in italiano betili) ed è una parola che sembra derivare da beth-el che in ebraico significa casa del dio."

La triade betilica:
"La triade betilica poteva essere sia maschile che femminile e probabilmente simboleggiava una triade di divinità; queste triadi si trovano spesso nel terreno antistante le tombe dei giganti. La triade maschile, probabilmente simboleggiante la morte, era forse composta da Maimone, dio celeste e dell'acqua, da Mere (o Sardo) e da Iolao o Norace. La triade femminile, riconoscibile per via delle mammelle e di altri tratti femminili scolpite sul betilo, simboleggiava invece il ciclo della vita e della rinascita."

L'argomento è molto complesso e non può certo essere riassunto in poche righe, mi affascina approfondire il culto di un popolo a sè, che rimane sempre un pò "misterioso". Ho anche scoperto che il piu' grande tempio a megaron della Sardegna si trova nel paesino sperduto di mia madre (luogo che da bambina ho sempre detestato.. ero sempre sola, c'erano pochi bambini e mi annoiavo a morte), e questo fatto mi ha fatto provare delle forte emozioni..
ecco la leggendo ad esso legata:

"La casa di Orgìa:

Secondo la leggenda Orgìa era una strega (per altri una fata) che aveva la sua dimora nel Tempio.
Un giorno gli abitanti non la vollero più e la cacciarono dalle loro terre.
Orgìa se ne andò, ma prima di allontanarsi volle vendicarsi lasciando sul luogo due Orci: uno pieno di api e una di "Musca macedda".
Quando gli abitanti, dopo la sua partenza andarono al tempio e videro i due orci ben sigillati, perfettamente identici tra loro, non osarono aprirli.
Avrebbero voluto prenderne le api per ricavarne del buon miele, ma il timore di sturare l'orcio che conteneva "sa musca macedda" li frenò sempre, perchè se avessero sbagliato, avrebbero distrutto se stessi ed il mondo intero.
Perciò i due orci stanno ancora là,nascosti sotto terra.Nessuno sa più dove e non furono mai sturati per tema del micidiale insetto.
Questa fu la vendetta di Orgìa.
(Dolores Turchi)"
 
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