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Il mostro dei mangoni, è il nome dato a un serial killer colombiano non identificato che, tra gli anni '60 e '70, uccise tra i 30 ei 38 bambini e adolescenti a Cali.
Ritenuto originario della città, rapì e in seguito uccise la maggior parte delle sue vittime in vari remoti lotti vacanti.
All'epoca, era il caso criminale più famoso nella storia del paese. Per alcuni, il Mostro era un semplice mito o leggenda, mentre altri credono che sia realmente esistito, guadagnandosi in seguito paragoni con Luis Garavito.
Il suo modus operandi consisteva nell'inserire aghi nel cuore e nel torace, aggressioni, stupri e torture. Si ritiene che abbia usato siringhe per prelevare il sangue dalle sue vittime. L'assassino fu descritto come un vero sadico sessuale e possibile sofferente di vampirismo clinico.
Durante gli anni '60, i cittadini di Cali vivevano nella paura e nell'incertezza, poiché i bambini e gli adolescenti iniziavano a scomparire dalla zona.
Il 5 novembre 1963, il cadavere di un ragazzo dei giornali, fu trovato nella California occidentale. Dopo di ciò, iniziarono a sorgere altri casi di giovani ragazzi assassinati.
Il 4 dicembre un altro ragazzo fu trovato su un prato della zona nord della città, in quello che è considerato il secondo omicidio accertato.
Otto giorni dopo, un terzo corpo, privo di bulbi oculari, fu scoperto sulle rive del fiume Aguacatal. Altri due corpi furono scoperti prima della fine dell'anno: uno vicino alla stazione ferroviaria e l'altro a Prados del Norte.
Alla fine dell'anno, tra novembre e dicembre, vennero registrati cinque omicidi, tutti simili nella loro brutalità. Nel gennaio del 1964, la polizia di Cali trovò il corpo mummificato di un altro ragazzo; due giorni dopo furono scoperti i resti del dodicenne Alberto Garzón.
Nello stesso mese furono ritrovati altri tre cadaveri, in diversi settori della città. Tra febbraio e aprile si sono verificati altri tre omicidi: uno molto vicino a Tequendama, un altro a Puerto Mallarino e l'ultimo a un potrero.
Di fronte a questa ondata di omicidi, le autorità inviarono una serie di avvisi al pubblico, sostenendo che questi corpi sarebbero stati probabilmente prelevati da cimiteri e successivamente sparsi per Cali, per lo più in aree solitarie.
Nonostante ciò, gran parte della stampa e dell'opinione pubblica, chiesero che gli omicidi fossero risolti e che il terrore avesse fine.
I crimini cessarono per diversi mesi, anche se più casi vennero segnalati di nuovo alla fine del 1964. Si ritiene che tutti questi eventi abbiano causato la morte di tra i 30 ei 38 ragazzi e uomini. L'autore non fu mai catturato, e in seguito fu soprannominato il "Mostro dei Mangoni".
