Partiamo dal presupposto che sia l’evocazione che l’invocazione consistono in una chiamata che noi facciamo ad un entità, che essa sia una divinità, un demone, un angelo o uno spirito elementale. Questa chiamata ha però delle differenze:
– l’evocazione rivolta all’entità, fa si che quest’ultima si presenti a noi, ovviamente come energia quindi probabilmente non la vedremo con i nostri occhi (salvo se siete in trance o se avete particolari attitudini da chiaroveggente), senza però entrare in contatto diretto con noi. Nel senso che l’entità si mostra, ma non ha nessuno contatto con il nostro corpo, potremmo quindi solo percepire la sua presenza. Ad esempio la preghiera è un’evocazione, noi richiamiamo l’attenzione di quella determinata entità affinchè essa ascolti la chiamata e si presenti;
– l’invocazione, invece, fa si che l’entità “usi” il nostro corpo, legando la sua energia alla nostra, sentendo quindi un contatto diretto con essa. Di conseguenza l’entità o spirito usa la nostra voce per comunicare, il nostro corpo per muoversi, ma questo, è bene precisarlo, avviene solo se noi lo abbiamo consentito e solo in uno stato di trance. Si pensi ai medium che entrano in uno stato alterato di coscienza e fanno si che gli spiriti dei defunti possano usare loro corpo per comunicare o per scrivere.
Concludiamo quindi dicendo che bisogna stare ben attenti a questa differenza durante una chiamata, e precisare se si evoca o si invoca uno spirito.
Fonte
