Un Mondo Accanto

Gli Dei del mare di Gobi

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/4/2009, 18:07     +1   -1
Avatar

Vampiro di dracula

Group:
Administrator
Posts:
16,003
Reputazione:
+105
Location:
Dall'isola che non c'è....l'Inferno?

Status:




Il ritrovamento in Asia di mummie dalla pelle bianca e di gallerie sotterranee lunghe centinaia di chilometri, potrebbe confermare l'esistenza in passato di una civiltà progredita: la mitica Mu delle leggende polinesiane?

Il deserto di Gobi è la seconda area più arida del pianeta, dopo il Sahara. Il più grande deserto asiatico si estende tra i territori di Cina e Mongolia, occupando un'area vasta come l'Europa Occidentale. Un vero mare di sabbia…

Peccato che leggende antichissime e ritrovamenti fossili ci raccontino una storia diversa da quella che compare sui manuali di archeologia. Sì, perché il Gobi in realtà migliaia e migliaia di anni fa era un mare, anzi un oceano interno più vasto del Mediterraneo. Tra gli Anni '20 e '30 furono riportati alla luce dai paleontologi americani alcuni resti di animali mastodontici e alcune uova fossili, ma il ritrovamento più sensazionale fu sicuramente quello dell'archeologo russo Pyotr Kuzmich Koslov.

Durante alcuni scavi archeologici della città di Khara Khoto il professore trovò un'antichissima tomba risalente a 18 mila anni fa. Sulle pareti erano raffigurati la coppia di sovrani sepolta ed un curioso simbolo formato da un cerchio diviso in quattro settori e con la lettera greca M, o Mu. Questa città, secondo il colonnello britannico James Churchward, era in realtà la mitica Uighur, una importante colonia del continente scomparso di Mu.

Questo vasto continente comprendeva molte delle attuali isole dell'Oceano Pacifico, tra cui le isole Fiji, le Marianne, Ponape, le Tonga, le Caroline fino ad arrivare all'isola di Pasqua, come testimoniano le varie rovine megalitiche ritrovate su quasi tutte le isole del Pacifico.

Queste rovine presentano tra loro delle similitudini impressionanti; questo fa pensare che un tempo esse facevano parte infatti di un'unica grande terra ormai scomparsa, e che ciò che rimane oggi non siano altro che le vette più alte dei monti che affiorano dall'acqua. Oltre alle leggende anche i saggi cinesi raccontano di un'epoca remotissima in cui in questa zona, dove oggi c'è il deserto, si estendeva il Mar di Gobi nel quale si trovava un'isola abitata da "uomini bianchi dai capelli biondi o rossi e occhi azzurri"!

La cosa ancor più stupefacente è che, a detta di questi saggi, questo antico popolo venne dal cielo, discesi dalla grande "Stella Bianca", nome che gli antichi Indiani e Tibetani davano al pianeta Venere, ed avrebbero apportato agli abitanti del luogo notevoli conoscenze, e prima ancora agli abitanti di Mu. Su quest'isola situata nel Mar di Gobi l'antico popolo delle stelle si stanziò ed eresse una fortezza ed una città collegate alla terraferma con gallerie sottomarine.

La cosa potrebbe suonare come qualcosa di fantascientifico, se non fosse per alcune antiche carte celesti ritrovate nelle grotte del Bohistan che rappresentavano il cielo di circa 13 mila anni fa e con delle misteriose linee che collegavano la Terra con il pianeta Venere.

In realtà il colonnello inglese aveva ragione, sotto lo strato della città rinvenuta dall'esploratore russo, ne esisteva una ancor più antica: si trattava della città di Uighur, che secondo Churchward era vecchia di almeno 15-19 mila anni! E' qui inoltre che si trovava probabilmente la capitale del fantastico regno di Prete Gianni nel '200.

Delle gallerie che conducevano dall'isola alla terraferma sono state trovate diverse entrate, come un po' in tutto il mondo, scoperte dagli speleologi; comunque sono state esplorate solo in parte a causa dei crolli che hanno ostacolato le ricerche.

In alcune di queste gallerie sono stati scoperti oggetti di ceramica e vetro contenenti ciascuno una goccia di mercurio, alcuni oggetti simili sono stati rinvenuti anche in grotte scoperte in Uzbekistan. Secondo gli antichi scritti indiani questo metallo liquido serviva da combustibile per i mitici Vimana, le antiche macchine volanti descritte nei testi del Ramayana e del Mahabharata e che si ritiene siano ancora oggi celati nelle caverne del regno sotterraneo di Agharti. Infatti qui, lo stesso testo indiano narra "…con il tuono possente della sua rapida discesa da insondabili altezze apparve il carro dei Figli del Fuoco dei Signori venuti dalla Stella Splendente.

Esso si fermò sopra l'Isola bianca del Mar di Gobi…" Nel 1978, durante gli scavi archeologici nella zona del deserto cinese del Takla Makan, proprio nella regione dell'Uighur, furono riportate alla luce migliaia di mummie perfettamente conservate grazie al clima secco del deserto che ha permesso ai corpi una mummificazione naturale.

L'età stimata delle mummie è di circa 4 mila anni, ma ciò che rende sconcertante il ritrovamento di questi corpi, sono i tratti somatici. Infatti tutte le mummie presentavano lineamenti occidentali: pelle bianca e capelli biondi o rossi ondulati! La loro altezza varia dal 1,70 al 1,80 m e alcuni hanno la barba.

Al momento del ritrovamento, le mummie erano vestite con abiti in seta, stivali e scarpe ai piedi e acconciate con trecce simili a quelle dei popoli celtici. Secondo il parere degli archeologi queste popolazioni emigrarono dall'Europa o dalle zone caucasiche, viaggiarono attraverso l'Asia verso Oriente e si stanziarono nel deserto del Gobi.

Peccato che gli antichi scritti tibetani e indiani raccontano il contrario; raccontano di popoli evoluti venuti, secondo i saggi, dalle stelle e stanziatisi su quest'isola situata dove in tempi remotissimi esisteva un esteso mare. Una ulteriore, straordinaria scoperta di mummie effettuata nel 2005 a Xiaohe, nella parte ovest del lago Lop Nor, rivelò l'esistenza di un mound con strani pali conficcati sopra le sepolture.

Di circa 300 persone ivi sepolte, più di un centinaio era in perfette condizioni: l'apertura delle bare dalla stranissima forma di barca, effettuata dagli scienziati dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali, rivelò corpi di uomini, bambini e donne perfettamente conservati, anche meglio delle mummie egizie: i lineamenti occidentali e gli zigomi tipici della razza caucasica, assieme ai capelli castano chiaro, erano non più sconcertanti del fatto che la pelle di tutti i corpi era coperta da uno strato gommoso chiaro molto simile al lattice, probabilmente allo scopo di preservarla contro i processi di putrefazione (ma l'albero della gomma, da cui si ricava il lattice, è originario del Sudamerica e non si comprende come potesse essere usato dai popoli del Gobi, a meno che il clima non fosse diverso oppure non vi fossero scambi commerciali).

L'analisi al Carbonio 14 datò le mummie al 1800 A.C. In effetti fino a pochi secoli fa, come dimostrano le foto del satellite Landsat, esistevano pozze d'acqua e fiumi, un ecosistema umido ricco di fauna anche gigantesca che prosperava grazie alle notevoli riserve idriche che ora sono sotterranee oppure prosciugate.

Tutta questa magica ma anche mistica terra abbonda di narrazioni, come quella del leggendario generale e guerriero Ban Chao che "poteva camminare nel cielo e scatenare fulmini verdi" e che è sepolto, "accanto all'Uomo di Giada", nel deserto del Takla Makan, uno dei deserti più misteriosi e pieni di insidie al mondo dove gli abitanti del luogo raccontano che dimorino i "demoni del cielo". Questo antico popolo avrebbe in seguito viaggiato e istruito il resto del mondo erigendo villaggi e città in Europa e in tutto il mondo.

Non c'era quindi ragione di stabilirsi nel bel mezzo di un deserto tra i più inospitali del pianeta; il ritrovamento poi delle gallerie e dei resti di città antichissime avvalorano le ipotesi che qui un tempo lontano il clima e il territorio erano totalmente diversi da come appaiono oggi. Per non parlare poi, come affermano gli antichi documenti ma anche dalla testimonianza dei saggi tibetani, delle conoscenze elevate portate ai popoli dei continenti oggi scomparsi di Mu e Atlantide, che in seguito questi ultimi avrebbero portato alle altre etnie del mondo.

Pensiamo alla scoperta della lavorazione dei metalli, o alla conoscenza di tecnologie sconosciute come la ruota e il carro. Questo potrebbe spiegare le similitudini dei monumenti, delle lingue e delle usanze tra i diversi popoli della Terra.

La provenienza di questa misteriosa razza, che secondo gli scritti veniva dal pianeta Venere, ci ricorda la divinità maya che portò sapere e conoscenza rappresentata nel Teschio di Cristallo ritrovato nel Belize nel 1927 da Anne Mitchell-Hedges. Oppure al leggendario re inca Viracocha, anch'egli ricordato dagli Incas come il dio dalla pelle bianca e con la barba rossa raffigurato sulla megalitica Porta del Sole sulle sponde del lago Titicaca in Bolivia. Raffigurazioni di dei bianchi con barba e capelli chiari si possono trovare anche sull'isola di Pasqua.

Proprio qui nel 1774 un naturalista di nome Georg Forster approdò descrivendola come una terra brulla, povera di vegetazione e devastata da eruzioni vulcaniche. Su quest'isola dall'aspetto inospitale lo studioso fece l'incontro con la popolazione indigena locale, e fu sorpreso di trovare alcuni di essi con la pelle chiara e con i capelli rossi! Evidentamente questi ultimi erano i discendenti di quell'antico popolo evoluto raffigurato sui massi dell'isola e che portò migliaia di anni fa conoscenza e sapere ai popoli delle terre polinesiane.

Anche qui si trovano misteriose gallerie ciclopiche sotterranee che terminano nel mare; probabilmente anticamente si usavano questi tunnels per andare da una parte all'altra delle isole, oppure addirittura per viaggiare da una parte all'altra del pianeta. E' curioso invero il fatto che siano state ritrovate delle tavolette in legno raffiguranti geroglifici simili a quelli dell'America precolombiana, o ancora scritture simili a quelle della Valle dell'Indo o come quelle celtiche.

Gallerie simili si trovano anche in Sudamerica, e infatti si collegherebbero proprio con l'isola di Pasqua, ma non solo: esistono reti di gallerie in Perù che collegherebbero Lima a Cuzco fino ad arrivare in Bolivia e probabilmente fino al Titicaca. Qui sarebbero ancora nascosti i tesori degli Incas massacrati dai Conquistadores spagnoli.

Di gallerie ce ne sono altre ancora nelle Hawaii e in tutta l'Oceania e qui le gallerie continuano sotto il fondo dell'oceano, altre si trovano in California, nel Kentucky (le famose Mammoth Caves dove si dice siano uno degli ingressi per Agharti). Di questo ne parlano anche gli Apaches: secondo i saggi queste gallerie qui si spingerebbero fino a Tiahuanaco e sempre stando ai loro racconti queste sarebbero state scavate da esseri venuti dalle stelle per mezzo di luci che sgretolerebbero la roccia. Anche in Europa esistono reti di tunnels sotterranei, alcuni dei quali sono stati scoperti ed esplorati solo per alcuni chilometri, come quello che congiunge la penisola iberica con il Marocco in Africa.

Quando si sentì parlare la prima volta della Terra Cava e delle Gallerie sotterranee, si pensava che tutto ciò fosse solo delle leggende; poi si venne a sapere delle scoperte fatte dai primi esploratori tra cui Ossendowski, che dopo aver avuto un incontro con un Lama in Tibet, affermò di aver visto una delle entrate di queste colossali gallerie, mentre altre venivano scoperte un po' ovunque nel mondo da vari esploratori. Solo negli Anni Settanta con il grande ricercatore scientifico italiano Peter Kolosimo si inizia a divulgare la scoperta della Terra Cava e dei mondi sotterranei; e dopo molti ritrovamenti da parte di speleologi ed archeologi si ebbe la conferma che ormai non si trattava solo di leggende.

Dopo il rinvenimento poi delle mummie bianche del Takla Makan, anche le leggende degli dei bianchi trovarano conferma, poiché come raccontavano le antiche scritture, furono proprio questi esseri a scavare queste enormi gallerie. Si trattava comunque di esploratori, per l'esatteza russi, che individuarono il cosiddetto "pozzo senza fondo", che faceva parte di un estesa rete di grotte situate in Azerbaigian ad attirare la loro attenzione.

Da tempo salivano da quella cavità urla, tonfi e rumori strani. Una volta scesi nel suo interno i ricercatori notarono una strana luminescenza verde e che queste cavità si dirigevano in direzione del Caucaso! Dalle pitture e dalle ossa trovate laggiù pensarono che si trattasse di grotte preistoriche ma, dopo averle analizzate, la sorpresa fu grande: si trattava di ossa ancora più antiche. I racconti dei vecchi esploratori avventurieri affermavano che alcuni uomini entrati nelle gallerie del Regno di Agharti videro questa luce verde e non fecero più ritorno.

Tempo dopo si scoprì che questa rete di tunnels arrivava a piccole piazze da cui partivano condotti fino congiungersi con le gallerie sotterranee del deserto del Gobi; le stesse che collegavano un tempo la terraferma con l'isola del Mar di Gobi! E forse qui si collegherebbero alle isole del Pacifico. Notando tutto questo non si può far altro che pensare che doveva essere un lavoro ciclopico, svolto da un popolo evoluto.

Secondo gli scienziati questo sistema di gallerie dovrebbe arrivare addirittura in Cina ed in Tibet, proprio come affermò Ossendowski: infatti da quel che dicono i monaci tibetani è qui che si troverebbe la capitale di Agharti, e i condotti si collegherebbero al palazzo del Dalai Lama a Lhasa. Purtroppo nonostante i ritrovamenti di queste grotte in tutto il mondo non si è potuto procedere oltre a causa di imponenti crolli che ne hanno ostacolato per sempre l'ingresso a causa delle loro ciclopiche dimensioni; altre volte sono stati occultati deliberatamente gli ingressi dai saggi che conoscono l'ubicazione delle entrate, o altre ancora si dice che gli stessi abitanti del sottosuolo avrebbero mascherato gli accessi. E purtroppo fino ad oggi nessuno ancora è riuscito a vederle.

Tutta questa vicenda ci fa comprendere come oggi conosciamo pochissimo dei territori dell'Asia e delle leggende che parlano di popolazioni evolute di pelle bianca e immense e colossali gallerie lunghe migliaia di chilometri. Una specie di metropolitana mondiale che forse rappresenta l'essenza stessa del regno di Agharti e di quello, in superficie, della mitica Mu.

Edited by demon quaid - 4/7/2016, 18:27
 
Top
0 replies since 27/4/2009, 18:07   959 views
  Share